Capitolo LXIV - Tradita

Tradita.
Decine e decine di peripatetiche elucubrazioni si riducevano ad un aggettivo.
Quei passi, pesanti e trascinati, che la stavano conducendo fino a casa erano utili solamente come esercizio fisico. Poco o nulla riuscivano a consigliarle. Ad eccezione di un pensiero: probabilmente, di tutta quella situazione, era Sofia a ricoprire il ruolo di amante.
Stranamente le lacrime non furono minimamente contemplate. Questo era il segnale più preoccupante.
Qualcosa in lei si era rotto. Riusciva solo ad analizzare e tirare le dovute conseguenze come un automa.
Lara, stando a quanto sentito era quello il nome, aveva parlato del Messico, luogo dove due anni prima Leo era stato chiamato per il recupero di un affresco in una chiesa nel sud est del paese. Ciò significava che, come minimo, lo conosceva da due anni più di quanto Sofia potesse vantarsi e probabilmente avevano lavorato, o lavoravano ancora, insieme.
Ma dov'era stata questa donna tutto quel tempo? Possibile Leo non ne avesse mai parlato?
A dire la verità le sue passate esperienze sono una profonda lacuna nella più totale assenza luce.
Aveva pensato di suonare alla porta e fare irruzione. Probabilmente li avrebbe trovati davanti al camino. Per poi... cosa? Non meritava tanta pietà. Dovevano vederlo tutti.
Aveva perfino giurato sul nostro amore...
Altra faccenda da non dimenticare. Aveva aggredito Alex alle spalle e pestato come solo un delinquente può fare. Era stato vigliacco e meschino. Un verme possedeva molta più dignità ai suoi occhi. Soprattutto prendendo in considerazione le sue parole con Lara che non accennavano neppure ad un minimo imbarazzo o turbamento. Non era la prima volta che gli capitava di essere immischiato in una rissa, questo aveva evinto. Forse il suo passato di strada lo aveva forgiato in quel modo e nulla gli avrebbe impedito di comportarsi cosi anche con Sofia se si fosse arrabbiato.
Forse sto esagerando...
Ma tutto il resto era la dura verità. La dolorosa ed amara realtà.
Cosa fare ora? Un'idea balenava nella mente accecata dal dolore di Sofia. Sarebbe stata stupida, egoista e vergognosamente spudorata. Esattamente come era stato lui. Le conseguenze sarebbero state dure per entrambi.
Il fondo, l'abisso fatto di solitudine e domande, per lei era diventata quasi una seconda casa. Era arrivato il momento di farglielo conoscere da vicino anche a Leo.
Comprese.
Sofia comprese che l'amore è benzina. Un minimo attrito può trasformarsi in scintilla ed il suo fuoco divampare incenerendo la ragione.
E Leo si sarebbe scottato. Eccome.
Comprese che il modo migliore sarebbe stato, per quanto illogico possa sembrare, dimostrargli pienamente il suo amore.
<< Sofia! Ma dove eri finita? Sono le nove di sera! Hai mangiato? Ma... stai bene? >> chiese Elena aprendole la porta.
Sofia si tolse il cappello e la giacca leggera che indossava senza proferire parola.
<< Ti ricordi il blog? >> chiese infine.
<< Sì. Certo. >>
<< Ti ricordi il casino che è montato dopo quelle foto? >>
<< Sì Sofia! Cosa vuoi dirmi? >>
<< Mi servirà il tuo aiuto! >>
<< Per fare cosa? >>
<< Per appianare tutti i torti! >>
<< In che senso? >>
Tutto si riduceva ad una parola.
<< Vendetta! >>

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!





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