Capitolo 38. -J
L'ultimo esame. Non posso crederci, è davvero l'ultimo esame. L'ultimo di tutti, l'ultimo prima della laurea, l'ultima cazzo di volta che mi sveglio presto la mattina, che mi stresso, che penso "ma sì, semmai lo do a Giugno", che faccio un appello, che un professore mi verbalizza l'esame, che aspetto ore e ore in un aula calda e piena di gente per chiacchierare solo dieci minuti, che prendo diciotto caffè insieme a Cameron... è l'ultimo esame prima della fine dell'accademia.
La fine dell'accademia. Sono passati tre anni, ma sono stati lunghissimi. Fino a otto mesi fa pensavo a questo giorno come un giorno lontano, distante e irraggiungibile. Pensavo alla laurea come a qualcosa di surreale, come se non dovessi prepararla davvero e ancora adesso stento a credere che tra un mese mi laureo. Mi laureo. Io, James, nullafacente nello studio, e in qualsiasi cosa che consista nel fermarsi e aprire un libro, mi laureo. E sto insieme ad una ragazza che adoro alla pazzia e penso che di...amare. Sì, penso di amarla.
Non posso fare a meno di sorridere. Sono felice, San Gennaro, protettore degli studenti e degli isterici, sono felice! Sì, sono anche preoccupato e ho paura, da morire. Così paura che l'operazione ai denti di quattro anni fa è nulla a confronto. Ma sono felice. Felice perché adesso la mia vita è la mia vita, nessuno mi dice più cosa devo fare, ho mille strade davanti a me, posso prendere qualsiasi decisione e nessuno ribatterà.
È con questo spirito che entro in aula e mi siedo vicino al mio compagno di avventure Cam, che un momento prima aveva sventolato il braccio in alto per farsi notare. Lui non ha il mio stesso umore, ma non mi lascio travolgere da quell'ondata di serietà che sento quando i suoi occhi incontrano i miei.
"L'ultimo esame, Cam!" esclamo, sorridente. "Non è fantastico?".
"Sì, grandioso" commenta lui, per nulla entusiasta.
"Dannazione, amico! Ma che ti prende?! Dopo saremo liberi! Tu tra tutti dovresti esserne felice!" gli dico, passandogli una mano dietro al collo e strattonandolo ad ogni parola.
"Felice?!" ripete lui, sconvolto. "E le ragazze, James? Dimmi dove le trovo le ragazze, adesso, eh? Oh, giusto, tu ne hai una, non hai questi problemi! Ma io, come molti altri poveri ragazzi, siamo ancora lottando, fino allo sfinimento! Cosa ne sarà della mia vita senza di loro?! Guardale!" esclama, prima che io possa dire qualcosa su quanto sia stupido e malato quel suo discorso disperato. Mi giro e trovo due ragazze che scendono le scale dell'aula per poi prendere posto, parlottando su qualcosa riguardo l'esame. Mi volto di nuovo verso di lui, con un sopracciglio alzato a chiedere spiegazioni. "Sono bellissime, amico! Nessuna ragazza è così bella come le ragazze dell'università. Mi capisci? Dimmi che anche se sei fidanzato mi capisci, amico".
Resto in silenzio, aspettando che lui scoppi a ridere, ma non lo fa. Anzi, aspetta una mia risposta guardandomi come un cane guarda il suo padrone il secondo prima di ricevere un croccantino. "Cam non puoi parlare sul serio" esalo, scuotendo la testa.
"No, non mi capisci" deduce, con un sospiro di tristezza. "Nessuno può capirmi".
"Non voglio spendere un secondo di più a parlare di questo argomento" annuncio, risoluto.
"Certo, ora hai una ragazza che ti fai, quindi non ti preoccupi più del tuo povero amico Cam single e triste".
"Non me la faccio, Cam" rispondo, infastidito. "Noi stiamo insieme".
"Sì, ma tu fai sesso e io no, è questo il problema".
"Il problema è che tu non fai sesso e io sì?" ripeto, senza capire.
"È quello che ho appena detto".
"Cam, sei geloso?" chiedo, dopo un secondo di riflessione.
"Cosa? No!" risponde, guardandomi come se fossi matto. "Beh, forse un po' sì" ammette, stringendosi nelle spalle. "Non di te, di quello che hai".
"Cam se vuoi una ragazza, vai a fare il pavone con quelle lì e il tuo problema è risolto" gli faccio notare.
Lui sbuffa, aprendo il libro e ripassando le parti già sottolineate dal suo precedente padrone. "Lascia perdere".
Mi acciglio, ma faccio come mi dice. Non voglio farlo parlare dei suoi problemi se non vuole. Anche se ho capito, forse, che quello che Cam vuole veramente è l'amore. Faccio fatica a pensarlo, non ce lo vedo proprio uno come Cam ad amare, ma spero per lui che prima o poi trovi una ragazza che lo faccia innamorare.
Dopo cinque ore, diciassette minuti e cinque caffè, sia io che Cameron usciamo stremati dall'aula.
"Voglio correre" mi lamento. "Sono stanco morto ma le mie gambe sono state per troppo tempo piegate su una sedia".
"Io voglio una piscina e un bel piatto di pasta. Anzi no, un enorme pezzo di pizza" mi segue lui, sbuffando.
"Con funghi e salsiccia" aggiungo.
"E due birre".
"Due anche per me".
"No, con due birre intendevo una ciascuno".
"Ah" dico, sorprendendomi per la lentezza del mio cervello ad elaborare i dati. "Io direi di fare due birre ciascuno".
"Mi sembra ragionevole" risponde, annuendo.
Ci prendiamo davvero una pizza con funghi e salsicce e due birre, piccole, ciascuno e ci sentiamo improvvisamente meglio. Torno poi a casa leggermente brillo, ma più per la stanchezza che per l'alcol. Mi butto sul letto e digito il numero che ormai anche il mio telefono sa a memoria.
"Ehi!" mi risponde lei, e so che sta sorridendo. "Quali sono le parole dello studente universitario James, dopo aver dato l'ultimo esame della sua vita?".
"Ehi" gracchio, per poi schiarirmi la voce. "Salvami" aggiungo, per rispondere alla sua domanda.
"Cosa succede, non è andato bene l'esame?" mi chiede, preoccupata.
"Melanie, dovresti sapere che tutti i miei esami vanno bene" dico, fingendo di vantarmi.
"Idiota" commenta lei, e io rido. "Sei sicuro che vada tutto bene?".
"Sì, certo, sono solo molto stanco. Ero uno degli ultimi e l'attesa è stata straziante".
"Immagino" la sento dire, per poi sospirare. "E sei proprio sicuro che il tuo esame sia andato bene? Perché sono in macchina e potrei venire da te" propone, con una voce sensuale che, incredibilmente, le viene sempre bene.
"D'accordo, ma solo se porti tante schifezze da mangiare e qualche film a noleggio" le dico, per non farla vincere a quel suo piccolo gioco.
"A noleggio? Esistono ancora dei negozi che noleggiano film?" mi chiede, scettica.
"Spero per te di sì, visto che la mia connessione internet non funziona e lo streaming è decisamente fuori programma" mento, con un sorriso.
"Non ti credo" mi risponde lei, con un sbuffo.
"Vuoi rischiare?" la sfido.
"E va bene" si arrende alla fine. "Andrò a prendere un film a noleggio. Ma solo perché voglio riassaporare le serate anni duemila, non per altro".
"Mmh-hmm" mugugno, sapendo di farla innervosire.
Ma lei, invece, riattacca con una proposta che, involontariamente, fa alzare gli angoli delle mie labbra all'insù. "Sei sicuro che debba andare a prendere solo un film e non anche, che ne so, comprare un nuovo completino intimo di pizzo?".
Rido, immaginandomela rossa in viso. "Mel...".
"Oppure potrei prenderlo con i fenicotteri. Vanno di moda quest'estate".
"Mel..."
"Oppure potrei prenderlo a tinta unita. Rosso, però".
"Sei consapevole del fatto che-".
"Oppure potrei non indossarlo affatto".
Rido, ancora, divertito da quel suo fare sensuale ma non volgare. "Cos'è successo, è finito quel periodo del mese?".
"Accidenti, come sei perspicace" commenta, fingendosi sorpresa.
"Sei consapevole che le mie palpebre si abbasseranno prima che il film finisca e prima che tu possa toglierti la maglietta?". La sento sospirare. "Ehi, domani ho tutto il giorno libero" mi affretto a dire, non volendo che lei pensi che io non la desideri... anzi. "Puoi decidere tu cosa fare, possiamo fare tutto quello che vuoi".
"Mi piace l'idea" risponde, rallegrando il tono. "È che mi manchi, ti sei rintanato in casa a studiare in questi giorni".
"Lo so, recupereremo il tempo perso, promesso" la rassicuro, sapendo con certezza che sarebbe successo.
Ci salutiamo e lei attacca.
Mi alzo con uno sforzo immane dal letto e mi chiudo in bagno, aprendo il rubinetto della doccia. Mi guardo lo specchio e fisso le mie occhiaie.
Stamattina ero contento della vita, della fine di questo lungo viaggio, ma ora che ho veramente finito e che mi manca pochissimo per smettere di studiare definitivamente, sono terrorizzato.
Me lo ricordo il mio primo giorno di scuola. Ero solo e non conoscevo nessuno e quell'asilo me lo ricordo come l'asilo più brutto che questa città ospiti. Eppure da quel giorno fino ad oggi, sapevo perfettamente in che direzione la mia vita dovesse andare. Dopo l'asilo sapevo che c'erano le elementari, dopo le elementari le medie, dopo le medie il liceo, dopo il liceo l'università... ma cosa c'è dopo l'università? C'è la vita vera. Ho deciso in primo liceo che mi piaceva la fotografia e in quarto liceo ho deciso di studiare per diventare fotografo. Avevo programmato tutto, vivevo tranquillo, sapendo che dopo un noioso giorno di lezione, c'era un altro noioso giorno di lezione. Ma adesso no. So che dopo il giorno della laurea, ci sarà un lavoro da trovare, un affitto da pagare, per non parlare delle bollette e tasse varie, uno stomaco da sfamare, il mio, e poi, ammettendo di trovare lavoro, un combattimento quotidiano per il posto, i litigi con i colleghi, con il capo, le aspettative mie e degli altri su di me... insomma la vita vera.
Sospiro pesantemente per non cercare di cadere nel panico totale e mi rifugio dentro la doccia. Sono pronto per affrontarla? Insomma, in questi ventitré anni di vita ho vissuto in una bolla protettiva chiamata istruzione che, anche se al suo interno c'erano disguidi e problemi vari, mi aveva sempre tenuto fuori da certi problemi, e che ora invece è completamente scoppiata lasciandomi nudo e senza alcun tipo di protezione davanti alla vita. Per un attimo mi assale la nostalgia dei giorni di scuola, delle interrogazioni, dei compiti copiati in classe, delle cavolate, dei professori, e poi degli esami all'accademia, degli stage, delle esperienze incredibili che avevo vissuto grazie all'istruzione. So che tutti gli adolescenti odiano la scuola e so anche che tutti gli adulti parlino a vanvera di quanto fosse bella la scuola per loro. Capisco entrambi adesso. La scuola è odiosa ma è estremamente bella.
Un nodo si stringe alla mia gola, alla consapevolezza che dopo oggi, dovrò faticare e sudare e lavorare sodo per meritarmi quella stessa spensieratezza che avevo quando andavo a scuola.
----
Morale? Godetevi ogni secondo di qualsiasi scuola frequentiate! Scrivendo questo capitolo mi sono resa conto di quanto sia tutto incredibilmente vero! Sarà noioso e stressante, ma non sarà mai come la vita vera, in positivo e in negativo!
Auguri e in bocca al lupo a tutti gli studenti! :D
Con affetto,
Mars
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top