Capitolo IV - L'Università
La lezione di Sofia sarebbe iniziata da lì a breve. Per quanto riguarda la sua amica, non aveva mai capito che facoltà facesse: prima economia, poi sociologia. Era arrivata a seguire "Teoria della conservazione del libro e del manoscritto".
Per interesse... direte voi. Sbagliato! La ragione era una classe di ragazzi. Non un singolo, ma una classe. E tutti, ma proprio tutti finirono... avete capito.
Ora faceva giurisprudenza o qualcosa di simile.
Per avere 21 anni, due in più di Sofia, quella ragazza conosceva più gente di una cinquantenne.
<<Ciao Marco!... Ehi Davide!... Come stai...>>
<< Elena ma, di questi, con quanti hai... ?>>
<<Con tutti! Anche se di quest'ultimo non ricordo proprio il nome. E tu? Cosa aspetti?>>
Sofia si fece subito rossa in viso e lo sguardo si posò a terra.
<<Dai, dai! Ricorda che la prima volta non deve essere per amore... non vuoi fare mica brutta figura con l'uomo della tua vita, vero?>>
<<Quindi tu lo hai già trovato>> disse convinta Sofia.
<<Oh quanto sei dolce! Io non lo cerco! Dio me ne scampi... è così bella la vita, perché dare solo un morso? >>
In fondo al piazzale una potente moto frenò fischiando sull'asfalto per poi spegnersi. Subito, attorno al motociclista si accalcò una piccola folla.
<< Ecco! A proposito di morsi! Quello si che è uno a cui...>>
<< Ma chi è? Lo conosci? Anche con lui...>>
<<Quello è Alex e... purtroppo no! O non ancora. Guarda quelle disperate come gli si fanno attorno! >>
Sofia tentava, allungando il collo, di vedere in faccia lo sconosciuto che, toltosi il casco, era impegnato a salutare le sue "fans".
Come un'unica entità il gruppo entrò compatto nella hall dell'Università e si perse nei corridoi.
<< Elena ora vado! Ci vediamo dopo a casa!>> salutò Sofia correndo verso l'ingresso laterale.
Probabilmente Elena non la sentì nemmeno, intenta com'era a rodersi il fegato e cercare carne fresca da spolpare.
Appena varcata la porta, sciami di studenti correvano da un lato all'altro del salone urlando e spintonandosi.
Sofia si schiacciò contro il muro e, percorrendo tutto il perimetro, uscì sul giardino interno.
L'aveva subito colpita, fin dal suo primo ingresso: un ampio chiostro abbracciava una grande distesa d'erba nella quale erano state sistemate piante di ogni genere con annesso cartellino con nome scientifico. Al centro, una grande fontana di marmo zampillava sottili getti d'acqua che, nebulizzati, creavano piccoli arcobaleni che incorniciavano le granitiche decorazioni della stessa.
Ma quello non era il momento adatto per lasciarsi andare ai sentimentalismi: era in ritardo e la lezione cominciava sempre, dannatamente, in orario.
© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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