Capitolo 17
Circa mezz'ora dopo la telefonata, gli agenti dell'FBI con Sato e Takagi sono arrivati in aeroporto. Siamo subito andati nella sede dell'FBI a Los Angeles e abbiamo occupata la loro sala riunioni. Devo dire che sono tutti molto cordiali e collaborativi quando ci sono emergenze. Black si siede a capo tavola e subito inizia a spiegarci tutto. Avevo chiesto prima a Sato, ma mi ha detto che sa solo quello che mi ha detto al cellulare.
<<Allora, come vi ho già detto, stasera ci sarà un attacco all'università per rubare un farmaco sperimentale. Purtroppo non sappiamo per quale motivo e che utilizzo debbano farne. Detto ciò, siamo stati informati da uno dei nostri infiltrati e abbiamo informato l'università, facendo in modo che nessuno dei guardiani notturni si trovi lì, non vogliamo che vengano messe a rischio delle vite. L'obiettivo è sempre quello, catturarli! Prenderne la maggior parte e farli ridurre a pochi numeri, finché non troveremo qualcuno disposto a dirci il nome del boss. Dunque, ci vedremo tutti intorno a mezzanotte, è a quell'ora che dovrebbero attaccare. Signori, adesso andate a sistemarmi e a rifornivi di quello che vi serve>> conclude le spiegazioni ed esce dalla stanza.
Io non devo andare a rifornirmi di niente, tanto i giubbotti antiproiettile sono i nostri e le punizioni della mia pistola sono al completo. Alla mezzanotte manca solo un'ora, fra poco gli agenti saranno tornati e noi saliremo subito sulle macchina per raggiungere l'università. Lui sarà lì, me lo sento. Non so perché, ma, come ho già detto, credo sia un pezzo forte dentro l'organizzazione, uno di quelli che ha maggiori poteri. Adesso che ci penso, credo che Hayato arriverà nella mattinate, quindi domani intorno alle undici dovrei già avere notizie, ammesso che io sia ancora viva dopo questa notte.
Sento una mano sulla spalla e mi trovo Sato dietro.
<<Dobbiamo andare, l'università dista un po'. Ran, devi prenderlo a tutti i costi, chiaro?>> dice lei, stringendo il pugno davanti a me.
Faccio un sorriso soddisfatto, stringo il pugno pure io e le assicuro che lo prenderò senza alcun dubbio. Andiamo verso l'uscita e saliamo sulle macchine. Ho un'ansia terribile, la prima volta ero agitata, ma anche determinata a catturare quei criminali, ma desso che so di Shinichi, mi sento terribilmente insicura. Ho detto all'FBI che potevo continuare senza alcun problema, ma ho la fottuta paura di avere un crollo non appena me lo trovo davanti. E a quel punto? E se mi sparasse? Ormai apparteniamo a due mondi diversi, io faccio parte degli angeli, lui è passata dalla parte dei demoni e, come si è sempre saputo, un angelo e un demone non possono assolutamente stare insieme. Qualsiasi cosa succederà, noi non ci apparteniamo più. Ha ragione Sonoko, devo solamente riuscire ad accettarlo.
Quando arriviamo ci appostiamo subito, pronti a fare irruzione. L'organizzazione dovrebbe essere già lì dentro, dobbiamo entrare e arrestarli. Sembra facile a parole, giusto? Eisuke che guida tutta quanta l'operazione, si mette in testa e, dopo qualche minuto, fa segnale per accedere dentro e, come dei serpenti che strisciano, facciamo irruzione senza fare alcun rumore. Come da copione, Eisuke divide la squadra in due parti: una parte va diritta verso il laboratorio di ricerca medico, l'altra, invece, va a ispezionare le altre aree dell'università per assicurarsi che non siano nascosti anche in altri posti. Io vengo messa fra coloro che vanno nel laboratorio, Sato e Takagi, invece, finiscono dall'altra parte. Mi sento ancora più agitata senza loro. Procediamo a passi felpati e appena arriviamo davanti l'ingresso, Akai fa il conto alla rovescia con le mani e subito si scatena l'inferno. Irrompiamo dentro al laboratorio pronti a fare fuoco, ma, con nostra grande incredulità, non c'è nessuno. Poi, dal nulla, sentiamo partire dei colpi di pistola.
<<C'hanno scoperto, sapevano che li avremmo attaccati stanotte e si sono nascosti nelle altre aule. L'altra squadra è troppo piccola per fronteggiarli tutti, dobbiamo aiutarli!>> grida Eisuke che subito ci fa cenno di seguirlo.
Corriamo per i corridoi più in fretta che possiamo, mentre continuiamo a sentire un grande frastuono e colpi di pistola venire dalle altre aule, colpi che si fanno sempre più forti. Spero solo che Miwako e Wataru stiano bene, sono davvero preoccupata. C'è anche Shinichi con loro, chissà se li avrà riconosciuti. Anche se fosse, sicuramente non li porterebbe in salvo. Correndo, passo davanti ad un corridoio e vedo una figura alquanto agile correre di lì, non sembra uno dei nostri, è un uomo dell'organizzazione. L'uomo scompare infondo al corridoio, ma sono sicura di avergli visto qualcosa nella mani, forse il farmaco. La mia coscienza da poliziotto mi dice di andarlo a fermare, ma il mio cuore mi dice di andare da Shinichi. Questa potrebbe essere l'ultima opportunità che ho per prenderlo. "Lui non tornerà mai" mi vengono in mente le parole di Sonoko. Non posso mandare a monte l'operazione solo per Shinichi e, in questo modo, aiutare l'organizzazione a rubare quel farmaco. Non posso proprio. Con il pianto nel cuore, devio strada e inizio a correre dietro all'uomo che subito rivedo, mentre continua a girare per i corridoi. Corro il più veloce che posso e mi ficco nella stanza in cui si è infilato lui, lo vedo mentre sta per buttarsi giù dalla finestra per scappare. Prontamente, sparo alla finestra che si chiude all'istante, lasciandolo bloccato dentro. Non ha più da dove scappare, la finestra è bloccata ed io sono davanti la porta, dovrà passare sopra il mio cadavere, anche se non penso che per lui sarà un problema.
<<Dammi quello che hai in mano, non hai più via d'uscita. Se provi a spararmi ti uccido, brutto pezzo di merda>> lo minaccio.
L'uomo appena sente la mia voce si gira e rimane a fissarmi.
<<Shinichi...>> e la mia voce sembra perdersi nel nulla.
Migliaia di pensieri mi invadono la mente, per un attimo mi sento mancare, ma poi, come a sentire tutta quanta la rabbia che mi scorre nelle vene, torno lucida, impugno forte la pistola e gliela punto contro.
<<Dammi. Quello. Che. Hai. In. Mano. Chiaro? Non lo ripeterò due volte>> sbraito a denti stretti.
In realtà, sto tremando tutta, dalle gambe fino alla punta dei capelli, gli occhi mi si stanno appannando. Porca la miseria, lo avrò l'orgoglio, no? Non piangerò mai di fronte a lui, non gli darò questa soddisfazione. MAI.
<<Ran...ti prego, vai via da qui>> sussurra con la testa bassa e la voce tremante.
Le sue parole e, soprattutto, il suo tono di voce, mi colgono totalmente alla sprovvista. Perché ha quella voce così triste? Forse lui...NO. Mi sta ingannando, di nuovo. Sta cercando di rendermi tutto più difficile. E' stato lui a dire agli uomini in nero che saremmo venuti noi, l'ha capito quando mi ha vista. Ha capito qual era il nostro piano...è tutta colpa mia. E' solo un grandissimo bastardo.
<<Ti ho detto di darmi quella cazzo di valigetta che hai in mano!>> grido.
Solleva lo sguardo e finalmente mi guarda, i suoi occhi sono carichi di quell'azzurro, però sembrano spenti, brillano di meno.
<<Ti ho detto di andare via Ran, ti prego. Lo sto dicendo per il tuo bene, vai via!>> e inizia a gridare pure lui.
<<Andare via?! Non lo farò mai! Io non sono come te! Io non scappo! Ti rendi conto di tutte le persone che hai fatto stare male?!? I tuoi genitori, Shinichi, hanno passato l'inferno! SEI SOLO UNO SCHIFOSO PEZZO DI MERDA!>> e grido, grido a più non posso mentre le mie lacrime scendono giù per il mio viso e mi si gonfiano le vene nella gola.
<<Scusami, Ran>> lo vedo fare un giro e dare un calcio alla finestra che si spacca in mille pezzi. Sta scappando!
<<Noooo!>> e, senza pensarci troppo, gli sparo.
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