capitolo 23

"Ti dirò di andartene ma tu resta, perché sei tutto ciò che può calmare un mare in tempesta."
Tajy Abedin

Vado davanti allo specchio e mi osservo. I capelli arruffati, le occhiaie abbastanza evidenti, e un brufolo sulla mia fronte. Mi sfugge un lamento, e controllo il resto del viso. Mi guardo le gambe e chiudo gli occhi per evitare di disperarmi ulteriormente.
Devo farmi assolutamente la ceretta, e prendermi più cura di me stessa, dato che da un po' mi sto trascurando.
Prendo la cera e vado a riscaldarla.
« Vulcano in eruzione, eh? » scherza Bea.
Alzo gli occhi al cielo e vado in bagno.
Prendo le strisce e mi preparo psicologicamente alla tortura.
Ad ogni strappo mi viene da urlare, finché non inizio ad abituarmi.
Quando finisco, mi lavo e dopo mi prendo cura della mia faccia. Mi faccio la pulizia del viso, e metto la crema anti-brufoli. Mi guardo allo specchio disgustata: « Dobbiamo convivere insieme per un po'.» dico, tra me e me, riferendomi al brufolo.
Il mio cellulare vibra e con la coda dell'occhio noto il nome di Drew sullo schermo.
" Ho un disperato bisogno di vederti, per favore.."
Eh, piacerebbe anche a me, ma non posso. Scatto una foto al mio brufolo e gliela mando: "Il vulcano non vuole vederti per ora. "
Mi mordo il labbro, trattenendo una risata, immaginandolo mentre fa le smorfie di disgusto.
" Se tu pensi che un brufolo non mi permetterà di vederti, ti sbagli. Preparati, sarò da te tra un paio di minuti."

Mi metto un vestitino color pesca, e mi pettino velocemente i capelli e li lascio liberi. Stanno allungando in fretta. Metto il correttore, cercando di nascondere le occhiaie, la matita per gli occhi e un po' di mascara.
Non temo le imperfezioni, perché alla fine nessuno è perfetto, però, come tutte le persone, cerco di coprirle un po', per non sembrare davvero una ragazza totalmente trascurata.
Non odio il mio corpo. A volte le imperfezioni mi spaventano, ma soltanto così mi sento umana. Non ho bisogno di due quintali di trucco, né di fare diete stupide, e non sento nemmeno il bisogno di andare in palestra. Sono in sintonia con il mio corpo, e non do mai di matta ogni volta che prendo qualche chilo in più. Insomma, non ho l'addome piatto, né scolpito, come le modelle di Victoria's Secret. Ho un po' di pancetta, però pazienza, me la faccio andare bene. Sono troppo pigra per andare in palestra.
A differenza mia, Emily è proprio fissata con l'aspetto fisico. Va in palestra, perché teme la cellulite. Si mette mille creme, perché teme i brufoli, e si lamenta sempre di avere la pelle troppo sensibile. Quel che non sa è che, anche con un brufolo pronto a esplodere, ha sempre un aspetto incantevole. Sembra una bambola di porcellana.
Capita anche a me di vedermi uno schifo, di guardarmi allo specchio e sentire il bisogno di romperlo.
Sento anche io il bisogno, a volte, di esagerare col trucco.
Sento, anche io, come ogni comune mortale, il bisogno di essere più carina.
Ma sono soltanto dei brutti periodi, che a volte durano un po' troppo o un po' di meno.
Io sono, più o meno, la ragazza che si fa andare bene tutto. Odio andare in palestra, perché mi sento troppo osservata. Odio andare continuamente dall'estetista, preferisco pensare io a me stessa e imparare a conoscere il mio corpo e la mia pelle.

Prendo la borsa e scendo velocemente le scale, mai una volta che le scenda piano. Apro il cancello e trovo il pick-up di Drew parcheggiato davanti a casa mia. Mi aspettavo che mi accogliesse con un abbraccio, o con uno dei soliti sorrisi-sciogli-tutto.
Mi avvicino alla macchina e gli faccio ciao con la mano, e lui apre lo sportello.
« Sali!» mi ordina, e io metto le mani sui fianchi.
« Sei la gentilezza fatta persona. In ogni caso, se hai intenzione di darmi ordini, puoi andartene subito. » puntualizzo, con un pizzico di rabbia.
Lui scende dalla macchina, e viene verso di me. Mi solleva di peso e mi fa sedere sul sedile, mettendomi anche la cintura di sicurezza.
Drew e le sue maniere.

Non mi rivolge nemmeno la parola. Non mi degna nemmeno di uno sguardo. Il suo viso è concentrato sulla strada, e sento i suoi muscoli tesi.
Serra le labbra, dopodiché, impreca a bassa voce, a causa del traffico.

Appoggio la testa al finestrino, ormai mi sono arresa. Di sicuro non lo costringerò a parlarmi, dato che è stato lui a dirmi di aver bisogno di vedermi.
Dopo un po' accosta la macchina e scende, e la stessa cosa faccio io. Chiude la macchina e si dirige verso la spiaggia.
« Molto originale devo dire. » un piccolo sorriso si forma sul mio viso, ma quando lui si ferma e si gira a guardarmi, divento seria.

« Be', fatelo andare bene per questa volta. » dice, e continua a camminare.
Mi tolgo le scarpe e ho all'improvviso una voglia matta di correre e raggiungere la riva. La sabbia scotta e saltello come una pazza, desiderosa di raggiungere l'acqua.

Drew vine verso di me e mi solleva di peso, alzandomi come se fossi un sacco di patate.

« Su, altrimenti la principessa si brucia. » dice, sarcastico.

« Ma che problemi hai? Prima fai il dolce e poi mi tratti di merda? » chiedo, furiosa.
Mi mette giù e si toglie la maglietta. Guardo i suoi addominali, e poi guardo verso il basso.

« Ti piace quello che vedi? » chiede, con tono malizioso. Non riesco davvero a capirlo. Sembra davvero bipolare. Prima è carino, un minuto dopo mi tratta con indifferenza.

« Dunque, mi hai portata qui per fare cosa? Per mostrarmi il tuo fisico e ferirmi? Ferirmi perché pensi che io sia un'altra delle tue puttane che ti sbava dietro? Se è così, puoi andare al diavolo Drew. »

Drew si siede sulla sabbia e si passa la mano tra i suoi capelli neri.
La luce del sole cambia il colore dei suoi occhi, e non sono più verdi intensi, ma sono più chiari, quasi un verde che tende all'azzurro.
Mi siedo accanto a lui e mi sfugge un sorriso, non appena  noto  la sua mano cercare la mia. Intreccia le sue dita alle mie e si avvicina di più a me.
Poggia la testa sulla mia spalla e sento il suo respiro caldo sul mio collo.

Come se non stessi già morendo di caldo. Ho bisogno di un ventilatore.

« Sei l'unica che non mi sbava dietro, e questo mi fa uscire pazzo. Tu sei vera, Elena, e mi piaci. Dio, se mi piaci. Dal momento in cui ti ho vista, eri così scontrosa, e quando corrughi la fronte sei così bella. Mi mandi fuori di testa e non so più cosa devo fare. Mi sento un cretino, perché onestamente è la prima volta che provo dei sentimenti del genere, ma sono quasi sicuro di essere innamorato di te, Elena. ». Dopo, mette la testa sulle mie gambe e chiude gli occhi. Guardo le sue lunghe ciglia nere, e quasi provo invidia. Il mascara, sulle sue ciglia. Ridacchio, per le stupide cose a cui penso in un momento del genere, e lui apre gli occhi.

« Ti fa ridere la mia dichiarazione? » Vero, la dichiarazione.

Un sorriso spunta sul mio viso e le mie dita accarezzano la sua mascella.
È così bello, ma così irraggiungibile.
A volte, anche se siamo ad un centimetro di distanza, quel centimetro si trasforma in una distanza quasi insuperabile.
« Hai degli occhi bellissimi. Volevo dirtelo dalla prima volta che ci siamo visti. » sorrido e mi mordo il labbro.
Lui alza la testa dalle mie gambe e mi guarda negli occhi. L'intensità dei suoi occhi per poco non mi fa sciogliere.
« Se potessi, ora suonerei qualcosa per te. » mi rivolge uno dei suoi sorrisi più belli e avvicina il suo viso al mio.
Sta per baciarmi, aiuto.

Si passa la lingua sulle labbra e poi mi dà un piccolo bacio sulla fronte, poi uno sul naso, uno sulla guancia, e poi si ferma.
Lo vedo esitare e, poi, abbassare la testa.

« Per caso ti faccio schifo? » chiedo, alzando gli occhi al cielo.
« No, non dirlo neanche per scherzo. Sono io a far schifo, Elena. » sorride tristemente e tira fuori dalla tasca il suo cellulare e mi guarda.

« Ti va di fare una foto? » chiede, storcendo il naso. L'idea è carina, anche se non sembra da lui.

Annuisco e quando apre la fotocamera, cerco di sfoggiare un bel sorriso, avvicinando il mio viso al suo. Nel momento in cui sta per scattare la foto, si gira e mi ruba un bacio. Scatta la foto, mentre sorride contro le mie labbra. « Stronzo. » dico, sorridendo.
Guarda la foto e sorride. « Questa la voglio incorniciare, è un capolavoro. »
Me la mostra, e non posso fare a meno di sorridere, perché è  venuta veramente bene. Lui che mi bacia, e io che sorrido. Sembriamo innamorati, come se fossimo la coppia più felice del mondo.
Mette la foto come sfondo del suo cellulare e ciò mi fa arrossire. Perché all'improvviso è così... premuroso e dolce?
« Ti devo dire una cosa. » mi avvisa, prendendomi le mani. « Ti farò schifo, già lo so..» abbassa la testa e sospira.
Rimango in silenzio, pronta ad accogliere l'ennesima pugnalata.
« Sono andato a letto con Amber. È stato un momento di debolezza. » ritraggo le mani e, vorrei poterlo guardare negli occhi, ma l'unico sguardo che riceve da me è pieno di  disgusto.
« Per favore, lasciami spiegare. » mi supplica.

« Drew, ti sembro un giocattolo? Ti sembra che io non abbia un cuore? Dei sentimenti? » alzo la voce, guardandolo negli occhi. Il colore dei suoi occhi, però, cambia. Diventano più scuri, come se ci fosse un velo di tristezza improvvisa a coprirli.
Mi attira a sé in un abbraccio, non lasciandomi andare. « Tu mi ami. » dice, poggiando il mento sulla mia testa.

Scoppio a ridere e mi allontano da lui. « Tu sei pazzo! » esclamo, dirigendomi verso il marciapiede.

« Di te. » mi grida dietro.
Gli mostro il dito medio e continuo a camminare.
Drew mi afferra il polso e mi fa girare. Mi mette un dito sotto il mento e mi costringe a guardarlo negli occhi.

« Sono un coglione, è vero. Ma guardami negli occhi e dimmi che mi odi. » afferma, serio. Deglutisco e distolgo lo sguardo. « Allora mi ami. » risponde, sorridendo.

Sbuffo e gli do un calcio tra le gambe. La convinzione frega le persone.  Lo vedo portarsi le mani proprio lì e cade in ginocchio. Gli sfugge un lamento di dolore e tengo lo sguardo alto.
« Ecco perché ti amo. » dice, con una smorfia.

« Mi ami? » chiedo, alzando un sopracciglio.
Questa domanda però fa pensare anche Drew. Forse non si è nemmeno reso conto di quello che ha appena detto. Insomma, so che non lo intende davvero in quel senso.
« È una roba strana...» sorride, alzando gli occhi al cielo e poi mi guarda. Non capisco se sia serio o se mi stia prendendo in giro. Si alza con fatica e mi prende la mano. « Ascolta, tu mi piaci davvero tanto. Provo qualcosa per te, qualcosa di molto forte. Non so se è amore, ma fa male. E sai perché? » avvicina il suo viso al mio e prende la mia mano, mettendola all'altezza del suo cuore. « Non potremmo, comunque, stare insieme. Non so perché l'ho fatto, El. Io tra poco parto, ma volevo dichiararmi lo stesso, perché voglio che tu sappia..» fa una pausa e mi accarezza la guancia. « Che sei l'unica ragazza che mi ha fatto perdere la testa. L'unica per la quale ho provato un sentimento del genere. » finisce la frase e mi baciòa la fronte.
« Anche tu mi piaci, e anche io devo partire... quindi sarebbe, quasi, impossibile stare insieme. » sfioro la sua mano, più grande in confronto alla mia, e poi lo guardo negli occhi. « Sei un ragazzo difficile, ma ti perdono Drew. Ti perdono perché anche io provo quello che provi tu. » gli accarezzo le nocche e lui mi stringe in un forte abbraccio.

« Sarebbe stato bello, se questo fosse stato l'inizio di una storia, anziché la fine. » mi sussurra tra i capelli. Non può finire, perché non è neanche iniziata. Ma questo non lo dico. Non voglio che questo sia un addio, ma devo rassegnarmi. Magari un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo.
« Mi scriverai ogni tanto? » chiesi con voce tremante.

« Forse sarà meglio dimenticarti. Farà male sentirti e non averti accanto. » dice e capisco. Ciò che sta provando gli fa paura, non si sente in grado di affrontarlo. Le persone come lui hanno sempre paura dell'amore, e odiano sentirsi deboli. Le persone come lui devono essere amate senza intoppi.
Poggia dolcemente le sue labbra sulle mie, facendomi venire la pelle d'oca. È soltanto un piccolo, bacio.   « Non ti dimenticherò mai, questo già lo sai. » sorride e ha ragione. Nelle sue parole sento la verità e ne sono felice.
« Non vuoi dimenticarmi? » sorrido e lui mi prende in braccio. « Le persone che lasciano il segno, non si dimenticano così facilmente. » ridacchia e mi dà un altro bacio. « Mi sento quasi stupido a dirlo, però ci tengo un sacco a te, Bon Bon. » afferma, e mi mette giù. Rimango sorpresa da ciò che ho appena sentito uscire dalle sue labbra, ma lui cerca subito di cambiare argomento. « Vieni, ti riporto a casa. » mi prende la mano e, finché non arriviamo alla macchina, sorrido come un ebete. Salgo in macchina e gli domando se casa sua sia libera. Lui annuisce e mi mordo il labbro. « Allora andiamo a casa tua. Passiamo del tempo insieme, ora che abbiamo la possibilità. » 

Dopo venti minuti mi ritrovo sul suo divano, con lui accanto che  attorciglia i miei capelli intorno alle sue dita. Mi ripete continuamente quanto sia buono il mio profumo, e ogni tanto mi lascia baci sul collo. La sua vicinanza mi fa venire i brividi e il mio corpo sta decisamente impazzendo.
Mi metto a cavalcioni sopra di lui, senza neanche dargli il tempo di reagire, e  inizio a baciarlo con foga.

Ma sì, al diavolo tutti i buoni propositi. Al diavolo la brava ragazza. Al diavolo tutti i freni che mi sono posta. Se mi sento sicura, perché non farlo?

Sento il bisogno di baciarlo, come se avessi bisogno di ossigeno. Le mie dita si insinuano sotto la sua maglietta, e gli accarezo lentamente l'addome. Le sue labbra si muovono lentamente contro le mie, mentre si lascia sfuggire un gemito di piacere e, in seguito, mi fa sdraiare sul divano. Tutto questo coraggio da dove diavolo è uscito?
Ovviamente Drew prende il controllo della situazione, e inizia a lasciarmi una scia di baci sul collo, mentre il mio corpo sembra scosso da scariche elettriche, la sua lingua che lecca la mia pelle, baciandomi poi dietro l'orecchio, sfiorando con la lingua il lobo. Sospiro, aggrappandomi alle sue spalle e poi mi bacia nuovamente le labbra. Senza staccarsi da me, si toglie la maglietta e io sorrido contro la sua bocca. Le sue dita risalgono lungo le mie cosce, alzando lentamente il vestito, finché non me lo toglie. Mi sento morire dall'imbarazzo, ma lui mi guarda negli occhi e sorride « Sei bellissima. » mi fa alzare e mi prende in braccio. Continua a baciarmi, e nel frattempo sale le scale, andando di sopra. Entriamo nella stanza dove c'è il pianoforte e mi adagia sul letto. Chiude la porta a chiave e poi viene nuovamente verso di me, piegandosi e riprendendo a baciarmi con passione. Le sue labbra si spostano di nuovo sul mio collo, mordicchiandolo leggermente,  e poi scende sul mio seno, ancora coperto dal reggiseno. Vorrei essere più schietta e fare ciò che fa lui, ma è la prima volta per me. Si toglie i jeans e mi guarda negli occhi, insicuro.

« Tranquilla, non lo faremo se non vuoi, posso fare altro per farti sentire bene. » dice, ghignando, mettendomi ancora di più in imbarazzo.
Sospiro, dandogli un colpetto sul bicipite, e alzo gli occhi al cielo, ridacchiando.

« Lo voglio, Drew. » lo assicuro e si morde il labbro, abbassandosi verso di me, sforandomi le labbra con la lingua, succhiando poi il mio labbro inferiore. Si sbarazza delle mutande, e non so davvero dove guardare, perché mi sento avvampare . Lui, notando il mio imbarazzo, ridacchia. « Lo vuoi ancora? » perché diavolo deve ridere in situazioni del genere, visto che io sto per morire?
« Uhm...sei sicuro che... quel coso entrerà? Voglio dire... » mi dà un bacio a stampo sulle labbra, impedendomi di continuare, e lo assecondo, allacciando le mie braccia intorno al suo collo, ricambiando il bacio. Le sue mani si spostano sui miei fianchi, risalendo piano piano sulla mia schiena, finché le sue dita non trovano il gancetto del reggiseno e me lo toglie. Bacia ogni centimetro della mia pelle, e lentamente le sue dita si insinuano nell'elastico delle mie le mutande, abbassandole. Poi si alza, abbassandosi per afferrare i jeans, che sono per terra, e prende dalla tasca il suo portafoglio. Tira fuori un preservativo e se lo infila.
« Se ti faccio troppo male, fermami, va bene? » mi dà un bacio sulla fronte e si posiziona tra le mie gambe. Mi accarezza il fianco e sento il suo fiato contro il mio viso.

« Rilassati, Elena. Non ti farò del male, te lo prometto. Guardami. » le sue dita accarezzano la mia guancia e trovo il coraggio di guardarlo negli occhi. Lui sorride, per poi premere le labbra contro le mie, e sento i miei muscoli rilassarsi.
Non appena entra dentro di me, poco alla volta, sento un leggero fastidio. Stringo gli occhi e deglutisco.
« Ti fa male? Mi fermo? » chiede, preoccupato. Faccio di no con la testa e lui continua a spingere dentro di me, piano piano, e poi con una spinta più decisa, mentre continua a baciarmi.
Mi sono concessa a lui, e spero di non pentirmi. So che sia presto, so che sia folle da parte mia, ma sentivo che fosse giusto. Ora siamo uniti e mi sento per la prima volta felice e completa.

Quando finiamo, metto la testa sul petto e sorrido, ripensando a ciò che abbiamo appena fatto. Drew si alza dal letto, mentre io rimango ancora qui, coperta dal lenzuolo bianco. Diamine, noto la macchiolina di sangue, e arriccio il naso. Addio verginità. Il dio greco davanti a me, si infila i boxer, dopodiché esce dalla stanza. Penso di star per avere un attacco di panico. Non gli è piaciuto? Mi ha usata? Perché è andato via? Sospiro, mentre l'ansia mi attanaglia lo stomaco. Drew rientra nella stanza con un panno bagnato nelle mani, e lo guardo interdetta. Oh, no. No, no.
Mi toglie lentamente​ il lenzuolo, e fissa il mio corpo, dall'alto verso il basso.
Oh, Gesù. L'imbarazzo è alle stelle.

« Che c'è? Ora ti vergogni? » sorride, e si sistema davanti a me.

« Drew, ti prego... È già abbastanza imbarazzante » mormoro, cercando di coprirmi in qualche modo.

« Io direi che ora sei mia. » dice, facendo scorrere il dito dal seno, verso la mia pancia. Oh signore, aiutami tu.
Lui ridacchia e poi mi divarica le gambe, passando il panno umido, proprio lì. Penso di stare per morire.

« Io mi prendo cura di ciò che è mio. » sussurra, contro le mie labbra, baciandomi, e succhiando il mio labbro inferiore. Pensavo volesse dimenticarmi. Pensavo fosse soltanto per un giorno. Non so se lo dice sul serio o no.

Dopo aver finito, si infila nuovamente sotto il lenzuolo accanto a me e sorrido.
« Sei bellissima, Bon Bon. Ti sei pentita? » chiede, e mi stringe tra le sue forti braccia. Scuoto la testa e lo guardo.
« Come mai in questa stanza? » chiedo, accarezzandogli il petto.
« In questa stanza sono rinchiusi tutti i miei demoni, tutte le mie paure, tutti i miei pensieri. Volevo rinchiudere qui anche il ricordo più bello della mia vita, sperando che quello che provo per te sia più forte dei demoni che mi vogliono abbattere. Non voglio fare di te la mia debolezza, voglio fare di te la mia forza, Elena. » rimango in silenzio, sorridendo contro la sua pelle.
« Spero sia così, Drew. » dico e lo vedo sorridere.

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