.^Capitolo 19^.
L'ingresso sfarzoso, la musica classica proveniente dagli archi suonati dai musicisti nel loro spazio apposito e l'aria da snob appartenente a qualsiasi persona in quel ristorante a cinque stelle faceva sentire Dipper un pesce fuori dall'acqua, una semplice margherita in mezzo a tante rose splendide e bellissime.
Delle rose di cui, a quanto pare, faceva parte anche Bill Cipher, con il suo fascino dorato e la sua eleganza ineguagliabile.
In quel prato di umani lui si distingueva come demone per il suo portamento e per il suo sguardo, per la sua bellezza e per il suo carisma.
Egli era una rosa dorata che emanava una luce abbagliante e ipnotica, un'aura sovrannaturale che ti metteva in soggezione.
Infatti, Dipper notò con dispiacere che molte delle donne presenti nel ristorante, e alcuni uomini, si erano girati ad ammirare la figura regale e virile di Bill.
"Vi serve una mano, signori?"
Una voce fece capolinea con una domanda in quell'ambiente composto da persone con la puzza sotto al naso, uomini ricchi e femmine incantate da Bill.
Un cameriere giovane e vestito con un frac elegante, anche troppo elegante per il ventunesimo secolo, si avvicinò ai due uomini con un taccuino nero in mano con una penna elegante incorporata, evidentemente utilizzato in precedenza per prendere le ordinazioni.
"Salve, ho prenotato un tavolo per due in una terrazza privata a nome di B.C." Disse Bill con un sorriso sornione.
Quel sorriso fece sobbalzare l'inesperto cameriere che nascose il viso, apparentemente rosso, nel taccuino, cercando la prenotazione fatta da Bill.
Dipper rimase ancora in silenzio dopo quella breve ma irritante situazione orchestrata da Bill, ma alla fine decise di prendere parola e si avvicinò al demone.
"... Volevi portarmi a pranzo fuori? Davvero, Bill?" Sussurrò Dipper senza farsi sentire dal cameriere, ancora occupato a cercare la prenotazione.
"Che c'è di male, Pinetree? Volevi per caso una bella ragazza con cui pranzare?" - Chiese Bill estendendo il suo sorriso in un ghigno. - "Beh, devi sapere, mio caro... Che non è il tuo giorno fortunato se volevi una donna tutta per te." Disse infine.
Dipper emise un mugolio infastidito e si trattenne dal prendere a calci quel demone da strapazzo per due motivi.
Il primo riguardava il luogo in cui si trovava, un ristorante di lusso dove niente veniva perdonato, il secondo motivo era la natura poco sana di Bill che avrebbe potuto far volare i maiali se avesse voluto.
"Oh, ecco! B.C., vi porto... Vi porto subito in terrazza." Esclamò il cameriere con le gote ancora color porpora.
I due uomini lo seguirono su per le scale e qualche volta si scambiavano delle occhiate d'intesa, senza mai rivolgersi la parola.
Continuarono a salire verso l'ambito luogo dove si sarebbe svolto il pranzo, fino ad arrivare in una terrazza privata completamente composta da marmo chiaro, agghindata da due colonne bianche greche di grandezza media ai lati dell'arco, avvolte da edere composte da spine e rose rigorosamente bianche.
La magnifica vista su New York rendeva il pasto ancora più gradevole se non si era afflitti dalla paura dell'altezza, cosa che Dipper di certo non aveva.
"Vi porto subito i menù... A-accomodatevi pure!" Balbettò il cameriere, affrettandosi a scendere le scale.
Bill Cipher e Dipper Pines, ormai soli, ruotarono il viso in sincronia e si fissarono negli occhi, ancora in un completo silenzio.
"Com'è possibile che adesso qualsiasi creatura vivente cada ai tuoi piedi?" Chiese ad un tratto l'umano tra i due, emettendo una smorfia confusa e quasi irritata.
Dalle labbra di Bill provenne una risata roca e bassa, una risata che avrebbe potuto far sciogliere le membra a qualsiasi persona esistente sul pianeta Terra.
Il suo occhio sensuale e predatorio si posò sulla figura esile di Dipper e lo fissò con bramosia, senza farlo notare però a quest'ultimo.
"Sei geloso, per caso?" Chiese il demone, inclinando di poco la nuca verso destra.
Dipper arrossì leggermente e afferrò lo schienale della sedia di velluto, rigorosamente in legno di betulla levigato e con qualche dettaglio sui manici, sedendosi sul cuscino morbido e avvicinandosi al tavolo rotondo.
Bill fece la stessa cosa, con più eleganza e attenzione di Dipper però.
Dopo pochi secondi arrivò il cameriere con due menù bianchi con la scritta "Divine Palate" dorata con un font nobile e intrecciato con ghirigori formati dalle estensioni delle lettere leggermente inclinate verso destra.
"Tornerò subito da voi, scegliete pure... Con calma." Disse il giovane con più calma rispetto a prima.
Bill emise un falso ma meraviglioso sorriso e annuì, facendo arrossire per l'ennesima volta il cameriere dall'evidente orientamento sessuale.
Egli scese le scale con velocità e lasciò i due da soli, di nuovo, in balia dei loro sguardi e dell'eleganza che quel luogo trasmetteva solo attraverso un balcone ben arredato.
"... Bill, spiegami una cosa..." Cominciò Dipper, incrociando le mani tra di loro e facendo pressione sui gomiti, coprendo la bocca con l'intreccio delle dita.
"Oh? Che succede, Pinetree?" Chiese il biondo inclinando di poco la testa, accavallando una gamba sopra all'altra per assumere una postura matura.
Dipper assottigliò gli occhi e li rese due fessure, mentre Bill lo osservava sempre con un intrigante sorriso amabile da chiunque.
Prese un respiro profondo e alla fine si rimise dritto, spezzando l'intreccio che si era formato tra le dita delle sue mani e posandole sulla superficie bianca del tavolo.
"... Perché mi hai portato a pranzo fuori?" Chiese Dipper, come se fosse la cosa più normale del mondo andare a mangiare fuori con un demone.
Infatti, Bill scoppiò dopo qualche secondo di elaborazione in una fragorosa risata facendo sussultare l'umano.
Non avrebbe mai pensato di fare una domanda del genere, quando c'erano miriadi di elementi dati da quel demone che ancora non aveva compreso.
Perché riusciva sempre ad ingannarlo con dei semplici baci?
Come aveva fatto a stravolgere la sua sessualità in un batter d'occhio?
Perché l'immagine di quel demone, da triangolo volante a uomo ambito da chiunque, l'aveva stregato in così poco tempo?
Che aveva in mente, Bill Cipher?
"Ah, Pinetree... Semplicemente volevo farlo! So che adesso non rifiuteresti mai una mia offerta... Perché sai cosa ti aspetta dopo~." Rispose il biondo con un ghigno stampato sulle labbra contorte, mentre il suo labbro inferiore veniva morso con una lieve malizia.
Dipper deglutì rumorosamente e portò il suo sguardo verso la città vista dall'alto, tanto per cambiare zona di osservazione.
Osservò con molta attenzione i dettagli di quella città, portando i suoi occhi in qualunque direzione: dai passanti che sembravano formiche a macchine di ogni tipo, da piccoli appartamenti agli enormi grattacieli.
Sentiva che mancava qualcosa, in quella vista così mozzafiato.
Mancava un elemento che avrebbe reso New York ancora più bella.
"Qualcosa non va?" Chiese Bill con curiosità.
"... Saresti in grado di portare la notte, qui, a New York?"
La domanda fuoriuscì così, di colpo, senza neanche troppi giri di parole, il che fece sorprendere il biondo a quell'affermazione.
Dipper si rese conto della domanda che aveva posto al demone e si ricompose immediatamente, cercando di trovare una scusa plausibile per giustificare una domanda del genere.
Intanto, il demone lo osservava senza un'espressione precisa in viso, non facendo percepire a Dipper neanche una frazione dei suoi pensieri più esposti.
Ma alla fine, prima che l'umano potesse dire qualcosa, le leggi della fisica vennero distorte in un battito di ciglia, o quasi.
Il perché di questa affermazione?
Bill Cipher, demone dei sogni e creatura dalle mille abilità, solo tenendo una mano sinistra all'altezza della nuca, aveva schioccato le dita con una semplicità micidiale e il cielo che copriva l'immensità della Terra aveva iniziato a ruotare prima con lentezza, poi sempre più velocemente.
Era come se il tempo si fosse fermato, in qualche modo, come se Bill e Dipper fossero stati gli unici esseri viventi presenti in quel luogo circondato dall'atmosfera.
Il cielo prima era azzurro, poi le sfumature gialle, rosse e rosa della sera presero il sopravvento, insieme a quella immensa sfera di luce tagliata dall'orizzonte che ancora emetteva la sua luce.
E alla fine, il sole lasciò la scena alla sua fidata compagna luna e le sue amiche stelle, insieme ad un meraviglioso velo nero che avvolgeva in modo incantevole la città, anch'essa preparatasi nella notte durante il "time lapse" avvenuto grazie a Bill.
Infatti, qualsiasi elemento presente nella città era cambiato e si era preparato alla notte, ma la cosa che fece stupire ancora di più Dipper furono le persone.
Esse erano state bloccate nel tempo, come se l'unico elemento a muoversi fosse stato il moto della notte e del dì.
Ma in tutto ciò, a Bill bastò abbassare la mano verso il tavolo per far sì che tutto tornasse alla normalità, o quasi.
Le macchine ripresero il loro viaggio, le persone si risvegliarono dalla loro trance e continuarono a camminare senza problemi.
Dipper era rimasto con la bocca socchiusa per la sorpresa, non riuscendo a concepire come un demone, con solo uno schiocco delle dita, abbia portato avanti di almeno nove ore un giorno.
E di certo, lo aveva fatto non solo a New York, ma anche nel resto del mondo.
Dipper però non si accorse di un elemento: il demone si era alzato dal suo posto a tavola e si stava avvicinando a lui con tutta la calma del mondo.
Quando alla fine l'umano se ne accorse, ormai le labbra del biondo erano già pronte a posarsi sulle sue, dato che si era chinato verso di lui con la schiena, appoggiando le mani una sul suo viso e l'altra sulla sua spalla.
"Io posso fare tutto." - Sussurrò il biondo, solleticando le labbra ancora socchiuse del moro con i suoi sospiri. - "Con il mio aspetto... Con il mio vero aspetto, posso incantare chiunque, dalla più virtuosa delle donne al più etero degli uomini..." Mormorò con estrema e tagliente sensualità.
Le loro labbra erano ormai ad un millimetro di distanza e Dipper, in uno stato di trance ed estasi provocato dal profumo inebriante di Bill e dal suo tocco miracoloso, come se gli avesse iniettato qualche sostanza tranquillante solo sfiorandolo, teneva gli occhi e la labbra socchiuse.
"E di certo..."
Entrambe le mani presto si arrampicarono lungo le guance del castano, provocandogli alcuni brividi lungo la schiena e facendogli emettere un mugolio.
Non riusciva a resistere a tutta quella bellezza, anche se quello era il mostro che l'aveva tormentato per un'estate intera, solo con un aspetto diverso.
Un aspetto, però, affascinante e tentatore, ancora più bello allo splendore della luna, delle stelle e delle luci della città.
Il suo occhio dorato veniva messo in risalto dalla notte e i raggi lunari non erano niente in confronto alla lucentezza che quell'iride dorata poteva emettere.
"Posso incantare anche te, Pinetree..." Sussurrò un ultima volta, prima di posare, finalmente, le sue labbra su quelle del moro che ricambiò quasi subito dopo.
Le sue dita presto si intrecciarono tra i suoi morbidi capelli biondi, tirandoli lievemente e facendo emettere al possessore di essi un mugolio di piacere.
L'umano si lasciò andare a quella manifestazione di piacere e avvolse il collo di Bill con le braccia, ricambiando con un innato bisogno il bacio stuzzicante, saporito e piacevole di quel demone.
Beh, che dire...
È un capitolo molto lungo signori miei, quasi 2000 parole... :D
Devo dire però che non mi è dispiaciuto scrivere un capitolo così lungo, spero comunque che sia venuto bene...
Questo dovete dirmelo voi amici!
Ditemi pure che ne pensate di questo capitolo signori! :3
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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