Capitolo LII - Invito

Alex era stato cancellato dalla sua vita come si può fare con una scritta sul vetro appannato della memoria. Ma si sa, a volte quelle scritte ritornano e quando meno ce le aspettiamo.
Sofia, intanto, era felice. Se ne accorse svegliandosi dopo cinque ore di meritato sonno.
Era felice della sua vita. Finalmente i suoi sogni rispecchiavano la realtà per troppi anni oscurata dalle sciocche peregrinazioni mentali di un circolo vizioso adolescenziale.
Era più sicura di sé. A tratti la sua nuova maturità irrompeva prepotentemente facendola riflettere più e più volte su cosa dire o cosa fare che, in definitiva, significa crescere.
La sua coscienza non era mai stata così attiva, ad eccezione di rari momenti di blackout ormonale.
Erano quelli in cui vedeva, sentiva o anche solo pensava a Leo. Erano quei momenti in cui lui la guardava o, come stava per accadere, quando lui la chiamava al cellulare.
<< Leo! Prima di ogni cosa volevo ringraziarti per l'altra sera! Sono stata benissimo!>>
<< Perché allora non mi ringrazi di persona? >>
<< Come? >>
<< Affacciati! >>
Il panico si impossessò dei suoi pensieri.
Appena sveglia, il poco trucco sopravvissuto alla doccia le si era accumulato poco sotto le palpebre, evidenziando, anziché nascondere, le occhiaie. I capelli avevano assunto la forma del cuscino e la veloce asciugata di phon, data alla bell'e meglio, non aveva aiutato di certo.
Si impossessò della prima spazzola a disposizione ed in qualche modo rimediò.
Lui era lì in strada con un mazzo di coloratissimi fiori stretto tra le dita.
<< Scendo subito! >> urlò Sofia affacciandosi con il cellulare ancora all'orecchio. Le sue sinapsi lavoravano strenuamente per ricordare dove avesse messo i pantaloni. Li infilò sopra al pigiama.
Quando si guardò allo specchio nuovamente quel sorriso involontario la spinse a scendere di corsa le scale. Erano passate sei o sette ore, poche per il resto del mondo, un'intera era per loro.
<< Che ci fai qui? >>
<< Sono venuto a darti questi! >> disse Leo porgendole i fiori.
<< Grazie sono bellissimi! >> fece afferrandoli.
Ma Leo le cinse il bacino e lo avvicinò al suo.
Era bello come non mai alla luce del giorno. La barba ispida di chi, di fretta la mattina, smaniava per quell'incontro. Le si avvicinò all'orecchio per sussurrare << Belli sì... ma mai quanto te! >>
La strinse ancora più forte con una mano all'altezza dei reni. Sofia sentì venir meno la sua resistenza. I fiori caddero a terra nell'istante stesso in cui le loro lingue, per la prima volta, si assaggiarono.
Quelle umide carezze che le loro bocche si scambiavano erano la prova che la notte passata non era stata solo un sogno ad occhi aperti ma la più onirica realtà.
Era totalizzante nella sua dolcezza per questo motivo sciogliersi fu più doloroso di quanto Sofia avesse mai immaginato.
<< Ti sono caduti questi! >> disse raccogliendo i fiori da terra.
Sofia si fece rossa in viso. Perché le accadeva sempre di perdere il controllo con lui? Perfino sui suoi arti?
<< Grazie Leo. Ma per cosa sono?>>
<< Ci deve essere un motivo? >> chiese sorridente << Vedi questi fiori come un invito per stasera! >>
<< Dove mi porti? >> chiese con aria studiatamente ingenua Sofia annusando i fiori.
<< No! No! Dovrai scoprirlo! >>
<< Dai! Per favore! Dimmi qualcosa! >>
<< Vediamo... posso solo consigliarti di vestirti elegante!>>
<< Cosi però mi metti ancora più curiosità! >>
<< Cos'è la curiosità se non il desiderio della mente di trascendere il tempo? >>
<< E questa frase di chi é? Shakespeare? Baudelaire? >>
<< No! Mia! >> rispose prima di baciarla ancora più profondamente.

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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