1. Io, Lei & Lui non è necessariamente un Triangolo

Il suono del clacson della sua auto è così odioso. Soprattutto perché mi avverte del suo arrivo -maledettamente sempre in anticipo- facendomi rammentare il mio abitudinario ritardo. Ecco che suona ancora, finché, sbuffando, non mollo la presa sul tentativo di raccogliere i capelli in un'alta coda e non corro a sventolare la mano fuori dalla finestra della mia camera per gridare 《Arrivooooo!》, come ogni mattina.
Come ogni mattina, lo vedo scrollare la testa non convinto del mio così imminente arrivo. Ma almeno questo lo fa smettere di premere le mani sul clacson. Una cosa irritante, glielo avrò ripetuto almeno un migliaio di volte! Irritante per me, e per i vicini, no? Un ragazzo così ben educato... alle apparenze.
Comunque, sono pronta. In qualche stato corro di sotto, infilo un paio di sneakers e agguanto lo zaino.
《Mavis, è già arrivato Miki!》 annuncia mia madre dalla cucina. Come se non avessi orecchie!
《Lo so, sono pronta!》 rispondo aprendo la porta.
《Come? Non fai colazione?》si meraviglia lei, comparendo sull'uscio della cucina, con fare imbronciato.
《Mamma! Sono in ritardo!》, sbuffo io 《Cia'》 la saluto richiudendo subito la porta alle mie spalle, senza attendere una sua risposta. Che poi insiste sull'importanza della colazione...bla bla.
《E dai Mavis, sempre di ritardo!》 si lamenta Miki.
Salgo sulla sua decappottabile rossa e mi sporgo verso di lui -bellissimo, anche se un paio di Rayban gli coprono gli occhi- per stampargli un bacio sulla bocca. Il nostro solito saluto. No che pensate! Niente di romantico, siamo solo amici. Migliori Amici. Insieme a Ines.
《Se anche Ines fa di ritardo...》 continua il suo lamento mentre mette in moto e parte di tutta fretta.
《Ci puoi scommettere!》lo interrompo. Quanto mi piace farlo irritare!
《Voi due siete... una croce per io!》 ride, arricciando il naso in una smorfia adorabile.
《Per me, Miki! Si dice PER ME!》lo correggo col dito alzato, unendomi alla risata.
Lui arriccia ancora il naso nel ridere ed io inizio a smanettare con le stazioni radio, cercandone una che trasmetta musica di mio gradimento, mentre raggiungiamo casa di Ines, a pochi chilmetri dalla mia.

Arrivati di fronte al vialetto di Ines, gli concedo di suonare il clacson 《Una.Sola.Volta!》lo ammonisco, slacciandomi la cintura di sicurezza per sedermi rivolta verso di lui.
Il suono di un messaggio WhatsApp sul mio cellulare pare quasi simultaneo a quello del clacson《Dice che è pronta》informo Miki, leggendo l'sms.
Lui si volta verso il volante e posa gli occhi sul clacson. Intuendo le sue intenzioni, lo sfido socchiudendo gli occhi 《Non oserai!》.
Eccolo che arriccia il naso non riuscendo a trattenere il sorriso nell'allungare la mano. Subito mollo il cellulare e mi fiondo letteralmente sopra di lui, a bloccargli le braccia. Bisticciamo e ridiamo finché non arriva Ines.
《Sempre i soliti voi due, non vi si può lasciar soli un attimo》commenta, con finto fare annoiato. Ma subito dopo scappa da ridere pure a lei, vedendomi sdraiata sulle gambe di lui, contorta nel mantenergli le braccia ferme, ed incapace di rialzarmi! Miki ride più di prima, scoprendo i perfetti denti bianchi e rovesciando il capo all'indietro. Ines interviene sbuffando, mi afferra per la felpa e mi tira su. Finalmente seduta composta mi rimetto la cintura, trattenendo le risa.

Eccoci a scuola, ultimo anno di liceo. Ultimo anno di noiose lezioni, di noiosi professori e di antipatici compagni di classe. Esclusi loro due, odio tutti in questa scuola. Noi tre siamo... i classici secchioni. No, macchè! Siamo a metà fra gli studiosi e i casinisti. Quelli che hanno una media del sei/sette, per intenderci. A scalare, il più secchione è Miki, dopo di che io, ed infine Ines. Quest'ultima non eccelle in niente in particolare, mentre io sono molto brava nelle materie umanistiche; quanto a Miki, è bravo in tutto, ma il suo più grande ostacolo è la lingua; già, perché lui si è trasferito qua da meno di tre anni e sta ancora imparando a parlarla. Se non fosse per questo, penso che sarebbe finito nel gruppo dei secchioni, e ci guarderebbe con la puzza sotto il naso, a me e ad Ines. Ma no, lui ci ama!
Se volete sapere di più su di noi, spenderò qualche parola ancora per darvi un quadro generale.
Miki è un bel ragazzone alto e molto snello. A volte mi chiedo come possa mantenersi in piedi, una simile asta. E m'infastidisce molto il fatto che possa mangiare qualsiasi cosa voglia, senza ingrassare di un etto. M'infastidisce anche la sua altezza, perché mi fa sembrare una nana in confronto! E dato che ci aggiriamo sempre insieme per i corridoi della scuola...Uff! Forse dovrei iniziare ad indossare scarpe col tacco! Tutto sommato, apparte gli scherzi, è proprio un bel ragazzo. Ha dei capelli castani riccioli, sempre ben ordinati -con la riga da un lato- che vien voglia di scompigliarglieli conficcandoci le dita dentro, per assaporare la loro morbidezza. Cosa che non mi ha mai permesso di fare, ovviamente! Sigh! Dolci occhi color gianduia, contornati da ciglia folte; un naso piccolo e dritto; una bocca con labbra fini, ma ben delineate; denti perfetti, come dicevo, che per me sono un'ossessione! Veste sempre molto elegante, anche a scuola. Immagino muoia dalla voglia di indossare lo smoking per il ballo di fine anno!
Ines è più alta di me, anche lei! Mai quanto Miki, ma cinque centimetri buoni più di me, si. Se si considera poi che lei indossa sempre, instancabilmente, tacchi alti... fate voi! È sempre attenta alla moda, all'ultimo capo in; Sempre ben truccata e pettinata; Occhi celesti, lunghe ciglia, labbra perfette; setosi capelli biondi ed un davanzale generoso...non so se mi spiego. L'unico motivo per cui non fa parte del gruppo delle cheerleaders, credo di essere io. Essendo cresciute insieme, fin dalle elementari, siamo amiche da una vita e separarci sarebbe proprio doloroso... impossibile. Ma per diventare una di loro, dovrebbe dire addio alla sua migliore amica, essendo io insignificante ai loro occhi.
Insignificante mi calza a pennello. Una ragazza come tante: capelli castani mossi, occhi color nocciola; un naso troppo grande, una bocca troppo piccola; troppo bassa, troppo grassa. Vedo solo cose negative su di me. Ines dice invece che non sono per niente brutta, né grassa, anzi! Dovrei solo tenermi di più, vestirmi alla moda e truccarmi. Io le do ragione, però non mi decido mai a fare il cambiamento.
E adesso che vi ho, ahimè necessariamente, annoiato con le nostre descrizioni, andiamo avanti.

Parcheggiata l'auto ci dirigiamo verso l'aula di scienze, la prima lezione di questa mattina. Io ed Ines dobbiamo praticamente correre per stare al passo delle lunghe gambe di Miki.
《E rallenta un po', Miki!》lo implora ansimante Ines. Coi tacchi lei fa più fatica di me.
《 Non possiamo fare di ritardo》insiste lui, fissato con la puntualità.
《Non si dice di ritardo!!!》lo correggiamo all'unisono noi due.
Lui rivolta gli occhi in una smorfia, gettando la spugna sull'imparare la nostra lingua《Ma io lo faccio per voi! Così vi tenete in forma!》ci punzecchia fisicamente sui fianchi.
Noi mostriamo la lingua e affrettiamo ancora il passo, cercando di superarlo. Ma quando mette il turbo anche lui, ci raggiunge in un istante.

Entriamo nell'aulta con dieci minuti di anticipo e non c'è ancora il professore. Ci sediamo ai nostri banchi, dietro quelli dei secchioni, che sono già al loro posto. Restano liberi quelli in fondo per le cheerleaders, i giocatori di football, e il gruppo dei tatuati-ribelli. In quest'ordine, infatti, arrivano. Prima le cheerleaders, in formazione a V, con a capo quella odiosa gallina bionda e ricciola: Kim. Anche i giocatori scelgono la formazione a V, la cui punta di diamante è Jordan, un bel fusto biondo e muscoloso di cui potresti innamorarti all'istante. E disincantarti l'istante dopo, quando aprendo bocca, fa uscire tutta la sua ignoranza! Arriva poi il professore Moonard, un anziano gobbo che fatica a sovrastare il baccano della classe per fare l'appello. Chiamati i primi sei/sette nomi, entrano in classe anche i temibili tre: i tatuati-ribelli. Sbuffando fuori il loro ultimo tiro e riempendo la classe di puzza di fumo, prendono gli ultimi posti in fondo. Il capo è un tipo che si fa chiamare BeBBè ed è anche il più tatuato: ne ha perfino sul collo! Mi chiedo come i genitori possano averglielo permesso. Subito dopo mi ricordo che se li appelliamo ribelli, un motivo ci sarà.

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