.^Capitolo 51^.

Bill aveva offerto all'umano qualsiasi tipo di cibo per fare colazione e per saziarsi, ma Dipper non mangiò e non parlò per tutta la mattinata fino a che non arrivò l'ora di pranzo.
L'evento di poco fa l'aveva turbato parecchio e non sapeva più che cosa fare.
Le parole del corvino avevano ormai bloccato qualsiasi suo altro pensiero e più ci pensava, più il suo sguardo diventava cupo.

"Aw, Pinetree... Ci stai ancora pensando?"

Erano entrambi nella sala principale dell'appartamento, Dipper era seduto al tavolo per il pranzo mentre Bill era appoggiato al bancone della cucina, dato che le due zone erano collegate.
L'umano aveva le sopracciglia piegate e uno sguardo affranto, sottolineando il suo stato d'animo ormai assoggettato dal disagio.
Facendo leva con le mani sul bancone, il demone fece qualche passo verso Dipper e si mise proprio dietro di lui, posando le mani sulle sue spalle.

"Per favore, Bill..." Mormorò il castano senza muovere un muscolo.

Si chinò verso di lui e avvicinò le labbra al suo orecchio, solleticandogli leggermente il collo con i suoi respiri.
Venne scosso da vari brividi e l'unica cosa che poté fare fu sussultare di poco.
Bill premette con dolcezza i palmi contro le spalle e iniziò a fargli un massaggio, facendo fuoriuscire dei piccoli mugolii dalle labbra del castano.

"Libera la mente, Pinetree... Non stressarti troppo...~" Sussurrò il demone con voce calda, continuando a massaggiargli le spalle.

Dipper socchiuse gli occhi ed emise altri mugolii più forti non appena il biondo scoccò qualche debole bacio contro la pelle del suo collo, facendo vagare le sue mani sinuose lungo il basso, verso il suo petto.
Non riuscì più a connettere per colpa di tutte quelle attenzioni e il suo corpo era colpito da miriadi di brividi, uno sopra l'altro.
Però, con qualche sforzo, riuscì dopo poco ad afferrare con delicatezza i polsi di Bill e tolse le mani dal suo petto.
Il biondo si staccò sorpreso per via di quella reazione e portò le mani dietro la schiena, assumendo una posa più elegante e autoritaria.

"Quell'emo dark ti ha proprio destabilizzato, mh?" Commentò divertito.

Dopo aver posato le mani sul tavolo, Dipper alzò lentamente dalla sedia e si girò verso il demone, rivolgendogli uno sguardo deciso, completamente diverso da quello che aveva prima.
I loro occhi finalmente si incrociarono e i due uomini rimasero per vari secondi a guardarsi, senza dire una parola.
Finché Dipper non aprì bocca.

"Che cosa hai fatto, Bill?" Chiese.

Ovviamente, il silenzio non tardò ad arrivare ed entrambi rimasero in piedi, davanti al tavolo da pranzo senza fare niente.
L'umano aspettò pazientemente la risposta che si meritava, senza lamentarsi e senza rivolgere al demone sguardi omicidi.
Era una semplice domanda la sua, ma sapeva perfettamente che la risposta non sarebbe stata altrettanto semplice da digerire.
Sempre se l'avrebbe ricevuta.
Finalmente, Bill si mosse verso l'umano e mise una mano lungo la sua guancia, facendolo smuovere dalla sua aria risoluta.

"Fidati... Non vuoi saperlo." Rispose Bill con un sorriso, accarezzandogli la guancia.

Prima che Dipper potesse ribattere, il demone fu abbastanza veloce da piantare le sue labbra su quelle dell'umano e iniziò a baciarlo con passione, senza pensarci due volte.
Il castano non si aspettava un'azione del genere da parte del biondo proprio in quel momento e l'unica cosa che riuscì a fare fu ricambiare il gesto, posando le mani sulle sue spalle.
Il loro bacio durò vari secondi e colui che si staccò per primo fu Dipper, dato che aveva bisogno di respirare.
Dall'altra parte invece, il demone avrebbe voluto continuare a baciarlo per tutta la giornata se avesse potuto.

"I-Io... Io vado da Mabel..." Affermò l'umano staccandosi dal biondo.

Bill gli rivolse un sorrisetto quando udì quelle parole e ridacchiò, facendo preoccupare seriamente il castano.
Cosa c'era tanto da ridere nell'andare a trovare la propria sorella gemella?
Aveva semplicemente bisogno del suo sostegno morale e voleva anche vedere come se la cavava con il locale, magari sarebbe andato anche ad aiutarla.
O almeno, era quello che voleva far credere al demone.

"Shooting Star non è a conoscenza di quello che Isaac e i suoi amichetti hanno fatto, neppure Northwest... Solamente io e te lo sappiamo. Vuoi per caso renderla partecipe di ciò?" Chiese sempre con un sorrisetto, leccandosi le labbra con fare quasi viscido.

Dipper deglutì e scosse velocemente la testa.
Bill Cipher aveva ragione, alla fine i telegiornali non avevano dato la colpa al club dell'ignoto per l'incendio nella fabbrica abbandonata.
Dipper non era presente in quel momento, quando i ragazzi vennero salvati dai soccorritori e messi al sicuro, ma questo non fu un problema dato che nessuno dei membri del club aveva menzionato un ragazzo disperso, ovvero Dipper.
Era come se lui non avesse mai partecipato a quella gita utilizzata per fare scoperte sul soprannaturale.
Ma come mai? Isaac si ricordava di lui e la scena avvenuta prima in tarda mattinata ne era la prova.
Allora perché non c'erano tracce della sua esistenza in quella fabbrica? Perché nessuno dei membri lo menzionò come persona scomparsa?

"N-no... Non voglio che anche lei sia dentro a tutto questo casino, non voglio metterla in pericolo." Rispose l'umano sicuro di sé.

"Aw, bravo piccolo Pinetree.~" Commentò con tono viscido, leccandogli la guancia con la sua lingua biforcuta.

Dipper rabbrividì ed emise un lungo mugolio per colpa di quel gesto, facendo ridacchiare di gusto il demone.

"In caso mangerò lì... Però voglio anche darle una mano al locale, sono preoccupato." Spiegò.

"Oh, va bene Pinetree... Non posso certo tenerti chiuso in casa!" Sorrise il demone.

Dipper andò in tilt non appena il demone avvicinò le labbra al suo orecchio e gli mordicchiò il lobo, accarezzandogli i fianchi da sotto la camicia che gli aveva prestato.

"Anche se l'idea è davvero, davvero allettante...~" Sussurrò il demone, posando le labbra sul suo collo.

L'inebriante profumo che il demone emanava annebbiò la mente dell'umano e gli fece socchiudere gli occhi, ma alla fine Dipper riuscì a mettere le mani sulle sue spalle e a staccarlo dal suo corpo.

"Tornerò stasera, voglio stare un po' con mia sorella." Disse.

Per far calmare il biondo, Dipper posò le labbra di sua spontanea volontà sulle sue, facendogli assumere un'aria sorpresa.
Fu un bacio dolce, morbido, privo di malizia o perversione.
E Bill fu soddisfatto proprio grazie all'innocenza che l'umano stava dimostrando attraverso quel bacio.
Alla fine si staccarono e Dipper si avvicinò alla porta dell'ascensore, rivolgendo al demone un sorriso tenero.

"Ci vediamo dopo, Bill." Sorrise ed entrò nel mezzo.

Quando le porte si chiusero, il biondo si ritrovò da solo nel suo enorme appartamento, insieme al silenzio che non lo abbandonava mai.
Dopo poco, egli si allontanò dalla sala da pranzo e si avvicinò alla porta del balcone, uscendo e ammirando la bellissima vista di cui poteva usufruire.
Si appoggiò alla ringhiera in marmo e ridacchiò divertito, mormorando tra sé e sé delle parole.

"Ah, Pinetree..."

Il suo occhio si illuminò di colpo di un bagliore inquietante e il suo sorriso caritatevole diventò un ghigno contorto e malevolo, il contrario di quello che aveva mostrato prima all'umano.

"Non ti permetterò di venire a sapere la verità...~"

[...]

Non appena Dipper arrivò al locale e salutò la sorella, iniziò subito a dare una mano alla cassa e con gli ordini, ogni tanto facendo cambio con i colleghi per il ruolo di cameriere o di cassiere.
Mabel invece era sempre impegnata in cucina insieme ai cuochi e ogni tanto andava a prendere gli ordini o a controllare lo stato d'animo dei clienti.
Doveva ammettere che Mabel aveva gestito tutto alla perfezione, durante la sua quasi eterna assenza: il locale era sempre pieno di gente, i dolci e le bevande venivano sempre apprezzati e Dipper scoprì che Mabel aveva aperto un blog proprio per fare più pubblicità al locale.
Era davvero fiero di sua sorella, le voleva un mondo di bene.
Arrivarono le due del pomeriggio e Mabel e Dipper rimasero alla cassa a parlare un po' di ciò che era successo al locale e di come lei e Pacifica si fossero avvicinate in quel periodo di tempo.
La castana metteva molta enfasi in ogni parola che pronunciava e questo perché era felicissima di poter passare anche solo una mattinata con suo fratello.

"Vedo che riesci a gestire il locale alla perfezione." Commentò Dipper con un sorriso.

"Beh, non sono da sola alla fine! Tutti gli altri mi aiutano sempre e ogni tanto anche Pacifica viene a darmi una mano!" Esclamò con gioia.

La loro chiacchierata durò abbastanza dato che a quell'ora i clienti erano pochi.
Era contento di poter parlare di nuovo con Mabel, ma Dipper non era andato al bar solamente per una piccola chiacchierata.
Voleva sapere di più, voleva assolutamente sapere cosa voleva dirgli Isaac.
Non voleva mettere Mabel in pericolo, perciò iniziò una nuova conversazione con una piccola e innocente domanda.

"Ascolta, Mabel... Per caso... È passato Isaac, qui al locale?" Chiese Dipper, con aria disinvolta.

Alla fine Mabel non sapeva di ciò che era successo veramente alla fabbrica, lei era convinta che tutto ciò che era successo fosse stato un semplice incidente.
Non sapeva niente del rito che il club dell'ignoto aveva provato ad attuare.

"Ora che mi ci fai pensare... Sì! È passato qui al locale, da solo! Sembrava parecchio scosso..." Rispose la castana.

Bingo.
Dipper fece attenzione alle sue parole e cercò di rimanere indifferente, per farla sembrare una conversazione normale.
Voleva sapere se Isaac avesse detto qualcosa alla sorella, così da poterlo riferire a lui.

"Scosso? Come mai?" Chiese facendo il finto tonto.

"Non mi ha detto il motivo... Ha detto pure di star bene." - Spiegò la ragazza. - "Volevo offrirgli qualcosa da bere, ma rifiutò subito, come se fosse di fretta." Disse.

"E... Non ti ha detto niente di particolare?" Chiese ancora.

Mabel rimase ferma a pensare per un piccolo lasso di tempo, venti secondi al massimo, incrociando le braccia e borbottando delle parole incomprensibili.

"... Oh, giusto! Che deficiente che sono... Mi ha detto di consegnarti questa!" Affermò.

Sul viso di Dipper si manifestò un'espressione confusa ma allo stesso tempo curiosa, non appena ascoltò quelle parole.
Vide la sorella tirar fuori qualcosa da un cassetto, sotto al bancone della cassa.
Era una busta color beige, di grandezza media, priva di bollini o firme.
Una semplice busta dal contenuto sconosciuto.
Mabel gliela porse e il moro la prese tra le mani, tastando il materiale con cui era fatta, ovviamente di cartone.

"Ecco, quando me l'ha data mi ha detto di non aprirla assolutamente." Commentò.

La fissò per qualche secondo con aria curiosa e passò le dita sulla zona dell'apertura.
Voleva assolutamente sapere cosa ci fosse al suo interno, voleva a tutti costi sapere che cosa voleva dire Isaac all'appartamento di Bill.
Ma alla fine decise semplicemente di prendere la busta e di posarla sul bancone.

"Che fai, non la apri?" Chiese la sorella inclinando di poco la testa.

"No, penso che la aprirò quando tornerò da... Ethan." Rispose.

"Quindi rimarrai da lui ancora per un po'?" Affermò.

"Gli ho già detto che sarei tornato questa sera, volevo aiutarti fino all'orario di chiusura." Spiegò Dipper con un sorriso.

Mabel non disse nulla dopo l'affermazione del fratello, ma gli rivolse un sorriso sornione e malizioso che lo fece leggermente preoccupare.

"... Cos'è quell'espressione poco rassicurante?" Disse.

"Oh, niente di che fratellino... Vorrei solo chiederti una cosa..."

"E... Sarebbe?"

Mabel mise un gomito sul bancone e posò il mento sulla mano, continuando a fissare suo fratello con quel sorriso.

"Tu e Ethan avete fatto qualcosa dopo la festa in maschera, non è così?" Chiese la castana ridacchiando.

Dipper rimase di stucco non appena gli venne rivolta questa domanda e arrossì, distogliendo lo sguardo e borbottando frasi incomprensibili.
Gli occhi della castana si illuminarono di colpo e dei piccoli versetti euforici fuoriuscirono dalle sue labbra.

"Oh, lo sapevo! Lo sapevo che c'era qualcosa tra voi due!" - Esclamò battendo le mani. - "Diamine, Dipper! Certo che sei stato davvero fortunato!" Commentò ridacchiando.

Ancora rosso e quasi sconvolto, Dipper sorrise divertito e fece roteare gli occhi, posandoli subito dopo sulla busta che aveva ricevuto.
Fissò la busta per poco tempo e sussultò, ricordandosi di ciò che gli aveva detto Bill prima di andare via.
Lui non voleva dirgli che cosa aveva fatto, voleva assolutamente che Dipper dimenticasse la faccenda con Isaac e tutto ciò che era successo in precedenza.
Doveva trovare un modo per nascondere la busta agli occhi del demone, senza che lui venisse a sapere della sua esistenza.
Non avrebbe lasciato distruggere l'unico indizio ricevuto per raggiungere la verità.

Ma ciao amici!
Allura, come va?
Capitolo un po' scritto male, sì lo ammetto-
Insomma, l'ultima parte l'ho scritta un po' di corsa e di certo ci saranno vari errori ;w;
Beh, chissà cosa ci sarà nella busta che Isaac ha consegnato a Mabel!
Volete saperlo? Beh... Dovrete aspettare :D
Intanto potete anche fare delle teorie, nessuno ve lo vieta
Più che altro... Chissà se Bill lo verrà mai a sapere!
Alla fine non vuole che il suo moroso scopra la verità... HEHEHE
Ma poi cos'ha fatto? Chi lo sa!
Anche qui accetto teorie :P
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3

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