Capitolo VIII - Primi passi
<< Ehi! Parlo con te! >>
Cavolo! Cavolo!
In quegli istanti Sofia percepì distintamente i neuroni del suo cervello cozzare, uno contro l'altro, in preda al panico.
<<Mi dispiace di averti fatto spaventare cosi tanto da farti dimenticare come ti chiami...>> continuò ironico Alex mentre si spettinava i capelli più di quanto già non fossero.
Quella visione provocò in Sofia strani calori tra le cosce... ora sapeva cosa provavano le sue compagne di corso.
Passava le dita in quei morbidi capelli corvini ed, ogni volta che lo faceva, l'eccitazione di Sofia raggiungeva livelli sempre più sconosciuti
Sofia riprenditi!
<<Mi chiamo Sofia... e tu mi stavi quasi per ammazzare!>> rispose, ostentando una sicurezza che non aveva ma complimentandosi con sé stessa per l'improvvisazione.
<<Non avrei mai permesso che un tale splendore venisse ferito!>>
Cavolo! Cavolo!
<<Lo dici a tutte le ragazze che investi?>>
<<No! Solo a quelle più carine!>>
Il sorriso che ora sfoggiava faceva ancora più presa sulla lussuria di Sofia più di quanto non facessero i suoi capelli.
Era arrivata al punto di doversi assentare e trovare un bagno. Ma i suoi propositi vennero immediatamente bocciati.
<<Vai all'Università vero? Sali che ti do un passaggio... è il minimo che posso fare per farmi perdonare! Dietro c'è il casco! Dai, non dirmi di no!>> chiese con tono adulatore Alex.
No grazie! Vado a piedi!
<<E come si fa a dirti di no?...>>
Capì immediatamente di aver detto ciò che doveva solo pensare e viceversa.
Si sarebbe volentieri buttata sotto una delle macchine che passavano in quel momento, tale era la vergogna.
<< Dai, allora sali che siamo entrambi in ritardo! >> la esortò, soprassedendo su quella frase.
Sofia, in silenzio, si infilò il casco, salì sulla moto e si aggrappò alle maniglie posteriori.
<< Meglio se ti tieni a me! Questa moto è potente! >> le urlò da dentro il casco.
<< Grazie! Ma sto bene così! >> esclamò di risposta.
<< Come vuoi. >>
Con una accelerata improvvisa partirono evitando per un soffio due macchine in sosta. Sofia, che per poco non veniva sbalzata dalla moto, gli gettò le braccia alla vita come lui aveva consigliato.
Sapeva che stava sorridendo sotto la nera plastica del casco ma, in quel momento, la vita era più importante di una semplice impuntatura.
I restanti cinquecento metri li coprirono in meno di un minuto fermandosi proprio all'altezza dell'entrata laterale.
La aiutò gentilmente a scendere ed a togliersi il casco.
<<Allora... sono perdonato, Sofia?>> chiese calcando il tono sul suo nome.
<< Un passaggio in moto non può mica bastare! >>
<< Due passaggi in moto?>> ribatte ridendo.
<< Vedremo.>>
<< Scommetto che hai dormito fuori casa stanotte! >>
<< No... voglio dire... cosa?>>
<< Ti ho vista seduta nel corridoio ieri e avevi gli stessi vestiti. >>
<< Ah! Hai ragione! Ho dormito da un'amica. Peccato però, io non ti ho proprio visto. >>
In realtà non era una bugia: la miopia era più vera che mai.
Ma il punto era un altro: tra tutte quelle ragazze, era di lei che si era accorto.
Sofia! Stai calma!
<< Ora... meglio che vada>> continuò Sofia, rompendo il contatto visivo dei suoi occhi con quelli di Alex che, sempre più in profondità, la scrutavano e la eccitavano. <<Lo sai che le lezioni iniziano sempre in orario! >>
Sofia non fare la secchiona!
<<Ascolta... stasera c'è una festa. E' in una villa poco fuori Firenze. Io ci vado. Se ti va, mi farebbe piacere incontrarti lì.>>
Non riusciva a credere alle sue orecchie. Certo... era un invito informale ma pur sempre un invito, no?
<< Volentieri! Anche se avrei già un impegno...>> rispose, ringraziando Elena a distanza per averla cambiata tanto profondamente. Solo sei mesi prima e sarebbe scappata via, in preda al panico, come un vampiro colpito dalla luce del sole.
<<Vuoi farti pregare? Non è nel mio stile... ma per te farò un'eccezione! Vorrei scusarmi ancora con te per prima. Dai! Dammi una possibilità! >>
Se mi vedesse Elena...
<< E va bene! Dove si svolge?>>
<< Non preoccuparti. La tua amica saprà sicuramente tutto. Ci vediamo stasera! Non mi dare buca!>> disse salutandola e scomparendo dentro l'università.
"La tua amica"?
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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