Capitolo 3
Tanto per spiegarvi com'è andato il resto della serata. Non abbiamo minimamente parlato. Poi mi ha fatto coricare nella stanza degli ospiti e mi ha dato un pigiama di sua madre. Tutto qui.
Ma in realtà non ho dormito bene. Non ho fatto altro che pensare a quanto strano sia quel ragazzo. E' uno sbruffone e antipatico che però in fondo è molto altruista. E' anche molto arrogante ma è un difetto che lo rende ancor più un mistero.
Voglio conoscerlo meglio, voglio capire cos'è che mi ha colpito così tanto. Ma è meglio se tengo queste voglie a bada.
Ho come la sensazione di dovergli stare lontana e non voglio avere problemi.
Comunque ieri sera mi ha spiegato che i nostri genitori si conoscono e per questo ha chiamato mio padre. Ma, come temevo, mio padre lo stava per uccidere al telefono.
Insomma, in ventiquattro ore: ho conosciuto un ragazzo che mi sta tormentando la mente, sono stata quasi violentata da un uomo, lo stesso ragazzo che mi turba tanto mi ha salvata e mi sono ritrovata a dormire a casa sua.
Ho mandato un messaggio a Sonoko e le ho raccontato tutto dicendole anche di andare a scuola. Ma mi ha detto che oggi non verrà perchè deve uscire con i suoi quindi sono sola.
Beh...devo iniziare a vestirmi se non voglio restare a casa pure io. Prendo la divisa che ieri ho lasciato su una sedia qui dentro e la indosso, poi sistemo i capelli, prendo la cartella e la mia tuta da karateka. Sono pronta per andare! Qualcuno bussa alla porta della stanza in cui mi trovo.
"Ran, sono Shinichi. Ho preparato la colazione, scendi che mangiamo e poi andiamo insieme" dice lui con la voce ancora impastata col sonno.
Mi ero quasi scordata della presenza di Shinichi Kudo. Ed è patetico dato che mi trovò a casa sua.
Lo sento scendere giù e poco dopo vado anche io. Busso alla porta della cucina ed entrò. Trovo la colazione pronta sul tavolo.
"Buongiorno, prendi quello che preferisci" mi dice mentre con le pantofole e un toast in bocca gira per casa sbadigliando. Questa scena è fin troppo familiare.
Mi siedo e prendo anche io un toast al formaggio. Poi guardo l'orologio e noto che è tardi.
"Scusami, è tardi! Dovremmo andare a scuola!"
"Si si! Sto arrivando!" grida lui mentre sale le scale.
Magari. Mi metto davanti il portone d'ingresso ad aspettarlo. Dieci minuti. Venti minuti. Mezz'ora. Dove cavolo è finito?! Non so neanche dov'è la sua stanza per andarlo a chiamare! Questa casa è troppo grande e perderei troppo tempo a cercarlo. Forse è meglio se provo a chiamarlo dalle scale. Salgo qualche gradino e lo chiamo.
"Scusa! E' tardi! Le lezioni saranno già iniziate!" sbraito nervosa cercando di sembrare il più autoritaria possibile.
Faccio un passo indietro senza accorgermi dei gradini e scivolo ma vengo presa da qualcosa, o meglio, da qualcuno.
Mi giro e mi trovo a un palmo di naso da lui che mi tiene con le sue grandi mani dalla vita. Noto subito che ha le gote rosse. E anche io mi sento le guance andare a fuoco.
"Stà più attenta, Ran. E puoi chiamarmi Shinichi" la sua voce è più rauca per l'imbarazzo ed ha anche una nota di dolcezza.
Strani brividi vengono percepiti dal mio stomaco quando mi concentro sulle sue labbra carnose.
E' molto più alto di me e più possente. Lo vedo e lo sento dalla forza che ha avuto nell'afferrarmi. Quando mi lascia, scende dalle scale ed io pure e andiamo a scuola. Per il resto delle lezioni non lo guardo neanche. E lui nemmeno.
Ho solo pensato a fare amicizia con le altre ragazze e ragazzi della classe. Stessa cosa ha fatto lui. Poi una mia compagna mi ha proposto di andare a vedere gli allenamenti di calcio della squadra della scuola e c'era anche lui.
Ma non giocava, li guardava solamente. Ci siamo sedute in tribuna e ci siamo messe a vedere la partita.
Non ne capisco molto di calcio però devo dire che sembrano davvero bravi. Poi sposto gli occhi a bordo campo dove c'è lui seduto a guardare. Non credo sia una riserva, non credo neanche faccia parte della squadra perchè ha la divisa della scuola.
Forse è amico di qualche giocatore. Sento l'allenatore chiamarlo e lui alzarsi. Parlano ma da questa distanza non sento niente. Magari la mia compagna ne sa qualcosa.
"Usagi, sai se Shinichi Kudo fa parte della squadra?" sussurro.
"No Ran, ma è uno dei ragazzi più bravi del Giappone a giocare. Però ha smesso alle medie perchè non ha mai avuto interesse. Ogni tanto viene a vedere gli allenamenti su rischiesta dell'allenatore per aiutare gli altri. Tipo adesso, guarda!" dice puntando il dito verso il campo.
Mi giro di nuovo verso di lui e lo vedo poggiare la giacca della divisa sulle tribune più basse. Poi torna in centro campo e posiziona la palla.
Non penso che riuscirà a fare gol da quella distanza. Prende la rincorsa e....gol! E' riuscito davvero a fare gol! Allora è davvero così bravo!
Lo vedo esultare e girarsi verso la tribuna su cui sto io che senza rendermene conto mi sono alzata in piedi contenta.
Ci guardiamo un attimo e poi, imbarazzata, saluto la mia compagna e me ne vado di lì. Non potevo fare una figura peggiore. Non so cosa mi è preso. Non so perchè mi sono alzata. So solo che ero davvero felice. Ma non so il motivo.
Sento il mio cellulare suonare e lo prendo per vedere che papà mi sta chiamando.
"Pronto?"
"Ran, mi hanno finalmente chiamato per un caso! E' stato ucciso un uomo nel centro commerciale vicino Haido quindi non aspettarmi molto presto a cena"
"Va bene papà, mi raccomando fatti valere!"
Chiudo la telefonata e poso il cellulare nella mia cartella. Ma io non ho le chiavi di casa! Ieri non le ho prese e non essendo tornata a casa non le ho con me! Non me la sento di arrivare da mio padre. Sono ancora un po' stordita per ieri e mi sento debole.
"Ti sei scordata le chiavi a casa, vero? Vuoi venire a cenare da me?"
Di nuovo lui. Almeno è molto gentile. Non so come faccia a sapere delle chiavi e neanche glielo voglio chiedere.
"No tranquillo, grazie comunque. Non voglio disturbarti ancora dopo ieri"
"Non mi disturbi! Andiamo, io tanto ho finito qui" dice facendo spallucce.
Mi gira un attimo la testa e mi reggo ad un muretto che ho vicino. Lui mi guarda e mi si avvicina. Troppo vicino! Mi abbraccia e all'inizio divento un peperone senza capire il significato di quel gesto.
Poi capisco: lo ha fatto per vedere se avevo la febbre. Sento come una delusione, come se avessi voluto essere abbracciata da lui. Però non mi lascia, continua a tenermi unita a lui.
Mi lascio andare e poggio la mia testa sul suo petto. Lui sussulta un po' ma poi mi accarezza i capelli. La cosa più bella di questo abbraccio o qualsiasi cosa sia, secondo me, è stare appoggiata al suo petto e sentire il suo cuore che batte. E' bastato che lui mi stringesse forte per farmi passare il mal di testa.
Lo ripeterò all'infinito. Questo ragazzo è strano: a volte gentile, altre egoista, altre ancora menefreghista. Sorride spesso anche se io ho visto la tempesta. Ride troppo, a volte per finta...anzi quasi sempre. Non è permaloso, ma parla troppo. E' testardo ma non stronzo come pensavo. E' tanti di quei pasticci messi insieme che alla fine ne è uscito un capolavoro.
Credo che lui mi piacia. Ma avete presente quella vocina che vi dice "smettila che poi ti farai male?". Ecco, ho lei in testa!
Angolo Autrice
I due disegni che vi ho messo qui rappresentano Usagi, la compagna di Ran.
Baci, Ali
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