Capitolo LXV - Piano

La vecchia Sofia era stata cannibalizzata da un nuova, spregiudicata e pronta a tutto spietata di prima categoria. Una sorta di Elena alle prime armi. Forse dai metodi rozzi ed autolesionisti ma sicuramente efficaci.
Fino a mezzanotte le due complottiste pianificarono nei minimi dettagli quello che sarebbe stato ricordato come il D-Day di Sofia e Leonardo.
Lui aveva mentito fino alla fine. Alle ore dieci e quattordici di sera un laconico, ed evidentemente ipocrita, "ti amo" lampeggiava sul cellulare accanto alla foto di Leo.
Se prima avevano, soprattutto Elena, qualche remora a riguardo, quella fu la goccia che fece crollare la sottile diga che arginava milioni di litri di risentimento. Ora anche l'amica riversava in quel diabolico piano la rabbia di una fantomatica pena d'amore del passato, un odio represso da sfogare contro il primo malcapitato. Purtroppo per Leo sarebbe stato proprio lui.
La mattina seguente era tutto pianificato.
Presero il solito bus. La tensione era palpabile. Non sarebbe stato solo stupido ma probabilmente avrebbero rischiato sanzioni disciplinari definitive.
Anziché alla solita, Sofia scese alla fermata precedente, giusto per evitare il rischio di incontrarlo ed abortire l'intero piano.
Era giovedì. Un giovedì d'esame. E non un esame qualunque ma "Storia dell'arte 1", lo scoglio ciclopico delle matricole e non. L'aula magna sarebbe stata affollata in ogni ordine di posto. Per controllare la validità della prova due professori di ruolo avrebbero preso posto dietro la cattedra coadiuvati da due professori associati e ricercatori.
Leo era tra questi ultimi.
Dieci in punto.
Il cellulare suonò. Spaccava il secondo.
<< Sofy! >>
<<Allora? Sei dentro? >>
<< Sì! Ma c'è un problema! Lui non c'è! >>
<< Cosa? >>
Probabilmente avrà fatto tardi con quella puttana ieri sera!
Vampate di calore e rabbia fecero assumere a Sofia un colorito paonazzo, lì in attesa dietro il primo angolo utile vicino l'entrata.
Forse era un segno del destino. Forse il fato le stava suggerendo di ripensarci.
<< C'è un altro problema: non mi sono iscritta a questo esame! Se mi chiedono la prenotazione che faccio? >>
<< Dì che te la sei scordata! >>
<< La stanno chiedendo a tutti! Sanno chi si è iscritto! >>
Non ci aveva pensato.
<< Mantieni la calma Elena! Piuttosto sei in una buona posizione? >>
<< La migliore! Al centro, tre file dietro la prima! Aspetta... >>
<< Cosa succede? >>
<< È qui! È arrivato! >>
Perfetto!
<< Ottimo! Dieci minuti da ora! >> ordinò Sofia chiudendo la comunicazione.
Si sentiva come i soldati prima che aprissero il portellone per paracadutarsi in una zona ostile.
Non aveva iniziato lei quella guerra, ma l'avrebbe conclusa. In un modo o nell'altro.
Si dice che in guerra ed in amore non ci siano regole. Quella espressione era il ritratto della situazione. Sofia ripeteva mentalmente cosa doveva dire.
Tre minuti.
Iniziò ad avvicinarsi all'ingresso di facoltà. I corridoi vuoti causa degli esami e dell'assenza di lezioni. Era passato un po' di tempo dall'ultima volta in quel luogo. Le sembrava tutto cosi estraneo. Solo un inserviente puliva il parquet consumato.
Due minuti.
Con ogni probabilità l'università sarebbe stata ancora un luogo ostile per lei in futuro, a patto che il piano avesse funzionato. Ma Sofia era disposta a tutto ed il punto di non ritorno superato da un pezzo.
Arrivò di fronte alla leggera porta in legno truciolato degli anni sessanta.
Un minuto.
Oltre quella soglia duecento persone, consce dello scandalo del blog, erano però ignare di cosa sarebbe accaduto. Desiderava con ogni cellula del suo cuore che lui sapesse e nel modo più cruento possibile.
Quindici secondi.
Come gladiatori prima del combattimento. Le fiere agitano la terra. La polvere disegna i raggi del sole. Uno stridio. Metallo su metallo.
Un goccia di sudore.
Zero.

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top