Capitolo 28
E' lì, davanti a me. Mi sta guardando, non muove un muscolo. Mi alzo di scatto dal posto su cui sono seduta e lascio cadere a terra la borsa che avevo poggiata sulle gambe. Yukiko mi guarda sorpresa e poi si guarda in giro per cercare di capire il motivo della mia agitazione, e lo capisce quando mi si mette vicina. Senza alcun controllo, le mie lacrime cominciano a scorrere giù per le mie guance.
Perchè sto piangendo? Non lo so...forse sarà un misto fra felicità e paura, fra la voglia di abbracciarlo e la paura che mi giri le spalle. Perchè non viene da me? Perchè sta fermo lì a guardarmi? Sento la mano dell'ex attrice spostarsi dalla mia spalla su cui si era poggiata poco prima, dopodiché la vedo passarmi davanti e andare dal figlio. Mi dice anche qualcosa, mi fa segno con la mano di stare dove sono mentre corre dal figlio, ma in questo momento non capisco davvero niente. E' come se si fosse fermato tutto, come se mi fosse passato addosso un tir che andava a 120 all'ora.
I miei occhi continuano incessantemente ad appannarsi a causa delle lacrime che non smettono di uscire e le mie mani non provano neanche ad asciugarle. Vedo qualcuno guardarmi con faccia preoccupata, qualcun altro guardarmi incuriosito. Ma il mio sguardo si ferma immediatamente su Yukiko e Shinichi, li vedo parlare, vedo lui che gesticola nervoso e lei che cerca di parlare.
Non l'ha presa bene, è ovvio. Effettivamente come potevo sperare che tutto filasse liscio? Nella mia vita niente è mai andato per il verso giusto, anzi, è sempre andato tutto al contrario. A volte ho perfino paura di essere felice perchè so che dopo mi succederà sempre qualcosa che distruggerà ogni piccola parte di serenità che mi è rimasta.
Forse io sentivo che Shinichi mi apparteneva. Lo sentivo come una cosa mia, e no, non lo è mai stato per niente. Eppure non ho mai amato nessuno così tanto. Sono pazza di questo ragazzo, e mi sento così imbecille e debole di fronte all'amore che mi sta divorando. So che così continuerò a soffrire, ma non mi importa. Io voglio solo lui, mi basta solo questo per essere felice.
I miei pensieri vengono scossi quando lo vedo avvicinarsi da solo, mentre Yukiko resta lì a guardarci. Il mio cuore inizia a battere alla velocità della luce, porto istintivamente una mano sul petto e la stringo come a voler fermare quella maratona di sentimenti. E, sembrerà strano, ma il mio cuore e il mio cervello mi stanno dicendo la stessa cosa: stà con lui.
Il detective mi viene vicino, mi tira improvvisamente da un braccio e mi stringe a sé. Ed ecco che il mondo scompare. Siamo io e lui, di nuovo. Sento di avere di nuovo vicino quell'unico pilastro sicuro della mia vita, di riavere di nuovo la mia colonna portante a sorreggermi. Porto le mie braccia dietro la sua nuca e lo stringo più forte che posso per fargli capire che mi è mancato da morire.
"Desideravo stringerti di nuovo da non sai quanto tempo, bambina" mi sussurra all'orecchio, stringendomi sempre di più.
Quel nomignolo mi scatena una serie di brividi lungo i fianchi. Tutto ciò mi rende incredibilmente felice, gli sono mancata sul serio allora. Inizio a piangere a singhiozzi per la felicità e lui si allontana leggermente tanto quanto basta per guardarmi negli occhi e poi, come d'incanto, fa ricongiungere le nostre labbra. Risento il suo ottimissimo sapore che mi sembrava di non sentire da secoli.
Quando ci separiamo, lui si gira verso Yukiko e le fa cenno di andare via, poi mi prende per mano e mi porta via con sé.
"Dove stiamo andando Shin?" chiedo curiosa mentre mi fa uscire fuori nel parcheggio.
"Non credi che dobbiamo parlare?" mi chiedo con tono troppo serio.
Ovviamente è arrabbiato. Beh, me lo aspettato, spero soltanto che non si metta a fare storie, tanto io non torno indietro. Lo vedo uscire delle chiavi dalla tasca dei jeans, le osservo meglio e capisco che sono le chiavi di una macchina.
"L'età per guidare in America è inferiore a quella del Giappone, ho preso la patente qui. Ti ricordo che ho sia la cittadinanza america, sia quella giapponese" puntualizza lui che avrà sicuramente notato il mio sguardo incuriosito.
Annuisco e alzo gli occhi guardando la macchina che abbiamo davanti, un'audi x1 bianca. Si vede proprio che se la passa bene. Apre la macchina e mi dice di salire, sale anche lui e mi mette la cintura. Replica gli stessi movimenti su di lui e poi parte. Osservo tutte le strade che ci circondano e noto la bellezza di tutto quello che vedo: edifici enormi, ville magnifiche, strade circondate da piante e un panorama favoloso all'orizzonte. E' molto diverso dal luogo in cui sono cresciuta, però con Shinichi vicino mi sento a casa.
"Ran, sai che restare qua è troppo rischioso, vero? Non ti permetterò di farlo"
Non sento neanche dolore quando le sue parole arrivano alle mie orecchie, tanto sapevo che l'avrebbe detto. Però sento tanta di quella rabbia da non riuscire a contenerla. L'ho sempre saputo che in realtà lui non ha mai capito assolutamente nulla. Faccio un sorriso sarcastico e abbasso lo sguardo verso i piedi terra.
"Ti ho visto scivolare via dalle mie mani una volta, non succederà ancora. Non mi interessa se capirai mai quanto ti amo, ma non ti perderò di nuovo" dico mentre le mie lacrime cadono sul tappetino del sedile anteriore.
Lui si gira subito a guardarmi e accosta con la macchina. Non mi dice niente, allontana solo le mani dal volante e butta la testa indietro nel sedile.
"Credi davvero che io non abbia capito quanto tu mi ami? E tu invece Ran? Hai mai capito quanto ti amo? In queste settimane, ho fatto di tutto per resistere alla tentazione di telefonarti e di mettermi ad urlare così forte che mi avresti sentito affacciandoti dalla finestra anche a discapito dei chilometri. Ti avrei urlato tutta la verità, tutta la storia per filo e per segno. Ti avrei detto, anche se già l'ho fatto un miliardo di volte, che sono pazzo di te. Avrei anche ammesso di essere uno stronzo che non fa altro che farsi vivo e poi scompare di nuovo, che non faccio altro che distruggerti in un attimo e tu non riesci a farmi male neanche per sbaglio perchè sei troppo buona" parla a voce bassa e serena, ancora con gli occhi chiusi e appoggiato al sedile, come se quello che stesse dicendo fosse talmente ovvio da non aver bisogno di nessuna interpretazione da parte mia.
"Tu hai creduto che forse non ti volessi nemmeno, ma che per divertimento non ti lasciassi neanche andare via. Appunto per questo me ne sono andato, penso che tu tutto questo dolore non lo meriti, e che tu meriti qualcuno che ti porti al sicuro e non all'inferno come sto facendo io. E non so più cosa fare. Perchè ti giuro che non ti ho mai mentito, io sono follemente innamorato di te" dice girandosi finalmente verso di me.
Mi sposta i capelli dal viso e mi asciuga le lacrime. Adoro il suo tocco, in mezzo a tutto questo dolore, lui riesce ugualmente a farmi sentire incredibilmente bene senza fare alcuna fatica. Basta un bacio, una carezza, bastano le sue dite affusolate ad asciugarmi le lacrime. E forse ha proprio ragione, sono io che non ho mai capito quanto lui mi ami, sono io ad avere sempre dubitato dei suoi sentimenti. Lui non ha mai dubitato di quello che io provo per lui.
"Amore, forse è giusto farla finita..."
E subito sgancia la bomba che devasta tutto ciò che restava.
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