Capitolo 16
Sono passati dieci minuti da quando Yusaku mi ha accompagnata in aeroporto. Per la partenza mancano ancora cinquanta minuti circa. Devo dire che l'incontro con Yusaku e Yukiko è andato al quanto bene, non mi aspettavo di vederli stare così male. Anzi, pensavo che sapessero del figlio. Ha tradito pure loro, i suoi genitori, le persone che l'hanno cresciuto e che gli hanno dato tutto l'affetto e la saggezza che possiedono. Una madre e un padre d'oro...e lui si è nascosto per undici anni e, per giunta, è entrato a far parte dell'organizzazione degli uomini in nero. Più passa il tempo e più dovrei riuscire ad odiarlo, ma non è così. Provo tanto disprezzo per lui, tanta rabbia e tanta delusione, ma non riesco ad odiarlo perché una maledettissima parte di me spera ancora che ci sia una spiegazione a tutto questo, esattamente come lo spera Yusaku.
Sento la mia borsa vibrare, la apro e vedo che ho una chiamata in corso da parte di Sonoko, sicuramente mi dovrà raccontare la reazione di Manami quando le ha detto di Hayato. Spero solo che la bambina non se la risenta con me per non averglielo detto di persona, vediamo.
<<Pronto?>>
<<Ran! Ti ho chiamato per la faccenda della bambina>> mi informa.
<<Si si, lo avevo immaginato. Dunque? L'ha accettato tranquillamente? Ti prego, dimmi che non si è arrabbiata con me. Mi dispiace non poter essere lì con lei in un momento così importante>> sbuffo dispiaciuta.
<<No, tranquilla, non c'è nulla per cui preoccuparsi. Ho detto a Manami che avevi incontrato il suo papà e che adesso la sarebbe venuta a trovare. Le ho spiegato anche che tu non glielo avevi potuto dire di persona per mancanza di tempo e che ti manca tantissimo>>
Sonoko ha il vizio di raccontare tutto nei minimi dettagli e ogni volta per arrivare al succo del discorso ci mette un'eternità. Già che io c'ho l'ansia...
<<Sonoko! - la interrompo dalla sua parlantina frenetica - Mi vuoi dire adesso come ha reagito Manami, per favore?>> sbuffo infastidita stavolta.
<<Ehm si scusa...dunque, Manami mi ha fatto duecento domande sul padre ed io le ho detto ciò che sapevo. Sapeva che avrei dovuto chiamarti e mi ha raccomandato di dirti di stare tranquilla perché lei è davvero contenta di conoscere il suo papà. Te l'avrei passata al cellulare, ma è già andata a letto perché voleva che il tempo passasse veloce per vedere il padre. Ran, le hai fatto una sorpresa meravigliosa, so che ti è costato tanto, ma per quella bambina è davvero importante conoscere il padre. Non potevi prendere decisione più giusta, fidati>> dice infine per rassicurarmi.
<<Lo so, Sonoko. Questa forse è una delle poche scelte giuste che ho fatto dopo che la mia vita è andata a farsi benedire>>
Già, l'ho già detto e l'ho ripeto, sono convinta che far conoscere Hayato a Manami sia stata una cosa ottima. L'amore di un padre è una cosa bellissima, soprattutto se quel padre è Hayato che ha un cuore d'oro e farà felice la mia piccolina.
<<Smettila vah! Piuttosto, con Shinichi com'è finita?>>
A banane è finita. Questa sarebbe proprio la risposta esatta. Non è proprio iniziata, come dovrebbe finire? Ho una voglia matta di mettermelo sotto i piedi e ballargli sulla pancia!
<<A niente Sonoko, proprio a niente. Oggi sono stata dai suoi genitori...quei poverini non sapevano niente, o meglio, sapevano che era vivo, ma non tutto il resto. Non si fa sentire da loro da undici anni, figurati che avevano iniziato a crederlo morto. Mi hanno chiesto scusa quasi in ginocchio per avermi mentito. Ho visto una sofferenza tale nei loro occhi che mi si è spezzato il cuore...>> dico frustrata.
<<E tu che ne pensi di tutto questo?>>
<<Penso che dovrei odiarlo a morte per tutto il dolore che ha causato, ma non ci riesco. Non riesco ad odiarlo e non so perché...>>
<<Ran, devi capire che lui non torna, anche se fa male lo devi accettare. Non ha senso tutto quello che hai fatto per lui perché, probabilmente, lui se n'è sempre fottuto. Devi capire che piangere per lui non serve ad un cazzo perché lui è andato avanti e anche tu devi farlo. Lo so che fa male e che, quando lo pensi, ti bruciano ancora gli occhi e ti viene un nodo alla gola, a tutti succede, ma non puoi continuare a stare così male, adesso basta Ran. Lui non ritornerà mai>>
La mia vista si oscura e sento le lacrime venire giù. Mi ha appena chiesto di non piangere ed io sto facendo esattamente il contrario. E non posso dire che sto piangendo per le sue parole, no. Sto piangendo perché, mentre lei parlava, io rivedevo quei pochi mesi al liceo, la volta in cui mi tirò dentro l'armadietto per baciarmi. Mi ricordo le guerre che ci siamo fatti contro, soprattutto quando è arrivata Usagi. Però, in tutto quel casino, c'erano dei sentimenti veri (almeno da parte mia) e il solo pensare che era tutto falso mi fa stare uno schifo. Tuttavia, se penso con la testa della me di undici anni fa, sono certa che Shinichi mi amasse davvero. Ho paura di essere solo una stupida.
Asciugo subito le lacrime senza fare capire niente a Sonoko e chiudo subito la telefonata. Ho bisogno di stare da sola e non voglio che Sonoko si preoccupi, soprattutto adesso che la bambina deve incontrare il padre. Non vedo l'ora di avere notizie da Hayato. Faccio per posare il cellulare nello zaino, ma ecco che questo riprende subito a squillare.
<<Pronto?>>
<<Ran, sono Miwako. Dove sei?!>> chiede. Sembra avere un tono allarmato.
<<Sono in aeroporto, sto per prendere il volo e tornare a casa, perché? Tutto apposto, Miwako>> chiedo abbastanza preoccupata.
<<Perfetto, aspettaci lì, fra poco atterreremo con l'aereo privato dell'FBI sulla pista. Stasera l'organizzazione farà un attacco a sorpresa all'università di Los Angeles per rubare una formula sperimentale di medicina. Stiamo arrivando!>> e chiude la telefonata.
Un momento, l'organizzazione a Los Angeles? Questo significa che se ci sarà Shinichi, allora potrò fermarlo.
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