capitolo 4

« Svegliaaa! » una voce acuta arriva al mio orecchio, perforandomi il timpano, e mi alzo di scatto dal letto.
Spalanco gli occhi, totalmente spaesata, e trovo Emily inginocchiata accanto al mio letto, con un sorriso da ebete in faccia. Chiudo gli occhi e rimetto la testa sul cuscino. Se avessi saputo sin dall'inizio che si trattasse della mia migliore amica, probabilmente le avrei mollato un calcio e sarei tornata a dormire. Ma siccome sono troppo addormentata, non ci faccio caso subito.
« Cosa fai qui di prima mattina? » borbotto ad occhi chiusi.

« È mezzogiorno. Alle mie chiamate non hai risposto, quindi eccomi qua, dormigliona. » dice, mentre si siede sul letto. Con un movimento pigro, mi sposto sull'altro lato del letto le faccio spazio per distendersi accanto a me.

« Volevo pranzare con te fuori. » afferma a bassa voce.
Apro gli occhi e capisco subito che le sia successo qualcosa.
« Non mi dire che tu e Joshua.. » non finisco la frase e rivolgo lo sguardo verso di lei, cercando la verità nei suoi occhi, incapaci di mentire.
« Esattamente, è finita anche con lui. Per questo tu uscirai con me e con quel figo del tuo amico. » mi fa l'occhiolino e salto dal letto. Beata lei che si comporta come se niente fosse successo.
« Abbassa la voce, è nella stanza accanto. » le metto la mano sulla bocca e guardo per vedere se la porta della mia stanza sia aperta.
« Veramente ci siamo già presentati. È andato via poco prima che tu ti svegliassi. » dice guardandosi le unghie.
« Perfetto.. Lui non verrà.» borbotto.
Mi avvio verso il bagno e lascio Emily curiosare nella mia stanza.
Mi lavo il viso con acqua fredda e mi guardo allo specchio. Sembro uno zombie. Serve un miracolo per le mie occhiaie. Mi lavo i denti e torno nella mia stanza. Trovo Emily con il mio diario in mano e sta leggendo ad alta voce.
« Caro diario, oggi ho conosciuto un ragazzo bellissimo, forse l'essere più sexy del pianeta, peccato sia stronzo. Il suo nome è Drew e..»
« Ehi, dammelo! » cerco di strapparglielo dalle mani, ma non ci riesco.
« ..ed è davvero un figo. » conclude la frase. Alza il diario in aria e non ci arrivo a prenderlo, essendo più bassa di lei.
Mi accascio per terra e mi prendo la testa fra le mani. Addio segreti.
Emily rimette il diario al suo posto e si siede davanti a me. Mi guarda, come se stesse aspettando delle spiegazioni da parte mia.
« Non è come pensi.. » cerco di difendermi.
« Lo hai incontrato altre volte? » chiede con un sorriso a trentadue denti. Le voglio bene, odio nasconderle le cose, ma odio ancora di più quando le persone ficcano il naso nelle cose degli altri. Un diario è personale, è una cosa intima. Neanche la mia migliore amica ha il diritto di leggerlo, maledizione.

« Ieri mi ha accompagnato a casa. » sorrido, cercando di non prendermela più di tanto e alzo gli occhi al cielo. « Ma non c'è niente, è fidanzato e io voglio Dylan, lo sai già. »poso la mano sul letto, e faccio una leggera pressione quando cerco di alzarmi, e andare poi davanti all'armadio.

« Ieri sera ci siamo baciati. » la guardo e poi mi concentro su cosa mettermi. Ho tanti vestiti, ma ogni volta metto i soliti. Spesso mi lamento di non averne abbastanza, semplicemente perché non li indosso spesso. Mia madre dice che sono una causa persa.
« Cosa? » la sua voce risuona in tutta la casa, e allunga talmente tanto la O, che probabilmente lo hanno sentito anche i vicini di casa. Sospiro e tiro fuori un paio di pantaloncini a vita alta e una canottiera bianca, semplice, con una piccola tasca sopra il cuore. Mi cambio e lei guarda con curiosità nel mio beauty case. Tira fuori il rossetto color prugna, il mio eyeliner, matita e mascara.
Viene accanto a me e ci guardiamo allo specchio. Inizio a truccarmi e lei fa lo stesso, ma le sue labbra sono tinte di rosso.
« Sono venuta qua come una barbona. » dice, mentre si sta mettendo l'eyeliner.
Sorrido e quando dice che è pronta, sospiro. È dannatamente bella.

« Perché non posso essere perfetta come te? » chiedo, mentre mi infilo le converse nere.

« Cosa non darei per essere come te, El. » dice e alzo lo sguardo. È seria?

« Cioè, guardati. Hai dei capelli spettacolari, gli occhi da
cerbiatta, sei studiosa, sempre così impeccabile, figlia perfetta e be', io non sono niente di tutto questo. » sorride amaramente e l'osservo perplessa. Forse non se ne rende conto di quanto sia bella.

Prendo la mia borsa e scendo velocemente le scale. Emily dietro di me si sta facendo una foto e scuoto la testa. Un giorno forse riuscirò a toglierle questo brutto vizio. Insomma, ci manca che si faccia il selfie anche in bagno.
«Voi due andate a rimorchiare? » chiede mia madre divertita.
«No, mamma. Andiamo fuori.» le do un bacio sulla guancia e usciamo. Emily ha già la macchina, beata lei. Io non ho alcuna intenzione di prendere la patente, o almeno, non in questo periodo della mia vita. Mio padre non fa altro che pregarmi di andare a scuola guida, peccato che la paura abbia sempre la meglio. Saliamo e ci dirigiamo verso un piccolo ristorante giapponese. Parcheggia la macchina ed entriamo nel ristorante, ci sediamo ad un tavolino quadrato, in un posto più appartato, e ordiniamo due porzioni di sushi. Emily mi guarda con malizia  e appoggia la borsa allo schienale della sedia.
« L'arrivo di Dylan non sembra che ti abbia entusiasmata troppo. » sorride, ma so già dove vuole andare a parare.
« E invece sì, solo che, non capisco più niente. » rispondo con aria sconfitta.

Ci sono persone che entrano nella tua vita soltanto per scombussolartela, altre invece vogliono essere parte di essa. L'incontro con Drew mi ha incasinato la mente. Non c'è una ragione precisa, semplicemente è successo e basta. Certi incontri non puoi evitarli. Certi incontri accadono una volta sola, e come un desiderio nascosto, ti rimane nella testa. Per lui probabilmente non è la stessa cosa, dato che, a quanto mi è stato permesso di constatare, sembra uno che si diverte con le ragazze. Ma sono ben consapevole che ciò non è un mio problema.

Durante il pranzo io ed Emily non ci scambiamo alcuna parola, e il silenzio lo odio, perché ogni volta mi perdo nei miei pensieri e, puntualmente, finisco per pensare a quanto faccia schifo la mia vita. Agli occhi degli altri è tutto così perfetto. Ai miei occhi, invece, la mia vita mi appare come l'inferno. Certo, ho degli amici, ho comunque una vita sociale, prendo sempre ottimi voti, ma sono l'unica, ogni volta, ad uscire senza il ragazzo. Non è tanto per il ragazzo che mi sento così, ma perché mi sento proprio inadeguata, persa, come se non valessi niente in questo mondo. Per non parlare di quelle volte, quando organizzano uscite di coppia, e rimango sempre in disparte, sentendomi fuori luogo. Quando paghiamo il conto Emily mi fa sapere che che sua madre abbia urgentemente bisogno di lei, quindi si offre di darmi un passaggio fino a casa, ma decido di scendere un po' in spiaggia. È da tanto che non ci vado, e mi aiuta sempre a riflettere.
Mi tolgo le converse e la sabbia scotta. La sabbia che brucia sotto i miei piedi, è una delle cose che odio in estate, ma nonostante ciò, corro sempre verso l'acqua, perché la sensazione dei piedi bagnati è bellissima. Guardo l'oceano e desidero tanto farmi il bagno, ma per sfortuna non ho il costume. Metto le cuffiette e scelgo la canzone di Lana del Rey, Born to die. Mi dà sempre un senso di pace, e mette a tacere i miei pensieri. Più in là ci sono delle famiglie con i bambini, mentre alla mia destra c'è una coppia. Sembrava quasi che vogliano fare un figlio in spiaggia. Distolgo lo sguardo e faccio una smorfia disgustata. Spinta dalla curiosità, guardo di nuovo verso la loro direzione. Il ragazzo ha un grande tatuaggio sulla schiena, non so cosa sia, ma quando lui si alza, guarda nella mia direzione.
Scoppio a ridere come una pazza, e questa risata si trasforma in una risata amara.
« Questa sì che è fortuna. » dico fra me e me.
Mi alzo e vado verso il marciapiede. Tolgo la sabbia dai piedi e mi rimetto le scarpe. Ho una voglia immensa di gridare. Mi metto a correre, almeno cerco di liberare la mente. Fa troppo caldo e sono tutta sudata. Se avessi saputo che mi sarei messa a correre, di certo avrei indossato dei pantaloncini più comodi.
Quando arrivo davanti a casa mia, mi piego e metto le mani sulle ginocchia. Mi sento come se stessi per svenire. Vedo mia sorella e il suo ragazzo che parlano con un'altra coppia. Mi appoggio al cancello e respiro profondamente. Ho la vista leggermente appannata, e quando riesco a mettere a fuoco le persone con le quali Bea sta parlando, desidero di essere invisibile. Drew e la bionda che stava quasi per mettere incinta, parlano con mia sorella. Perché non esiste il teletrasporto?
« Elena, vieni qua. Ti presento i miei amici. » dice mia sorella.
Fingo un sorriso e mi presento. La bionda è veramente bella, io in confronto a lei sono niente. Evito di guardare Drew.
« Lei è la mia sorellina. » continua Bea. Odio quando mi chiama sorellina, come se avessi due anni.
Drew ha lo sguardo serio, sembra quasi impietrito. La bionda allunga la mano verso di me e io gliela stringo.
« Piacere, io sono Hillary. » dice con voce acuta.
Vedo Drew allungare la mano e rimango immobile. Perché lo fa?
Gliela stringo e mi guarda negli occhi.
« Piacere, Andrew. » sorride, ma io rimango seria. Ha la mano morbida, e la mia in confronto alla sua sembra quella di una bimba. Ritraggo la mano, imbarazzata, e guardo mia sorella.
« Elena, Dylan ti ha lasciato una cosa di sopra. » sorride e mi fa l'occhiolino.
« Comunque la settimana prossima c'è una festa in spiaggia, cioè il mio ragazzo ha deciso di festeggiare così il suo compleanno. E stavamo parlando giusto di questo. Potresti venire con Dylan, che ne pensi? » continua mia sorella. Fingo un sorriso e annuisco.
« Certo. Posso portare anche Emily? » chiedo. Emily è la mia unica salvezza.

« Ovvio che sì. » risponde Bea.
Mi congedo con loro e salgo velocemente le scale, nella mia stanza trovo una scatola confezione regalo. L'apro velocemente e rimango a bocca aperta. Un vestito bellissimo a pieghe. La parte di sopra è bianca, senza maniche, un cinturino alla vita, e la parte di sotto è color blu notte. È bellissimo. Accanto trovo anche un biglietto da parte di Dylan.
" Spero ti piaccia e che lo indosserai la settimana prossima. Un bacio. " sorrido e stringo il vestito a me. Certo che lo indosserò.
Rimetto il vestito nella scatola e vado a farmi un pisolino.

Quando mi sveglio sono tutta sudata, e rimango sorpresa quando guardo l'ora. Ho dormito per tutto il pomeriggio ed è quasi l'ora di cena. Decido di andare in bagno e farmi un bagno rilassante. Mentre sono nella vasca, mando un messaggio su whatsapp a Emily. Le racconto del piccolo incontro con Drew e la sua fidanzata, e le mando anche una foto del vestito. Infine decido di mandare anche un messaggio a Dylan, ringraziandolo per il regalo. Mi risponde invitandomi fuori domani, e ovviamente accetto.
" Andiamo in discoteca stasera? "chiede Emily.
" Non ho voglia, Em. " le rispondo.
Poso il telefono per terra e scivolo con la testa sott'acqua. Qualcuno bussa alla porta del bagno e mi tiro su.
« Occupato al momento. » rispondo. Esco fuori dalla vasca e mi metto l'accappatoio. Prendo il telefono dal pavimento e leggo un altro messaggio da parte di Em.
" Stiamo poco, mezz'ora. Daii" sospiro. Se non accetto, probabilmente  continuerà così per tutto il giorno. Esco dal bagno e vado nella mia stanza. Mi metto un top corto, che mi lascia scoperta la pancia e un paio di shorts. Insomma, a casa non mi faccio tanti complessi su come vestirmi. Indosso sempre pantaloncini, soprattutto quelli per andare a correre, e canottiere o top, non sopporto il caldo. Sento il citofono suonare, e urlo a Bea di aprire. Siamo solo noi due a casa, ma quando sento la porta aprirsi, sento Bea ridere. Si sente più di una voce in salotto e penso subito di trovare Dylan ed Emily al piano di sotto, ma rimango sorpresa.
« Ciao. » saluto Drew e Hillary e vado in cucina. Cosa diamine ci fanno a casa mia? Mi siedo sulla sedia, ma mia sorella mi chiama per andare da lei.
Prendo un pacco di patatine e vado a sistemarmi sul divano.
« Mia sorella è da sempre un po' riservata. Non è noiosa come sembra, però. » la fulmino con lo sguardo.

« Gradirei che non si parlasse di me, grazie. » rispondo con tono secco.
Drew mi sta osservando, e mi sono dimenticata di essere mezza nuda. Fa caldo, sono a casa mia  e di certo non aspettavamo visite.

Mi guarda dalla testa ai piedi e mi sfugge una risatina divertita. Deve accorgersi, perché lo vedo distogliere lo sguardo e mordersi il labbro.
Prendo il telefono e scrivo a Emily.
" Lo stronzo è a casa mia con la sua ochetta. " sorrido.
Mia sorella parla con loro di non so cosa, e io sono concentrata sullo schermo del telefono.
" Secondo me viene là per te. " dice.
Scoppio a ridere e gli altri mi guardano.
Il telefono squilla. È Emily. Decido di rispondere e la sento urlare: « Ti ricordi del DJ figo dell'anno scorso? Suona in quella dannata discoteca e tu devi venire con me. » mi mordo il labbro e infine le rispondo: « Ok, ok ci sarò. Mi vado a preparare. » riattacco e butto il telefono sul divano.
« Dove vai? » chiede mia sorella.
« Un vecchio "amico" di Emily suona in una discoteca stasera, mi ha detto di andare con lei. » rispondo tutto d'un fiato.
« Perfetto, veniamo anche noi. » Bea si alza in piedi e sorride.

« Quindi, suppongo tu debba ricorrere ancora per una volta alla tua carta d'identità falsa? » chiede Dean puntando gli occhi su di me e poi su mia sorella.

« Oh vero, le famose carte che tu ed Emily siete riuscite a procurarvi. Direi che non ci sono problemi, abbiamo tutti l'età giusta. No? » domanda Bea, facendomi l'occhiolino.

« No, non venite. » dico allarmata, mentre ignoro la sua domanda.
Non anche lì.

« Sì che veniamo. » è Drew a parlare e per evitare di sclerare, vado subito di sopra a cambiarmi. Ma chi si crede di essere? È diventato un incubo. Una persecuzione. Perché diamine lo trovo dappertutto? E come se non bastasse, riesco pure a rendermi ridicola, a volte, davanti ai ragazzi troppo sexy per i miei gusti. Non posso dire il contrario, dato che è un fottuto dio greco, e io sembro un bradipo. Ma i bradipi sono carini, vero?

Metto un vestito nero, corto, senza maniche, rossetto rosso, mascara e eyeliner, e per finire un paio di scarpe col tacco. Chiamo Emily e mi informa che tra non molto sarà da me, così andiamo insieme. Scendo le scale e mia sorella fischia. « Oh cielo, che gnocca. »
Rido e rimango sorpresa nel vedere Drew ancora a casa mia.
Lo guardo con odio e lui contrae la mascella. Distolgo lo sguardo e dico a Bea di accompagnarmi in cucina.
« Quando hanno intenzione di andarsene? » chiedo, mentre verso dell'acqua nel bicchiere.

« Mi annoiavo stare da sola. Comunque perché non chiedi anche a Dylan di venire con noi? Per lui potremmo parlare con qualcuno e farlo entrare senza problemi dato che non ha ancora più di vent'anni. » mi prende il bicchiere e la guardo male.

Vado nel salotto, prendo il telefono e mando un messaggio a Dylan.
" Io ed Emily veniamo a prenderti, tieniti pronto. Serata in discoteca. "
Mi risponde semplicemente con un cuore e sorrido.
« Io scendo, andiamo a prendere Dylan. Ci si becca là. Ciao. »la saluto con un cenno della mano e scendo le scale. Sento qualcuno scendere dietro di me, e quando mi giro, mi ritrovo Drew davanti. Mi prende la mano e mi attira a sé. « Tu esci così? » mi guarda torvo e aggrotto le sopracciglia. Questo è totalmente fuori di testa.

Sono tentata nel tirargli un calcio tra le gambe, oppure mollargli uno schiaffo, ma decido di controllarmi. Tiene ancora stretta la mia mano, e spontaneamente stringo la sua, ma mi pentl subito. Tu sì che sei coerente, Elena.
Ritraggo la mano e con uno sguardo di sfida , gli dico: « Pensa a come si veste tua ragazza, dato che è più nuda che vestita. A me ci penserà qualcun altro. » gli faccio l'occhiolino e continuo a scendere le scale. Mi sorpassa e si piazza davanti a me. Mi sembra la scena di un film con i protagonisti entrambi idioti.

« Tu non esci con Dylan così, cioè sei  una ragazza e stiamo andando in una discoteca. Vestita così ci proveranno con te cani e porci. A proposito, chi è il famoso Dylan? » chiede, toccandosi la mascella.

«Quindi, mi stai dicendo che sei un cane o un porco? » ghigno e alza gli occhi al cielo.

« Tranquilla, non me ne fotte un cazzo di te. Il mio era solo un consiglio, dato che sei la sorellina della mia amica. » fa spallucce e sorride.

« Comunque, è il mio futuro ragazzo, ora levati. » lo spingo e scendo le scale. Dio, quanto posso odiarlo! Perché diavolo non mi lascia in pace? Mi ha dato fastidio il modo in cui mi ha risposto, forse perché è il primo ragazzo a farlo, e io come una stupida gli do  pure corda. Così magari s'impicca. Trovo Emily ad aspettarmi giù, più meravigliosa che mai, appoggiata alla macchina. Indossa un vestitino a pieghe, nero, e dei tacchi rossi. Il suo sguardo sembra di una bambola di porcellana, e i suoi occhi sono sempre più ammalianti.
« Finalmente, principessa. » batte le mani e rido.

« Dobbiamo andare a prendere Dylan. » affermo, mentre saliamo in macchina.
« Oh, ottimo direi.» sorride e mette la macchina in moto.
« Vengono anche i due amichetti di mia sorella. » la guardo e prego che non faccia domande.
« Allora che vendetta parte prima sia. » sorride beffarda e scuoto la testa.
Emily è perfida. Ma sa sempre leggermi nel pensiero. È piuttosto vendicativa, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi.
Non posso desiderare un'amica migliore di lei.
È semplicemente la mia anima gemella.
Non la immagino neanche una vita senza di lei. Insomma, il nostro futuro lo immaginiamo sempre insieme.
Lei che fa da madrina ai miei figli, lei che sarà presente al mio matrimonio, lei che mi darà consigli su come vestirmi per ogni occasione. Lei che non mi abbandonerà mai.

L'amicizia fra me e lei è la cosa più bella che la vita mi abbia regalato. La vita l'ha messa nel mio cammino proprio quando mi sentivo persa,  sconosciuta agli occhi degli altri.
È stata la mia salvezza sin dalla prima volta che l'ho vista.

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