Capitolo VII - Incontro
La mattina seguente una nuova giornata iniziava con il piede sbagliato.
La sveglia aveva deciso di entrare in sciopero alle tre e mezza di notte. Su Elena, neanche a parlarne, non si poteva fare affidamento. Per lei l'orario era una mera invenzione degli uomini.
Sofia, al contrario, senza un'accurata organizzazione non si lavava neppure i denti.
Alle nove la sua amica riposava ancora, affondando la faccia nel suo cuscino rosa acceso.
<<Svegliati! Abbiamo fatto tardi!>> urlò Sofia tirandole via la coperta e scoprendola completamente nuda.
<<Sofia!>>
<< Ehm... scusa! Dai che è tardi! >>
<<Che palle! Neanche mia madre...>>
Aggiunse qualcosa ma Sofia era già in cucina, troppo occupata a strozzarsi con un cornetto mangiato intero per fare prima. Non trovò altri vestiti se non quelli che aveva già indossato il giorno precedente. Poco importava... Elena avrebbe nascosto al mondo il suo vestiario, le sue occhiaie, i suoi capelli impazziti , il suo trucco, eccetera, eccetera.
<< Sofy... vai tu stamattina, non ce la faccio! >> biascicò Elena che si era coperta con un plaid e si appoggiava allo stipite della sua porta, stropicciandosi l'occhio.
<< Cosa! Non se ne parla proprio! Tu vieni con me! E ti vesti anche sexy! Ehi! Dove vai?>>
Con un tuffo sprofondò nuovamente in quell'orribile cuscino, che ben si abbinava al resto della camera dipinto di un folle lilla.
Va bene Sofia. Stai calma. Te la dovrai vedere da sola
In strada il bus cinquantadue aveva appena svoltato l'angolo. Non era il solito e fermava cinquecento metri più lontano ma almeno era subito lì. Decise di prenderlo comunque.
Si sedette in fondo al mezzo, sentendo su di sé gli sguardi schifati dei passeggeri. Ed in effetti, il viso che si rifletteva nel finestrino non lo riconobbe neppure lei.
Tentò di sistemarsi i capelli legandoli insieme e fermandoli con una penna; si aggiustò quel minimo di trucco che era riuscita a fare con un eyeliner ed un po' di fard, infine si sistemò i vestiti, gettati addosso come quando si scappa da un palazzo in fiamme.
Si sorprese di quanto brava era diventata a curare il suo aspetto, perfino in situazioni di emergenza.
Quindici minuti più tardi era arrivata a destinazione. Si alzò ed aspettò l'apertura delle porte.
Aveva appena messo un piede a terra fuori dall'autobus, quando un rumore assordante di freni ed un intenso odore di gomma bruciata le provocarono una gigantesca onda di adrenalina che le pervase il corpo.
<< Ma sei idiota? Guarda dove vai! Non si supera a destra! >> urlò Sofia al pirata della strada che la fissava da dietro la visiera del casco.
Egli rimase lì, immobile, per qualche secondo mentre Sofia osservava la sua immagine distorta riflessa dalla superficie del casco.
Scoprì gli occhi ed immediatamente si sentì nuda. Chiamarli verdi sarebbe stato riduttivo. Era un'esplosione di smeraldo, talmente profondo da catalizzare su di sé tutta la luce del mondo. Nulla poteva competere. Severo ed, al contempo, gentile.
<< Perdonami! Ho fatto tardi ed andavo di fretta! >> disse togliendosi il casco.
Sofia rimase impietrita mentre i bus ripartiva alle sue spalle.
<< Scusami ancora! Stai bene? Io mi chiamo Alex... tu? >>
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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