.^Capitolo 50^.

I suoi occhi erano iniettati di paura, il suo corpo era tutto un fremito, le parole gli morivano in gola e dalle sue labbra provenivano solamente dei piccoli versi spaventati, come se avesse davanti un predatore pronto a dilaniarlo e a farlo a pezzi.
Fece qualche passo indietro a quella vista, facendo subito intuire il suo stato d'animo.
La persona all'interno dell'ascensore invece si fece avanti lentamente, con molta calma e tranquillità, ma con una rigidità innaturale.
Finalmente Dipper riuscì a sbloccarsi e a utilizzare la sua voce, ma tutto ciò che riuscì a pronunciare fu il nome della persona che si trovava davanti a lui.

"... Isaac...?"

La paura che si rifletteva negli occhi del corvino non era niente in confronto a quella di Dipper, dato che la sua era paura, ma era per lo più composta da sorpresa e sgomento.
Non conosceva il motivo del suo timore e del suo sconforto, ma doveva essere qualcosa di davvero terribile se addirittura il fondatore del club dell'ignoto mostrava ansia nella sua espressione.
I due umani continuarono a guardarsi negli occhi con una paura comune, due sguardi concentrati di terrore.

"Oh... Oh Signore..." Mormorò Isaac con una voce rotta.

Il castano sussultò non appena sentì quelle parole e tra le miriadi di emozioni che i suoi occhi proiettavano ci mise anche la confusione.
Fece qualche passo in avanti per avvicinarsi a Dipper, ma quest'ultimo indietreggiò di colpo, facendo sussultare il corvino.

"NO! STAMMI LONTANO, PSICOPATICO!" Urlò Dipper in preda al panico.

Ci fu un momento di silenzio dopo che quella frase, che esprimeva odio e paura, rimbombò per tutta la sala.
Isaac sgranò di poco gli occhi e abbassò lo sguardo pentito, come farebbe un bambino sgridato dal proprio genitore.

"Dipper, ti prego... Devi ascoltarmi!" - Esclamò disperato il corvino. - "È stato tutto un malinteso! Devi credermi!" Disse.

Il castano non poté credere alle parole del capo del club e strinse con così tanta forza i pugni che fece diventare le nocche bianche, per colpa della sua affermazione.
Digrignò i denti e cercò di mantenere la calma, sostituendo tutta la paura di prima con una rabbia incommensurabile.

"Hai cercato di uccidermi! Mi hai quasi dato fuoco!" - Ribatté Dipper. - "Io mi fidavo di voi... Ma siete solo un branco di maniaci piromani!" Urlò.

"NON SIAMO STATI NOI A FARE QUELLE COSE!"

Calò di nuovo il silenzio.
Cosa voleva intendere con quella frase? Cosa voleva dire?
Non riusciva a capire più nulla, non sapeva più a cosa credere e cosa dire.
Lo sguardo disperato di Isaac lo faceva sentire a disagio, era sicuro che sarebbe scoppiato in lacrime da un momento all'altro se avesse continuato a urlargli contro.

"Cos'è tutto questo rumore?"

I due umani sussultarono e si zittirono non appena udirono quella voce.
Le loro espressioni mutarono nuovamente e la paura riprese possesso della situazione.
Si girarono entrambi verso le scale e finalmente Bill Cipher, che di certo aveva assistito alla scena senza proferire parola fino ad allora, fece la sua comparsa.
Fissava entrambi gli umani con un sorriso sornione, tranquillo e languido, uno dei suoi soliti, e con gli occhi leggermente socchiusi, tenuti in quel modo per rendere più seducente la sua espressione.
Il corpo del corvino venne invaso da un fremito senza fine e alla vista del demone iniziò ad indietreggiare, con un'espressione più impaurita di quella di una preda inerme in procinto di essere sbranata.

"B-... Ethan..." Deglutì Dipper, anche lui leggermente impaurito.

Il biondo scese gli ultimi gradini con eleganza e si mise al fianco di Dipper, rivolgendogli un sorriso così dolce e spontaneo che per l'umano non pareva vero.
Era abituato a sorrisi degni del diavolo, sorrisi sensuali e perversi.
Ma mai avrebbe pensato di poter essere così speciale da ricevere un sorriso del genere dal demone.
Girò lo sguardo verso il capo del club e allargò il suo sorriso a labbra chiuse, rendendolo più tagliente e meno amichevole.

"Mh? Isaac! È davvero bello rivederti, sai?" - Commentò, spezzando il silenzio. - "Ti ricordi di me, vero? Sono Ethan." Disse sempre con quel sorriso poco rassicurante.

Isaac era completamente paralizzato e non riusciva neanche a parlare per via del terrore che Bill gli metteva.
Sembrava quasi sul punto di piangere, per via della sua espressione sul viso.
Però, dopo pochi secondi a navigare nel terrore, il corvino riuscì finalmente a tirare fuori la voce e ad urlare ciò che voleva dire, sempre con un tono rotto.

"Dipper! Allontanati da lui!" Urlò nel panico, sforzandosi di non balbettare.

Ma proprio nel momento in cui le parole fuoriuscirono dalle labbra del corvino, Bill abbassò la testa e l'unica cosa che si poteva scorgere era il suo perenne sorriso.
All'inizio ci fu silenzio nella sala, ma una piccola sghignazzata fece capolinea come rumore principale, che si evolvé in una grande risata non appena Bill alzò la testa, passandosi una mano sul volto divertito.
I due umani non sapevano come reagire a quella manifestazione di allegria da parte del biondo, infatti rimasero fermi immobili a fissarlo con due sguardi sconvolti.

"Oh, Isaac... Pensi davvero che Dipper ti ascolterà?"

Mentre annunciò quella frase, sempre con un tono giocoso, il demone mise un braccio attorno ai fianchi dell'umano e lo strinse contro il suo petto con fare protettivo, posando la mano libera sulla sua schiena e avvolgendolo completamente.
Dipper si ritrovò schiacciato contro la camicia di Bill e provò ad alzare lo sguardo verso Isaac, notando che la paura nei suoi occhi era aumentata notevolmente.
La sua espressione contorta nel terrore metteva disagio al castano e non capiva il motivo di tutto quel tremore, ma quando posò lo sguardo sul viso di Bill Cipher capì.
Il suo sorriso da umano si era trasformato in un ghigno ritorto e deviante, insieme ad uno sguardo più animalesco.
Le sue pupille verticali si erano ristrette al massimo e i suoi occhi sgranati mettevano di più in risalto l'inquietante colore dorato.

"Hai tentato di ucciderlo, alla fine... Perché mai dovrebbe fidarsi di uno come te?" - Ridacchiò il dorato. - "Eri un suo amico, una persona di cui lui si fidava... E guarda un po' dov'è finito subito dopo! A recitare la parte di Giovanna D'arco sul rogo!"

Il castano non riusciva a proferire alcuna parola e l'unica cosa che poteva fare era alternare lo sguardo tra i due maschi presenti nella sala oltre a lui.
La sua attenzione però venne catturata dall'espressione facciale di Isaac, che non esprimeva più solo terrore e disagio, ma anche una rabbia selvaggia.
Bill era deliziato alla vista di quella smorfia in preda all'ira ed estese il suo ghigno.

"Oh? Cosa c'è, Isaac? Perché sei così infuriato?" - Chiese retoricamente il biondo. - "Non dovresti esserlo tu... Dovrebbe esserlo Dipper! Alla fine... Sei tu che hai tentato di ucciderlo!"

"NON DIRE STRONZATE!"

L'umano sussultò non appena l'affermazione piena di rabbia di Isaac arrivò alle sue orecchie.
Il corvino respirava pesantemente e i suoi occhi sgranati e iniettati di sangue parevano quelli di un pazzo.
Invece il demone aveva un'espressione divertita e compiaciuta sul suo viso, quasi eccitata.

"SO COSA SEI, LURIDO MOSTRO! SO COS'HAI FATTO! QUANDO DIPPER LO SCOPRIRÀ TORNERAI AD ESSERE SOLO!"

Dopo una decina di secondi che sembravano un'infinità, il biondo si staccò delicatamente da Dipper e si avvicinò a passi lenti verso il capo del club dell'ignoto.
La sua espressione cambiò visibilmente e le sopracciglia corrugate e il tremolio delle labbra facevano intuire il suo stato di paura.
Aveva una postura composta e autoritaria, teneva le mani guantate intrecciate dietro alla schiena.

"Oh, tu dici?" - Commentò Bill con un tono elegante. - "E cosa te lo fa credere, mh?" Chiese.

Il demone si avvicinò sempre di più al corvino a passi lenti, facendo indietreggiare quest'ultimo.
Dipper osservava la scena sconvolto e alla sua mente Isaac e Bill parevano rispettivamente una preda e un predatore, quest'ultimo pronto ad azzannare il suo pasto.
Senza alcun preavviso, il castano rimase paralizzato non appena venne reso partecipe di un cambio di scena.
Le sinuose dita del biondo erano attorcigliate attorno al collo del castano ed erano in procinto di restringere una presa ferrea e priva di pietà.

"Forza, piccolo emo dark... " - Ridacchiò Bill con un tono viscido, mentre stringeva con sempre più forza la presa sul collo di Isaac. - "Dimmi cosa potresti fare anche solo per fermarmi... FOrZA, dIMmELo!"

Il suo tono di voce si sdoppiò di colpo e divenne distorto, era la fusione di una voce roca e bassa e quella di una voce acuta e sporca.
Isaac teneva le mani strette attorno ai polsi del demone e cercava in tutti i modi di fargli allentare la presa, dato che l'ossigeno non gli circolava quasi più nel sangue.
Il suo battito cardiaco era così forte che il suo cuore avrebbe potuto esplodergli da un momento all'altro, senza il bisogno del demone di strangolarlo.
Teneva la bocca semi aperta e parte della lingua in fuori, insieme agli occhi sgranati e lucidi.
Bill non avrebbe lasciato la presa così tanto facilmente data l'espressione da pazzo che aveva in viso, così Dipper si catapultò verso di loro e afferrò un braccio di Bill.

"Bill, lascialo! Non vedi che non riesce a respirare?!" Urlò l'umano in preda al panico.

Il biondo allora sussultò, come se si fosse risvegliato da una trance, e girò lo sguardo verso l'umano, senza più stringere.
Cercava in tutti i modi di renderlo più caritatevole con quella sua espressione pietosa, con quei suoi occhi che esprimevano tristezza.
Alla fine, le mani di Bill cedettero e si staccarono dal collo del povero malcapitato, lasciandolo libero di respirare tutta l'aria che voleva.

"Va bene, Pinetree... Come desideri." Affermò il demone con un tono estremamente serio, quasi meccanico.

Isaac scattò all'indietro e iniziò a tossire violentemente, sbattendo la schiena contro le porte dell'ascensore.
Dipper sussultò cercò di avvicinarsi a lui per vedere come stava, allungando la mano verso la sua spalla, ma tutto ciò che ricevette fu una sberla sul suo dorso e un verso spaventato da parte del corvino.

"Isaac...?" Mormorò l'umano tenendosi la mano.

Il corvino si riprese e premette freneticamente il bottone principale dell'ascensore e quando le porte si aprirono si catapultò all'interno del mezzo, fissando Dipper con uno sguardo disperato e terrorizzato.

"Dipper, ti scongiuro! Non ti fidare di quell'essere! Vuole solo farti del male e ti pugnalerà alle spalle prima o poi!" Disse l'umano con un tono ansioso, prima che le porte si chiusero definitivamente.

Il silenzio tornò a regnare indisturbato in quell'appartamento, per la milionesima volta.
Dipper e Bill rimasero davanti alla porta dell'ascensore immobili, in silenzio, senza dire nulla, senza rivolgersi la parola.
Tutta quella quiete si spezzò non appena il castano fece rumore con la suola delle sue scarpe per girarsi verso Bill, insieme ad un sospiro quasi esasperato.

"... Che cosa hai fatto?" Chiese Dipper esplicitamente, senza troppi giri di parole.

Bill rimase in silenzio per pochi secondi prima di rispondere, rivolgendogli sempre un'espressione calma, ma questa volta prima di qualsiasi tipo di sorriso.

"Capisco il tuo stato d'animo, Pinetree... Anzi, no, non lo capisco." - Rispose di colpo Bill. - "Ma in qualsiasi caso non c'è niente di cui tu debba preoccuparti, davvero." Concluse con un dolce sorriso.

Dipper fece per aprire di nuovo bocca, ma un dito si posò delicatamente sulle sue labbra, seguito dal tipico fruscio che si emette quando vuoi che qualcuno faccia silenzio.

"Te l'ho già detto, Pinetree... Ci penserò io a tutto questo, non devi farti strane idee." Affermò di nuovo il demone.

Quando staccò il dito dalle sue labbra, Bill si avviò verso la cucina con fare allegro, canticchiando un motivetto estremamente familiare all'umano.

"Dai, caro! Avrai sicuramente fame in questi momento... Vieni che ti preparo qualcosa!" Esclamò con tono gioioso, come se non fosse accaduto niente di niente.

L'umano rimase a bocca aperta e non sapeva più cosa avrebbe dovuto fare d'ora in poi.
Tutte le parole che il corvino aveva pronunciato erano bloccate nella sua mente e non riusciva a smettere di pensarci.
Com'era riuscito a sopravvivere al disastro che lui stesso aveva pianificato?
Perché Dipper avrebbe dovuto credergli?
Cosa gli nascondeva Bill Cipher, questa volta?
Non riusciva più a capire cosa fosse vero o meno, non sapeva più cosa fare.
Pensava di aver raggiunto uno stato di tranquillità perenne, insieme a Bill nella sua casa.
Ma no, il fato aveva ancora in serbo parecchie cose per Dipper Pines.

Oh well, ciao amici!
Allura, come state? Avete finito la scuola spero
No perché io l'ho finita e quindi... Ho più tempo libero!
Anche se ho aggiornato praticamente dopo due settimane dall'ultima volta che ho aggiornato, vabbè-
Allura, che ne pensate del capitolo?
È scritto un po' male mi disp e alcune cose magari non si capisco, ma... Spero vi piaccia comunque ;w;
È tornato il super odiato Isaac! Ma con delle cose interessanti con sé!
E Bill invece è sempre tranquillo, potrebbero sparargli e rimarrebbe in piedi senza alcun problema
O almeno, potrebbe anche staccarti la testa senza neanche toccarti dopo ciò-
E niente... Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3

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