capitolo 21
Lo sguardo di Drew passa da me a Dylan, mettendo in mostra il fastidio che prova. Dylan mi stringe a sé, baciandomi la fronte, ma questo gesto fa arrabbiare ancora di più Drew. Il mio migliore amico saluta Emily e Drew con un cenno della mano e poi mi carica sulla spalla, gettandomi, poi, sul divano, desiderando di farmela pagare. Rido a crepapelle, visto che fa il solletico, e poi mi ricordo di avere ancora lo yogurt in faccia. Lui prende un tovagliolo, passandomelo, così mi pulisco.
« Fanno sempre così. » dice, Bea alzando gli occhi al cielo.
Vedo Drew sgranare gli occhi, e, se gli sguardi potessero uccidere, Dylan sarebbe morto e sepolto a quest'ora.
« Sempre? » sento Drew chiedere a mia sorella.
« Si conoscono da una vita, mi meraviglio che ancora non siano andati a letto insieme. » afferma, mangiando un biscotto e io e Dylan ci giriamo verso di lei, con espressione interdetta. « Bea! » gridiamo all'unisono. Ciò fa ridere me e Dylan, quindi continua a farmi il solletico.
Drew mi afferra per il braccio e mi attira verso di lui. Mi guarda negli occhi, come se lo avessi appena ferito, e mi fissa con uno sguardo duro. Bea pulisce il casino che abbiamo fatto a colazione e dopo si siede in braccio a Dylan, sul divano.
« Il mio fratellino. » ridacchia, scompigliandogli i capelli. Dylan fa una smorfia e poi inizia a fare il solletico anche a lei. Drew mi stringe ancora il braccio e poi allenta la presa, facendo incrociare le nostre dita, ma ritraggo velocemente la mano e lo guardo in cagnesco.
Sento nella mia mente la voce di Peter Griffin, mentre dice momento momento momento. Questo non deve succedere e io sono sempre più confusa dal suo comportamento.
« Dylan, sono incinta! » urla Bea e nella stanza cade un silenzio tombale.
Mi sembra di aver sbattuto la testa da qualche parte e che sono pronta a sbatterla nuovamente. Emily spalanca la bocca, e per poco non scoppio a ridere, immaginandomi il suo mento che arriva quasi a terra, come nei cartoni animati. Dylan resta bloccato non appena sente la frase. Vedo Drew borbottare qualcosa del tipo " e ora tutte incinte sono" e faccio una smorfia, non capendo la sua frecciatina.
« Eh sì, sorpresa! » Bea spalanca le braccia, ma ancora non riesco a crederci. Insomma, non avrei mai immaginato che mia sorella fosse incinta. Ma, visto che lo desidera sia lei che Dean, e che presto andranno a vivere insieme, per loro sembra perfetto. Nonostante questa notizia, Bea sa mettermi di mezzo sempre, anche quando non c'entro niente.
« Ma quindi, non c'è neanche un po' di attrazione tra voi due? » dice, riferendosi a me e Dylan. Non può averlo chiesto davvero. Drew impreca a bassa voce e poi si gira, andando verso la porta.
« Dove stai andando? » chiede, Emily.
« Al diavolo! » esclama e sbatte la porta dietro di lui.
Gli altri si scambiano occhiate curiose e io esco velocemente, cercando di raggiungerlo.
«Ti verrò a cercare, sai? » gli sorrido, anche se è girato di spalle e non può vedermi. Stupida, stupida, stupida.
« Dove? All'inferno? » chiede, girandosi verso di me.
« Se sarà necessario, perché no? » tento di scherzare, ma lui si avvicina a me e mi prende il viso tra le mani, costringendomi a specchiarmi dentro i suoi occhi verdi.
« La mia vita è un inferno, Elena. E tu eri l'unico spiraglio di luce che mi faceva da guida verso il paradiso. » sento il suo respiro sulle mie labbra, ma poi abbassa le mani e va verso la sua macchina. Deglutisco, e lo osservo, mentre va via, senza girarsi, senza dire altro.
Torno di sopra, ignorando gli altri, e vado dritta nella mia stanza.
Mi metto i pantaloncini corti e una canottiera, lego i miei lunghi capelli in una coda e prendo il cellulare.
Scendo nel salotto, informando gli altri di andare a fare una passeggiata.
Dylan si offre di accompagnarmi, ma rifiuto.
Una volta nonna mi ha detto "ama e lasciati amare, che non c'è cosa più bella dell'amore". Le persone intorno a me non fanno altro che aumentare in me sempre di più le speranze, che un giorno arriverà anche il mio principe azzurro. Tutti non fanno altro che chiedere a me e Dylan se ci fosse qualcosa tra di noi, semplicemente perché è strano che ci sia un'amicizia così profonda tra maschio e femmina. In effetti, l'ho sempre visto come un dio greco, bello da farmi impazzire, dolce, tutto ciò che una ragazza vorrebbe. So che se gli mettessi in mano il mio cuore, probabilmente lo lo custodirebbe come la cosa più preziosa del mondo. È fin troppo buono, ma solo con me, la maggior parte delle volte.
È comunque un ragazzo, e gli piace divertirsi. Molte ragazze ci provano con lui a volte, sperando di ottenere le stesse attenzioni da parte sua, ma è inutile. Dylan non dà mai le stesse attenzioni alle ragazze.
Nonostante io sia la sua migliore amica, mi tratta, forse, meglio di come potrebbe trattare la sua ragazza.
Forse è per questo motivo che la maggior parte delle volte, il principe azzurro, di noi ragazze, quasi sempre è il nostro caro migliore amico.
Mi aveva sempre detto che la sua casa fossi io, e che avrebbe attraversato l'inferno pur di venirmi a trovare.
Prendo il cellulare dalla tasca e mentre cammino, guardo alcune delle nostre foto.
Ogni singolo ricordo mi torna in mente. Come la volta in cui dicevo di essere sua moglie, o quando gli avevo dato un bacio a stampo per gioco e lui aveva fatto finta di vomitare.
Ora, invece, diventerò zia, andrò al college, e mi ritrovo ancora con le idee confuse. Non so più cosa fare, dove andare, cosa scegliere; se scegliere di struggermi per qualcuno o fregarmene e godermi la vita.
Quando arrivo in spiaggia, noto alcuni ragazzi con la tavola da surf sotto il braccio, e un gruppo di ragazze accanto a me che prendono il sole. Mi tolgo le scarpe e i vestiti, e rimango in intimo. In questo momento non m'importa più niente, voglio solo immergermi e far confondere il rumore dei miei pensieri con quello dell'acqua. Mi piace sentire il mio corpo avvolto da questa distesa, che apparentemente sembra azzurra, ma in realtà è trasparente.
« Ehi, spostati! » grida un ragazzo che nuota verso di me, con la sua tavola da surf.
Rimango immobile e guardo verso l'alto, lasciando che il sole mi baci il viso.
Chiudo gli occhi, ma sento qualcosa afferrarmi la gamba e tirarmi giù.
Per un secondo ho pensato di morire, ma quando riemergo, osservo un'altra testa spuntare dall'acqua.
Il ragazzo mi guarda e poi scoppia a ridere.
«Sei sorda per caso? Dovresti vedere la tua faccia in questo momento. » dice e gli do le spalle.
Nuoto verso la spiaggia e mi sdraio sulla sabbia. Sono consapevole che, quando mi alzerò, avrò i capelli pieni di sabbia e sporchi.
Il ragazzo va verso i suoi amici e noto le ragazze accanto che mi guardanp e ridacchiano tra di loro. Sbuffp e mi metto i vestiti, nonostante sia ancora bagnata. Sopra i pantaloncini noto già la forma bagnata delle mutandine, e, per fortuna, la canottiera è nera e non si nota molto il reggiseno bagnato.
« Ottimo, e ora? » chiedo ad alta voce e sento qualcuno fischiare dietro di me.
« Se vuoi ti do un passaggio. » dice il ragazzo dietro di me.
Me ne frego dei vestiti bagnati, e, a passo veloce, vado verso il marciapiede. Mando a fanculo mentalmente tutti i ragazzi, e per poco non mi metto a gridare per la disperazione.
Mi sento sollevare di peso e lancio un urlo.
« Non farlo mai più. Non puoi girare così. Pensa se avessi avuto una canottiera bianca e fossi stata senza reggiseno. » dice, camminando verso la sua macchina.
« Drew, hai ripreso a stalkerarmi? » chiedo, muovendo le gambe e le braccia.
Mi mette giù e apre lo sportello.
«No, anche a me piace venire in spiaggia, quando ho troppi pensieri per la testa. Sali. » mi ordina e alzo gli occhi al cielo.
« Non ti sopporto più Drew. Per un secondo andava tutto bene tra di noi, ma poi te ne spunti con bigliettini e messaggi anonimi. Ma ci sei o cosa? » la mia mano colpisce il cruscotto e lo guardo, serrando la mascella. « Vai da uno strizzacervelli, cazzo. Ne hai proprio bisogno! » dico, furiosa.
Lui mi guarda confuso e poi tira un pugno nello sportello della macchina. Sussulto e abbasso la testa. Forse ho esagerato, o forse no.
Mettw in moto la macchina e la sua mano si posa sulla mia coscia.
Corrugo la fronte e prima guardo la sua mano, e poi lui. Dopo aver percorso alcuni chilometri, inizio ad avere dei dubbi.
« La mia coscia non è mica il cambio, sai? » gli sposto la mano e sorride. « Comunque, dove stiamo andando? » chiedo, guardando attentamente la strada.
« Da mia madre. » vedo un sorriso triste sul suo viso e giusto quando ferma la macchina, mi balena in mente una domanda. « Ma non era morta? » chiedo, alzando un sopracciglio. Lui scende dalla macchina, senza dire niente, come al solito. Ci sarà mai una volta, che non farà di testa sua? Scendo anche io e quando apro la bocca per gridargli contro, mi rendo conto di essere davanti al cimitero. Merda.
Mi avvicino lentamente a lui, come se non volessi disturbarlo, e tengo lo sguardo basso. Lui mi prende la mano e mi guida, finché non arriviamo davanti alla tomba di sua madre.
Accarezza la lapide, come se potesse sentire la sua presenza, e mi mordo il labbro, perché ho fatto davvero una figura di merda. Vorrei lasciarli da soli, quindi indietreggio di un passo. Drew è inginocchiato e con una mano mi afferra la gamba.
« Resta con me. » dice, con voce roca.
Mi inginocchio accanto a lui, e sorride.
« Mamma, ti presento la ragazza che desideravi tanto conoscere un giorno. » sorride tristemente, ma io non capisco, comunque, a cosa si sta riferendo. Gli metto una mano sulla spalla e lui inclina la testa.
Mi racconta che, quando era piccolo, aveva promesso a sua madre che le avrebbe presentato soltanto una ragazza nella sua vita, quella che gli avrebbe rubato il cuore.
Mi sento un po' idiota, perché ho baciato Dylan, e ora mi ritrovo insieme a Drew, davanti alla lapide di sua madre. Nonostante le sue parole dolci, ho comunque paura di essere soltanto una cotta per lui, un'altra delle sue prede. Ci alziamo e vedo i suoi occhi brillare a causa delle lacrime, che si sono accumulate dentro. Alza lo sguardo verso il cielo e poi mi prende la mano. Mentre andiamo via, passiamo davanti alla tomba di Caleb, e sento le mie gambe cedere.
Drew mi fa girare verso di lui e io lo guardo, come se la depressione avesse il mio volto.
« Non ora, Bon Bon. » mi fa proseguire e do un'ultima occhiata dietro. Mi scuso mentalmente Caleb, dicendogli che, quando sarò pronta, ritornerò.
« Quindi, diventerai zia..» dice, sorridendomi dolcemente.
Annuisco, e so che dovrei scusarmi anche con Bea. Probabilmente si aspettava che facessi i salti di gioia, e invece sono rimasta semplicemente a bocca aperta e poi sono andata a rincorrere Drew.
Sospiro e Drew mi guarda interdetto.
« Non sei contenta? » chiede, e sul mio viso spunta mezzo sorriso.
« Non faccio mai la cosa giusta. Non dico mai la cosa giusta. Io stessa non sono giusta. Né per te, e né per qualsiasi altra persona. » sorrido amaramente, e lui mi prende il viso tra le mani.
«Tu sei giusta per me, forse sono io quello non giusto per te. » fa una smorfia, consapevole del fatto che sia una situazione assurda per entrambi. Nessuno dei due sa come gestire le emozioni.
Sa anche lui che genere di persona sia, ma leggo nei suoi occhi la delusione e il dispiacere. Mi ha detto più volte che ormai non riesce più a cambiare, e ha paura che innamorandosi davvero, la persona accanto a lui lo faccia diventare debole.
Quindi ho capito: mai iniziare una cosa, che finirà subito. Allora perché mi viene dietro, se lo faccio sentire debole?
In macchina non mi rivolge la parola per tutto il tragitto, e mi sento offesa, anche se non so perché.
« Comunque, riguardo a prima..» dice, inclinando la testa verso di me « Di che bigliettino e messaggi stavi parlando? » corruga la fronte, aspettando una mia risposta.
Sembra confuso, ma in questo momento io lo sono il doppio.
« Non fare finta di niente, Drew. » dico, puntando i miei occhi nei suoi.
Distoglie lo sguardo per un secondo, e guarda la strada. È così bello quando è concentrato.
« Non so proprio di cosa stai parlando.» scuote la testa e mi lecco le labbra.
« Hai dato un bigliettino ad Amber e le hai detto di portarmelo. Dicevi chiaramente che volevi solo divertirti. » ferma la macchina bruscamente e mi guarda con aria arrabbiata.
« Cosa cazzo ha fatto quella puttana? » urla, e il suo tono di voce mi fa rabbrividire.
Quindi non è stato Drew..
« Nei messaggi mi diceva di stare lontana da te e di scoparmi Dylan finché avrei potuto... » abbasso la testa, ma lui tira un pugno nel volante. Cerco di tranquillizzarlo, ma lui mi sposta la mano dal suo braccio. Mormora qualcosa di incomprensibile, e mi sento a disagio.
Il mio telefono vibra e leggo sullo schermo un messaggio anonimo. Mi sale un groppo in gola e cerco di fare finta di niente.
" Non hai capito ancora che per lui sei solo come tutte le altre? Giusto per avvertirti, stasera sarà con me. Serata piccante. " Serro le labbra e gemo per la frustrazione. Ho voglia di buttare via questo stupido telefono. Mi giro verso Drew e con mio stupore, lo vedo fissarmi con espressione stranita.
« Cosa fai stasera? » chiedo, sorridendo.
« Mmh, stasera sono impegnato, perché? Se vuoi uscire dimmelo. » mi fa l'occhiolino e la sua risposta è come un calcio nello stomaco. Ha ragione l'anonimo?
« Aveva ragione..» sussurro, e solo dopo mi rendo conto di averlo detto a voce.
Mi tappo la bocca con la mano, ma ormai il danno è fatto.
« Dammi il telefono» ordina, allungando la mano verso di me.
Scuoto la testa, ma lui lo prende con la forza e legge il messaggio.
Il suo corpo emana soltanto rabbia, e mi mordo l'interno della guancia. Apre il finestrino e scaraventa il cellulare a terra. Spalanco gli occhi e per poco non ho un infarto.
« Ma sei impazzito? È il mio cellulare! » urlo, e apro lo sportello.
« Era. Ti comprerò uno nuovo. Sali in macchina, ti riporto a casa. » rimango a bocca aperta, e mi chiedo cosa diavolo ho fatto di male per meritarmi tutto ciò.
« Dovevo uscire con papà a cena fuori, se proprio lo vuoi sapere. E, se non mi credi, puoi unirti a noi, non è prevista nessuna serata piccante. Cioè, non penso che io e mio padre..
Insomma hai capito, che schifo. » dice, facendo una smorfia.
Io arriccio il naso e lui scoppia a ridere.
« Aspetta, come hai fatto? » chiede, e poi imita la mia faccia. È davvero carino e arrossisco.
Prima di portarmi a casa, ordiniamo delle patatine presso un fast food, e nonostante lui abbia le sue, cerca inutilmente di rubarmi una, ma forse si diverte a prendere schiaffi da parte mia.
Quando mi riporta a casa, mi promette che al più presto mi comprerà un altro cellulare, e si scusa per ciò che ha fatto. Mi rassicura, inoltre, che farà di tutto per scoprire chi è la persona a mandarmi i messaggi. Beh, lo spero con tutto il cuore, anche se sembra una mente infantile. Insomma, chi diavolo si mette a fare questi giochetti stupidi?
Quando scendo dalla macchina, lui mi fa l'occhiolino e il rido, facendogli poi la linguaccia.
« Bel fondoschiena. » grida e gli mostro il dito medio.
Aspetta finché non mi vede sparire dentro il palazzo, e per la prima volta mi è sembrato di vederlo felice.
Drew è imprevedibile, esattamente come il tempo. A volte porta pioggia, e invece c'è il sole. Esattamente come lui. A volte è come una tempesta, altre volte è come il sole che splende nel cielo, in una giornata estiva.
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