capitolo 46
« L'unica tomba senza fiori è per te, che non ti lascio mai
e per riaverti qui, e ho posato due rose bianche sopra la
tua foto e una corona di spine, la metto sui tuoi guai,
che sono i miei ormai. »
A volte mi capita di crollare e voler rimanere per terra. Vorrei che qualcuno si sdraiasse accanto a me e mi dicesse che la vita non è realmente così brutta. Ma, se mi capitano cose brutte, significa che sono abbastanza forte per affrontarle.
Dopo la morte di Caleb sono cambiata; qualcosa dentro di me è scattato e non sono stata mai la solita ragazza allegra, studiosa, che vedeva tutte le cose in modo positivo.
Non mi piaceva più affezionarmi alle persone e facevo fatica a far entrare qualcuno nel mio cuore. Da quando ho conosciuto Drew, che è entrato nella mia vita come un uragano, mi sono lasciata andare. Solitamente sono sempre una ragazza disponibile e, come mi definiscono gli altri, con un cuore grande. Su questo non ci piove. Sono sempre pronta ad aiutare il prossimo, però in cambio non mi lascio mai aiutare. Do consigli sempre agli altri, ma non so dare consigli a me stessa. Mi affeziono quando qualcuno si mostra gentile con me, e mi viene difficile capire; capire che, in fin dei conti, nessuno è veramente ciò che sembra.
Drew mi è sembrato uno stronzo spezza-cuori, uno che si divertiva con le ragazze, e invece ho scoperto che ha un cuore grande.
Oggi fa decisamente troppo caldo.
Le strade sono sempre affollate, bambini che mangiano il gelato ad ogni angolo della strada, coppie che si tengono per mano, ragazzi sullo skate che si fanno spazio fra le persone, ragazzi che vanno in spiaggia. E poi ci sono io, che vado al cimitero. Ho detto a mia madre che sto andando a visitare un amico che non vedo da tanto, forse troppo, tempo. Caleb era un ragazzo strano, odiava i fiori, ma gli piaceva regalarli.
Tengo in una mano un mazzo di margherite, perché sono le uniche che gli piacevano, e non voglio andare da lui a mani vuote. Quando sono davanti al cimitero, faccio un respiro profondo, e inizio a camminare verso la sua lapide. Sento le gambe tremarmi, e il cuore battermi forte nel petto.
Mi inginocchio davanti alla sua lapide, e accarezzo l'incisione del suo nome. Chiudo gli occhi e vorrei tanto abbracciarlo, anziché crollare, ma è più forte di me.
Poso le margherite vicino alla lapide, e inconsciamente mi sdraio sull'erba, come se fossi accanto a lui. Stringo tra le dita l'erba che mi solletica la mano e chiudo gli occhi. Chiunque mi vedesse, probabilmente mi prenderebbe per pazza.
« Mi dispiace così tanto, Caleb », sento i miei occhi lucidi e sono incapace di aprirli « Mi dispiace di non essere venuta prima, mi dispiace di averti abbandonato, ma non ero mai abbastanza forte da venire da sola. Non ero mai abbastanza forte per affrontare l'accaduto, nonostante siano passati anni. » tiro su col naso e un singhiozzo strozzato esce fuori dalla mia bocca.
« Sono stata debole, vero? E continuo ad esserlo. Però ci sto lavorando su, sai? » stringo di più l'erba tra le dita fino a sentire la terra sotto le unghie.
« Probabilmente sai già cosa mi è successo. Sono felice insieme a Drew, sono stata fortunata ad incontrare un ragazzo come lui. E so benissimo che diresti che sia stato lui ad essere fortunato a incontrarmi e non il contrario. » faccio un debole sorriso e apro gli occhi finalmente. Sento le guance bagnate e fisso il cielo.
Mi metto a sedere e incrocio le gambe. Sorrido alla sua lapide come se potesse vedermi e tiro fuori dalla borsa l'album delle foto che ho portato con me.
Lo apro e la prima foto che vedo, mi fa sorridere. Giro la foto verso il suo nome, e scoppio a ridere « Sono pazza, vero? Mi sto comportando come se tu fossi qui, davanti a me. Però, guarda questa foto, Cal. Ti ricordi quel giorno ad Halloween, vero? Io vestita da Tweety e tu che mi strappavi le piume? » ormai le lacrime scendono incontrollabili « Che poi, se ti ricordi bene, mi avevi rovinato l'infanzia quando mi avevi detto che Tweety fosse maschio e non femmina. Oh, ti ho odiato » dico tra una risata e un singhiozzo « Qui è tutto così brutto senza di te..Vorrei ci fosse Emily con me, scommetto che lei sarebbe meno piagnucolona e ti farebbe ridere anche lassù.. » mi asciugo le lacrime e tiro fuori dall'album una foto che amo tanto. « Che sfortuna, vero? Sembra che stia per piovere, eppure quando sono uscita di casa faceva tanto caldo » sorrido e guardo la foto, ricordando perfettamente quel giorno.
« La lotta col cibo al tuo compleanno, te lo ricordi, vero? Scommetto che ora lassù stai ridendo, perché non avevi mai riso così tanto quel giorno. »
Alzo lo sguardo e vedo il cielo incupirsi. E sì, mai una gioia. Il vento mi fa venire la pelle d'oca e prego soltanto che non si metta a piovere proprio ora. Come faccio a dirgli che mi manca, senza spezzarmi dentro? L'ho perso, e ancora non sono in grado di superarlo.
Poso la foto accanto ai fiori. In quella foto ci siamo noi tre. Io, Emily e Caleb. Abbiamo la panna sul viso, sui capelli, la crema pasticcera sui vestiti, ma siamo abbracciati e felici. Sorridiamo e alziamo i pollici in su.
Metto l'album dentro la borsa e sorrido.
« Ti ho perso, ma nelle foto vivrai per sempre. Ci sarai sempre con me, nonostante tutto. So che verrai ancora a cercarmi nei sogni, e non smetterò mai di ringraziarti per non avermi mai abbandonata, al contrario mio. Ti voglio tanto bene, Caleb. » mi sporgo verso la sua lapide e bacio il suo nome. Chiudo gli occhi e una goccia di pioggia cade sulla mia fronte. « Mi manchi così tanto.. »
Devo andarmene da qui, prima che si metta a piovere di più.
Quando mi alzo in piedi, mi stringo le braccia, e il vento inizia a soffiare più forte. In situazioni del genere odio le piogge estive. Vedo la foto trasportata dal vento posarsi davanti ad un'altra lapide.
Forse avrei dovuto portare dello scotch e appiccicarla sulla sua tomba per evitare che il vento la porti via. Sistemo per bene i fiori, e vado a riprendere la foto.
Mi avvicino lentamente e vedo una signora più in là che sta piangendo e ha in mano un mazzo di fiori. Non è facile superare una perdita, e l'ho provato sulla mia stessa pelle.
Mi piego per prendere la foto, e i miei occhi si posano sulla frase scritta sulla lapide. " Perdona chi ti ha fatto soffrire, ricordati che una volta magari ti ha fatto ridere ". Sorrido perché è una delle frasi che mi ripete spesso Emily, quando cerca inutilmente di fare la persona saggia e filosofica.
Sento il desiderio di portare fiori a tutte le tombe, perché tutti meritano di essere ricordati.
Serro le labbra e sento un senso di dispiacere dentro di me.
« Spero tu sia felice dove ti trovi ora...Vediamo un po'.. » sbarro gli occhi e leggo il nome, sorridendo « Emily Alexandra Johansson» il sorriso che avevo prima si spegne e sento qualcosa rompersi dentro di me, come se una pallottola avesse fatto centro sul mio cuore.
Stringo la foto nella mano fino a rovinarla, chiudo gli occhi e cerco di respirare regolarmente. Magari è un sogno, magari è un'altra ragazza che si chiama così. Apro gli occhi e guardo la data di nascita e quella di morte e sento soltanto il mio urlo lacerante squarciarmi l'anima.
Mi prendo la testa tra le mani e la scuoto nervosamente. Non può essere vero. Non anche lei.
Mi sento come se stessi impazzendo. Mi sento come se piano piano stessi perdendo la ragione. È come se avessi un nodo nella gola e non riuscissi a buttarlo giù. Mi sento morta anche io. Mi viene da vomitare, e le mani mi tremano. Mi manca il respiro e mi sento soffocare. Le lacrime sembrano congelate nei miei occhi e indietreggio fino a cadere per terra e urlare ancora più forte il suo nome. Mi metto a correre, ma le mie gambe cedono. Una signora viene velocemente verso di me e mi accoglie tra le sue braccia. « Sto morendo, sto morendo.. » dico, piangendo così forte, come se non piangessi da una vita.
Mi allontano dalle braccia di quella signora e stringo tra le dita i miei capelli, continuando a piangere. Una serie di immagini mi invadono la mente di nuovo, e metto le mani per terra. Mi piego, come se volessi vomitare, ma in realtà vorrei soltanto morire anche io.
Troppe immagini. Troppi ricordi. Emily con la pistola. Emily che mi confessa di drogarsi. Lei che si spara. Il buio. Mi sdraio per terra e sento un tremolio in tutto il corpo, resto rannicchiata e stringo forte le ginocchia al petto. Il mio corpo è continuamente scosso da brividi e fremiti. Sono in uno stato di agitazione violenta e convulsa e non riesco più a ragionare.
Non andrà bene. Non starò mai più bene.
***
Per ogni bugia esiste un motivo. Un motivo che spinge quella persona a nascondere la verità. Avrei voluto non ricordare.
Mi è passata la voglia di mangiare, e anche quella di vivere.
Ho perso i miei due migliori amici, dovrei fare i salti di gioia?
Mentre gli altri cenano, faccio finta di ascoltare i miei genitori.
« Vado un attimo sopra, torno subito. » salgo velocemente le scale ed entro in bagno. Mi chiudo a chiave e mi inginocchio davanti al water, vomitando tutto ciò che sono riuscita a mandare giù contro la mia volontà.
Mi alzo e mi lavo la bocca. Appoggio le mani sul lavandino e di nuovo il mio corpo è scosso da brividi. Mi guardo allo specchio ed esco dal bagno.
Questo è l'inferno. Il mio inferno.
Tiro fuori dall'armadio alcuni vestiti e li metto nel borsone. Il cuore mi batte forte, e ho paura. Ma mi sento soffocata. Soffocata dai miei genitori e mi sembra di avere tutto contro. Prendo i documenti e i soldi che ho risparmiato e li metto dentro la borsa.
Spingo il borsone sotto il letto e aspetto che mia madre mi dia la buonanotte e che vada a dormire.
Quando mi assicuro che siano andati a dormire, prendo il borsone e scendo lentamente le scale. Lascio il biglietto sul tavolo del salotto ed esco di casa. Aspetto che arrivi il taxi, e me ne vado, lontano, senza sapere neanche io dove. Semplicemente il dolore e l'incapacità di superare un'altra delusione mi hanno spinta ad andarmene.
Voglio imparare ad essere indipendente, vivere e lasciarmi il passato alle spalle. Starò male senza Drew, ma tornerò un giorno, forse.
Forse non è soltanto la fine, ma l'inizio di qualcosa.
Ma il mio inizio non è qui. Non posso più vivere in questa città. Non per ora.
Fine
Ci sarà l'epilogo.
Eh beh.. :) Elena ha deciso di andarsene, ma dovete entrare nella sua mente e capirla. Nell'ultimo periodo le sono successe troppe cose negative, e scoprire della morte di Emily, soprattutto in quel modo, l'ha sconvolta. Non riesce a superare quella situazione, e scappa. È diventata chiusa, non riesce più a mangiare, non riesce ad andare avanti, ma pensa che scappando avrà più fortuna e riuscirà a superare quel periodo da sola. Ovviamente mi dispiace troppo per Drew, perché non se lo merita. Ma è Elena a decidere cosa è meglio per lei. Spinta dalla disperazione, ha scelto.
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