Capitolo 9

I raggi fiochi del sole attraversano le tende blu della mia stanza proiettando una leggera luce azzurrina nel muro bianco di fronte.

E' la prima cosa che vedo appena apro gli occhi. Un piacevole senso di tranquillità mi pervade addosso stamattina. Non mi sentivo così da un po' di tempo. Mi sento leggera. Senza alcun tipo di peso a gravarmi sulle spalle, nè sul cuore.

Sposto le coperte da me e mi alzo dal letto. Scosto le tende della finestra e vedo l'allegria di una città sempre in movimento e il sole che anche oggi rischiara la giornata con la sua luce e con il suo calore.

Prendo il cellulare da sopra il comodino per accorgermi di essermi svegliata con qualche minuto di ritardo, devo sbrigarmi. Poi noto l'icona dei messaggi nell'area notifiche.

"Buongiorno! Oggi non ti scordare che andiamo a scuola insieme. Aspettami!".

E' un messaggio di Shinichi. Mentre lo leggo nella mia mente si riproduce il suono della sua voce, come se lo stessi sentendo parlare.

Mi vergogno un po' a dirlo ma sono davvero felice che venga fin qui per non farmi andare a scuola sola. Ieri ho inviato un messaggio a Sonoko e le ho detto che non era necessario che passasse perchè io andavo a scuola con Shinichi. Ovviamente ha iniziato a chiedermi spiegazioni ma le ho detto che le avrei spiegato a scuola.

Adesso, però, devo pensare a prepararmi se non voglio farlo aspettare, anche se ho la netta sensazione che finirà al contrario.

Poso il cellulare sul comodino e apro l'armadio per prendere la solita divisa. Vado in bagno, mi lavo il viso, sistemo i capelli ed esco. Come ogni mattina chiamo papà, lo ascolto lamentarsi un pochino e poi vado a preparare la nostra colazione.

Penso che una tazza di thè con i biscotti andrà bene ad entrambi questa mattina. Sistemo tutto sul tavolo e inizio a sorseggiare il mio in attesa che mio padre esca dal bagno.

Guardo l'orologio e noto che è tardi e che Shinichi ancora non si fa vedere. Se c'è una cosa che non sopporto allora è la gente che ritarda.

Sento suonare il campanello dell'agenzia e mi affaccio dalla porta interna alle scale. E' Shinichi. Magari ha sentito i miei pensieri e si è messo a correre.

"Arrivo!" dico dalle scale mentre lui annuisce e scende per aspettarmi fuori.

Prendo la giacca della divisa dall'appendiabiti, la mia cartella appesa alla sedia e vado verso la porta.

"Papà, io vado!" grido per farmi sentire e lui mi fa un lamento di tutta risposta.

Chiudo la porta e scendo giù. Lui è girato di spalle che guarda verso la strada. Gli vado dietro e gli picchietto sulla schiena. Si gira e mi sorride.

"Buongiorno" dice e mi da un bacio sulla guancia facendomi arrossire e restare un attimo ferma a guardarlo.

Non era un bacio come quelli che dai ad una persona quando la saluti. Era un bacio molto più significativo e dolce.

"Buongiorno" dico timidamente con la voce un po' tremante per l'imbarazzo.

La sua dolcezza improvvisa mi sbiazza sempre. Non potrebbe dare qualche segno prima di fare una cosa del genere? Oltretutto è fidanzato e non mi piace questo suo atteggiamento. Non voglio che ad Usagi arrivino delle voci non vere.

"Shinichi, non farlo più" dico guardandolo severa ma, dalla sua espressione confusa, noto che non ha capito a cosa mi riferisco.

"Il bacio intendo, non farlo più. Ricordati di Usagi. Io sono solo una tua amica e lei potrebbe soffrire" riaffermo senza però guardarlo negli occhi per paura di intravedere qualche emozione che mi farebbe star male.

Si gira dall'altra parte dandomi le spalle, cosa che mi fa capire di averlo in qualche modo infastidito.

"E tu ricordati che io per Usagi non provo niente, chiaro?" afferma convinto facendomi capire di averlo fatto innervosire.

Ma quello che dice non mi piace neanche lontanamente. Non può dire una cosa del genere della sua ragazza. Non può prenderla in giro in questo modo.

"Allora perchè stai con lei?! Perchè non smetti di prenderla in giro?! Ah vero, scommetto che tu fai così con tutte. Magari è pure la tua filosofia di vita quella di prendere per il culo gli altri, vero?!" sbraito contro di lui che si gira e mi guarda prima sorpreso e poi sembra perdere qualsiasi espressione.

Riesce a fare anche questo? Non riesco più a capire quello che prova. A dir la verità, non riesco a capire più niente di lui. Dovrebbe diventare più facile interpretare le sue emozioni ma, al contrario, sembra diventare sempre più un'impresa.

"Cazzo Ran, sei solamente un peso" dice guardandomi dritta negli occhi per poi girarsi dall'altro lato.

Ecco cosa pensa davvero. Io sono un peso, dovevo capirlo subito. Infondo sono stata io a causargli tutti questi problemi. Se io quella sera fossi stata un po' più attenta e non mi fossi fatta assalire da quel tipo, non sarei mai entrata in contatto con questo detective. Avrebbe continuato a starmi antipatico e, di conseguenza, non gli avrei mai dato il minimo conto.

Tutto sarebbe stato migliore per entrambi. Nessun incontro, nessun problema. Però non riesco a fare quella arrabbiata perchè l'unica cosa che sento adesso è delusione. Ma non so se sono più delusa di me stessa o se sono più delusa delle sue parole. Non lo so davvero.

Sento gli occhi gonfi, sento le lacrime arrivare agli occhi e mi giro in fretta dall'altro lato. Non sono affatto brava a tenere le lacrime e non voglio che lui mi veda piangere. Sarebbe troppo umiliante.

"Se il tuo pensiero è sempre stato questo allora potevi dirlo subito. Però hai ragione, scusami"

Non dico più niente e inizio a camminare per andare a scuola prendendo però una strada diversa da quella che lui ha intenzione di fare.

Ma sento la sua grande mano prendere il mio polso e fermarmi. Le lacrime ormai scorrono e se parlo si accorgerà della mia voce tremante.

"Ran, suvvia non volevo dirlo veramente. Quando mi innervosisco divento impulsivo, perdonami ti prego" mi supplica stringendo un po' la presa sul mio polso.

La tranquillità di stamattina sembra essere sparita lasciando soltanto sentimenti confusi, delusi, arrabbiati. E tutto ciò a causa sua. Non dovevo vederlo oggi.

"Shinichi, la cosa che mi fa più male è che l'hai pensato. Ma va bene così. Adesso se non ti dispiace io dovrei andare" tiro via il braccio e vado via lasciandolo lì ferma con la testa e lo sguardo bassi.

E' meglio dare un taglio a tutto questo. Mi dovevo allontanare da lui quando ne ho avuto l'opportunità. Invece l'ho fatto restare e gli ho permesso di ditruggere quel poco che ancora era rimasto in piedi.

Stamattina ero davvero felice. Ero felice perchè sapevo che lui teneva a me, anche se poco, anche se era un affetto quasi nullo. Pensavo che per una sola volta ci sarebbe stato qualcun altro a lottare per me. Qualcun altro a scervellarsi per scrivermi un semplicissimo messaggio che non ha bisogno di chissà quali paroloni. Qualcun altro a non poter dormire perchè gli manco, a cercare di conquistarmi anche se avevo detto no, a non lasciarmi andar via.

Ma, in fondo al cuore, sapevo che sarebbe finita così. Lo sapevo da quando ho guardato i suoi occhi ed ho visto l'inferno. Lui è la tipica persona che mi cerca se ha bisogno ma che, per tutto il resto, si scorda anche della mia esitenza. Ed io non ho bisogno di nessuno del genere al mio fianco. Nè ora nè mai.

Faccio le stradine più piccole per evitare che lui mi trovi e arrivo a scuola. Sonoko è davanti il cancello che mi aspetta. Appena mi vede alza la mano per farsi notare e la raggiungo.

"Ran! Come mai sei in ritardo? E Shinichi?" dice lei sorpresa dei miei ritardi negli ultimi tempi.

"Poi ti spiego. Adesso entriamo che è tardi" le sorrido e faccio qualche passo avanti.

Lei mi ferma mettendomi una mano sulla spalla ed io mi giro a guardarla.

"Ran, va tutto bene? E' da un po' di tempo che ti vedo strana. Lo sai che a me puoi dire tutto, vero?" dice con tono quasi materno.

Può essere la persona meno responsabile sulla faccia della terra ma giuro che le darei pure la mia vita. Lei mi capisce subito guardandomi dritta negli occhi. Ma non voglio farla preoccupare inutilmente. Infondo non è niente di importante.

"Tranquilla Sonoko, va tutto bene. So che posso venire da te in qualsiasi momento" la rassicuro e le faccio di nuovo un grande sorriso.

Lei mi guarda ancora poco convinta. Ma subito dopo torna la Sonoko di sempre che vede un ragazzo carino passare e mi trascina dentro la scuola per guardare. E, se avessi saputo cosa avrei visto, allora avrei preferito stare fuori ad affrontare il terzo grado della mia migliore amica.

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