Capitolo 10

Sonoko mi tira dentro la scuola prendendomi per mano per andare da un ragazzo che ha adocchiato mentre eravamo fuori. Lascia la presa su di me e va subito a parlare con quel ragazzo.

Io mi giro verso gli armadietti delle scarpe per andare verso il mio. Ma mi trovo davanti una scena piuttosto difficile da sostenere per la mia pancia che inizia a sentirsi pesante.

Appoggiati agli armadietti ci sono Shinichi e Usagi che parlano tenendosi per mano scambiandosi qualche bacio. Sento il thè di stamattina salire sù per lo stomaco. Il problema più grande è che sono accanto al mio di armadietto.

Non posso farmi vedere ancora debole, anzi, se proprio deve notare qualcosa allora è tutta la rabbia che ho dentro. Prendo un grande respiro e passo davanti ad entrambi e mi fermo un metro più in là, davanti al mio armadietto.

Con la coda dell'occhio noto che lui si gira a fissarmi con un'espressione incredula. Non si era neanche accorto della mia presenza finchè non gli sono passata davanti.

Usagi si separa da lui e mi viene vicino.

"Buongiorno Ran! Oggi Sonoko non è con te?" dice passandosi una mano fra i lunghi capelli azzurri.

Indifferentemente dal fatto che è la sua ragazza, Usagi è molto simpatica. Ha un po' quei modi di fare egocentrici però è anche molto amichevole. E' un'ottima compagnia. Non voglio avere problemi con lei. Quindi esco le scarpe e mi giro a guardarla.

"Buongiorno. Sonoko era con me un attimo fa ma ha visto pane per i suoi denti ed è corsa via. Sai cosa intendo" rido e mi porto una mano alla bocca.

Lui è dietro di lei che ci guarda con le mani in tasca e un'espressione seria sul volto. A differenza delle altre volte, i suoi occhi non mostrano niente, sono vuoti e mi fissano insistenti. Poi si avvicina alla sua ragazza e l'avvolge in un abbraccio da dietro, proprio davanti a me. Senza farsi alcun problema.

Tutte le parole di stamattina sono state solo enormi bugie. Mi ha presa in giro di nuovo. E, anche se stavolta ero preparata, sento comunque una piccola parte di me andare in frantumi. Forse ancora ci speravo. Forse non mi ero totalmente rassegnata.

Usagi arrossisce un po' e gli accarezza la guancia per poi spostare lo sguardo di nuovo su di me.

E' ovvio che lui voglia lei. Sono una coppia stupenda. Lui alto e muscoloso e lei piuttosto bassina e minuta ma perfetta per le braccia del detective. Oltretutto lei è favolosa. Ha dei lunghi capelli azzurri con due ciocche bianche e mossi che le cadono morbidi sulla schiena. Ha gli occhi azzurri ma non dello stesso azzurro di lui, un po' più opachi. Ma sono ugualmente favolosi.

Il naso piccolino e le labbra piccole ma carnose, e rosa. Insomma, sembra una bambola di porcellana. E lui è favoloso. Sono perfetti l'uno per l'altra sotto ogni aspetto.

"Scusalo Ran, ogni tanto gli vengono gli attacchi di dolcezza improvvisa" dice arrossendo di nuovo.

"Credo sia giusto così, se ti ama te lo deve dimostrare" dico cercando di sembrare il più convingente possibile, ma non so quanto bene mia sia riuscito.

Ho una voglia matta di andare in bagno e prendere a cazzotti la porta piangendo, fregandomene di tutto e tutti. Sta diventando difficile stare vicino a loro. Fa davvero male.

"Lo fa. Ma sono sicura che tu lo conosci molto meglio di me, d'altronde sei la sua migliore amica, no?" afferma sorridendomi di nuovo.

La guardo un po' confusa. La sua migliore amica? Allora è questo che le ha detto. Non capisco il senso di tutto questo. Che motivo aveva di dirgli una cosa del genere? Cerco di trovare una risposta guardandolo in faccia ma vedo solo i suoi occhi fissarmi e un sorriso soddisfatto. Che cazzo ci ride? E' una forma di vendetta?

Non sapendo che dire mi sto zitta ma la curiosità della mia compagna non si arresta.

"Però non sembrate molto affiatati. Non vi vedo mai insieme" afferma curiosa in attesa di una spiegazione mentre si accoccola ancora di più al petto del suo ragazzo.

Mi è anche sembrato di sentire un tocco di gelosia nella sua voce. Credo sia normale. Sto per risponderle dicendole che in realtà ultimamente non parliamo molto ma lui mi precede.

"Tesoro, è la mia migliore amica ma infondo ci conosciamo da non molto. La definisco tale perchè, a causa di varie circostaze, abbiamo legato molto. Lei mi conosce bene. E comunque cosa ti aspettavi? Abbracci, baci e carezze? Sei tu l'unica persona a cui li faccio" le dice dandole un bacio sulla guancia.

Lei sembra essere contenta della sua risposta e mi sorride. Al contrario, a me le sue parole feriscono tanto. Ma ha solamente detto la verità. Certe cose le può fare solo a lei per il semplice motivo che lei è la sua fidanzata mentre io sono solo un'amica.

"Se non vi dispiace adesso entro in classe e vado a cercare Sonoko"

Li saluto e me ne vado via. Ma non in classe, in bagno. A fare essattamente quello che avevo intenzione di fare.

Fortunatamente non c'è nessuno che mi sente o potrebbero pensare che mi faccio di qualche tipo di sostanza stupefacente. Esco dal bagno, mi lavo il viso e vado mi diriggo verso la mia classe.

Ma mi sento tirare da qualcuno dentro l'armadietto degli strumenti per le pulizie. La torcia di un cellulare si accende e riesco a distinguere i tratti del suo viso. I suoi occhi azzurri risultano più chiari con questa luce.

Divento notevolmente rossa dato che sono attaccata a lui in uno spazio di neanche un metro quadrato. Lo guardo con aria di sfida in faccia e poi faccio per uscire dall'armadio. Ma lui mi afferra dalla vita e mi immobilizza.

"Hai pianto" afferma con molta sicurezza.

"Non è vero" ribatto a bassa voce a causa della mancanza di aria in un luogo così ristretto.

Tengo lo sguardo basso per proteggermi dai suoi occhi e per nascondere le ciglia umide ma lui mi solleva il volto da sotto il mento.

"Davvero credi di ingannare il grande Shinichi Kudo?" mi stuzzica lui dandosi delle arie da stupido detective.

"Sei soltanto un bastardo egocentrico che non fa altro che prendere per il culo una povera ragazza innamorata di lui" sbraito severa e pungente.

Con un gesto rapido mi libero il viso dalla sua mano e soffermo i miei occhi sulle sue labbra perfette. Sento le gote accaldate e dai suoi ridolini capisco che deve aver notato anche lui il rossore sul mio volto.

"Ti riferisci a lei oppure a te, Ran?" mi accarezza il viso e vedo i suoi denti mordere le sue labbra che diventano biancastre.

"Tu mi fai schifo. Non potrei mai innamorarmi di un essere viscido come te!" alzo leggermente la voce.

Lui di tutta risposta fa un sorriso divertito strizzando gli occhi e poi riporta lo sguardo su di me.

"Mi stai fissando le labbra, Ran. Te ne sei accorta?" dice sicuro di sè facendomi diventare un peperone.

Ha capito benissimo che sono timida e che arrossisco facilmente e lui continua a fare il bastardo. E' uno stronzo. Dove pensa di arrivare facendo così? Adesso mi sta davvero facendo incazzare!

"Se non mi fai uscire giuro che mi metto a fare gr--"

Non faccio in tempo a finire la frase che tutti i miei pensieri e il mio cervello stesso vanno a puttane mentre il mio cuore esplode nel mio petto insieme al sangue che vivace e caldo si pietrifica nelle mie vene.

E nulla, arrivo in paradiso. Finalmente, le sue labbra sono sulle mie.

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