.^Capitolo 27^.
Il bus era ormai partito da qualche ora e si era allontanato vistosamente dalle strade newyorchesi, lasciando che gli edifici in cemento, le persone e le macchine venissero sostituiti da un rilassante panorama composto da alberi, prati lussureggianti e graziose e semplici casette.
Tutto il contrario degli enormi palazzi che troneggiavano su qualsiasi essere umano vagante per i marciapiedi.
Dipper osservava il paesaggio dal finestrino con aria contenta e appagata, ma allo stesso tempo malinconica, in quanto quelle stradine gli ricordavano la vecchia cittadina nell'Oregon dove aveva passato la più indimenticabile delle estati.
Per quanto l'ambiente fosse diverso, esso richiamava alla mente Gravity Falls, piena di vegetazione e mistero.
Quel viaggio era stato organizzato non solo per una piccola vacanza, ma anche per approfondire gli studi sul paranormale e ciò rendeva l'animo di Dipper più infuocato che mai.
Il mezzo di trasporto era riempito piacevolmente di voci amiche e di chiacchiere che potevano concentrarsi su vari argomenti, ma esse erano perlopiù dedicate alla fantomatica villa della famiglia di Isaac, il quale ne aveva accennato solamente durante alcune riunioni dopo le lezioni all'università.
Ruotando di poco la testa verso l'interno del bus e notando che tutti si stavano facendo i fatti propri o parlavano con altre persone, Dipper decise di tirare fuori dal suo zaino un paio di cuffiette blu e inserì il cavetto nell'apposita rientranza, infilando gli emulatori nelle sue orecchie e aprendo il lettore musicale, in procinto di far partire la canzone "Dancing Queen" degli ABBA.
Per quanto la canzone fosse poco apprezzata dai suoi coetanei in quanto la ritrovassero poco mascolina e alquanto femminile, Dipper se ne fregava altamente del giudizio altrui, in quanto quella canzone gli facesse ricordare un suo particolare episodio della sua estate a Gravity Falls.
Ormai la canzone era partita e il paesaggio scorreva velocemente sotto il suo sguardo vacuo, mentre il testo della canzone gli rimbombava nella testa.
In quel preciso istante, però, non si accorse che una figura maschile si era avvicinata a lui con fare quasi furtivo, ma il castano si era già girato di scatto verso il compagno del club, in quanto aveva intravisto i suoi capelli rossi e i suoi lineamenti del viso grazie al riflesso del finestrino del pullman.
"Hey Dipper, che fai?" Chiese Alexander, sedendosi accanto a Dipper, in quanto ci fosse un posto completamente vuoto.
"Oh, no niente, ascoltavo un po' di musica..." Rispose il giovane adulto con un tono leggermente imbarazzato, in quanto fosse l'unico membro del gruppo che stava facendo asociale attaccato al finestrino del veicolo, senza alcun contatto con qualsiasi altro essere umano.
"Che genere ti piace?" Chiese ancora, incuriosito.
"Un genere che non dovrei ascoltare, ma che ascolto comunque." - Rispose. - "Insomma... Non è esattamente il genere che un ragazzo ormai adulto ascolterebbe." Disse.
Voltò lo sguardo verso il rosso e il suo viso sconcertato e confuso lo fece andare nel panico per qualche motivo.
Forse avrebbe semplicemente dovuto dire il nome del suo genere preferito, senza troppi giri di parole o vergogna.
Emise dalle sue labbra un verso quasi strozzato in quanto non sapeva come reagire in quel caso.
"... Mi piacciono gli ABBA." Affermò il ragazzo senza girare attorno all'argomento, assistendo al mutamento dell'espressione di Alex da confusa a sorpresa.
I due rimasero in silenzio per vari minuti, con il sottofondo delle chiacchiere degli altri compagni di viaggio e del motore del pullman.
Si fissavano senza dire nulla, senza provare neanche a proferire qualche parola o addirittura qualche verso.
Ma dopo pochi secondi, Alex e Dipper, quasi all'unisono, scoppiarono a ridere insieme, senza un motivo preciso.
Sarà stata quella specie di competizione di sguardi, sarà stata magari la piccola confessione di Dipper priva di pudore, in quanto volesse far sapere all'amico i suoi gusti musicali.
Non si poteva sapere con certezza, ma quei due stavano ridendo con gusto ed era questo l'importante.
"Potevi dirlo fin da subito! Pensavo ascoltassi, che so, cori satanici o robe così!" Commentò il rosso con un sorriso da ebete sul volto, facendo ancora ridere Dipper.
"No, no, figurati! Insomma, venivo preso in giro al liceo per i miei gusti musicali... Ma sapevo alla fine che erano solo degli idioti privi di buon senso, quindi ho continuato ad ascoltare gli ABBA." Spiegò passandosi una mano dietro alla nuca e tornando a fissare lo schermo del cellulare, sempre con un sorriso.
"Mmh... Se vuoi ti svelo un segreto."
Il castano fu preso alla sprovvista da quell'affermazione e ruotò di nuovo la testa verso l'amico, mostrandosi palesemente interessato a quel fantomatico segreto che già l'aveva catturato in un modo alquanto ridicolo.
"Che segreto?"
Alex si sporse verso l'umano come se dovesse rivelare la ricetta per un qualche elisir della vita eterna, in quanto teneva le mani ai lati della bocca per dirigere il suono della sua voce verso l'orecchio di Dipper.
"Ora te lo dico..."
Per quanto fosse di certo un segreto da non paragonare ai file missilistici di qualche associazione americana, l'umano non riusciva a tenere a freno la sua voglia di conoscenza anche infima.
Si sporse con la cavità uditiva verso il rosso e aspettò in silenzio, spostando delle ciocche castane dietro l'orecchio e focalizzandosi sulla sua voce dal timbro basso, fatto apposta per il momento.
"Ascolto le canzoni di Britney Spears quando sto sotto la doccia."
Fu stupito da quella frase.
Rimase così stupito che si girò lentamente verso il possessore dei capelli rossi con uno sguardo interdetto e collegato alla tipica frase: "mi stai prendendo per il culo?".
Rimasero a fissarsi ancora a lungo, senza rendersi conto dell'ambiente circostante che cambiava in continuazione.
Ma alla fine, il tutto venne interrotto da Alex che stava cercando di trattenere una risata sul fondo della gola, in quanto l'espressione di Dipper lo facesse ridere come un deficiente.
"Sei serio?" Chiese Dipper con un sorriso misto all'imbarazzato e al divertito.
"Sì che lo sono! Ho gusti musicali di merda, lo so."
"Siamo sulla stessa lunghezza d'onda in realtà, eh."
"Comunque, è la verità... Mi sono ascoltato ieri "Toxic" e "Circus", fai un po' te."
L'umano rise di nuovo e si passò una mano sul viso, cercando di darsi una calmata in quanto non fosse adeguato ridere così tanto in una situazione così normale, più o meno, come quella.
"Okay, okay, ti credo..." Affermò Dipper, massaggiandosi le guance.
Il resto del viaggio lo passarono così, a scambiarsi affermazioni imbarazzanti e ovviamente qualche piccolo dettaglio della loro vita da adolescenti.
Scoprì ben presto che Alexander era stato preso di mira da molti bulli perché pensavano che fosse dell'altra sponda, in quanto egli ascoltasse musica pop o addirittura canzoni con motivetti acuti e con parole che accennavano al mondo femminile.
Non rimase così stupito in realtà, in quanto lui conoscesse davvero bene la stupidità dei suoi coetanei quando era al liceo.
Era piuttosto solitario, non era così socievole come Mabel, passava il tempo libero insieme a sua sorella e quando stava da solo leggeva dei libri, in quanto la conoscenza per lui fosse fondamentale.
Senza che se ne accorgesse, Dipper si perse in tutti quei discorsi riguardanti i loro gusti musicali e il liceo, arrivando alla conclusione che entrambi avevano passato quattro anni della loro esistenza con dei deficienti privi di rispetto.
Conosceva ancora poco il rosso, eppure sentiva di essere in buona sintonia con lui.
"Okay, ragazzi! Siamo arrivati!"
La voce dell'autista richiamò l'attenzione di tutti i giovani adulti presenti sul pullman, soprattutto quella di Isaac, in quanto proprietario della villa e colui che avrebbe ospitato tutti quanti per due settimane.
Si alzò di colpo dal suo sedile e si mise all'inizio dello stretto corridoio del pullman.
"Okay ragazzi, ora andremo verso la mia villa e vi mostrerò il programma della prima settimana." - Disse, prima di scendere per primo dal pullman, dopo aver recuperato il suo zaino.
Piano piano tutti gli studenti dell'università, nonché componenti del club dell'ignoto, si diressero verso l'uscita del pullman e uscirono, fissando dritti davanti a sé una lunga salita avente attorno a sé un'enorme foresta rigogliosa.
Non appena tutti furono fuori e con i loro bagagli sotto mano, Isaac fece qualche piccolo passo verso il sentiero, per far sì che tutti lo vedessero in quanto esso fosse rialzato.
"Dobbiamo passare per questo bosco e infine, appena saremo dentro casa, ci divideremo le stanze." Affermò il corvino, ricevendo l'approvazione di tutte le persone davanti a lui.
Tutti si incamminarono sul sentiero verso la villa, chiacchierando con il compagno accanto oppure osservando meravigliati il dolce tetto di foglie che si estendeva a perdifiato sopra di loro.
Dipper camminava davanti alla comitiva con accanto il rosso che stava cercando di attirare la sua attenzione in qualche modo, ma non ci riusciva.
Infatti, l'umano era molto pensieroso in quel momento, in quanto erano arrivati a destinazione e il tutto si era svolto con molta tranquillità, troppa tranquillità.
Cercava di godersi quella breve passeggiata nel bosco, di osservare la natura attorno a lui, di staccare la mente da tutto ciò che era accaduto vari giorni prima, ma era tutto troppo familiare per lui.
Aveva paura che qualcuno presto avrebbe fatto saltare quel momento così paradisiaco e pieno di calma.
E con qualcuno pensava proprio a quel demone da strapazzo di nome Bill.
"Hey? Dipper? Mi senti?"
Per l'ennesima volta, Dipper si concentrò sulla voce dell'amico dalla capigliatura rossa e riccioluta e annuì alle sue parole, mormorando delle scuse per non avergli dato la sua attenzione.
Prima che potesse dire qualcos'altro, Alexander decise di fissare un pochino il viso stanco di Dipper, facendo assumere un'espressione di confusione da parte di quest'ultimo.
"Ehm... Dimmi, Alex, di cosa stavi parlando?" Chiese Dipper, cercando di instaurare una conversazione e di spezzare quel silenzio così odiato da lui.
"... Forse Isaac ha ragione..." Mormorò il rosso non a Dipper, ma a se stesso, in quanto anche lui avesse notato lo stato cognitivo dell'amico.
"Cosa?" Chiese Dipper, avendo ascoltato il sussurro proveniente dalle labbra del coetaneo.
Alex sussultò e scosse la testa, facendo intuire al castano di lasciar perdere le sue parole di ritornare a parlare di un altro argomento, un qualsiasi argomento.
Alla fine Dipper decise di dimenticarsi momentaneamente di quelle parole e iniziò una conversazione riguardante i loro hobby, le loro passioni e, ovviamente, le loro canzoni preferite con l'amico.
Cercava in tutti i modi di non pensare alla bestia da un occhio solo o di sostituire i pensieri riguardanti alla frase sussurrata da Alexander con frasi di canzoni o scene tratte da programmi TV, sempre parlando insieme al rosso.
Il suo cervello riusciva bene a mantenere il controllo, in quanto doveva sempre cercare di metabolizzare una risposta e poi di pronunciarla attraverso la cavità orale, nel mentre riuscire a trovare nuovi pensieri per scacciare via l'immagine di Bill Cipher.
Tutto questo in un limite di tempo non calcolabile per la mente di un essere umano.
Quello era uno dei compiti più difficili per la mente dell'umano, in quanto il demone avesse completamente dominato la sua mente solamente grazie ad alcuni gesti ambigui e lussuriosi, come baci passionali o carezze estremamente viscide.
Per non parlare delle sue espressioni facciali, che avrebbero messo K.O. qualsiasi donna nell'arco di tre metri, secondo Dipper.
Il suo sorriso languido e malizioso, insieme ai suoi lineamenti facciali leggermente marcati e alla sua folta capigliatura bionda, creavano un'armonia genetica degna di uno scultore greco, in grado di creare la perfezione semplicemente attraverso un blocco di pietra.
Dipper però si accorse in quel momento di star pensando troppo all'aspetto esteriore di Bill Cipher e, per quanto quel demone fosse estremamente attraente, scosse leggermente la testa per togliersi dalla testa quei pensieri, sotto lo sguardo apparentemente indifferente del rosso.
"Bene! Siamo arrivati!" Esclamò Isaac davanti alla comitiva.
Ringraziò mentalmente il ragazzo dai capelli per aver pronunciato quelle parole, in modo da concentrarsi sull'immensa villa a tre piani in mezzo alla foresta o su una qualsiasi altra cosa che non riguardasse il demone dei sogni.
La colorazione parziale della villa era color nocciola chiaro e il tetto era composto da tegole di colorazione blu scuro tendente al nero.
Inoltre, un dettaglio molto carino erano le edere che crescevano rigogliose lungo una parte della copertura e della parete destra dell'abitazione.
Le pareti colorate erano tappezzate di finestre rettangolari dai contorni neri e dalle tende bianche di pizzo, da quel poco che si poteva osservare da fuori.
Isaac si avviò verso il portone d'ingresso fatto interamente di legno scuro, con molti rifinimenti e ghirigori, passando per dei gradini bianchi proprio ai piedi della porta d'ingresso.
Estrasse dalle sue tasche un mazzo di chiavi e infilò una di queste nella serratura della porta, spingendo la porta in avanti.
"Prima gli ospiti." Affermò il corvino verso i suoi amici, sorridendo.
Piano piano, quasi tutti i componenti del club entrarono nella magione e non appena lo fecero emisero dei suoni di stupore dalle loro labbra, sintomo che la casa era davvero bella dall'interno.
Il corvino sorrise a quelle reazioni e spostò lo sguardo su Dipper, facendo sparire il sorriso non appena notò che quest'ultimo fissava la foresta con un'aria quasi malinconica.
"Dipper? Qualcosa non va?"
Il castano allora, dopo qualche secondo, si girò verso di lui e annuì, avvicinandosi alla porta ed entrando anche lui nella casa.
Non riusciva a capacitarsi di questa sua mancanza di attenzione per i suoi coetanei, in quanto quella gita non era altro che un'occasione per conoscersi meglio e per mandare avanti gli studi sul paranormale.
Ma una cosa lo turbava e non poco, un elemento assente in quella situazione fin troppo normale e tranquilla.
Riusciva a sentirlo, riusciva a percerire una mancanza in quell'ambiente così calmo e pacifico.
Percepiva la dannata mancanza di Bill Cipher.
Si credeva pazzo a voler a tutti costi quel demone accanto o nei dintorni, in quanto era abituato ad averlo sempre attorno, in vesti umane e non.
Riuscì a collegare la mancanza di Bill alla paura delle sue azioni, a ciò che avrebbe potuto fare, a ciò che avrebbe potuto pianificare in segreto.
Non riusciva a stare calmo un attimo.
Doveva sentirlo, voleva sentirlo.
Sentiva la necessità di vedere quel demone a tutti i costi.
...
*inhales*
RAGAZZI SONO TORNATA AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA- *esplode*
... Ahem, bene bene
Ragazzi davvero perdonatemi davvero se sono tornata molto tardi e con un capitolo estremamente noioso ;w;
Ma era estate, volevo un po' rilassarmi e i compiti mi hanno ucciso l'esistenza
Ma va bene così! Perché alla fine sono tornata!
Come avete passato le vacanze voi? Io piuttosto bene! Sono andata al Genova Comics and Games pochi giorni fa con un cosplay di Freddy Fazbear ed è stato bellissimo :3
Inoltre sono entrata nel Fandom di Good Omens e... Sì
Gabriel mi sta sul culo e Aziraphale e Crowley meritano tanto amore, sono semplicemente bellissimi-
Ditemi cosa avete fatto di bello e cosa ne pensate del capitolo, mi raccomando!
Ah, una cosa... Da questo momento in poi...
-I MIEI AGGIORNAMENTI UFFICIALI CI SARANNO SOLO IL GIOVEDÌ ALLE 14:30-
Inoltre penso che continuerò un libro alla volta, quindi...
-"Tutto come prima" - Stefano x Mario (YAOI) LO CONTINUERÒ PIÙ AVANTI-
Oppure quando avrò la vena artistica pure per quel libro...
Inoltre penso di finire "This is Minecraft no-sense"
Non so se ne farò un altro, si vedrà
Era tutto ciò che volevo dire, scusatemi ancora...
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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