Capitolo XLI - Uno... due... tre...

Uno... due... tre...
Le mani tra i capelli. La fredda ceramica del lavandino, su cui era seduta, le impediva l'afflusso di sangue alle gambe.
Quattro... cinque... sei...
Il respiro iperventilato faceva il suo lavoro. Il corpo si adattava allo stress. Il cuore non danzava più nelle sue orecchie.
Sette... otto... nove...
All'altezza del mento il muco che il naso produceva incontrava le lacrime prima di cadere a terra per insinuarsi tra le fughe delle piastrelle.
Dieci!
Sofia aprì gli occhi. La vista offuscata le permetteva di distinguere solo i contorni.
In fondo come durante tutto quel mese. Soffermarsi sui contorni e non voler approfondire. Grave errore.
<< Sofia? Come stai?>>
<< Un pochino meglio. Funziona la tua tecnica. Grazie.>>
<< Non hai idea di quante volte ho avuto bisogno di tranquillizzarmi appena arriva qui! >>
<<G... grazie Francine! Di tutto!>> ripeté asciugandosi il naso con la manica della maglia.
<< Non avrei mai mandato la mia unica amica al massacro! Ti guardo le spalle!>> rispose sorridente.
Forse era quella la vera essenza dell'amicizia. Forse con Elena aveva instaurato un rapporto di sudditanza più che di equivalenza.
E dopo i "perché" arrivano i "forse".
<< Tieni Sofia!>> disse Francine porgendole un fazzoletto di carta e voltando la verso lo specchio.
Il trucco le era colato fino a macchiare la maglia. Un rivolo di muco si allungava sfiorando le labbra. I capelli le si erano incollati alle tempie in un misto di sudore e lacrime.
Guarda che schifo...
<< Un ragazzo non può ridurti cosi!>>
<< Hai ragione Francine.>>
Eppure una parte di Sofia comprendeva. Comprendeva quel gesto. Alex si sentiva tradito, ferito. Non biasimava lui ma sé stessa. Si odiava per averlo perso, si vergognava di averlo "tradito".
Gli altri non capivano. Certo il comportamento di Alex era stato meschino e sospettosamente incline alla vendetta.
Forse non mi ha mai amata? Chi mai, nel pieno del suo sentimento, farebbe... quello che abbiamo fatto.
Già. Sofia si sentiva colpevole tanto quanto, se non di più.
Lei aveva aperto quel vaso di Pandora. Ciò che ne era fuoriuscito difficilmente se lo sarebbe dimenticato.
Ora non le rimaneva che leccarsi le ferite ed andare avanti.
<< Ti va di venire da me dopo le lezioni? >> chiese amorevolmente Francine. << Così ne parliamo un pochino. Vedrai che dividendo tra noi due il problema si troveranno il doppio delle soluzioni!>>
<< Va bene. Sei cosi gentile con me... non so neppure il perché. Non ho fatto nulla per meritarmi questo affetto.>>
<< Hai fatto molto più di qualunque persona mi fosse vicina: mi hai reso partecipe della tua vita!>>
Un lungo abbraccio sciolse a tensione dei passati eventi.
<< Ora però fai piangere anche me Sofia!>> rise in un mix di pianto e gioia. << Ci vediamo qui fuori alle tredici, va bene?>>
<< Perfetto! Grazie ancora!>>
<< Smettila di ringraziarmi!>> urlò sorridente uscendo dal bagno.
Per la prima volta da sei mesi si sentiva a casa e, per questo, desiderosa di chiamare quella in cui era cresciuta.
<< Ciao papà!>>

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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