Capitolo XLIV - Ironico destino

Qualcosa di buono era scaturito da quella conversazione. Nonostante la ruvidità delle parole di Francine, qualcosa di positivo in Sofia era scattato. Come la scintilla che accende una torcia ed illumina l'ambiente circostante, ora la vista le era tornata chiara e limpida liberandosi di quel velo confusionario che chiamava amore.
Ovviamente il ricordo di Alex era ancora fervido e vivo nella sua fresca memoria. Come poteva non esserlo? In fondo una parte di sé continuava a giiustificarlo mentre, a piedi, tornava a casa. Era un uomo ferito come peggio non si potesse essere.
Sicuramente avrà vagliato tutte le possibili motivazioni. Probabilmente si era fatto chissà quali film mentali sulle possibili sfaccettature di quel nome. Quante elucubrazioni sull'inesistente relazione tra me e Leonardo...
Ma, se non altro, ora aveva compreso: l'amore, quello vero, autentico ed incondizionato, non è fatto di vendette e ripicche; non si dimentica nell'arco di una vita... a maggior ragione non svanisce nel corso di una notte.
Si convinse che il vero tradimento era quello che Alex aveva commesso. Il suo semplicemente uno sbaglio.
Tutto le era finalmente chiaro.
Ma presto il destino avrebbe, una volta di più, mischiato le carte.
La pioggia aveva abbandonato Firenze per lasciare spazio al quasi sereno cielo.
A terra le ampie lastre di pietra, con cui erano pavimentati la maggior parte dei marciapiedi fiorentini ed umide per il precedente piovasco, assumevano tinte perlacee.
Era stata una lunga camminata da casa di Francine e ciò le aveva dato modo di comprendere la veridicità della frase: "Lontana dai punti di interesse o da qualsiasi altro punto". Comunque un esercizio fisico utile per scaricare sul selciato tutte le ansie e lo stress dei giorni precedenti.
Ora voleva solo togliersi quei vestiti, farsi una doccia, lavarsi via il recente passato ed andare avanti con il prossimo futuro.
Il cellulare squillò mentre entrava in casa. Il futuro la chiamava.
<< Leonardo! >> rispose con voce squillante facendola riecheggiare per tutto l'ingresso.
<< Ciao Sofia! Ti disturbo?>>
<< Certo che no! Stavo pensando proprio a te!>>
Inserì il vivavoce per muoversi con più libertà. Abbandonò zaino e giacca all'ingresso e si diresse verso a cucina per bere qualcosa.
<< La nostra è telepatia allora! Ti chiamavo per l'appuntamento di domani!>>
<< Sono felice che tu lo abbia chiamato "appuntamento"! Io avevo un po' di timore a farlo! Non vorrai annullarlo?>> rispose arrossendo superando il divano e svoltando l'angolo.
<< Assolutamente no! Quindi deduco che è ufficiale... ci sarai?>> chiese Leonardo con voce tremante.
<< Sono entusiasta di uscire con te! Non vedo l'ora! >>
Nessuno avrebbe mai potuto prepararla a ciò che la stava attendendo in cucina. O per meglio dire, chi la stava attendendo.
<< Allora domani alle nove?>> chiese Leonardo.
Oh no!
Si paralizzò sul posto.
Non poteva crederci. Non voleva crederci. Il destino continuava ad infierire impietoso sul povero cuore di Sofia ormai ridotto a brandelli.
<< Pronto? Sofia? Ci sei?>>
Gli occhi sbarrati incontravano i suoi, severi, sulla soglia della cucina.
<< Dai! Rispondi Sofia! Ti ha fatto una domanda! E' maleducazione far attendere!>> la esortò Alex.
<< T...ti richiamo! >> tagliò corto chiudendo la comunicazione.
Non ci credo...

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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