Capitolo XXX - Compleanno

<< S... Sofia!>>
Milioni di peregrinazioni mentali affollarono la sua mente infrangendosi tutti sullo stesso medesimo dubbio.
<< Così pare! Che ci fai qui Alex!>>
Prima che lei entrasse erano entrambi seduti sul divano. Alex era di spalle rispetto alla porta mentre Elena si appoggiava sulla mano con il gomito puntellato allo schienale. Quel divano si doveva esser fatto davvero incandescente poiché, appena la videro, scattarono entrambi in piedi.
<< Sofia! Sono venuto per vederti! Non ci eravamo dati appuntamento?>> rispose Alex evitando di incrociare direttamente il suo sguardo.
Sul tavolino basso davanti a loro, due bicchieri di vino lasciavano la loro impronta circolare una volta sollevati da Elena, intenta a farli rapidamente sparire.
<< Non sapevo che "l'appuntamento" fosse a casa mia! Ti ho cercato per tutta l'università!>> si lamentò Sofia.
<< Ho avuto tanto da fare oggi... non sono venuto! Così ho deciso di farti una sorpresa!>>
<< Ci sei riuscito benissimo!>> rispose ironica.
Intanto Elena si era velocemente fatta da parte e schiacciata contro la porta di camera sua.
<< Ragazzi... io vi lascio che avrete sicuramente tante cose di cui parlare. È stato un piacere conoscerti Alex! >> salutò Elena.
Immagino quale piacere sia stato
Rimasero da soli ma Sofia conosceva la sua amica: era oltre quella porta, con l'orecchio appoggiato al legno e lo sguardo attraverso lo spiraglio della chiave.
<< Vieni Alex! >> disse accompagnandolo in camera.
<< Quindi questa è la tua camera?>>
<< Da quanto sei qui?>>
<< Non so... saranno dieci minuti! Pensavo di trovati a casa ma Elena mi ha fatto salire >>
<<Immagino anche questo!>> si fece sfuggire Sofia.
<< Come hai detto? Non penserai mica... oh! Piccola!>>
Ancora "Oh! Piccola!"
Sofia continuava a fissare la punta delle sue scarpe stranamente sporche di terra.
Non era proprio una giornata da ricordare quella. Voleva solo porre fine a quello scempio con una lunga, e non priva di incubi, notte di sonno.
<< La mia piccola gelosa! >> esclamò Alex gettandosi addosso e facendole il solletico.
Sofia rise. Rise talmente forte che le lacrime le rigarono il trucco, come se non fosse già abbastanza impresentabile.
Ma Alex aveva questo potere su di lei. Dire o fare sempre la cosa dannatamente più giusta per farle perdere il filo dei suoi pensieri e rimanere solo nella sua testa e nel suo cuore.
<< Ti volevo avvertire che da domani seguirò "Storia dell'arte 1" con te. Sai com'è... è il solo corso del primo anno che mi manca e ne voglio approfittare per stare più tempo possibile con te!>>
<< Davvero Alex! Stupendo! Sono felicissima! Così ti farò conoscere la mia nuova amica Francine!>>
<< Francine? E com'è?>>
<< Fidanzata! >> mentì.
<< Ma io non sono un tipo geloso! >> ribatté con malizia.
<< Lo so! Sei un tipo stronzo!>> fece Sofia abbozzando una smorfia di ira.
<< Dai lo sai che scherzo! Antipatica! >>
Il suo sorriso era così contagioso da strapparne uno anche a Sofia che, gelosa, tentava di tenere il punto ma poco poteva contro l'esperienza di Alex.
<< Allora io vado, bimba! Marco mi ha chiesto di passare da lui... un tale strazio! Domani alle dieci di fronte la classe?>>
Lo accompagnò alla porta.
<< Va bene! A domani!>>
<< A domani piccola!>>
Non so perché ma ti amo!

L'indomani mattina l'aula era già stracolma in ogni ordine di posto. Per fortuna Alex aveva le giuste conoscenze e due posti a sedere erano facili da trovare grazie ai suoi agganci. Si sistemarono al primo banco di fronte alla cattedra.
Ma quella giornata per Sofia era speciale.
Non, o meglio non solo, perché Alex era con lei nel suo stesso corso, ma soprattutto perché, in quel giorno, usciva definitivamente dalla fase "teenager" e compiva vent'anni.
Forse il suo pudore, o meglio l'orgoglio, le aveva impedito di divulgare la notizia sia ad Alex che ad Elena. Voleva evitare l'imbarazzante obbligo sociale degli auguri fatti per forza. Così quel compleanno sarebbe trascorso tristemente nell'anonimato.
Intanto le ragazze dei banchi posteriori al loro si spostavano per scambiare due chiacchiere con Alex. Lui con garbo tagliava corto per concentrarsi nuovamente su Sofia, stringendole la mano in bella vista sul tavolo.
Aveva lottato per conquistarlo, ma qualcosa le diceva che avrebbe dovuto combattere per tenerselo.
La confusione si acquietò quando in aula entrò il professore.
Con le spalle rivolte alla classe si mise a scrivere qualcosa sulla lavagna. Un nome.
<< Buongiorno ragazzi! Mi chiamo Leonardo Colantuono e oggi sostituirò il professor Micheletti! >>
Merda!

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