Capitolo 6

Alla faccia dell'hotel! Praticamente c'hai un appartamento, non una stanza. C'è un soggiorno che è praticamente enorme, il bagno che ha sia vasca che doccia e la stanza da letto che Trump levate proprio. Beh, devo dire che l'FBI è stata piuttosto generosa, d'altronde dobbiamo restare qui per chissà quanto tempo. Ho già sistemato le valigie e mandato quel messaggio a Manami. E' inutile chiamarla adesso, se qui sono le nove di sera, lì saranno le otto del mattino e mia madre la starà portando già a scuola. L'importante è aver fatto sapere loro che sto bene e che sono in un posto più che accogliente. Apro l'armadio e mi prendo un paio di leggins e una camicetta lunga a righe che cade morbida sul corpo, e vado a farmi una doccia. Faccio in fretta e mi rivesto, poi sento suonare alla porta. Lego i capelli ancora bagnati in uno chignon e vado ad aprire. Trovo Eisuke con in mano una busta e un sorriso a trentadue denti. Lo saluto e lo faccio accomodare in soggiorno in cui c'è anche un grande tavolo su cui poter mangiare. Appoggia le buste sul tavole e si siede.

<<Che hai portato?>> chiedo, sedendomi vicini a lui.

<<Sushi! Sono passato a comprare cibo giapponese, spero non ti dispiaccia. Volevo metterti a tuo agio anche lontano da casa>> dice, passandosi una mano fra i capelli imbarazzato.

Faccio un sorrisino divertito e lo ringrazio di vero cuore per la cena. Mi alzo per cercare delle tovaglie, che trovo facilmente in un mobile vicino al tavolo, e apparecchio. Il problema è che non ho né piatti né bacchette o bicchieri. In stanza non c'è niente di tutto ciò perché, ovviamente, il cibo dovrebbe essere portato in camera sotto ordinazione.

<<Eisuke, devo chiamare il servizio in camera lo stesso. Non ho i piatti e i bicchieri, e neanche qualcosa da bere>> dico con un po' di vergogna, come se fosse casa mia.

<<Tranquilla, ho pensato a tutto io. Dobbiamo solo mettere la tovaglia!>> esulta allegro.

Menomale che c'ha pensato lui, sinceramente mi seccavo a chiamare il servizio in camera e prendere i soldi per la mancia. Almeno stasera me la cavo così. Eisuke mi da una mano e apparecchiamo in pochissimo tempo, poi ci sediamo e iniziamo a mangiare. Devo dire che sono tutte cose molto buone, come se fatte in casa. Ha perfino portato il vino, non potrei volere di meglio. Appena finiamo mi da una mano a sparecchiare e ci sediamo sul divano a fare due chiacchiere.

<<Quindi Eisuke, che mi racconti? Non ci vediamo da undici anni dopo tutto! Come mai sei entrato nell'FBI? Sinceramente pensavo volessi entrare nella CIA>> ammetto curiosa del motivo che l'ha portato a cambiare idea.

<<Beh a causa della mia sbadataggine non ho superato alcune prove e non sono stato ammesso. Fortunatamente ho ritentato con l'FBI e ci sono riuscito. Non è quello che avrei voluto fare, ma il mio obiettivo era l'organizzazione degli uomini in nero per vendicare la morte di mio padre e alla fine mi sto proprio occupando di questo, quindi va bene così>> mi spiega, abbastanza sicuro di sé e della sua scelta. 

Non sapevo che il padre di Eisuke fosse stato ucciso dagli uomini in nero, mi dispiace davvero tanto. Ma almeno ciò che ci ha spinto a scegliere il nostro mestiere è una cosa che abbiamo in comune, lui per suo padre, io per la persona che amavo. Li distruggeremo prima o poi, giuro.

<<Capisco. E della tua vita che mi racconti? Sposato? Fidanzato?>> chiedo ancora molto curiosa.

Eisuke era innamorato di me, ma chissà come sarà andata la sua vita sentimentale dopo. Lo conobbi prima di conoscere Shinichi, ma era ancora in classe con noi quando arrivò anche lui. Non si parlarono mai, almeno non credo. Venni a sapere da Sonoko che Eisuke voleva portarmi con sé qui negli Stati Uniti, ma quando si diffuse la notizia che io e Shinichi stavamo insieme, abbandonò quest'idea. Partì qualche settimana dopo che io e Shinichi ci misimo insieme. Prima di partire mi augurò buona fortuna con lui, nonostante il detective fosse il suo rivale.

<<Sposato o fidanzato? E dove lo trovavo il tempo di cercarmi una ragazza? Sono entrato quest'anno nell'FBI poiché si devono avere almeno ventotto anni, che io ho compiuto quest'anno. Però spero di riuscire a trovare la mia anima gemella ahahah. Tu invece? Ancora con Shinichi?>> mi chiede, senza sapere di stare sparando un proiettile.

Abbasso lo sguardo e sorrido, ovviamente Eisuke non può sapere di Shinichi e non era con noi dentro la sala riunioni mentre parlavamo, sennò sono sicura che avrebbe capito che mi riferivo a lui. Beh non posso tenerlo nascosto a lui, sono sicura che non lo dirà agli altri agenti.

<<Shinichi è morto undici anni fa, Eisuke>> rivelo con la voce tremante. Mi succede ogni volta che dico della sua morta a qualcuno, come se ancora non ci volessi credere, e ogni volta provo lo stesso dolore.

Guardo in faccia il mio vecchio amico, il suo sguardo si perde nel vuoto e subito porta una mano davanti la bocca. Si alza dalla sedia e mi viene subito ad abbracciare.

<<Oddio scusami Ran! Ecco di cosa parlava Jodie oggi, è stato ucciso dall'organizzazione...adesso capisco>> 

Giusto, la professoressa Starling ha nominato la morta di una persona collegata a undici anni fa. Beh almeno mi evito dolorose spiegazione, anche se non tutte purtroppo.

<<Eisuke, i tuoi colleghi non devono sapere che si tratta di Shinichi, chiaro?>> 

Mi fa cenno di sì, e gli do la mia totale fiducia. Spero solo non la tradisca. Eisuke torna a sedersi e sta in silenzio, cercando di non fare domande che mi facciano male. Tocca a me dare della spiegazioni, anche se superficiali.

<<Shinichi era ricercato dall'organizzazione, e lui voleva catturarli a tutti i costi perché gli avevano portato via Sawyer, la ragazza che amava. Quando ci misimo insieme lo minacciarono di farmi fuori, così lui decise di allontanarmi per non farmi correre rischi. Non potendo più uccidere me, uccisero direttamente lui. E' stata colpa mia, adesso che sono qui posso finalmente riscattare le mie colpe>> sospiro, stanca ormai di tutta questa storia che mi pesa sulle spalle da anni.

<<Ran, non è assolutamente colpa tua. Shinichi ha deciso di proteggerti e di tenerti al sicuro. Dicendo che è colpa tua, renderai vana la sua morte>> mi rimprovera con sguardo accusatore.

E' la prima volta che qualcuno mi fa notare qualcosa del genere e che, al posto di consolarmi, mi rimprovera per i miei sensi di colpa. La cosa più buffa è che mi dovrebbe dare fastidio, ma in realtà mi rende solo contenta. Meritavo una bella strigliata, anche se non basterà questo per far passare i miei sensi di colpa.

<<Grazie davvero, Eisuke. Per me conta molta quello che hai detto>> gli sorrido e lui ricambia.

<<Invece di bello che è successo in questi anni?>> mi chiede poi, sperando che qualcosa di bello ci sia stato.

<<Sono diventata mamma>> dico poi fiera di me stessa e sorrido, rimandando un pensiero alla mia bambina che mi manca da morire.

In questo momento sarà a scuola e più tardi andrà a giocare a calcio. Già, ho voluto iscriverla lì per evitare di farle fare sempre le solite cose come danza o piscina. E poi volevo che una parte di lei mi ricordasse Shinichi, anche se non è sua figlia.

<<Mamma?! - esclama preso alla sprovvista - Quindi sei sposata!>>

<<Assolutamente no - rispondo ridendo - non sono sposata, è nata da una relazione che ho avuto sei anni fa con un uomo. Lui non sa di avere una famiglia perché l'ho lasciato prima di scoprire di essere incinta e non gliel'ho detto. Sai, stavo ancora male per Shinichi e non volevo essere legata a nessuno...tutt'ora è così...>> dico un po' rammaricata. 

<<Sono sicura sia una bellissima bambina, posso chiederti qual è il suo nome?>> 

<<Manami, ti piace?>> 

<<E' bellissimo. Mi piacerebbe vederla, hai una sua foto?>> domanda.

Mi alzo e prendo il mio cellulare che stava sotto carica nella stanza da letto. Mi siedo di nuovo e apro la galleria del cellulare per mostrargli una foto della bambina. La osserva bene e poi sorride.

<<E' davvero molto bella, ma devo dire che non ti somiglia molto Ran ahahah>>  ammette ridendo.

<<Finalmente qualcuno che è d'accordo con me - noto, facendomi una risata - solitamente mi dicono tutti il contrario, forse perché non hanno visto suo padre per molto tempo, ma è la sua fotocopia. Questa bambina è la gioia della mia vita>> 

<<Ci credo>> sorride.

Ci mettiamo a parlare di qualche altra piccola cosa qui e lì e poi ci salutiamo. Entro in bagno per mettermi in pigiama e accendo la tv, mi ficco sotto le coperte e, stanca, mi addormento.

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