Capitolo 16
Siamo davanti la scuola, fermi. Da dietro il cancello d'entrata vediamo tutti i ragazzi con le cartelle in mano che aspettano il suono della campanella a cui ancora mancano quindici minuti. Vedo anche Sonoko ma, stranamente, è seduta sola sul muretto della scuola. Le sarà arrivata sicuramente questa notizia e, siccome io non le ho detto niente per mancanza di tempo e di tranquillità mentale nelle ultime ventiquattro ore, mi starà aspettando scervellandosi per capirci qualcosa.
Poi cerco di vedere Usagi fra tutti i ragazzi dei vari anni ma niente, non la vedo. Mi lascio andare in un sospiro che neanche mi era accorta di tenere. Shin stringe di più la presa sulla mia mano per tranquillizzarmi. Sì, tengo ancora stretta la mano di Shinichi, non voglio lasciarla. Ma so che se entriamo così a scuola daremo il via ad un'ondata di chiacchiere senza fine e la cosa mi preoccupa. Shinichi percepisce a pieno la paura che ho in questo momento e mi sorride.
"Ran, scusami, ma in questo momento non mi interessa niente della tua paura di entrare a scuola in questo modo con me. Non ti lascerò la mano, non devo nascondere a nessuno quanto ci tengo a te. Anzi, deve saperlo il mondo intero che io voglio te!"
Anche se le sue parole sono sincere e sicure, io continuo ad avere una paura folle di varcare questo cancello. Ho troppa paura dei giudizi altrui. Però il suo coraggio, in un certo senso, mi fa sentire meno sola.
"Ah Ran, sei veramente bellissima stamattina" mi sussurra e subito mi scocca un bacio sulla guancia.
Mi guarda un altro po' negli occhi e stringe di più la sua mano intrecciata con la mia, senza farmi male. Lui fa il primo passo verso il cortile della scuola ed io lo seguo esitante. Abbasso lo sguardo a terra e arrossisco violentemente per la vergogna. Lui, invece, entra a testa alta e saluta i suoi amici che ci guardano sconcertati come tutto il resto della scuola.
Le voci mattutine dei ragazzi si sono fermate di botto e tutti si sono girati a guardarci. Anche Sonoko è scesa giù dal muretto con un'espressione di incredulità dipinta in volto. Però subito mi fa l'occhiolino e mi sorride. Sono felice che non sia, in qualche modo, arrabbiata con me.
"Ran, solleva la testa. Non hai niente di cui vergognarti" mi dice a bassissima voce Shinichi, continuando a guardare dritto davanti a se come se nulla fosse.
Per lui è facile, è abituato a stare al centro dell'attenzione con tutta la fama che ha, ma per me no. Sono sempre stata una ragazza molto tranquilla, non ho mai attirato troppo l'attenzione su di me anche perchè mi da fastidio. Però è arrivato il momento di farsi vedere forti.
Ancora un po' spaventata alzo la testa e cammino anche io con una finta fierazza e un finto coraggio che non ho affatto. Ma tutto dura poco. Da dietro il muro della scuola spunta Usagi con gli occhi rossi di chi ha pianto e un pacchetto di fazzolettini a confermare la mia ipotesi. Non appena ci vede scappa dentro la scuola piangendo. Intorno a me vedo tanti sguardi di disprezzo e tanti mormorii che chissà quante cattiverie contengono.
"Devo andare da lei" dico a Shinchi.
Lui mi guarda e mi fa cenno di sì ma, prima di lasciarmi andare, mi lascia un bacio sulle labbra davanti a tutti. Divento totalmente bordeaux e lo guardo malissimo. Lui si fa una risatina soddisfatta e mi fa l'occhiolino. Scuoto la testa rassegnata e vado diritta nei bagni della scuola dove, proprio come immaginavo, trovo Usagi rannicchiata in un angolo a piangere. Mi avvicino piano e, quando lei alza la testa e mi nota, mi fermo un attimo cercando di pensare a cosa fare, a cosa dire.
"Senti Usagi, so che qualsiasi cosa potrei dire adesso ti sembrerà soltanto una stupidaggine ma vedi io--"
"Non c'è bisogno che ti scusi, Ran. Non ho niente con te, davvero. Avevo capito da tempo che provava qualcosa per te. L'unica persona che odio in questo momento è lui che mi ha presa in giro. E ancora di più odio me per essermi fatta soggiogare da quel suo fottuto fascino" sbraita a denti stretti per poi asciugarsi le lacrime con uno dei fazzolettini.
Il fatto che lei non mi odi mi sorprende alquanto. E' una ragazza davvero speciale e adesso capisco che era davvero innamorata di Shinichi. E credo lo sia anche adesso, pure se dice che lo odia. Le porgo una mano e l'aiuto ad alzarsi.
"Grazie Usagi, grazie davvero. Che ne dici di uscire di qui con me e fargli vedere che stai bene e che lui non ha ottenuto nulla?" dico con tono di eccitazione nella mia voce per questa sottile vendetta.
Lei sgrana gli occhi alle mie parole, credo mi stia prendendo per pazza. Io faccio spallucce e poi le sorrido di nuovo.
"Ma Ran, è il tuo ragazzo!" dice sbalordita.
"Si, quindi? Si è comportato da coglione con te, se lo merita. Allora? Ci stai?" ripropongo schiacciandole l'occhio.
Usagi mi fa un grosso sorriso e si sciacqua il volto con dell'acqua fresca per levare qualsiasi traccia di salato dal suo viso. Poi mi prende per mano e insieme andiamo in classe dove ormai si sono spostati tutti. E'assurdo, prima ero quella che aveva paura anche solo a venire a scuola e adesso sono quella che sta avendo più coraggio di tutti. Mah.
Quando entriamo in classe i nostri compagni rimangono allibbiti di fronte la scena di me e Usagi che ridiamo contente, anche se quella di Usagi è tutta una falsa. Però sono sicura di averle tirato un po' sù il morale. Shinichi mi guarda sorridendo ed io ricambio. Vedo Sonoko felice avvicinarsi a lui e dirgli qualcosa all'orecchio. Lui si gira ad ascoltarla e poi si rigira verso di me parlando ancora con lei e sorridendomi di nuovo. Chissà cosa gli avrà detto.
Guardo la mia migliore amica e vedo che mi fa un grande sorriso felice. Mi sento tanto forte con loro due accanto a me. E, alla faccia dei miei compagni, io me la sono cavata. Usagi sta un po' meglio e mi va bene così, sono felice, davvero felice.
Le lezioni vanno nel migliore dei modi e quando finiscono i ragazzi si sono già scordati di tutta questa storia. Io, Shinichi e Sonoko usciamo insieme da scuola e andiamo verso il cancello.
"Sonoko, fai strada con noi?" le propongo mentre Shinichi mi prende la mano.
"No, grazie. Non ci sto con due piccioncini. C'è la limousine che mi aspetta, cià!" saluta e corre verso la grande limousine della famiglia Suzuki che l'aspetta.
Io e Shinichi ci mettiamo a ridere e poi iniziamo a fare strada verso casa, continuando a tenerci per mano. Ogni tanto si gira a guardarmi e mi sorride ed io, di conseguenza, arrossisco. Quest'armonia mi piace da morire, però non voglio farmi la strada così in silenzio.
"Shin, che ti ha detto poco fa Sonoko?" dico curiosa.
Lui si gira in un primo momento senza capire a cosa mi riferisco, ma poi fa mente locale.
"Niente di particolare, tranquilla" risponde, ma io insisto.
Lui mi guarda e si mette a ridere indicando la mia faccia imbronciata, e attacco a ridere seguendolo. Quando smettiamo ci guardiamo negli occhi per qualche motivo e poi mi avvicino, gli metto le mani dietro il collo e lo bacio. Non credevo di avere questo coraggio però sono avida. Sono avida di lui, dei suoi baci, delle sue carezze, dei suoi abbracci. Voglio sempre di più da lui.
"Mi dici che ti ha detto?" continuo ad insistere mettendo su il broncio.
"Ah mi hai baciato per questo?" mi chiede puntandomi un dito addosso con sguardo accusatorio.
Stavolta sono io che mi metto a ridere, negando quello che lui ha appena affermato. Sto da Dio in questo momento, giuro. Potrei continuare per ore a ridere con lui e a prenderci in giro.
"Quando ti ha vista entrare con Usagi è venuta e mi ha detto che da te se lo aspettava e di tenerti stretta, che sei una persona speciale, e che faresti qualsiasi cosa per vedere stare bene gli altri. Ed io le ho detto che è per questo che ti amo" mi dice appoggiando subito le sue labbra sulle mie.
Io arrossisco ma ricambio subito il bacio. Lui sorride sulle mie labbra e poi si allontana.
"Direi che è meglio continuare a camminare, curiosona" dice prendendomi in giro.
Ha ragione a chiamarmi così perchè la mia curiosità non si è ancora frenata, per nulla. Voglio sempre sapere di più su di lui, sulla sua vita in America, sul motivo per il quale è venuto qui, vorrei capire cos'è che lo tormenta tanto. Sono talmente tante le domande che mi frullano in testa che potrei scoppiare in questo esatto momento. Ma non posso fargliele solo dopo così poco tempo.
Shinichi si ferma in mezzo alla strada guardandomi con aria interrogativa.
"Che c'è?" chiedo leggermente preoccupata dal suo comportamento.
"Che hai? Non mi dire nulla perchè capisco se c'è qualche cosa che non va. Ti ricordo che stai parlando con un detective strafamoso" dice con un accenno di superbia.
Sorrido divertita, ma poi mi ricordo di dovergli rispondere. Ma come? Non gli voglio mentire, ma devo trovare le parole giuste da utilizzare.
"Non è niente di importante, solo che vorrei farti tante di quelle domande che tu nemmeno immagini" noto subito che il tono della mia voce è un po' frustrato e mi pento di aver risposto a quella domanda.
Non volevo che apparisse come qualcosa che mi fa stare male, anche se lo è. Non voglio che per lui diventi un peso. Lo guardo un attimino in faccia e sembra di scorgere un attimo di paura attraversare come un lampo i suoi occhi. Ma subito mi sorride. Che c'è Shinichi? Cosa c'è nella tua vita di così spaventoso che non mi vuoi dire?
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