Capitolo 15
Emma
«Hai intenzione di lanciarmi un altro libro? No, perché hai uno sguardo assassino» mi chiese Blake divertito, mentre digitava il numero della pizzeria.
«Sarei tentata, ma... no» risposi acida, dirigendomi verso la cucina. Mi sedetti sullo sgabello e controllai i messaggi che avevo ricevuto.
«Guarda che stavo scherzando, il tuo Paese è uno dei più belli al mondo» aggiunse, venendomi dietro.
La scintilla di sincerità nei suoi occhi mi fece sentire un po' in colpa. In fondo, non aveva fatto nulla di grave da meritarsi un atteggiamento così astioso da parte mia. Ma la provocazione restava l'unico modo per evitare situazioni complicate come l'abbraccio di poco prima. Il problema non erano i ragazzi, così aveva detto Ethan, quindi trascorrere del tempo con Blake non doveva costituire un pericolo. Allora perché mi sentivo così vulnerabile da temere anche un gesto amichevole come un abbraccio?
Mi premetti una mano sul petto, strofinando forte per cancellare le emozioni che mi stavano spremendo il cuore come un limone, quando mi accorsi che i messaggi erano di Alessio. Tutte le volte che mi illudevo di essermi finalmente liberata dall'ossessione per lui, succedeva qualcosa che mi faceva sprofondare nell'abisso dell'angoscia. Mi chiedeva come stavo, se pensavo a lui, quanto fosse dispiaciuto per come erano andate le cose e che aspettava con ansia il mio ritorno per chiarire l'equivoco.
L'equivoco? Ma quale equivoco? Mi hai lasciato, per una settimana intera ho aspettato che mi chiamassi. E non l'hai fatto. Non ti sei preoccupato di sapere come stavo allora perché dovrebbe interessarti adesso?
Il dolore c'era ancora e temevo che non se ne sarebbe mai andato. Alessio avrebbe rappresentato per sempre il mio sbaglio più grande: non perché l'avevo amato, ma perché l'avevo perso. Maledissi Arianna per avergli dato il mio numero e spinsi via il cellulare sul tavolo così forte che, se la presa di Blake non fosse stata così tempestiva, si sarebbe sfracellato sul pavimento.
«Tutto a posto?» mi chiese lui, sedendosi al mio fianco.
A quella domanda mi venne un groppo in gola, annuii scuotendo energicamente la testa. Volevo parlare, sfogarmi almeno un po', ma la voce aveva battuto la ritirata.
Mi mise un braccio intorno alla spalla e mi avvicinò a sé, era evidente che non l'avesse bevuta. A quel punto, non riuscii a trattenermi: le lacrime mi annebbiarono la vista, per poi inondare completamente il mio viso. Inabissai la faccia nell'incavo del suo braccio, nel vano tentativo di soffocare i singhiozzi che divennero sempre più incontenibili.
Blake rimase in silenzio per tutto il tempo, la sua unica reazione fu quella di sollevare anche l'altro braccio per potermi stringere ancora più forte. Piansi tra le sue braccia come avevo fatto solo un po' di tempo prima con Ethan, ma la sensazione che provai non fu la stessa. Non sapevo come spiegarla: Blake riusciva a infondermi quella tranquillità che avevo perso e che non riuscivo più a ritrovare; Ethan, dal canto suo, sapeva leggermi dentro e questo mi agitava tanto da cercare conforto nella solitudine. Avevo così tanta paura di me che non volevo rischiare di fare del male a qualcun altro, in quel momento però, stretta tra le braccia di Blake, non pensai alle conseguenze ma solo a stare bene.
Mi ci volle un bel po' prima di mettere a tacere i singhiozzi. Mi passai le dita sotto gli occhi per rimuovere ogni traccia del mio piagnisteo, congratulandomi mentalmente con me stessa per non averli truccati. Lasciare delle brutte macchie sulla maglia immacolata di Blake sarebbe stato davvero imbarazzante.
Si avvolse le dita con un paio di ciocche dei miei capelli. «Non ti piace proprio Buffon, eh?»
Quella battuta faceva pena eppure non riuscii a trattenermi. Esplosi in una risata squillante, tanto da dovermi coprire la bocca con la mano.
Blake me la prese e, con dolcezza, l'abbassò. «Non lo nascondere, hai un sorriso bellissimo e lui è un idiota se ti fa piangere in questo modo.»
*
Prima di sprofondare sul cuscino, avevo bisogno di farmi una doccia. Quella sera tra i messaggi di Alessio e gli abbracci di Blake ero emotivamente esausta; con tutte le lacrime versate, poi, le palpebre stavano facendo una fatica enorme per restare su, ma la doccia mi avrebbe aiutata a fare chiarezza. Misi il cellulare in carica sul comodino, tirai fuori il pigiama dal cassetto e mi chiusi in bagno.
Blake era andato via solo da mezz'ora e già avvertivo la sua assenza. Lo specchio stava riflettendo il sorriso ebete che avevo in faccia, stavo bene e non avevo voglia di nasconderlo. E poi, lui sarebbe stato solo un buon amico per me o, meglio, un fratello maggiore. Ero giunta a quella conclusione quella sera stessa, quando Blake aveva inserito il suo numero di telefono tra i miei contatti ed io l'avevo salvato sotto il nome di Bro, il diminutivo di brother. Soltanto un fratello premuroso mi avrebbe accolta tra le sue braccia per offrirmi tutto il suo conforto. E, in quel momento, non avevo bisogno d'altro che di un incondizionato affetto fraterno.
Quando ripresi in mano il cellulare, trovai alcuni messaggi di Ethan e uno di Blake che mi dava la buonanotte. Sorrisi, inviai un messaggio di risposta ad entrambi, poi andai a dormire felice come non mai.
NOTE DELL'AUTRICE:
Il video è di MrsKiaralb.
La canzone è "Tra te e il mare" di Laura Pausini.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top