capitolo 32
Mi guardo intorno, nell'ascensore, spaventata, ma sono sola. Ho il cuore a mille e mi sudano le mani. Ho paura che mi possa succedere qualcosa da un momento all'altro. Quando ero a New York non ho detto a nessuno dei messaggi anonimi, solo Drew ne aveva letto uno, ma poi ho pensato che fosse tutto finito. Nonostante abbia cambiato telefono e numero, qualcuno continua a divertirsi a farmi brutti scherzi. Ancora non capisco il perché di questi messaggi e, soprattutto, chi è a volermi lontana da Drew. Non so nemmeno se sia maschio o femmina. Dylan non potrebbe essere, non farebbe mai una cosa così infantile; non di abbassa a questo livelli. Emily è la mia migliore amica, farebbe di tutto per me. Trevor si comporta sempre bene con me; è il fratellastro di Drew, non gli passerebbe nemmeno per l'anticamera del cervello una cosa del genere. Tutti questi pensieri mi fanno venire il mal di testa. Quando arrivo al piano dove si trova il nostro appartamento, cerco le chiavi nella borsa e quando non appena mi fermo davanti alla porta, tengo lo sguardo basso, quindi mi è impossibile non notare il paio di scarpe davanti a me.
Mando giù il groppo che mi si è formato in gola e alzo la testa a rallentatore. La persona davanti a me indossa un paio di jeans neri, le sneakers, e una maglia larga nera. Quando i miei occhi incontrano i suoi, quasi tiro un sospiro di sollievo, anche se ho voglia di prenderlo a schiaffi. Ho rischiato di avere un attacco al cuore per colpa sua.
Lui mi sorride sornione, e ricambio, anche se in modo forzato, cercando di tranquillizzarmi.
« Dio, mi hai fatto morire. » dico, portandomi le mani sul viso, sfregandole.
« Che bella accoglienza! » esclama Trevor e viene ad abbracciarmi.
« Sei venuto a vedere tuo fratello? Perché se è così, sappi che non c'è. » lo informo, aprendo la porta e mi sposto, per farlo entrare per primo, ma lui mi fa segno di entrare io.
Faccio spallucce, e chiude rumorosamente la porta, facendomi sobbalzare.
Mi giro di scatto verso di lui e per poco non vado a sbattere contro il suo petto.
« Trevor, seriamente, la devi smettere di fare così. » affermo, portandomi una mano sul cuore.
« Di fare cosa? Stai bene? » domanda, preoccupato.
Mette la mano sulla spalla e mi guarda negli occhi. I suoi occhi marroni sembrano quasi neri come la pece, e faccio mezzo sorriso.
Forse inizio a farmi troppe paranoie.
« Sì, sono solo un po' in ansia. Ho da poco iniziato il college e ancora non mi sono integrata bene. » mento e lui mi accarezza il braccio in segno di conforto.
Gli sorrido, anche se continuo a sentirmi nervosa, e lui toglie la mano, guardandosi intorno, come se stesse ispezionando la casa.
« Sì, lo so che hai iniziato da poco il college. Ma ti abituerai. » dice, sorridendomi.
« Come lo sai? » domando, all'improvviso.
Lui si gira verso di me e poi ride leggermente.
« Ti devo ricordare che Drew sia mio fratello? » dice, alzando un sopracciglio.
La mia bocca si apre per la sorpresa. Ha ragione.
Scaccio dalla mia mente tutti i pensieri brutti e sento decisamente il bisogno di prendere una boccata d'aria fresca.
« Tuo fratello sa che sei venuto? » domando, mentre vado in cucina, e lui mi segue.
« No, volevo farvi una sorpresa. » dice, con tono gentile e mi limito a sorridergli in segno di risposta.
« Vuoi qualcosa da bere? » gli chiedo, aprendo il frigo.
« Una lattina di Coca cola andrebbe benissimo. » afferma e prendo due lattine, una anche per me. Quando mi giro verso di lui per offrirgliela, me lo ritrovo di nuovo a pochi centimetri da me.
« Ecco a te.. » dico, a denti stretti e assottiglio le labbra.
« Stavo venendo a prenderla. » continua a sorridermi, e per sfuggire all'imbarazzo creatosi al momento, decido di incamminarmi verso il balcone.
Una situazione del genere è un po' difficile da reggere. Insomma, siamo amici, ma non abbiamo tutta questa grande confidenza. Eppure, nonostante non sia uno sconosciuto ai miei occhi, continuo ad avere l'ansia e mille dubbi invadono la mia testa.
« Non mi hai scritto più. » afferma deluso, abbassando lo sguardo sulla lattina, e nel frattempo io apro la mia.
« Oh, lo so.. È che ho cambiato numero.. » spiego. Nel mio tono di voce il dispiacere si sente eccome. Si porta la bevanda alle labbra e poi se le lecca.
« Sì, so anche questo. » afferma serio, per poi sorridermi tristemente.
« Chi te l'ha detto? » la curiosità mi sta uccidendo.
« Oh, mi sembra che sia stata Emily o Dylan, non ricordo bene. » si gratta la nuca, e mi guarda con un cipiglio.
« Allora, cosa mi racconti? » chiedo, cercando di far conversazione, mentre mi porto alle labbra la lattina di Coca cola.
Lui mi scruta attentamente, il che mi fa sentirei troppo in soggezione. Cerco di intrattenere una conversazione con lui, cercando di evitare di andare in confusione o farmi venire i dubbi.
Alla fine mi racconta di aver avuto una ragazza, ma è durata soltanto una settimana. Si sono lasciati per motivi che non vuole dirmi, ma non insisto. Rispetto la sua decisione, e mi sforzo dal non fargli troppe domande, tenendo sotto controllo il lato da curiosona investigatrice che c'è in me. Evidentemente si è limitato a dirmi quanto quella ragazza somigliasse a me. All'improvviso tra di noi cala un silenzio imbarazzante, e mi domando dove diavolo sia finito Drew.
« Non chiami Drew? » domando, come se non vedessi l'ora di vederlo, ma in realtà non voglio stare da sola con Trevor. Non sono brava a portare avanti una conversazione con lui, diventa sempre tutto molto... strano. Mi sembra tutto quanto insolito e giusto un po' inquietante, o magari è soltanto la mia mente che mi fa brutti scherzi.
Devo assolutamente parlare con qualcuno a riguardo dei messaggi anonimi, ma non mi sembra giusto parlarne con Trevor. Mi fa stare bene sempre, e alcune volte mi ha difeso, ma ancora non riesco a fidarmi completamente di lui.
« Va bene, Elena. Ora devi dirmi una cosa. » diventa serio e si avvicina pericolosamente a me.
Si mette a ridere e mi sento presa in giro. Lo fa apposta? « Oddio, dovevi vedere la tua faccia! »dice, tra una risata e un'altra, e cerca di imitare la mia espressione con l'intento di farmi ridere.
« Cosa ti sta succedendo? Cos'è che ti turba? Sei distante, e sembra quasi che tu abbia paura di me. Cosa c'è che non va? » mi chiede con tono dolce e lo guardo esterrefatta. Una breve risatina esce dalla mia bocca, e poi faccio spallucce. « Niente, Trevor. »
Lo invito a guardare un po' di televisione con me, e andiamo a sederci sul divano. I miei occhi seguono il movimento della sua mano, quando lo vedo tirare fuori dalla tasca una scatola piccola. Mi guarda in modo malizioso e inarco un sopracciglio. E da quando lui mi guarda così?
« Cos'è? » chiedo, portandomi le ginocchia al petto.
« Il tuo regalo, anche se in ritardo. » dice e ne rimango sorpresa. Mi ha veramente preso un regalo?
Allungo la mano, indecisa se prenderlo o no, ma alla fine è lui a posarmelo sul palmo della mano. Lo scarto, titubante, mentre lui mi guarda come se volesse incoraggiarmi e spronarmi a darmi una mossa.
Quando la apro, rimango di stucco. Lo fisso sbalordita e sbatto velocemente le palpebre.
« È.. » inizio a dire.
« Bellissimo? » continua la mia frase.
Sì, se non sembrasse un anello di fidanzamento!
« Sì.. » rispondo, fingendo un sorriso.
« Elena, ascolta, non vorrei disturbare, ma non è che potrei rimanere a dormire qui stasera? Non ho un posto dove stare, dormirò qui sul divano. » dice, tutto d'un fiato. Non sembra neanche un problema per lui, anzi sembra quasi che l'abbia già organizzato.
Ma sì, dai. Magari ti presto pure il mio pigiama.
« Certo, Drew sarà felice.. » mi gratto la nuca e serro le labbra. Sarà proprio felicissimo di spaccarti la faccia, immagino.
DREW
Guardo da lontano Elena che sta parlando con quel coglione di Cameron, e sento il sangue ribollirmi dentro le vene. Lui le sta sorridendo e lei sta pure ricambiando! Dio, quanto vorrei caricarla sulle mie spalle e portarla via. La odio quando ride e scherza con altri ragazzi, soprattutto con lui, mentre con me fa sempre la guerra.
Io e lei siamo in una lotta continua, con brevi periodi di tregua, e poi partiamo di nuovo all'attacco. Ormai è diventata una cosa normale fra di noi. La amo e mi manda fuori di testa. Vorrei stringerla forte in un abbraccio, e sentirla sciogliersi tra le mie braccia. Adoro quando la becco a fissarmi di nascosto e poi si affretta a distogliere lo sguardo, facendo finta di niente. È così tenera quando arrossisce davanti a me. È come una bambina che ha bisogno di essere amata e protetta. Lo farei volentieri, se non mi dichiarasse guerra ogni volta che cerco di avvicinarmi a lei. L'ho vista cedere, l'ho vista cadere e farsi male, ma l'ho vista anche rialzarsi da sola e diventare più forte di prima. La ammiro per questo. Perché lei sarebbe capace di fare a meno di me, mentre per me penso sia un po' difficile. Ripenso al suo profumo di caramelle, al sapore delle sue labbra. Basta, Drew. Sembri una ragazzina.
Cameron si avvicina ancora di più a lei e ho la fottuta voglia di andare da lui e spaccargli la faccia. Ma perché Elena non se ne va?
« Quella ragazza ti ha fatto perdere la testa, vero? » Marcus spunta accanto a me e mi dà un pugno sulla spalla.
Marcus è una tra le prime persone con le quali ho legato, se così si può dire, il primo anno al college. L'ho trovato sin da subito simpatico e interessante. Non invadeva mai il mio spazio vitale, non mi assillava con domande, anzi, neanche ci vedevamo spesso, perché amo stare per i fatti miei, ma quando capitava, allora diventava una specie di psicologo per me.
« Già. » rispondo, abbassando la testa.
L'immagine di loro tre che ridono, mi fa imbestialire.
« Senti, potresti darmi un passaggio? Riley ha la macchina oggi e fa un po' tardi, quindi non può darmi un passaggio. » alza gli occhi al cielo e annuisco.
« Certo, sali su. » gli indico la macchina e lui guarda verso Elena.
« Non la chiami? Potrebbe venire con noi. » dice, alzando le sopracciglia.
Gli faccio segno di salire e lui scuote la testa, rassegnato, e sale dentro.
« Ha già il passaggio, fidati. » dico, sarcastico e salgo anche io.
Esco dal parcheggio e Marcus sbuffa.
« Drew, non funziona così. Se sei geloso, non puoi semplicemente fregartene. Devi essere te stesso. » mi dice. Ho perso il conto di tutte le volte in cui mi ha fatto la predica.
« Io sono sempre me stesso. » ribatto, con tono freddo.
« Ma davvero! » esclama, alzando le mani.
« Marcus, non è il momento. » gli dico, ma a lui non sembra importare niente.
« Drew, non hai mai abbandonato una persona, ma stai rinunciando alla ragazza che ami, diamine! Ti sembra normale da parte tua? Ma riesci ad immaginare quanto lei ci sia rimasta male per colpa tua? Se vuoi che lei ti perdoni, devi smetterla di comportarti come un coglione. » sbuffa e sbatto il pugno sul volante.
« Lo so, cazzo, lo so! Non c'è bisogno che me lo ricordiate tutti quanto io faccia schifo come ragazzo. Lo sai bene che odio legarmi così, è difficile per me. È la prima volta, non sono capace Marcus! Mi sento vulnerabile quando sono con lei, ed è fastidioso. Non mi sono mai sentito così debole per una ragazza. Dio, la voglio da morire, ma so che la farei soffrire di nuovo. Non so più che fare, capisci? Mi sento uno schifo. » mi sfogo. Non voglio assolutamente guardarlo in faccia e incontrare la sua espressione arrabbiata e minacciosa. Ma, comunque, con la coda dell'occhio lo vedo sorridere contento, e sospiro profondamente.
« L'amore cambia le persone, Drew. » dice, dandomi uno spintone. « Nel tuo caso, ti ha cambiato in meglio, anche se non vuoi ammetterlo. Tu ti senti debole, ma Elena si sente più forte, ne sono sicura. Sei stato tu a deludere lei, l'amore per te l'ha cambiata, ma l'ha resa più donna, più forte, in grado di respingerti nonostante lei ti voglia allo stesso modo, perché le donne forti hanno la forza di farlo. » conclude e rimango senza parole. Marcus riesce sempre a togliermi le parole dalla bocca, e lo stimo per questo. Probabilmente è diventato così grazie a Riley. Quando scende dalla macchina, lo saluto e poi vado a farmi un giro.
Elena
Sono le dieci di sera e già sto morendo di sonno. Do a Trevor una coperta leggera per coprirsi, in caso dovesse sentire freddo, e gli dico che sto andando a dormire.
Per evitare ulteriori preoccupazioni, mi chiudo a chiave dentro la mia stanza.
Drew ancora non è tornato. Non so come mai, ma ci rimango male.
Mi cambio, e mi sdraio sul mio letto. Ascolto un po' di musica finché non sento i miei occhi chiudersi del tutto.
Prima di cadere in un sonno dolce e profondo, sento la porta dell'ingresso chiudersi. Ho voglia di balzare giù dal letto, ma rimango semplicemente in silenzio. All'improvviso sento le loro voci e mi alzoper origliare. So che non si fa, ma io sono curiosa, quindi lo faccio.
Appoggio la guancia contro la porta e cerco di sentire quello che si stanno dicendo.
« Io, davvero, sono senza parole. Io ti avrei lasciato dormire fuori come i cani! » esclama e mi viene da ridere.
« Pazienza. » dice Trevor e cerco di scimmiottarlo in silenzio.
« Giuro che se ci provi con lei o se la tocchi, sei un uomo morto. » è l'unica cosa che riesco a sentire, dopodiché si sente una porta chiudersi. Quest'ultima frase mi fa sorridere, e vorrei andare da lui e abbracciarlo. Vado di nuovo a sdraiarmi nel letto, cercando finalmente di addormentarmi.
Rimango per un po' a fissare il vuoto e ad un tratto sento la maniglia della porta abbassarsi e poi tornare come prima. Mi metto subito a sedere e con una mano mi copro la bocca. La maniglia si abbassa nuovamente e cerco di mantenere la calma, perché alla fine dei conti ci siamo solo io, Trevor e Drew in casa. Aspetto altri dieci minuti e dopo finalmente riesco ad addormentarmi.
Il mattino seguente, non appena apro gli occhi, rimango per altri dieci minuti a fissare il vuoto.
Prendo il cellulare dal comodino e digito la password per sbloccarlo.
La notifica di un messaggio cattura la mia attenzione ed ho un brutto presentimento.
" Drew si è già stancato di te? Povera piccola."
Dice il messaggio anonimo, ed ho voglia di lanciare il telefono contro il muro e spaccarlo.
Apro WhatsApp e poi vado nella chat di Dylan.
" El, ti devo dare una notizia "
Sorrido e gli chiedo quale sia. Rimango ad attendere per un po', ma non viene online subito.
" Lo sai che i tuoi hanno già deciso che in estate andremo tutti in Italia? "
Risponde finalmente e ed ho un tuffo al cuore. Che significa tutti? E perché?
Perché questa decisione improvvisa?
Rimetto il telefono sopra il comodino e mi avvio verso il bagno. Sento l'acqua scorrere, quindi deduco che qualcuno si stia facendo la doccia.
Vado in cucina e trovo la colazione pronta. Mi guardo intorno e vedo Trevor sul balcone, con una tazza in mano. Inclino la testa per guardare meglio, e lui mi nota.
« Ben svegliata! » dice raggiante e viene verso di me.
« Vorrei essere anche io così felice di prima mattina, piuttosto che sembrare appena resuscitata dopo mille anni. » dico ironicamente e lui ride di gusto.
Mi siedo sullo sgabello e inizio a consumare la mia colazione.
« Chi l'ha preparata? » chiedo, a la bocca piena. Trevor si siede accanto a me e mi guarda sorridendo.
Okay, Trevor. Sei troppo vicino per i miei gusti.
« Io, chi sennò? » dice, con ovvietà.
Drew entra in cucina con un paio di pantaloni della tuta addosso e una maglietta bianca. È dannatamente bello.
Abbasso lo sguardo per evitare il suo, e quando mi passa accanto, mi dà un bacio sulla fronte e per poco non mi strozzo col cibo. Inizio a tossire e lui mi dà qualche pacca sulla schiena.
« Stai bene? » chiede, preoccupato.
Sì, stavo solo soffocando.
Fingo un sorriso e annuisco.
Drew prende posto davanti a me, mentre lancia sguardi omicidi a Trevor.
« Dopo le lezioni torni a casa con me. » afferma, mentre beve il caffè.
« Torno con chi voglio. » gli rispondo e lui alza gli occhi verso di me e mi guarda serio.
« Puoi tornare con me. » dice Trevor, sorridendo.
« E con cosa? Con il triciclo? »dice in modo scherzoso Drew e mi sfugge un sorriso. « Ho detto che torna con me e così sarà. » gli lancia uno sguardo di sfida e poi guarda me.
« Io ho finito. » mi alzo e mi dirigo verso la mia stanza.
« Preparati, ti porto io. » mi giro verso di lui e mi fa l'occhiolino.
Dio, quanto mi fa uscire fuori di testa.
Ogni volta che i suoi occhi verdi si posano su di me, sento la pelle bruciarmi dal desiderio.
Dopo mezz'ora sono pronta ed esco di casa, senza dire niente. Vedo Drew rincorrermi e gridare il mio nome. Rido e continuo a camminare.
« Ti ho detto che ti porto io. » afferma, puntando i suoi occhi nei miei. Sorrido timidamente e lui mi attira a sé.
« Lo so che mi hai visto ieri. » mi bacia la fronte e continua la frase « Mi dispiace, avrei dovuto aspettarti. » mi abbraccia e finalmente mi sento sollevata.
« Va bene, non importa.» dico, per poi dirigermi verso la sua macchina con un sorriso da ebete stampato sul volto. Mi giro verso Drew e lo vedo sorridere. In macchina come al solito guardo fuori dal finestrino e vedo la sua mano posarsi sulla mia nuca e attirarmi verso di lui. Non ho neanche il tempo di ribattere, perché mi ritrovo con le sue labbra sulle mie. « Non ti allontanare da me, Bon Bon. » mi bacia il naso e mette la macchina in moto.
Il cellulare vibra nella mia tasca e lo tiro fuori.
" Me la pagherai cara. " Un altro messaggio anonimo.
Lo rimetto dentro la tasca, facendo finta di niente, e non preferisco parola per il resto del viaggio.
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