Capitolo 14
Pov's Shinichi
Non so manco io come ho avuto il coraggio di fare una cosa del genere. Questa ragazza che adesso sta qui davanti a me a scrutarmi con i suoi occhioni lilla mi ha stravolto davvero la vita. Da quando la conosco provo sentimenti che credevo non esistessero per me. E non so se sia una cosa buona oppure no. Io non so cosa cazzo ho fatto per meritarmela, ma lei è qui con me, per me. Nonostante tutte le cazzate che ho fatto, nonostante tutte le sofferenze che le ho arrecato. Non sono alla sua altezza, non la merito, eppure mi ama.
Mi odio per questo. Voglio riuscire ad essere per lei esattamente quello che lei è per me. E mi odio perchè c'è un abisso tra le cose che le ho detto e quelle che le vorrei dire. Però voglio impegnarmi al massimo. Lei è una ragazza debole, una foglia in balia del vento. Voglio insegnarle ad essere forte. Voglio insegnarle a fermarsi un attimo quando sta per mollare e a pensare al motivo per la quale ha resistito fin'ora. Le voglio insegnare a rimboccarsi le maniche e a non aver paura della fatica. Lottare e combattere, ecco.
Ma so che la farò soffrire ancora. Esattamente come ho fatto soffrire qualcuno prima di lei. Ho un passato oscuro alle spalle e un presente mostruoso. So che se le permetterò di starmi accanto la distruggerò nel peggiore dei modi. E, soprattutto, potrei esporla a dei pericoli dai quali non saprei come tirarla fuori. la sto facendo sprofondare in un baratro immenso.
Ma non riesco a stare lontano da lei, dal sul viso, dalla sua bocca, dai suoi occhi. Da tutto ciò che sono diventato con lei vicino. Ho provato ad allontanarmi ma l'ho cercata ancora, inutile negarlo. Avevo l'ansia sperando di incontrarla in mezzo alla folla, come la prima volta che l'ho vista. Avevo anche pensato di sciogliere qualsiasi legame di amicizia, ma mi sarebbe mancata la sua allegria, il suo modo di ridere a lacrime, la sua voce che mi fa stare fottutamente bene.
Però quando sono solo, di notte, in casa, sotto le coperte, nella mia mente scorre sempre la solita scena che mi investe come un tir in corsa. Lei, la ragazza che amavo, distesa sopra un'enorme pozza di sangue che si allargava sempre di più. Ricordo il rumore dello sparo. Ricordo le mie grida. Ricordo la mia furia. Ricordo tutto come fosse stato ieri. Ma, infondo, sono passati soltando alcuni mesi.
"Shin, non andartene più. Io ti voglio con me, ho bisogno di te! Di un tuo abbraccio, ho bisogno di stringerti e di dirti che sei importante, tanto importante." sussurra abbassando lo sguardo imbarazzata.
Le sue guance si tingono di un leggero rosso che la rende solamente più bella. Sorrido teneramente guardandola. La amo. Più il tempo passa e più capisco che la amo...
Vorrei tanto dirle che sto provando a lottare, ma che non so se sia giusto lottare. Sto cercando di convincermi che ne vale la pena, che potrei buttare tutto all'aria, ricominciare, e potrei non pentirmene. Solo Dio sa come sto sperando che la mia cazzo di situazione non la porti lontana da me, in tutti i sensi.
"Ran, come fai a sopportarmi? Ti ho fatto tanto male e ho paura di fartene ancora. Non puoi capire quanta cazzo di paura ho" le dico serrando i denti e i pugni per la rabbia che mi circola nella vene.
Il suo sguardo è confuso. Ovvio. Lei non sa in che cazzo di situazione mi trovo. E non deve saperlo. Finchè ne è all'oscuro posso proteggerla in qualche modo. E' caparbia, impavida, quando si tratta di prottegere qualcuno. Non voglio che senta quasta responsabilità su di me. Non voglio che si metta in pericolo per aiutarmi. Mai.
Se un giorno le nostre strade si divideranno o se non ci sopporteremo più, io avrò sempre tempo per lei. Non m'importa l'ora, può chiamarmi anche alle due di notte dopo mesi di silenzi, io gli risponderò sempre. Perchè, se mai succedesse qualcosa, lei non se ne andrà mai del tutto.
"Sopportarti? Io non ti sopporto, non ho bisogno di farlo. Tu mi vai benissimo. Io non ti sopporto, Shinichi. Io ti amo. E' tutto qui quello che provo" afferma con sguardo fiero e convinto, su di me.
E' sicura delle sue parole talmente tanto da riuscire a guardarmi. Non lo fa spesso. Adoro i suoi occhi che incontrano i miei. Lei mi sa distinguere da tutto il resto, lei ha capito il pericolo ma non ha girato l'angolo solo perchè è più facile, lei mi vuole perchè sono me stesso e, se ha me, tutto il resto non conta. Le deposito un bacio prima sulle labbra e poi sulla fronte.
"Adesso è meglio se ti accompagno a casa. Non voglio che tuo padre ti richiami" annuisce sorridendomi.
La prendo per mano e questo contatto mi infonde una sicurezza assurda. Mi sento sereno, tranquillo.
Non parliamo molto per strada. Entrambi stiamo pensando se quello che stiamo facendo è giusto. E' tutto molto confuso anche per lei, non sa se fidarsi. Invece io ho capito di amarla davvero tanto ma, allo stesso tempo, di non averne il coraggio. Perchè lei è diversa da tutte le altre con cui sono stato perchè mi rende migliore. Lei non mi permette di prenderla per il culo perchè lei mi ama davvero. Poi è bella da morire e non solo fuori. Il fatto è che lei potrebbe essere l'ultima e questo mi spaventa da morire.
Non voglio sentire mai la sua mancanza. Ricordo ancora le parole di mia madre quando mi consigliò di venire qui per distrarmi, mi disse: "Ti manca talmente tanto da non riuscire quasi a respirare". E ,con questo ricordo, nella mia mente torna di nuovo quel viso sempre sorridente, i suoi occhi castano scuro, i suoi capelli biondo cenere. Ritorna la sua voce mentre mi chiama. Il mio nome pronunciato da lei era perfetto. Poi niente. Il vuoto. Solo il rumore di quel fottuto sparo che la uccise all'istante, senza neanche darle il tempo di dire le sue ultime parole.
"Shin, siamo arrivati" dice lei che mi riporta sul pianeta terra mettendosi davanti a me.
Le sorrido grato per avermi distratto da quegli orribili pensieri. Quando sono con lei non penso mai a tutto quello che è successo. Lei è un nuovo inizio senza dolore, senza sofferenza. Quando le sto vicino mi scordo di tutto.
"Shinichi tutto bene? Mi sembri preoccupato" mi incalza cercando di comprendere la mia espressione dispersa di poco fa.
"Va sempre tutto bene quando ti sono vicino" le sussuro per poi prenderle il viso con entrambe le mani e baciarla.
Sento il suo corpo rilassarsi sotto il mio tocco. Adoro il suo modo di reagire ai miei baci. Mi separo da lei e le do la buonanotte, dopodichè torno a casa.
Appena entro mi levo subito le scarpe per indossare le ciabatte. Salgo direttamente nella mia stanza senza neanche passare in cucina, mi levo subito la giaccia e la cravatta e le appoggio sulla sedia di fronte alla scrivania. Sbottono i primi due bottoni della camicia e mi siedo sul mio lettino, stanco dei miei soliti pensieri. Prendo il cellulare sul comodino e compongo il numero di tefono di mia madre. A Los Angeles dovrebbero essere solamente le sei del mattino ma penso che sia sveglia.
"Pronto?" infatti avevo ragione.
Ha la voce ancora intorpidita dal sonno, credo si sia alzata da poco ma non di averla svegliata. Quando dorme non la svegliano neanche gli attentati terroristici.
"Mamma..."
"Tesoro!" esulta un po' felice e un po' preoccupata, non si era neanche accorta che sono io a chiamarla.
E' la solita imbranata senza di cui, però, non saprei stare.
"Tutto bene, Shin-chan? Come mai mi chiami adesso? Lì dovrebbero essere le ventitrè passate!"
"Si mamma, infatti. Volevo solamente parlare, non ti chiamo dal giorno in cui sono arrivato" ammetto un po' deluso dal mio stesso comportamento da figlio stronzo.
"Infatti, caro!" sbuffa leggermente furiosa.
"Come sta andando lì, Shin-chan? Non mi sembri molto allegro...pensi ancora e lei?"
So benissimo a chi si riferisce ma non so cosa rispondergli. Ancora la penso ma allo stesso tempo ho trovato un'altra ragazza che amo più della mia stessa vita. E' la paura che mi fotte.
"Ho conosciuto una ragazza, mamma. Si chiama Ran Mouri. E' una mia compagna di classe"
"Shinichi, smettila di giocare con le ragazze! Da quando lei è morta non sai fare altro che questo!" sbraita.
Ha ragione. Mia madre sa tutto quello che faccio e quello che sono perchè non le ho mai nascosto nulla. Anzi, non le ho mai potuto nascondere nulla dato che si è sempre accorta di tutto. Stessa cosa mio padre. Sono stati loro a farmi il biglietto per Tokyo e a iscrivermi al liceo Teitan, ovviamente chiedendolo a me prima.
"No mamma, stavolta non sto giocando. Io mi sono innamorato di lei. Però ho paura, paura di farle del male, di metterla in pericolo come con chi sappiamo noi"
Sento mia madre sospirare preoccupata. E' per questo che non la chiamo spesso. Non voglio farla preoccupare per me, per questo figlio degenere che ha. Sono una delusione in tutto. Wow...
"Shinichi, non perchè è successo una volta vuol dire che succederà ancora. E'stato soltanto un errore neanche tuo. Quegli uomini non ti cercano da quando l'hanno uccisa. E penso che non lo faranno più. Vivi la tua vita, tesoro. Se ami davvero questa ragazza e se questa ragazza ama te, allora sii felice."
Io adoro questa donna! Le mando un bacio al telefono e le chiedo di salutare anche papà, poi chiudo. Poso il cellulare di nuovo sul comodino e tiro un bel sospiro. Finisco di spogliarmi e mi metto subito sotto le coperte. Non passa molto tempo che mi addormento di nuovo esausto perchè so che quella di domani sarà una giornata pesante.
La casa della mia ragazza ha il cancello aperto. Strano, non lo tiene mai aperto. Sul terreno bagnato vedo delle tracce. Mi avvicino e mi accorgo che anche la porta è aperta. Una paura terribile mi assale, è successo qualcosa. Mi avevano avvertito, mi avevano detto che si sarebbero ripresi una rivincita. Ma Dio, non su di lei! Corro dentro casa facendo sbattere violentemente la porta al muro ed entro in ogni singola stanza chiamandola a squarciagola. Poi entro nella sua stanza e la vedo. Distesa a terra in una pozza di sangue c'è la mia Sawyer. Mi butto subito a terra da lei, terrorizzato, e le prendo il polso...non sento niente.
Nè la minima pulsione, nè il minimo battito. Prendo il suo corpo senza vita tra le mie braccia e la stringo a me. Gridando. Piangendo. I suoi capelli biondi sono macchiati dal rosso del suo stesso sangue, anche i vestiti. E adesso anche io.
Scatto a sedere subito dal letto. Sento le gocce di sudore sulla mia pelle e il mio cuore andare come una furia. Un altro incubo. Ogni notte è la stessa, non ce la faccio più. Ran, dove sei?...
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