Capitolo 8

Apro gli occhi, una forte luce che entra dalla finestra mi abbaglia e mi giro dal lato opposto. Vedo muri bianchi e mi accorgo di avere una flebo attaccata al braccio, credo di essere in ospedale. Faccio mente locale e cerco di capire cosa è successo, la prima cosa che vedo è il suo volto con un'espressione sconvolta, i suoi occhi azzurri invasi dal panico, poi vedo la pistola che tiene fra le mani e mi torna tutto in mente. Sento le lacrime rigare la mie guance e mi porto una mano davanti agli occhi, inizio a singhiozzare senza riuscire a smettere. Sento qualcuno abbracciarmi, è l'odore inconfondibile di Miwako che mi stringe sempre più forte. Ricambio l'abbraccio e verso tutto quanto il mio dolore sulle sue spalle. Non mi piace fare così, ma da sola non riesco a cavarmela proprio adesso. Non mi stacco da lei per più di dieci minuti, poi entra Takagi che mi porta la colazione. Miwako mi passa un fazzolettino con cui mi pulisco il volto dal sale lasciato dalle lacrime e mi invita a prendere il cornetto, ma non ho voglia di mangiare.

<<Ran, le energie ti servono, dai tesoro>> mi prega ancora un po'. 

<<Scusatemi non ne ho voglia...>> ribatto con un tono molto più afflitto di quello che volevo che uscisse.

Vedo i due scambiarsi occhiate preoccupate, poi l'investigatrice Sato mi prende per mano e me la stringe.

<<Ran, non posso neanche lontanamente immaginare come ti possa sentire dopo quello che hai visto ieri, ma sicuramente stai provando un dolore allucinante e una delusione senza eguali, però, e te lo dico da amica non da collega, devi farti forza e devi farlo per la tua bambina>> dice, cercando in tutti i modi di trovare le parole giuste per farmi capire che devo riprendermi.

Il problema è che tutto quello che io ho fatto nella mia vita dopo la sua "morte", l'ho fatto per liberarmi dai miei terribili sensi di colpa e per vendicarmi di coloro che me l'avevano portato via. Ho costruito la mia vita su questo pilastro, ho fatto tutto in funzione di ciò. Ma, dopo ieri, ho scoperto che tutto è stato inutile, che in realtà è vivo e che mi ha mentito solo per diventare un criminale all'interno di un'organizzazione criminale internazionale. Che senso ha più la mia vita? Datemi una risposta, vi prego.

<<Ran - richiama la mia attenzione Takagi - ovviamente anche l'FBI è stata messa al corrente della tua storia, adesso sanno chi era la persona di cui parlavi. Non abbiamo potuto nasconderlo, sei svenuta davanti a tutti>> spiega il mio collega, sentendosi un po' in colpa per aver tradito il mio segreto.

Non sono assolutamente arrabbiata con lui per aver detto tutto, non poteva fare altrimenti. E' un ottimo poliziotto e ha svolto bene il suo lavoro. Oltretutto Jodie conosce Shinichi quindi sono sicura che, in un modo o in un altro, sarebbe sicuramente venuta a sapere di lui. Qualcuno bussa alla porta della stanza d'ospedale e, proprio mentre parli del diavolo, ecco Jodie Starling arrivare. Mi viene vicino e mi saluta, per poi sedersi in una sedia accanto a Miwako.

<<Come stai Ran? Mi hanno raccontato cos'è successo, mi dispiace davvero tanto. Non sapevo assolutamente della sua presenza all'interno dell'organizzazione o non ti avremmo mai chiamata>> si scusa e china il capo.

So benissimo che l'FBI era all'oscuro di tutto, la colpa di tutto questo non deve cadere su nessun altro se non su di me. Sono stata io ad essere stupida, a fidarmi della parole di un ragazzo per poi essere brutalmente ingannata e tradita per interi anni. Se ci penso vengo invasa da un'incredibile odio contaminato da un'infinita sofferenza interiore, quello che ti logora dentro fino a distruggerti del tutto. 

<<Mi dispiace farti questa domanda proprio adesso, Ran - dice Jodie scusandosi nuovamente - ma James ha bisogno di sapere che intenzioni hai, te la senti di continuare a lavorare a questo caso anche con il rischio di incontrarlo di nuovo?>> chiede infine.

Ed ecco che arriva la domanda da un milione di dollari. Fra i due sposi vedo di nuovo delle occhiate complici e ansiose della mia risposta. Wataru si mette dietro la moglie e con una mano le stringe la sua, mentre l'altra la appoggia sulla sua spalla. Forse anche io e Shinichi potevamo essere una coppia proprio come loro, forse potevamo esserlo se lui non avesse deciso di illudermi in modo così crudele. Vorrei solamente avere una spiegazioni di tutto questo, vorrei capire dove stava la necessità di mentirmi. Avrei preferito di gran lunga essere lasciata e basta, perché inventare una finta morte? Il problema più grande è che io non riesco a non provare per lui qualcosa di forte. Io non lo amo più, ma lui resta comunque l'amore della mia vita, la persona che ho amato di più. Solo che dopo averlo conosciuto e amato, ho smesso di sentirne la mancanza. Sarà stato perché avevo bisogno di farmi forte, o perché volevo stare bene ed essere felice. Fatto sta che resta e resterà l'amore della mia vita. Mi sento una fottuta cogliona solo a dire questo perché non lo merita neanche un po', ma ieri, quando l'ho rivisto, mi sono smontata, ho cambiato occhi e cuore, sono ritornata la stessa di undici anni fa; è durato solo un attimo perché io, e neppure lui, possiamo più permetterci noi. Ho sentito la mancanza dell'incoerenza, delle lotte, delle ostinazioni: io, con lui e per lui, potevo sopportare tutto. Se devo descrivere l'amore parlo del padre di mia figlia; ma se mi chiedessero di descrivere qualcosa che vada oltre l'amore, io parlerei di Shinichi perché lui resiste nonostante siano passati undici anni e nonostante ieri. Infine, è necessario che mi contraddica da sola, perché io lo amo tutt'ora come se il tempo si fosse fermato a quell'anno di liceo. 

E' proprio per questo che non posso permettere di lasciarmelo scappare. Se la mia vita è stata fondata su tutto ciò che lo riguarda, allora è su di esso che continuerà e giuro su me stessa che riuscirò a catturarlo e a guardarlo negli occhi un'ultima volta. 

<<Continuerò a partecipare a questo caso anche a costo della vita, quegli uomini vanno fermati indipendentemente dalla presenza di Shinichi o meno. Durante il lavoro non bisogno farsi influenzare dalla vita personale>> rispondo fiera.

Jodie sorride e si congratula con me per la mia forza, stessa cosa fa Takagi. Ma negli occhi di Miwako vedo una profonda preoccupazione, anche se non capisco da cosa è provocata. Le sorrido sperando di tranquillizzarla e sembro riuscirci  poiché lei mi rimanda un sorriso enorme. Le lacrime le sento solo dentro in questo momento...

<<Jodie, quali saranno i nostri prossimi obiettivi?>> chiedo.

<<Fortunatamente i nostri agenti sotto copertura c'hanno fornito una serie di luoghi in cui opera l'organizzazione. Il nostro obbiettivo sarà quello di stanarli uno per uno sperando di trovare qualcosa di utile. Purtroppo ieri siamo riusciti ad arrestarne solo tre che adesso si trovano in centrale per degli interrogatori, poi verranno spediti dritti in carcere>> mi spiega.

Adesso che ci penso, poi ieri che è successo dopo che sono svenuta?

<<Posso sapere cosa è successo ieri quando ho perso i sensi?>> 

<<Oh niente cara - mi risponde Miwako - ho chiamato subito Wataru per farmi dare una mano a portarti via di lì. Nel frattempo gli uomini in nero sono fuggiti eccetto i tre che ha nominato l'agente Starling>> 

Bene, adesso resta da chiarire solamente un'ultima cosa se questo progetto vuole continuare con la mia presenza.

<<Ho solo un favore da chiedervi - dico attirando l'ascolto di tutti coloro che mi stanno intorno - Shinichi dovrà essere catturato per forza, nessun tipo di trattamento gli deve essere riservato e, per favore, dovrò essere io a occuparmi della sua cattura>>

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