Capitolo 60.- Epilogo

Dopo aver parcheggiato la macchina ed aver incontrato Leonard all'entrata del giardino, mi sono incamminata con lui verso il luogo dove avverrà il matrimonio.

Jun e Agatha hanno scelto un posto bellissimo. Hanno affittato un gazebo nel mezzo del giardino giapponese della nostra città. Essendo iniziata da poco la primavera, il giardino è pieno di fiori che stanno per sbocciare. Adoro questa particolarità: è come se raffigurasse lo sbocciare della nuova vita dei due sposi.

Leo mi sorride e mi fa l'occhiolino. "Gran bel vestito".

Abbasso lo sguardo e sono felice di constatare che concordo. "Beh, naturalmente. Me lo sono fatta da sola". La scollatura è un taglio classico anni '50, mentre dietro ha due lacci di stoffa che si incrociano. Ho deciso di mettere una fascia con più veli in vita e far scendere la gonna morbida fino al ginocchio. Il colore è un bellissimo prugna e sono sicura che nessun altro avrà un vestito simile. Ho accompagnato il tutto con una pochette nera e bordata argento, con le scarpe che riprendono la borsa.

Lui ridacchia. "Sei la mia stilista preferita" mi confessa, mentre ci accomodiamo.

Alzo un sopracciglio. "Mi offenderei moltissimo se non lo fossi".

Lui fa per rispondere ma individua sua madre, due file di sedie più dietro, che sventola la mano per salutarci. Ricambio il saluto mandandole un bacio con la mano. Torna poi a parlare con altri parenti dei gemelli che non ho mai visto.
Ha già gli occhi ludici. Non so cosa farà quando Agatha e Jun pronunceranno i voti.

Una signora dall'aria gentile e una fascia che le attraversa il torace, percorre la navata fatta di petali di fiori, salutando tutti con un saluto. La riconosco subito: è lei che sposerà Jun e Agatha. Ci siamo viste quando i due hanno dovuto fare le pubblicazioni.

Sposto lo sguardo alla mia destra e seduti in prima fila ci sono sicuramente i genitori di Jun e una ragazza minuta, con i capelli lunghi, scuri e lisci e gli occhi allungati che suppongo sia sua sorella. Seduto vicino a lei, un ragazzo di colore. Da quello che Agatha mi ha detto, dovrebbe essere il migliore amico di Jun.

Vera si mette a sedere vicino a Leo con fare frettoloso. "Sta per cominciare! Tra un po' arriva Jun".

Infatti, pochissimi minuti dopo, la musica parte e io mi volto per guardare lo sposo avanzare.
Solo che... mi ritrovo ad aggrottare le sopracciglia quando riconosco di che canzone si tratti. Mi giro verso di Leo, sgranando gli occhi.
"Ma che canzone hanno messo?!" esclamo.

Lui sospira e scuote la testa. "Non fare domande, Melanie".

La canzone in questione è "I Was Made For Lovin' You" dei KISS.
Di certo una bellissima canzone. Ma diciamo che non mi sarei mai immaginata di sentirla ad un matrimonio.
Poi mi ricordo che è di Agatha di cui si sta parlando, quindi mi limito a sospirare e a scuotere la testa.

Jun sta cercando in tutti i modi possibili di non scoppiare a ridere in un momento così serio, nonostante ne avrebbe tutti i motivi. Insomma. I KISS.
In compenso, però, accorgendosi tutti della sua difficoltà nel rimanere impassibile, risate e risatine varie si diffondono tra gli invitati.
Il primo a scoppiare a ridere fragorosamente è il migliore amico di Jun, che non smette nemmeno dopo un suo sguardo di ammonimento.
Con un sospiro, Jun, si mette sulla destra e si volta verso la navata. La canzone non smette nemmeno quando è la sposa ad entrare.
Hanno deciso di attraversarla da soli, perché non hanno paura di affrontare quello che succederà. O almeno questa è la spiegazione che mi ha dato Agatha.
Non fare domande, Melanie, mi ripeto.

Quando Agatha compare alla vista di tutti, ovunque ci sono mormorii di apprezzamento e complimenti vari. Non posso dare torto a nessuno: Agatha è stupenda nel suo vestito a colonna di Vera Wang.
Si compra un vestito che non oso minimamente pensare a quanto costi e poi mette la canzone dei KISS al suo matrimonio.

Scuoto la testa e mi concentro su di lei. Quando arriva a pochi passi da me, mi sorride raggiante e io ricambio. Si avvicina a Jun e si salutano con due baci sulla guancia. Prima di accomodarsi al tavolo dove firmeranno i documenti, Jun le rivolge uno sguardo, scuotendo la testa per poi sussurrarle qualcosa all'orecchio. Lei ride piano.
Sarà sicuramente qualcosa sulla scelta della canzone.

La cerimonia inizia e il momento in cui entrambi devono pronunciare i voti sembra arrivare in un baleno.
Il primo ad alzarsi in piedi è Jun. Agatha lo segue e sospira, nervosa. Lui le prende le mani e le sorride. "Agatha. Sono cresciuto con la consapevolezza che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato. Sapevo che un giorno mi sarei sposato, ma se devo essere sincero, non mi aspettavo che sarebbe andata così. Non mi aspettavo te, non mi aspettavo di innamorarmi così giovane e in così poco tempo. Da quando sei arrivata mi hai sconvolto l'esistenza. E poi, quando ho imparato a conoscerti, mi hai stupito sempre di più. Perché nonostante io pensi di avere un sacco di difetti, tu sembri non vederli. Oppure li vedi ma li ami come ami il resto di me. Non so come ricambiare questo tuo amore incondizionato, ma come ti ho già promesso cucinerò sempre per te, ti sopporterò nei tuoi momenti più stressanti e ti asseconderò in tutte le tue decisioni, per quanto assurde potranno essere. Giuro che resterò al tuo fianco finché mi vorrai, giuro che ti supporterò e ti sopporterò sempre. Giuro di diventare la versione migliore di me stesso ogni giorno che trascorreremo insieme".

"È decisamente troppo romantico" mi sussurra Leo all'orecchio, facendo finta di vomitare. Io ridacchio, anche se sono commossa dalle parole di Jun.

Però, Vera mi supera alla grande. Sta singhiozzando così rumorosamente che tutti gli invitati la stanno guardando. Agatha si volta guardarla e le mima con la bocca di smetterla. Visto che non funziona, intima Leo a farla smettere e lui fa quello che può. Le massaggia le spalle e le parla in sottovoce, cercando di calmarla.

Agatha torna su Jun e fortunatamente i singhiozzi di Vera sembrano affievolirsi. "Jun. Io, invece, non sono mai stata una che pensava al matrimonio, come ben sai. E... non sono brava con le parole e il mio voto sarà pessimo ma so già che lo accetterai lo stesso. Per me è sempre stata una cosa da evitare e mi sono giurata più volte che mai e poi mai mi sarei legata a qualcuno per la vita. E poi sei arrivato tu e non eri affatto nei piani! Avevo un programma ben definito davanti a me e non mi sarei mai immaginata di conoscere una persona come te. Non pensavo che l'amore fosse così. Non avevo idea di cosa fosse l'amore, fino a quando non ho incontrato te. Giuro che ti sosterrò sempre, giuro di essere la tua luce nell'oscurità, giuro di proteggerti da ogni male e giuro di fare tutto ciò che è in mio potere per renderti felice ogni giorno".
Jun si passa la lingua sulle labbra per poi guardare in alto, per trattenere le lacrime. Mi commuovo al suo cercare di rimanere composto nonostante stia provando evidentemente delle emozioni molto forti.

Ma ovviamente, non è l'unico a versare lacrime. La madre dei gemelli scoppia di nuovo a piangere, ma questa volta si sforza a non essere troppo di disturbo.
Sto amando questa cerimonia.

"Bene" annuncia l'officiante, con un sorriso. "A questo punto, procediamo. Vuoi tu, Hirano Junichi, prendere come tua legittima sposa la qui presente Sheinfield Agatha per amarla, onorarla e rispettarla in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?".

"Sì, lo voglio" conferma lui con un sorriso.

"E vuoi tu, Sheinfield Agatha, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Hirano Junichi per amarlo, onorarlo e rispettarlo in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?".

"Sì, lo voglio".

Il seguito non riesco a sentirlo, perché i singhiozzi di Vera riprendono ad essere frastornanti. E non solo quelli di Vera. Ai suoi si aggiungono anche quelli di Leonard.

"Oh, santo cielo" borbotto, con un sospiro.

Capisco che Jun e Agatha si sono sposati perché li vedo scambiarsi le fedi. Subito dopo io, Leonard, la sorella di Jun e il suo migliore amico, siamo chiamati per firmare i documenti.

A seguire, l'officiante presenta la cerimonia della sabbia. In due calici diversi ci sono dei granelli di sabbia di colore diversi. Verde per Agatha, blu per Jun.
La signora spiega che se mescolati, nessuno è più in grado di dividerli di nuovo, nessuno può mettere i verdi con i verdi e i blu con i blu. Perciò, diventano indissolubili. Sotto le direttive dell'officiante, Jun e Agatha versano insieme il contenuto dei loro calici in un'ampolla più grande. Il risultato dei due colori insieme è un bellissimo color turchese.
Tutti applaudiamo, mentre io passo un fazzoletto a Leonard che non ha più smesso di piangere.

Arriva il momento in cui io e Leonard entriamo in scena.
L'abbiamo deciso alle sue spalle, senza dirle nulla, ma era nostro compito fare qualcosa.
Mi schiarisco la gola e catturo l'attenzione di tutti. "Agatha, Jun. Io e Leonard abbiamo qualcosa da dirvi".

"Solo cose belle, ovviamente" aggiunge lui, scatenando l'ilarità di tutti.

"Siamo qui per dirvi di quanto siamo felici nel vedervi qui oggi, sposati" continuo.

"Sì, infatti. Se devo pensare a te, Agatha, che fino a qualche anno fa avresti fatto di tutto per non ritrovarti in questa situazione".

"E se io devo pensare a te, Jun, che hai trovato il modo per cambiare la mia migliore amica, rendendola una persona migliore, ma al tempo stesso riuscendo a farla essere comunque sé stessa. Soprattutto, sei riuscito a farle conquistare tutta l'autostima che prima di te non ha minimamente conosciuto".

"Siamo qui per dirvi che avete la nostra benedizione. Vi auguriamo buona vita".

"Siate felici e sereni, perché è quello che entrambi meritate" concludo, sorridendo a tutti e due. Agatha ricambia, con gli occhi lucidi. Sento che anche i miei pizzicano per l'emozione.

"E, mi raccomando, fate tanto sesso" aggiunge Leonard. Scoppiano nuovamente tutti a ridere.

Agatha si alza e ci abbraccia, piangendo di gioia. "Vi voglio un mondo di bene" borbotta, sulla mia spalla.

"Anche noi" sussurro, stringendola.

"A giorni alterni" aggiunge Leo, facendoci ridere.

Con l'applauso di tutti come sottofondo, Agatha si prepara al lancio del bouquet. Cerco di scappare ma Leo mi prende per un braccio e mi cotringe a rimanere al suo fianco.

"Come, anche tu?".

"Certo! Perché non dovrei, scusa?" mi chiede, leggermente piccato.

"Perché tu hai la scusa per evitarlo! Scappa!" lo sprono, spingendolo lontano.

"Sessista" mi risponde, secco, per poi voltarsi verso sua sorella che si sta voltando a sua volta per tirare il suo mazzo di fiori.

Mi metto di lato, a braccia incrociate e senza nessuna intenzione di prenderlo. Agatha lancia con forza il bouquet alle sue spalle e si volta subito dopo per vedere chi lo prenderà. Il fatto è che sta virando pericolosamente verso di me. Mi sposto giusto in tempo e quello cade tra le mani di una parente di Jun, molto felice ed entusiasta che sia capitato a lei. Sospiro di sollievo, per poi stringere le spalle ad un'occhiataccia dei gemelli.

Il banchetto è, se possibile, ancora più divertente. Il cibo è tutto buonissimo e vedere Vera sempre più ubriaca mi diverte da morire.
Per non parlare di Derek e Leonard che danno il meglio di loro.
Si mettono a cantare e a ballare in mezzo a tutti, senza provare nessuna vergogna.

La torta, poi, è spettacolare. Non ne ho mai vista una così bella. Notando quanto è precisa e perfetta, deduco senza difficoltà che sia stato Jun a deciderne le decorazioni.
È su tre strati ed è lavorata in modo che sembri un tronco di un albero. Ad avvolgerla, un ramo di fiori di ciliegio e sul fianco, un'incisione. Le lettere A + J chiuse dentro un cuore.

A fine cena, Jun e Agatha salgono su una macchina guidata da un autista che li condurrà a casa e poi all'aeroporto. Non hanno detto a nessuno la loro destinazione, si verrà a sapere solo una volta che entrambi si troveranno lì.

Mi avvicino a Leo e gli ricordo che ho un aereo da prendere anche io.
Lui annuisce e, dopo essersi liberato dai saluti di tutti i parenti, sale in macchina e io lo seguo. Mi metto dietro così che io possa cambiarmi e mettermi dei vestiti comodi.
Una volta arrivati, abbraccio il mio migliore amico e gli dico che ci rivedremo presto. So che è vero.

Guardo le nuvole e i pensieri sorgono spontanei.

La gioia e l'adrenalina mi investono improvvisamente e con violenza. Mi ritrovo a deglutire con fatica e a dovermi asciugare le lacrime.
Sono talmente felice che il cuore mi scoppia. Sono così emozionata ed impaziente di vivere questo nuovo capitolo della mia vita che il sangue mi bolle nelle vene.
Ho già cercato lavoro in diversi luoghi e la settimana prossima ho dei colloqui per tutta Parigi. In più, io e James abbiamo trovato un appartamento carino e spazioso, con un'ottima posizione, più o meno centrale e ben collegata. Soprattutto, c'è un sacco di luce. Non so vivere senza la luce del sole che invade la casa.
Sono entusiasta anche perché so che tutte le persone a cui tengo stanno realizzando i loro sogni.

Agatha. Beh, che dire. Si è appena sposata con un uomo talmente perfetto che sembra finto, tra due anni finirà l'accademia e guadagnerà talmente tanti soldi che non saprà come spenderli. Non avrei potuto augurarle futuro migliore.

Leo. Sta andando avanti con la recitazione, ma a quello che so non vuole farne una professione. Però, ha trovato un impiego che gli permette molti sbocchi. In più, ha Derek che è molto vicino dal diventare un artista famoso, perciò non mi preoccupo affatto per lui.

Vanessa. L'ultima volta che l'ho sentita, ovvero qualche settimana fa, mi ha informato che finalmente lei e Andrea sono riusciti a superare tutte le barriere che c'erano tra di loro e ora stanno insieme. Inoltre, Vanessa vuole aprire un suo studio a Marsiglia così da stare più vicino alla sua famiglia.

I miei genitori. Ebbene sì, anche loro stanno alla grande. Sono riusciti ad ingrandire la loro attività e adesso i loro prodotti sono distribuiti in più paesi e facilmente reperibili nei supermercati. Per non parlare del fatto che ora come ora il loro settore va sempre più di moda, perciò avranno sicuramente successo.

Infine, James. Gli manca davvero poco per aprire uno studio tutto suo. Mi ha rivelato che ogni fine settimana vuole organizzare delle mostre nei vari festival e feste di quartiere così da aumentare la sua visibilità. E poi, ovviamente, la tecnologia non può che fargli comodo in un contesto come il suo, perciò userà anche i social network per valorizzare ulteriormente il suo lavoro.

Mi ritrovo a sorridere di nuovo, pensando a tutte le scelte che ho fatto nella vita e dove mi hanno condotto. Anche quando pensavo che fossero sbagliate, alla fine si sono rilevate essere giuste. Non sempre quello a cui ambisci è dietro l'angolo. Spesso devi fare tutto il giro, prima di arrivarci. E non solo: la strada più lunga non prende solo più tempo. È anche più difficile, perché ci sono più scelte da prendere. Ti ritrovi davanti a mille incroci senza avere la più pallida idea di dove andare né in quale direzione. Una volta presa, poi, non sai se è quella giusta e ti chiedi se forse non sarebbe stato meglio prendere l'altra.
Però ho anche capito che non importa quanto lontano possa sembrare.
Per arrivare fin qui, sono dovuta entrare dalla porta sul retro.
Ne ho fatta di strada per giungere alla principale.
Ma quella è rimasta lì, tutto il tempo.
Aspettava solo me, aspettava che l'aprissi.
E quando l'ho fatto, ho realizzato che tutti i miei sforzi erano serviti a qualcosa.
Mi sono resa conto di non aver affatto buttato via il mio tempo, come temevo.
Ho solo cercato, sempre, di migliorare il mio futuro.
Cosa che continuerò a fare. Perché domani è sempre futuro; e domani può sempre essere migliore di oggi.

Come prima cosa, domani comprerò un portachiavi. Perché le mie chiavi sono sole e tristi senza niente a ravvivarle. E poi comprerò anche uno zerbino. Insomma, chi non ha uno zerbino? Magari uno con una scritta simpatica.

Infilo la chiave nella toppa e giro con forza per poi aprire la porta. "Sono a casa!" grido a gran voce.

"Ben tornata". Lo individuo e gli sorrido. Mi ha aspettato sveglio, sul divano. Con Wild vicino a lui. Wild è il nostro gatto. O dovrei dire che noi siamo i suoi umani visto che si è presentato alla nostra finestra, entrando senza chiedere il permesso.

Ma adoro chi sa presentarsi in questo modo.
In un certo senso, è come se avesse preso lui una scelta al posto mio.
È come se mi avesse detto: "Adesso succederà questo, punto e basta".
E mi ritrovo ad essere così felice che quell'evento si sia scaraventato nella sua vita da non sapere che cosa fare.
Basta un minuscolo, piccolo evento per sconvolgere i piani, ma è proprio questo il bello.
Non è tutta dritta, la strada davanti a me. È piena di salite e discese, curve e giri della morte.
Non posso sapere quando arriveranno, so solo che quando me li ritroverò davanti sorriderò, perché avrò la certezza che tutto questo sia reale, sarò certa di non star sognando e riuscirò ad andare avanti anche meglio di prima.
Riuscirò a perdere e a vincere senza nessuna punizione o nessun premio.
Riuscirò a lasciarmi vincere, ogni tanto.
Anche senza permesso.
Così. All'improvviso.

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