Capitolo LVIII - Prime gocce

Qualcosa iniziava a trapelare. Il sordido, per il resto del mondo, segreto d'amore forse iniziava a sgretolarsi. Forse non era neppure più tanto segreto.
Ma come? Com'era stato possibile? Perché ora che finalmente era certa che i suoi sentimenti avessero trovato dimora nel cuore del suo amore?
Questo ciò che si chiedeva Sofia sul solito autobus per l'università.
Finalmente la pioggia aveva ceduto il posto ad un più rassicurante cielo terso dopo un'intera notte di tempesta, nulla se paragonata al suo uragano interiore che le inibì il sonno. I suoi pensieri le impedirono persino di rispondere ad Alex con un messaggio: faccende più urgenti necessitavano della sua attenzione.
Il sole primaverile splendeva per tutti, tranne che per lei. Sentiva il terreno sgretolarsi sotto i suoi piedi ed il suo amore sprofondare nella più completa oscurità.
Il breve tragitto non le consentì di fare ordine nei suoi pensieri.
Dove ho sbagliato?
Appena entrata nella facoltà avrebbe scalato di corsa quei gradini che la separavano dall'ufficio di Leo.
Avrebbero deciso insieme cosa fare. Quello era il piano. Ne era certa.
Purtroppo però, appena varcata la soglia dell'ingresso, le parve invece di essere tornata indietro nel tempo. Come nel gioco del domino, partendo da quelli più vicino a lei, gli studenti si voltarono per posare gli occhi su di lei. Sommessi brusii si sommavano gli uni agli altri permettendole di udire frasi come: "Eccola! È lei!" oppure "Avrà la sufficienza assicurata ora!".
Come la peste, quel vociare si diffondeva lungo tutti i corridoi seguendo Sofia, quasi fosse lei stessa l'untore. Ed in fondo un po' lo era.
Da lontano Serena la salutò protetta dalle sue amiche.
Oramai era evidente: la gente sospettava qualcosa. Pregava solo non ne avesse la certezza.
Si rifugiò nel suo oramai rodato nascondiglio.
All'interno di un bagno, di nuovo! Non avrei mai pensato...
Le prime lacrime di una lunga serie si accalcavano ai lati delle ciglia in attesa del proprio momento.
<< Hai capito? >> chiese ad una misteriosa interlocutrice una voce femminile entrata nel bagno.
<< Non ci credo! >>
Sofia sollevò i piedi sopra al water per non farsi scoprire.
<< Ti dico di si! Avrai notato quel figo di Alex, che per inciso con quella maglietta oggi sta benissimo, tempo fa frequentava una ragazza...>>
<< Sì! L'avevo vista e mi ero subito chiesta che cosa ci trovasse in lei! >>
<< Appunto! È un tipo cosi... amorfo. Ha fatto bene a tornare con Serena, sarà anche stronza ma se non altro ha carattere.
Ma non mi distrarre! Quindi, dicevo, si è scoperto che non era stato Alex a piantarla ma lei ad urlare il nome di un altro mentre lo stavano facendo! >>
<< Quindi lei stava con Alex ma in realtà pensava ad un altro? Follia! >>
<< Sì! Ma non è finita! Hanno scoperto che "l'altro" era in realtà, tieniti forte, il suo tutor! Il professore di storia dell'arte che a volte fa supplenza quando quella cariatide di Micheletti non ce la fa neanche ad alzarsi dal letto. >>
<< No! Il professor Colantuono?>>
<< Proprio lui! >>
<< Però devi ammettere che, sarà anche una puttanella, ma ha buon gusto in fatto di maschi! >>
<< Sarà il fascino da gatta morta che li fa cascare ai suoi piedi!>>
<< Scusa ma tu come fai a sapere tutto questo?>>
<< Ma è tutto scritto qui! Guarda! >> rispose la prima uscendo dal bagno.
La mia vita è finita. La nostra vita è finita.
Tutti i suoi trascorsi, i loro segreti spiattellati chissà dove alla mercé del pubblico ludibrio.
Ed ora il suo cuore implodeva sotto i colpi della sua coscienza che, fino a poco prima, le imprimeva speranza di una vita felice ed ora la sgretolava nel modo peggiore, quello della gogna.
Ma lei avrebbe potuto sopportarlo se avesse riguardato solo la sua persona. Ciò che non accettava era essere lei stessa la causa dei guai in cui Leo si sarebbe trovato. Lei che doveva supportarlo ed incoraggiarlo, lei... lo avrebbe perso.
Forse si può riparare! Forse non si sono divulgate tanto!
Ma quel cancro era rapido.
Finalmente le lezioni iniziarono e lentamente i corridoi si svuotarono da quegli avvoltoi affamati di un pezzo di cuore di Sofia.
Ne approfittò per correre da lui.
<< Leo! Dobbiamo parlare!>> disse con gli occhi gonfi di lacrime. Ma non era quello il momento per cedere alla disperazione.
Lo trovò chino dietro lo schermo del computer.
Le mani sul viso come a proteggersi dallo sguardo del mondo.
<< Lo so! >> rispose asciugandosi gli occhi ed indicando lo schermo.
Sofia girò attorno alla scrivania.
Ciò che vide andava oltre ogni sua più terrificante aspettativa.
Non è possibile!

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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