Capitolo III - Primo giorno

Il giorno successivo la pioggia era ormai lontana. Solo qualche cirro si attardava poco oltre le colline di Fiesole.
Come ogni mattina la scelta dei vestiti e l'uso del bagno impegnava Sofia per non più di dieci, al massimo quindici, minuti e puntualmente lasciava senza parole Elena ed i suoi interminabili tempi di preparazione.
Certo, bisogna dire che il risultato non era ovviamente lo stesso: se Elena era pronta per una sfilata di intimo, considerando anche la quantità di tessuto sul suo corpo; Sofia, invece, aveva ancora molte resistenze a cambiare il suo guardaroba, retaggio mai del tutto abbandonato del suo passato.
Ma se fino a sei mesi prima consisteva in felpe extra large, pantaloni di tuta e scarpe da skater ora, la via di mezzo che Elena le aveva creato, si componeva di camicie o maglioncini molto comodi, jeans aderenti, ma non troppo, che tirassero sù e contenessero dove c'era più bisogno, e scarpe con quel minimo di tacco "da dilettante, che slancia la figura ma non ti fa camminare sui trampoli", testuali parole dell'amica al momento dell'acquisto. Qualche "gioiello", se così si può definire la paccottiglia che si trova nei centri commerciali, ed era pronta per l'Università.
<<Tu vieni così Elena? Forse un po' troppo ...>>
<< ... femminile?>> la anticipò prima di continuare <<Non ti preoccupare "mamma"! E poi male che vada invece di rimorchiare un ragazzo, prenderò un voto più alto con il professore! Non è che sei gelosa?>>
<<Quanto sei str...>>>
<<Ah! Ah! Una brava ragazza non si esprime con certi termini>>
Si lanciarono uno sguardo torvo prima di scoppiare a ridere.
Elena era così. La prima impressione che aveva avuto Sofia era di una ragazza facile. Si era sbagliata.
Elena era molto di più. Era quanto di più osceno, sexy e depravato si potesse trovare in una donna. Ma aveva anche un lato gentile che si esprimeva dietro a battutine acide e frecciatine maliziose. Sofia lo sapeva. Perché al di là di ciò che mostrava, gli atti di gentilezza e di generosità nei suoi confronti in quei mesi erano stati davvero tanti. A partire da un semplice abbraccio in un momento di sconforto lontano da casa ad un meno gentile apprezzamento in palestra che però le diede la forza di dimostrare ciò che valeva.
Fuori il bus numero dieci già le attendeva come ogni mattina e, dopo una corsa a perdifiato, lo raggiunsero e salirono a bordo.
Elena calamitò subito su di sé le attenzioni dei pendolari di sesso maschile ed il biasimo, mista ad invidia, delle donne.
C'e però da dire che Sofia si trovava a suo agio accanto a lei: abituata com'era a rendersi invisibile per il proprio aspetto fisico, ora era Elena che, come un buco nero, attirava gli sguardi dei passanti e sviava l'attenzione dalla presenza a dir poco normale di Sofia.
Cinque minuti più tardi, la giovane frenesia dell'Università si presentò di fronte a loro.
Erano pronte per una nuova giornata.

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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