.^Capitolo 53^.
Per l'ennesima volta, i raggi solari raggiunsero la camera del demone e colpirono dritti sul viso del castano, intento a riposarsi dopo una sana nottata utilizzata per i loro piaceri carnali.
"Diiiippeeer?"
L'umano fece uscire qualche mugolio dalle sue labbra e si mise a pancia in su sul letto, infastidito da quella voce che lo chiamava.
"È ora di svegliaaaarsiiii.~"
Ancora con gli occhi chiusi e con della bava al lato della bocca, Dipper mormorò delle parole di disapprovazione dato che aveva molto sonno e voleva dormire ancora, indipendentemente dall'orario.
Sentì delle mani sul suo ventre e il castano venne scosso leggermente a destra e a sinistra, con l'intento di farlo alzare dal letto.
Socchiuse di poco gli occhi e all'inizio gli parve tutto sfocato, ma alla fine la sua vista tornò normale e poté ammirare il demone biondo che lo fissava dall'alto con la sua solita espressione.
"Ah... Bill, sei tu..." Mormorò l'umano, biascicando per colpa del sonno.
"Pinetree! Insomma... È mezzogiorno!" Esclamò il demone tirandosi su e mettendosi le mani sui fianchi.
Dipper allora fece leva con le braccia e si mise lentamente a sedere, tenendo la testa bassa con uno sguardo rivolto verso il vuoto.
Dopo pochi secondi, sbadigliò senza alcuna vergogna e mise la mano davanti alla bocca, asciugandosi qualche piccola lacrima ai lati degli occhi.
Rivolse gli occhi verso Bill e inclinò di poco la testa non appena lo vide ridacchiare.
"Cosa c'è da ridere...?" Chiese l'umano con un tono di voce basso.
"Stai sbavando e non te ne sei neanche accorto!" Rispose il demone.
Avvicinò le dita al viso dell'umano e gli afferrò il mento, pulendo i residui di saliva al lato delle labbra con il pollice.
Dipper sbattè di poco le palpebre e rimase con le labbra socchiuse senza dire niente, come se fosse in uno stato di trance.
Era troppo stanco per dire, fare o pensare a qualcosa.
"Ti ho proprio distrutto ieri sera..." Commentò quasi con vanto, facendo assottigliare lo sguardo al castano.
"Non dovresti essere tu quello stanco?!" Chiese sbuffando, non riuscendo a nascondere un piccolo sorriso divertito ed esasperato.
"Avrò pure passato tutta la notte a spingere... Ma ti ricordo che non sono umano, Pinetree.~" Sussurrò il demone con un sorriso e gli occhi socchiusi.
Tirò fuori la lingua biforcuta e la avvicinò alle labbra socchiuse del castano, iniziando a baciarlo con la stessa passione della sera prima.
Dipper ricambiò, ma lasciò fare tutto a Bill e si aggrappò al suo busto, avvicinandosi il più possibile a lui.
Il demone intrecciò la lingua con la sua e lo strinse al suo petto, godendosi i mugolii provenienti dalle labbra dell'umano.
Quando si staccarono per la mancanza di ossigeno, entrambi si guardarono negli occhi e Dipper si svegliò completamente.
"Beh, Pinetree... Se vuoi puoi rimanere a poltrire a letto per tutta la giornata, oppure..."
Non appena finì la frase, Bill mostrò all'umano la busta che aveva ricevuto da Mabel da parte di Isaac.
Quando la vide, Dipper sussultò violentemente e prese la busta tra le mani, facendo attenzione a non romperla in qualche modo.
Iniziò ad osservarla con molto interesse e se la rigirò tra le mani, sotto lo sguardo divertito del demone.
"... Tu sai cosa c'è dentro, no?" Chiese ad un tratto il castano, guardando Bill negli occhi.
"Certo che sì, caro... Non ho avuto neanche bisogno di aprirla." Rispose con un sorriso.
L'umano abbassò lo sguardo e posò la busta sulle lenzuola, rimanendo in quella posizione per qualche secondo.
Bill continuò ad osservarlo e inclinò di poco la testa.
"... Potresti... Uscire dalla stanza? Vorrei aprire la busta... Da solo." Chiese l'umano con un mormorio, distogliendo lo sguardo.
Il demone fu sorpreso dalla richiesta di Dipper e gli rivolse uno sguardo confuso, attendendo una risposta.
"Lo so che sai già cosa c'è qui dentro, però-..."
Non finì in tempo la frase che il demone gli lasciò un dolce bacio sulle labbra, paralizzandolo sul posto.
Quando si staccò, gli rivolse una delle espressioni più sensuali e dolci che aveva mai fatto.
"Ho capito, ho capito... Vuoi avere la sensazione di essere l'unico a conoscenza del contenuto di quella busta... E proprio per questo non mi vuoi nella stanza, non è così?" Ipotizzò il demone, ricevendo un cenno del capo da parte dell'umano per dirgli che aveva ragione.
Dopodiché, il demone si alzò dal letto, riprese i vestiti che gli aveva prestato e glieli mise sul letto, avvicinandosi alla porta della camera e afferrando la maniglia.
"Dopo che hai finito vestiti, intanto ti preparo qualcosa da mangiare." Affermò il demone, rivolgendogli un sorriso prima di uscire dalla camera.
Dipper si ritrovò nella camera di Bill da solo, privo di vestiti, sotto le coperte, con la busta ancora sigillata con il contenuto da svelare.
Riprese l'oggetto e lo osservò di nuovo per qualche secondo, prima di forzare l'apertura con le dita.
Senza indugiare troppo, afferrò ciò che stava all'interno della busta e lo tirò fuori.
Era una lettera, accompagnata da un indirizzo.
Dipper si rigirò tra le mani il pezzo di carta e osservò fronte e retro, tentando di scovare qualche messaggio segreto, ma alla fine non trovò assolutamente niente e iniziò a leggere il contenuto della lettera.
"So che cosa ti sta succedendo, Dipper.
So in che condizioni ti trovi e noi vogliamo aiutarti.
Sappiamo la verità di ciò che è successo alla fabbrica abbandonata, durante il nostro ritiro.
Ti lascio un indirizzo dove dovrai recarti e non dovrai far sapere a nessuno di questa lettera.
Quando arriverai al posto stabilito alle undici di sera, ci saranno alcune persone pronte ad attenderti.
Non devi avere paura di noi, Dipper... Siamo dalla tua parte."
Quando Dipper smise di leggere, diede un'occhiata all'altro foglio presente insieme alla lettera e lesse l'indirizzo.
Respirò profondamente e si alzò dal letto con decisione, mettendosi addosso i vestiti che Bill gli aveva dato e strappando la lettera in piccoli pezzettini, buttandoli poi dalla finestra della camera.
Anche se Bill era a conoscenza di tutto quello che Isaac aveva architettato, Dipper non si sarebbe lasciato scappare l'opportunità di conoscere la verità sull'accaduto.
"Pinetree! È pronto!" Esclamò il demone dalla cucina.
Il castano sussultò e nascose il foglio con sopra l'indirizzo sotto al materasso del letto, sistemandosi i vestiti e prendendo un respiro profondo.
Uscì dalla camera e scese velocemente le scale, arrivando in cucina dove il biondo lo stava aspettando con la colazione pronta.
"Allora, hai scoperto cosa c'è in quella busta?" Chiese Bill con fare retorico, quasi prendendolo in giro.
"... Sì, so cosa c'è dentro..." Rispose sedendosi a tavola.
Il biondo si morse il labbro e si mise dietro all'umano non appena si sedette, accarezzandogli le spalle e facendogli venire i brividi.
"Allora stai attento questa sera, quando ti vedrai con i tuoi amichetti, Pinetree...~" Sussurrò al suo orecchio, mostrando un sorriso poco rassicurante.
Bill si stava divertendo a mettere sotto pressione l'umano, dato che sapeva tutto ciò che avrebbe fatto quella sera.
Sperava di riuscire ad intimorirlo abbastanza per non farlo andare, per farlo rimanere a casa, ma conosceva molto bene la sua indole curiosa e sapeva che avrebbe fatto di tutto pur di sapere la verità.
Dipper deglutì silenziosamente e abbassò di poco lo sguardo, senza rispondere alla sua affermazione.
Aveva paura di cosa sarebbe successo dato che Bill conosceva praticamente tutto il programma, ma di certo non si sarebbe tirato indietro per via del demone.
[...]
L'orologio segnò le undici meno un quarto e Dipper fu pronto per uscire dall'appartamento e per incontrare il club dell'ignoto.
Si mise addosso la giacca e la sistemò, afferrando la sua borsa a tracolla con tutti gli oggetti che gli servivano.
Il demone era appoggiato al muro accanto all'ascensore ed osservava ogni piccolo movimento che Dipper compieva, sempre con un sorriso compiaciuto sul viso.
"Non tornare tardi, mi raccomando!" Commentò con un sorriso contorto e gli occhi socchiusi.
Dipper scosse la testa in risposta e si avvicinò a lui, guardandolo negli occhi senza proferire nulla.
Per l'ennesima volta, i due si scambiarono degli sguardi di intesa e nessuno dei due fece utilizzo della parola.
Solo dopo qualche secondo, Dipper rispose.
"So che mi seguirai e che farai di tutto per rovinare l'incontro... Ti conosco, Cipher." Disse con un lieve sorriso.
"Aw, mi conosci così bene!" - Ridacchiò il demone. - "Chissà... Magari rimarrò qui e ti lascerò scoprire la verità su quello che è successo."
"Nah... Non lo farai di certo."
Bill mise le mani sulle spalle del castano e posò le labbra sulle sue, staccandosi subito dopo.
Chiamò l'ascensore per lui e quando le porte si aprirono Dipper entrò nel mezzo, premendo il pulsante per il piano terra.
"Allora divertiti, Pinetree!" Esclamò.
Le porte si chiusero e l'ascensore iniziò a scendere, lasciando Dipper da solo in balia della meravigliosa vista della notturna New York.
Non sapeva cosa pensare o provare, stava per incontrare di nuovo i suoi vecchi compagni del club e non era affatto una rimpatriata.
Era una questione molto seria, qualcosa di collegato al suo tentato omicidio.
Riprovò a pensare a tutto ciò che era accaduto fino a quel momento e sospirò, non riuscendo più a capire cosa fosse giusto o sbagliato.
Quando l'ascensore arrivò al piano stabilito, l'umano uscì dal mezzo e subito dopo dal palazzo, chiamando un taxi per poter raggiungere il posto stabilito.
Arrivò dopo dieci minuti e dopo aver pagato l'autista, egli scese dal veicolo e mise i piedi sul marciapiede, guardandosi intorno per la zona.
Era completamente deserta e non c'era anima viva, nonostante l'allegria notturna della maggior parte della popolazione di New York.
Fece qualche passo per il marciapiede vuoto e strinse contro il suo petto la borsa a tracolla.
Controllò l'orario sul suo orologio e notò che mancavano due minuti alle undici
"... Isaac? Alex...?" Mormorò il castano con timore.
I due minuti passarono lentamente e l'ansia di Dipper crebbe a dismisura, continuando a farsi domande sul perché avesse accettato l'invito.
Fece qualche passo e si allontanò di poco dal luogo stabilito per cercare i suoi compagni, ma un dolore lancinante alla testa gli fece perdere i sensi e lo fece cadere a terra.
[...]
"Dite che sta bene?"
"Stai tranquilla, tra poco si risveglierà senza alcun problema."
"Secondo me ci sei andato troppo pesantemente..."
"Vai a preparare del ghiaccio."
"Subito... Ma se non bastasse?"
"Fate silenzio! Si sta svegliando..."
"Dipper? Hey, Dipper!"
Emise un forte mugolio di dolore quando socchiuse gli occhi.
La sua testa pulsava come non mai e faceva fatica a tenere gli occhi aperti per via della botta che aveva ricevuto.
Quando finalmente riuscì a mettere a fuoco l'ambiente circostante, il castano spalancò gli occhi.
Si trovava in una stanza illuminata da delle piccole lampadine appese al muro e in mezzo vi era un grande tavolo ovale.
Era seduto su una sedia a capo tavola e seduti davanti a lui vi erano i membri del club dell'ignoto.
Erano tutte facce che lui conosceva, persone con cui aveva parlato e fatto amicizia.
Erano tutte lì, con delle espressioni preoccupate e quasi mortificate.
Isaac era seduto sulla sedia parallela alla sua e lo fissava nello stesso modo.
"Ti sei svegliato, Dipper..." Sussurrò.
"Isaac! Dove siamo?! Perché mi avete colpito?!" Esclamò il castano con terrore.
"Dovevamo farlo, Dipper... Scusaci davvero, ma pensavamo che saresti scappato..." Fu Alex a rispondergli.
Il rosso si avvicinò a Dipper e appoggiò una sacca di tessuto piena di ghiaccio sulla zona in cui era stato colpito.
"Alex ha ragione, il motivo per cui sei qui è di vitale importanza e noi vogliamo farti sapere la verità." Disse il capo con un tono più deciso.
L'umano fece pressione con la borsa sulla sua testa e lo guardò dritto negli occhi, capendo che lui non stava affatto mentendo.
"Va bene... Va bene, ho capito... Sentite, voglio sapere prima di tutto la verità, poi passerete alle spiegazioni... Per favore." Affermò l'umano con un tono quasi disperato.
Non gli importava in che condizione fosse o in che posto si trovava, voleva sapere a tutti costi cos'era successo, senza troppi giri di parole.
I membri del club si guardarono tra di loro e annuirono all'unisono, tornando a guardare il castano con aria rassicurante e decisa.
Isaac fece per aprire bocca, ma con uno scatto la richiuse di colpo e le sue labbra parvero sigillate.
Tutte le persone all'interno della stanza lo guardarono confusi e preoccupati, incluso Dipper.
"... Isaac? Che succede?" Chiese una ragazza accanto a lui.
L'espressione del corvino cambiò notevolmente e la paura iniziò ad impossessarsi di lui, dato che non riusciva proprio ad aprire la bocca.
Emetteva solo dei forti mugolii e più muoveva la bocca più quest'ultima non voleva aprirsi.
I membri del club andarono nel panico e non riuscirono a capire niente di quello che Isaac voleva provare a dire.
Solamente Dipper comprese appieno la situazione, dopo aver udito le parole di una voce fin troppo conosciuta.
"Oh, Isaac! Il demone ti ha cucito la bocca, per caso?"
Ma ciao amici belli!
Che bello finire i capitoli proprio sul più bello, eh? :D
Beh, non è che mi piaccia molto come ho scritto le ultime parti
Well, mi fido del vostro giudizio!
E lo so, lo so... Vi ho rotto parecchio con la questione "cONoScERe La VErItÀ" ma- hey! Almeno sapete cosa c'era nella busta :3
Anyway, spero che stiate tutti bene e che il vostro account non sia stato hackerato
In caso trovate le info di questo attacco hacker sul libro "LEGGETE PER LA VOSTRA SICUREZZA" per proteggere il vostro account
Il mio non lo sembra, ma non si sa mai-
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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