.^Capitolo 23^.
La mattinata passò in fretta al "Pig's Den" e il pomeriggio arrivò in men che non si dica.
Ma per Dipper non fu una passeggiata dimenticarsi completamente della palpatina che Bill aveva dato sui suoi glutei.
Se gli avesse stretto qualche altra parte del corpo come la spalla, il braccio, i fianchi o la mano a Dipper sarebbe andata bene, avrebbe lasciato correre.
Ma non si sentiva a suo agio a sapere che un demone dalle mille doti, come il carisma e il fascino, gli aveva strizzato il fondoschiena, per dirlo in parole povere.
Sospirò ancora lievemente rosso e si mise a pulire il bancone della cassa dalle varie briciole di brioche e dalle piccole ma orride macchie di caffè.
"Hey Dipper!"
A quel richiamo l'umano riconobbe una voce amica e alzò subito la testa, facendo scontrare i suoi occhi marroni con quelli color del mare ghiacciato appartenenti ad Isaac.
Sorrise istintivamente e lasciò lo straccio sul bancone ormai lucido e pulito, uscendo dalla postazione e abbracciando l'amico con due pacche sulla schiena.
"Isaac, amico mio! Come posso servirti?" Esclamò cordialmente il castano, sprizzando una forzata energia da tutti i pori.
Non si era ancora calmato per ciò che era accaduto quella mattina e un volto amico era proprio quello che serviva per alleviare la tensione, in qualche modo.
Dato che il locale era leggermente più vuoto del solito, Isaac e Dipper si sedettero ad un tavolino nella zona interna del locale, intenti a parlare degli ultimi programmi per il club e per conoscersi meglio.
Isaac stava sorseggiando un caffè composto da latte e cioccolato bianco con un po' di panna sopra, una combinazione davvero dolce per un tipo all'apparenza freddo e misterioso come lui.
"L'impatto con il caffè amaro, insieme al cioccolato bianco dolce è una delizia per il palato." Commentò Isaac con un sorriso, continuando a gustarsi il caffè.
Dipper allora increscpò le labbra verso l'alto e annuì all'affermazione del corvino, continuando a fissarlo in ogni suo minimo dettaglio.
Ormai era abituato ad osservare il modo di fare dei suoi clienti e con Isaac non era da meno.
Anche con Bill non era da meno, dato che lo aveva osservato quasi per tutto il tempo in quella mattinata.
"In ogni caso, Dipper, mancano ancora un paio di giorni prima della nostra gita come club, volevo sapere la tua opinione sul luog-"
Isaac smise di parlare non appena vide che Dipper teneva il capo chino, tenuto in piedi grazie alle due mani posate sulle tempie e ai gomiti utilizzati come appoggio.
Stava fissando il vuoto, immerso nei suoi pensieri più profondi, senza dare importanza alla realtà circostante.
Non emanava alcuna espressione quel viso, il che era strano per Isaac, anche se conosceva Dipper solo da pochi giorni.
Allungò una mano e toccò il dorso di quella di Dipper, facendo sussultare senza esagerazioni quest'ultimo e facendogli alzare di poco la testa e lo sguardo.
"Dipper, ti vedo pensieroso... C'è qualcosa che ti turba?" Chiese Isaac con un tono preoccupato, tenendo le dita sul dorso della mano di Dipper ormai posata sul tavolino.
"Oh, no, tranquillo Isaac... Ho solo bisogno di riposo." Si giustificò il castano, mimando un sorriso.
"Seh, seh, dicono tutti così..."
"... S-scusami?"
Isaac si sporse con il busto verso Dipper e posò la fronte sulla sua, fissandolo dritto negli occhi senza un'espressione precisa, privo di qualsiasi tecnica di comunicazione.
L'umano si sentì leggermente a disagio all'inizio per colpa di quell'estrema vicinanza, ma alla fine rimase fermo e immobile, intento a fissare le rare iridi del corvino.
"Ti conosco ancora poco, su questo ne sono consapevole... Ma non voglio vedere un mio amico palesemente turbato da qualcosa che cerca di sviare l'argomento con un semplice ho solo bisogno di riposo." Iniziò con aria decisa.
Dipper rimase in silenzio a fissarlo dritto negli occhi, ammaliato da così tanto coraggio e così tanta sincerità.
Non avrebbe mai pensato che Isaac fosse così spontaneo, addirittura aveva posato la fronte sulla sua per fissarlo direttamente negli occhi, senza la minima vergogna.
"Potrò anche sbagliarmi, so anche questo, ma se c'è qualcosa che ti turba... Puoi parlarne tranquillamente con me o con molte altre persone. Lo sai questo, vero?"
Annuì senza rendersene conto e socchiuse di poco gli occhi, lusingato dalla disponibilità del corvino nei suoi confronti.
Sapeva bene di avere molte persone accanto con cui parlare, come Pacifica, Mabel, i colleghi del locale, gli amici del club, Alexander... O Isaac.
Una buona compagnia di amici non mancava al castano, ma il vero problema non era questo.
Non voleva mettere in pericolo i suoi amici e sua sorella, non voleva assolutamente che qualcuno si facesse male per colpa sua.
Bill Cipher voleva lui, non gli altri.
Perché doveva mettere in pericolo qualcuno che non c'entrava su questa situazione, quando il problema era strettamente collegato a lui?
"Lo so, Isaac... E ti ringrazio davvero tanto per tutto il tuo supporto... Ma davvero, sto bene." Ribattè Dipper con un vero sorriso.
Posò le mani sulle spalle del corvino e lo allontanò dolcemente, facendolo tornare al suo posto sulla sedia.
Continuava a fissarlo con uno sguardo preoccupato, ma meno di prima.
Isaac non voleva mettergli pressione più di tanto, voleva solo fargli sapere che ci sarebbe stato per lui se mai ne avesse avuto bisogno, quindi si limitò a sospirare e a sorridere all'amico.
"Va bene, va bene, se lo dici tu."
Parlarono dei progetti del prossimo mese e Dipper fu fornito di molti più dettagli riguardo il viaggio con il club.
A quanto pare, lo scopo era studiare i fenomeni paranormali avvenuti di recente in un magazzino ormai abbandonato da anni.
All'inizio poteva sembrare la solita storia che si raccontava ai bambini per farli stare lontani da certi luoghi, ma per come ne parlava Isaac sembrava qualcosa di veramente interessante.
"Bene, questo è tutto quello che devi sapere per il viaggio, hai delle domande?" Disse.
Dipper scosse la testa in segno di negazione e sorrise al corvino, accompagnandolo alla cassa.
Dopo aver pagato il conto e dopo averlo salutato, Isaac uscì dal locale e Dipper passò le ultime ore a pulire i tavoli, il pavimento e i banconi, dato che l'igiene era fondamentale in un ristorante.
Alla fine arrivò l'orario di chiusura nel pomeriggio e i gemelli, dopo aver salutato e ringraziato i colleghi, sigillarono il locale e camminarono insieme verso casa.
"Allora, mio caro Dipper..." - Iniziò Mabel con un'espressione preoccupante. - "Che stavi facendo con Isaac?" Arrivò dritta al punto.
Un'espressione confusa si allargò sul viso dell'umano, fino a che essa non divenne quasi sconvolta e imbarazzata per i pensieri della sorella.
"Mi ha visto un po' pensieroso e voleva offrirmi il suo aiuto! Niente di che! Voleva che gli parlassi!" Si giustificò il fratello gesticolando come un pazzo.
"E allora perché ha posato la fronte sulla tua? Perché ti ha tenuto la mano?" Chiese ancora la castana, mentre sul suo volto faceva largo un sorrisetto degno del diavolo.
"Ugh, Mabel! Da quando pensi sempre male?! Non è successo niente!" Sbottò Dipper, quasi offendendosi per il comportamento della sorella nei suoi confronti.
Alla fine dalle labbra di Mabel fuoriuscì una lieve risata e diede al fratello una forte pacca sulla schiena, che lo fece sussultare.
"Perdonami, fratellino, è che dopo l'episodio con Ethan la mia testolina è andata oltre i confini della normalità!" - Esordì con entusiasmo. - "Non che la mia mente fosse normale all'inizio, eh." Lo disse con un tono volontariamente basso per farla sembrare una cosa segreta, per poi finire il tutto con un occhiolino.
Dipper allora sorrise alla sorella e le cinse il collo con un braccio, strofinando una mano chiusa a pugno sulla sua testa e scompigliandole i capelli.
Ella rise di gusto e cercò di staccarsi dal fratello per risistemarsi i capelli, ma ci riuscì solo dopo quando il castano mollò la presa.
Continuarono a stuzzicarsi fino a che non arrivarono ai loro appartamenti e da lì si salutarono, entrando nello stesso momento nelle diverse dimore.
Non appena chiuse la porta alle sue spalle, sospirò lievemente e posò la borsa a tracolla a terra, avvicinandosi alla sua camera da letto per cambiarsi.
Entrò senza fare storie, andò verso lo specchio da pavimento e si privò della sua camicia, stavolta azzurra, fissando il suo riflesso limpido e nitido.
Si sistemò i capelli verso l'alto e posò la camicia sul bordo del letto, tornando alla sua immagine riflessa.
Continuava a sistemarsi in tutti i modi, come se cercasse di apparire più gradevole alla vista, in qualche modo.
Smise di passare inutilmente le mani tra i suoi ciuffi mori e si fissò direttamente negli occhi, rimanendo completamente immobile.
Dipper era certo su un elemento di quella giornata: doveva riposare, eccome se doveva.
L'incontro con Bill lo aveva stancato mentalmente, in qualche modo, e la strana disponibilità che Isaac gli aveva fornito lo aveva messo stranamente a disagio, non sapeva perché.
Sospirò una seconda volta e si girò verso il letto, ma non appena quell'azione fu compiuta, Dipper sussultò in malo modo e inciampò nei suoi stessi piedi, cadendo a terra.
Il biondo era rimasto dietro di lui tutto il tempo, a fissarlo, con un'espressione indecifrabile sul volto, senza quel tipico sorriso da demone bastardo.
La sua postura era più autoritaria del solito e le mani intrecciate dietro alla sua schiena lo rendevano più maturo.
Dipper si massaggiò il fondo schiena e cercò di stabilire una respirazione regolare, emettendo qualche mugolio di dolore per colpa dell'impatto avvenuto con il terreno.
Ma non appena alzò la testa verso il demone, in procinto di urlargli di tutto, egli si paralizzò.
Lo sguardo di Bill, composto da un occhio privato della sua luce dorata, era cupo e poco amichevole, per non parlare del modo in cui lo osservava.
Lo fissava dall'alto, lo guardava dalla testa ai piedi, con fare superiore.
L'umano deglutì a quella vista e si rialzò lentamente dal terreno, senza mai staccare lo sguardo da quello del biondo.
"H-hey, B-Bill... Che c-ci fai q-qui?" Si maledì per aver balbettato in modo così evidente.
Bill non rispose a quella domanda quasi ovvia e rimase in silenzio, continuando a fissare Dipper con quello sguardo privo di sentimenti o malizia, ormai occupato da qualcosa di simile a rabbia soppressa, o addirittura ad odio.
Rimasero in silenzio per vari minuti, fino a che il castano non venne sbattuto al muro con violenza dallo stesso demone da un occhio solo, che continuava a fissarlo senza cambiare espressione.
Teneva le mani ai lati della sua testa ed essendo leggermente più alto di Dipper incuteva timore a quest'ultimo, un elemento a suo vantaggio.
"Spiegami dettagliatamente che cosa stavi facendo con quel darkettone senza amici nel locale."
Dipper rabbrividì al suono di quelle parole, così cariche di serietà e forse anche con un pizzico di rabbia.
Perché se l'era presa così tanto?
Perché ora stava attaccando Dipper senza un motivo preciso, dato che la colpa non era sua?
Perché ad un tratto il suo volto così malizioso ed affascinante era diventato la tana di una rabbia sconsiderata?
"Io ho occhi ovunque, Pinetree. Ho visto tutto, ho sentito tutto... Ma voglio sentirlo da te, che cosa stavi facendo con quel pezzo di carne ammuffita e ambulante?" Ripeté la sentenza, quasi sputando più veleno di prima.
Rimase in silenzio per un po' di minuti, ma alla fine decise di rispondere al demone solo per non farlo arrabbiare di più, dato che non voleva mettere nei guai se stesso o Isaac.
"M-mi ha d-detto che s-sembravo pensieroso... E-era solo p-preoccupato per m-me..." Rispose Dipper, cercando di far smettere la sua balbuziente parlantina.
Prima di potersi spiegare meglio, Dipper sentì il suo corpo sollevarsi da terra e venne scagliato subito dopo sulla superficie morbida del suo letto, come se avesse ricevuto una spinta.
Cercò di ricomporsi e di rialzarsi il più velocemente possibile, ma un peso sul suo bacino e su metà del suo busto glielo impedirono.
Spalancò gli occhi non appena vide il demone sopra di lui, seduto esattamente sul suo bacino, con le mani sui suoi polsi, ormai bloccati ai lati della sua testa e con l'occhio dorato ormai fisso sul viso del castano.
La situazione non solo era imbarazzante e scomoda, ma di certo la serietà non si addiceva ad un bel viso come quello di Bill Cipher.
O almeno, la serietà lo rendeva più inquietante del solito, e se mettevi insieme la rabbia o addirittura l'odio era la fine.
"B-Bill! Te l-lo g-giuro! N-non e-era nien-"
Le labbra di Bill si erano scagliate contro quelle dell'umano, zittendolo e facendogli emettere dei mugolii.
Quel bacio non era semplice, delicato o breve, ma esso poteva essere definito come famelico, bollente e volgare.
Sentiva che la sua lingua era ormai stata catturata da quella del demone e il tepore che si era creato lo stava facendo ansimare proprio tra le labbra del biondo.
Il bacio durò per molti minuti e Bill si staccò solo dopo aver notato la mancanza di ossigeno da parte dell'umano, tenendo la lingua di fuori e lasciando che l'unico elemento a tenerli ancora uniti fosse un filamento di saliva.
L'umano sotto di lui ansimava pesantemente con le labbra socchiuse e sporche di saliva e gli occhi a loro volta semi-aperti.
Bill si morse il labbro inferiore con volgarità e avvicinò il viso all'orecchio di Dipper, mordendo con leggerezza il lobo.
"Ho già in serbo molti programmi per te, Pinetree... E non voglio che un lurido umano rovini i miei piani così." Sussurrò con disprezzo, continuando a mordere quel pezzetto di carne situato proprio in basso all'orecchio.
Bill non notò niente di strano nel comportamento del castano, ma quando lo vide afferrare il suo collo con prepotenza, sussultò.
Con tutta la forza che aveva in corpo, Dipper capovolse la situazione e si mise lui sopra al biondo, tenendo una presa ferrea sul suo collo con entrambe le mani.
"... Chi ti dà il diritto di decidere su di me o sui miei amici?! Eh?! Dimmelo ora!"
L'espressione sul viso di Dipper era semplicemente divina agli occhi del demone: una rabbia incontrollata, mista ad uno sguardo carico d'odio e una forza mai vista d'ora.
Non si sarebbe mai aspettato un simile comportamento dal castano, dato che era stato buono buono a subire per tutti quei giorni, senza protestare.
Ma alla fine eccolo lì, in procinto di strozzare il demone per colpa di un presunto odio che si teneva da dentro da chissà quanto.
Quella situazione fece eccitare Bill che si morse il labbro per dimostrarlo, emettendo uno dei suoi soliti sorrisi e uno sguardo intenso ed intrigante.
"RISPONDIMI ORA!"
Il biondo in tutta risposta emise una profonda ed accattivante risata, rimanendo inerme sul letto in attesa di una nuova mossa compiuta per colpa della rabbia.
"Io posso solo dirti questo..."
Il suo sorriso si espanse ancora di più e la sua espressione divenne ancora più intensa, come se fosse sotto l'effetto di qualche pillola di estasi o cose del genere.
Quella strana espressione fece preoccupare leggermente l'umano che non tolse le mani dal collo di Bill, ma ciò che il biondo disse dopo aver plasmato quella strana, ma sensuale espressione, sul suo viso lo sorprese ancora di più.
"Adoro alla follia questo situazione, Pinetree!~" Esclamò.
Ma salve amici miei, cari lettori!
Beh, che dire
Del capitolo non mi sento molto soddisfatta, avrei potuto migliorare alcune parti, ne sono certa...
Però sono curiosa di quello che avete voi da dire, amicih
Tutti penserete che Bill sia geloso, vi ho letto nel pensiero lo so HAHAHA
Che ne pensate della reazione di Pinetree alla fine? E alla reazione di Bill?
Perché Isaac era così premuroso nei confronti di Dipper?
Beh, fatemi sapere che ne pensate!
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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