Capitolo XL - Crollo
<< Sofia... mi dispiace tanto ma ho preferito che lo lo sapessi da me piuttosto che farti schiantare contro la verità! >>
Come una folla in cerca di fuga tramite una stretta porta, le emozioni le si accalcavano nell'imbuto di dolore nel quale Alex l'aveva gettata.
La folla continuava a spingere su quelle pareti che non a lungo avrebbero sorretto la forza di quella rabbia.
<< Dammelo! >> ordinò.
Francine non se lo fece ripetere due volte intimorita dai connotati truci che assunsero i suoi lineamenti.
Velocemente uscì dal bagno. Francine le urlò qualcosa ma la porta si richiuse impedendo alle parole di raggiungerla.
Erano le dieci. Sapeva dove trovarlo.
Voleva spiegazioni. E le voleva subito. Nulla poteva giustificarlo. E se si fosse azzardato a negare...
Si accorse subito che gli sarebbe stato impossibile.
La scena che si stava svolgendo fuori dall'aula di storia dell'arte era la medesima che Francine aveva immortalato poco prima: era seduto su una panca poco oltre l'entrata, lo sguardo felice di uno spensierato bambino, sulle sue ginocchia un culo sodo posava i suoi glutei. La barbie, che pochi giorni prima era stata umiliata pubblicamente, ora gli si avvinghiava come un'edera, ficcando la lingua in quella bocca che, una manciata di ore prima, leccava la vagina di Sofia.
Il senso di colpa per quanto accaduto svanì come fumo nel vento. Un nuovo fuoco lo sostituiva: quello della rabbia.
<< Disturbo Alex! >> fece Sofia arrivando cosi vicino da poter sentire le loro lingue muoversi.
<< Ciao Sofia! Hai già conosciuto Serena? >>
Dal suo viso non un'espressione di stupore, non uno spasmo di vergogna traspariva. La fissava, dal basso della panca, stringendo ancora più saldamente i fianchi della sua ex.
<< Davvero Alex? Davvero? Ora te lo chiedo io: è così che te la vuoi giocare? >>
<< Mia cara... tu hai iniziato! Odia il gioco, non il giocatore! >> rispose prontamente sfoderando una smorfia di soddisfazione.
Quello era il colpo del KO. Il pugile Sofia cadde a terra e l'arbitro iniziò a contare.
<< Alex, che ne pensi di andare lontano da questi soggetti che prima di uscire di casa dovrebbero guardarsi allo specchio? Non vorrei che mi attaccasse qualche sfigata malattia! >> infierì Serena.
Il conto era quasi arrivato al dieci. Le prime lacrime, in lotta contro la gravità, rimanevano strenuamente aggrappate alle palpebre come potevano.
Non piangere Sofia! Non ora!
<< Sai cosa ti dico? Hai proprio ragione! >> esclamò Francine cingendole le spalle << Che vita triste e solitaria la vostra! A voi potrà non sembrare, magari ingannerete gli altri che vi guardano dall'esterno, ma davvero credete che troverete la felicità ferendo gli altri? Davvero pensate che tra due persone come voi ci potrà mai essere un rapporto sano e duraturo? Ciò che vedo sono solo due ragazzini che si divertono a scopare e, come tali, il vostro rapporto non sarà mai altro da quello che lega la puttana al suo puttaniere! Per questo ti do ragione Serena! Penso anch'io che la cosa migliore sia che vi allontaniate... non sia mai ci attaccate qualche schifosa malattia venerea! Signori, arrivederci! >>
Detto questo, trascinò Sofia verso il primo corridoio utile per togliersi dalla vista e non dare tempo di replicare.
Prima di voltare l'angolo Sofia gettò un'occhiata ad Alex ancora seduto. Lui le ricambiava lo sguardo con un accenno di tristezza.
Due corridoi più tardi entrarono in un altro bagno.
<< Oh mio Dio! Guarda Sofia! Mi tremano le mani! Non lo avevo mai fatto per nessuna ma, ti prego, non chiedermi di rifarlo! >>
Sofia la fissava incapace di proferire qualsiasi verbo.
Le era grata come non mai di averla salvata. Ma ciò non cambiava i fatti. Con Alex era finita.
Si sentiva debole e, per questo, colpevole. Incapace di reagire l'unica cosa che poté fare fu scoppiare a piangere.
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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