Capitolo 2
Io e Sonoko entriamo in classe e ci giriamo intorno alla ricerca di posti liberi. Ne vediamo tre nella fila centrale. Decidiamo di prenderne due ovviamente: uno lei ed uno io.
Ne resta uno libero accanto a me. E' strano perchè nelle classi il numero dei banchi corrisponde al numero degli studenti ma gli altri sono tutti seduti ai loro posti.
Mi giro intorno per vedere se qualcuno è alzato finchè non vedo entrare un'altra persona: Shinichi Kudo. Fantastico. È in classe con noi. Mi giro verso Sonoko e la fisso in cerca di una risposta. Lei fa spallucce.
"Non l'hai visto nel tabellone?!" sussurro indicando quel ragazzo con la coda degli occhi.
"Non me ne sono accorta! Dai, dove sta il problema?" chiede con molta nonchalance.
Alzo le mani in segno di ovvietà e le indico l'unico banco libero della classe, quello accanto al mio. Lei sembra svegliarsi e capisce quello che voglio dire.
"Tranquilla Ran, se fa il casca morto non gli dare corda" dice lei di tutta risposta.
Allora è proprio ottusa. E' questo il problema! Non voglio avere il tipico figlio di papà seduto vicino per il resto dell'anno! Mi dà già fastidio l'idea di averlo nella stessa classe. Figurati di averlo seduto vicino.
Sto pregando che quel banco diventi invisibile. Ma evidentemente le mie preghiere non sono state accettate perchè lui si siede proprio qui.
L'anno non poteva iniziare peggio di così. Mi giro verso Sonoko per chiedere pietà ma la vedo fare gli occhi dolci al tipo e mi rendo conto che non ho solo un cretino vicino ma due!
E va bene, ha ragione lei. Non gli devo dare conto. Devo lasciar perdere quel tipo qualsiasi cosa mi dica. Tranquilla Ran, fai finta che lui non esista.
Ma la curiosità è forte. Sposto leggermente la testa e lo guardo con la coda dell'occhio.
Ha una bellezza assurda. I suoi occhi sono magnifici. Sento lo strano desiderio di essere guardata da loro solo per il piacere di vedere cosa c'è dentro tutto quel blu.
Lo vedo girarsi e sposto subito lo sguardo sul resto della classe notando tutte le ragazze fissarlo compiaciute e innamorate. Okay che è un bel ragazzo però contenete gli ormoni!
Poi sento dei ragazzi chiamare Shinichi Kudo e mi rigiro verso di lui.
E per la prima volta, per puro errore e per sbaglio, lo vedo ridere. E' un incanto. Il suo sorriso è infinito.
Ma, porca la mia curiosità, devo averlo fissato talmente tanto da averglielo fatto sentire perchè lui si gira e mi guarda.
I nostri occhi si incontrano, si scrutano. Vorrei distogliere lo sguardo per l'imbarazzo ma non riesco a non perdermi in essi. Al loro interno vedo il mare infrangersi sugli scogli, vedo la tempesta e i fulmini colpire l'oceano all'orizzonte, vedo il cielo unirsi con l'acqua salata.
Poi tutto scompare, lui va via e porta con se tutto quello che ho visto. Resto un attimo pietrificata. Nei suoi occhi pensavo di vederci il mare tranquillo, il cielo senza una nuvola. Invece ho visto solo tempesta.
Quel ragazzo è una nuvola di mistero, lo giuro. Ha come un lato oscuro che tiene ben nascosto.
Ma i suoi occhi gridano quello che lui non dice. E forse è meglio che io non senta quelle urla.
Per tutto il resto della giornata cerco di ritrovare la concentrazione per le lezioni ma non ci riesco. La mia testa ruota sempre intorno a quel maledetto ragazzo che mi ha turbata in modo così profondo...
La giornata scolastica arriva al termine. Io e Sonoko decidiamo di passare il pomeriggio insieme al parco. Ci sediamo al chiosco e prendiamo un gelato.
"Quindi che ne pensi dei nuovi compagni?" mi chiede Sonoko mentre gusta il suo gelato al cioccolato e pistacchio.
"Sinceramente non ho parlato con nessuno oggi. Avevo la testa su quel tipo. Non pensare a quello che stai pensando! E' solo che è strano. Ha come qualcosa di nascosto, di oscuro. Non saprei come spiegarti" smetto di giocherellare con la coppetta del mio gelato e guardo Sonoko notando la sua espressione da interdetta.
"Senti Ran, secondo me ti stai facendo troppi complessi. E' un ragazzo come gli altri, stop"
"Hai ragione, mi preoccupo troppo. Comunque, io torno a casa. Sta iniziando a fare buio, okay?" dico alzandomi dalla sedia e prendendo la cartella.
Sonoko mi saluta e mi dice che ci vediamo domani mattina.
Magari passo dalla mamma, ma devo cambiare strada. Prendo una strada diversa ma poi ricordo che la mamma oggi partiva per un caso a Kyoto. Ho solo allungato strada. Meglio sbrigarsi allora.
Inizio a camminare ma quando faccio un po' di strada sento dei passi dietro i miei.
Accellero il passo spaventata e sento i passi dietro di me accellerare. Sento una mano afferrarmi il polso e girarmi. Cerco di difendermi col karate ma sono troppo presa di panico per riuscirci. Non so neanche chi ho davanti, non ho il coraggio di aprire gli occhi.
Cerco di gridare ma la voce non esce. Cerco di divincolarmi dalla presa di chi mi tiene ma sento le mani schifose di qualcuno toccarmi.
Ho paura, ho troppa paura. Poi sento qualcosa colpire l'uomo che ho davanti che subito mi lascia. Apro un attimo gli occhi vedendo un pallone da calcio e un uomo a terra. Poi vedo un'altra sagoma umana ma non riesco a focalizzarla e perdo i sensi.
...
Ho un enorme mal di testa. Cerco di focalizzare gli ultimi ricordi: un uomo che mi afferra, lo stesso uomo che viene colpito da un pallone lanciato da qualcuno ed una sagoma che mi viene vicino. Poi devo essere svenuta perchè non ricordo più niente.
Apro gli occhi ma li richiudo subito perchè gira tutto. Porto una mano sulla testa come a volerla fermare e noto di essere sdraiata su un divano rosso con addosso una coperta.
Aspetto un pochino e provo di nuovo ad aprire gli occhi.
Non so dove sono, non conosco questa casa. Con fatica riesco a mettermi a sedere e capisco di essere in un salotto abbastanza grande. Anche se mi sforzo a pensarci non riesco a capire chi sia la persona che ho intravisto.
Sento dei rumori arrivare dalla stanza accanto. Provo ad alzarmi dal divano ma mi gira troppo la testa e non capisco perchè. Non ricordo di aver ricevuto qualche colpo.
Almeno adesso riesco a mettere a fuoco quello che ho davanti.
Sento di nuovo dei passi avvicinarsi e vedo qualcuno vicino a me. Alzo lo sguardo e la testa e vedo l'ultima persona che mi aspettavo: Shinichi Kudo.
E' davanti a me con una tazza in mano e un sorriso tranquillo. Indossa ancora la divisa di scuola e ha una mano in tasca. Mi guarda con quei suoi occhi e cerco di tenere sottocontrollo la voglia assurda che ho di guardare di nuovo dentro quell'immenso blu.
Si siede nella poltrona di fronte a me e mi passa la tazza che ha nelle mani.
"Tieni, è del semplicissimo thè verde. Frenerà il giramento di testa" prendo la tazza nelle mani e noto la sua inaspettata gentilezza. Mi piace la sua voce, è calma e profonda.
"Grazie" dico arrossendo.
Lui se ne accorge e mi sorride. Poi si sposta due ciocche di capelli che gli finiscono davanti gli occhi e lo fa con un movimento perfetto.
Sorseggio il thè e noto compiaciuta che è davvero molto buono.
"Come fai a sapere che mi gira la testa?"
"Non è ovvio? L'ho intuito. L'adrenalina deve esserti arrivata alle stelle quando quel tipo ti ha presa. E' normale che tu non sia riuscita ad usare le tue potenzialità da karateka con la paura. Se ti stai chiedendo come faccio a sapere che fai karate è perchè sei una mia compagna di classe ed alcuni ragazzi mi hanno detto che hai vinto il torneo" il suo tono di voce lascia uscire un filo di arroganza. Lo sapevo! Si da le solite arie da intellettuale.
Senza neanche rispondergli continuo a bere il mio thè anche abbastanza velocemente per non stare un singolo minuto in più qua.
"Se non ti dispiace adesso vado. Mio padre sarà preoccupato. Grazie di tutto" faccio per alzarmi ma non riesco nemmeno a fare due passi che quasi cado a terra.
Shinichi mi si avvicina, mi mette una mano sul fianco sinistro e porta un mio braccio dietro il suo collo e mi poggia di nuovo sul divano.
A quel contatto sento dei piccoli brividi su per la schiena. Cos'è questa sensazione?
"Tuo padre lo sa che sei qui. L'ho chiamato io. Poi ti spiego. Tu non hai le forze per andare da nessuna parte, non credi?" mette entrambe le mani in tasca e poi lo guardo in faccia e gli vedo un sorriso che non aveva ancora mostrato.
Non so cos'abbia di speciale ma ha un tocco di furbizia che lo rende incredibilmente attraente.
"Perchè mi hai aiutata?"
"Che vuol dire? Ti ho vista in pericolo e ti ho aiutata. O preferivi che ti lasciassi lì?"
"Grazie davvero tanto. Non so come ripagarti. Ti serve qualcosa?" mi si siede vicino e scuote la testa in segno di negazione.
Non riesco più a trattenermi e guardo di nuovo dentro i suoi occhi. Di nuovo lampi, fulmini e saette contro l'oceano. Cosa sei? Cosa nascondi Shinichi Kudo? Perchè da quando ti ho visto sei un tormento? Perchè ti mostri come l'oceano ma sei una tempesta? Perchè non riesco a cercare scuse per odiarti? Perchè quando ti vedo mi sento morire?
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