Capitolo 42. Sole. (speciale)
~2 anni dopo~
*Zee*
Il mare era stato l'elemento che ci aveva unito, che aveva visto nascere il nostro amore ed era lì che volevo sancirlo, desideravo che fosse lui il testimone della nostra felicità come lo era stato fino ad allora.
Quello che provavo per Bas non si era assopito neanche per un istante, ogni giorno sentivo crescerlo sempre di più, ogni momento, attimo e battito con lui era diverso e unico.
Girammo la serie per cui eravamo stati scelti e fummo molto impegnati tra interviste, programmi tv ed eventi. Quando non avevamo il lavoro, quelle poche volte, tornavamo sempre lì, sempre nel nostro posto, come a ricordare e prendere vita dalle radici di quel luogo che era casa nostra.
Mentre guardavo più lui che il tramonto, completamente sprovvisto delle parole giuste, senza un paracadute, il mio cuore decise di lanciarsi ancora una volta dallo strapiombo, esprimendosi da solo senza freni.
Erano passati due anni da quando gli avevo dedicato anima e corpo, da quando ero caduto nella rete dei suoi occhi e non ci ero più uscito.
Eravamo seduti sulla sabbia ma per me era come stare su una nuvola ogni volta se avevo lui accanto.
Guardai il suo profilo, il cielo sembrava imbarazzarsi alla vista del colore dei suoi capelli, più blu di lui.
Continuavano ad essere così nonostante il tempo e l'età che avanzava.
Zee: Bas, sposami.
*Bas*
Zee aveva perso completamente la testa ma cosa gli saltava in mente?
Chiedermi di sposarlo?!
L'avevo sempre sognato, non lo negavo ma in quel modo mi fece davvero incazzare.
All'udire delle sue parole quasi scivolai all'indietro sulla superficie umida.
Bas: ma stai scherzando?
Lo guardai esterrefatto sgranando i miei occhi e guardando quelli che ormai per me non avevano più segreti.
Bas: dov'è la mia proposta? Perchè non sei in ginocchio? E il mio anello? Guarda che il mio dito è ancora vuoto!
Zee: visto che non c'è niente su quel dito che ne dici di metterci una bella fede?
E poi te lo sto chiedendo nel posto dove ci siamo conosciuti più romantico di questo?
Ero preoccupato, il problema non era la proposta in sé, anche se mi sarei aspettato più impegno da Zee...
In Thailandia non ci saremmo mai potuti sposare, sembrava tutto un grande problema e per questo evitavo di pensarci, evitavo che la mia mente toccasse quel tasto dolente.
Mi alzai e gli risposi.
Bas: no Zee, non capisci.
Lui mi prese subito la mano, alzandosi a sua volta.
Zee: andiamo via Bas, possiamo permettercelo, abbiamo lavorato abbastanza per stabilirci in America.
Li i matrimoni sono concessi e potremmo anche provare... ad avere una famiglia tutta nostra.
Una famiglia.
Ogni volta che Zee incontrava un bambino si illuminava, e io altrettanto alla vista della sua felicità.
Avrei tanto voluto rendere possibile questo suo sogno, sarebbe stato un padre attento e premuroso.
Il mio cuore sussultò più a questa idea che alla proposta di matrimonio.
La nostra dimora, i nostri figli, il nostro amore, cosa avrei potuto desidere di più?
Ebbi difficoltà a guardarlo negli occhi questa volta ero estremamente imbarazzato, dopo così tanto tempo il mio organismo fremeva ancora al suo tocco e alle sue parole.
Bas: mh...
Zee: è un sì? Mi sposi?
Bas: sì e va bene, sì ti sposo ora lasciami andare.
Quando si trattava di lui non riuscivo a dire no.
Al posto di lasciarmi mi strinse più forte, mi abbracciò più forte, mi baciò con tutti i sentimenti che provava.
Mi portò in braccio per tutta la spiaggia urlando al mondo con il cuore scoperto che ci saremmo uniti, come se non lo fossimo già.
*Zee*
Non avevamo intenzione di invitare nessuno, saremmo stati solo io e lui, nel nostro piccolo universo.
Tommy e gli altri sapevano che saremmo partiti ma decisi di raccontare loro della nostra decisione solo una volta compiuta.
Ci volle un po' per preparare i documenti, fare richieste di visti e procedure davvero noiose ma che erano indispensabili.
Nonostante tutto, nonostante fossimo soli in realtà eravamo insieme, nel calore del nostro amore e facemmo fare lo stesso una partecipazione come ricordo del nostro giorno.
Sulla carta ruvida al tatto, color miele tenue, come a richiamare i granelli della spiaggia, con ai bordi una decorazione ondeggiante che ricopriva tutto il perimetro, erano impressi i nostri nomi e la data del matrimonio in una calligrafia delicata ma decisa.
Bas Suradet Piniwat & Zee Pruk Panich
Oggi sposi, vogliono condividere con tutti gli invitati il coronamento del loro sogno.
22 luglio 2023.
Ero agitato.
Le mani sudavano copiosamente, i brividi si impossessarono di me, la mia pelle si rizzò come se fosse passato del vento gelato e improvviso, la cravatta celeste polvere nel mio completo di velluto blu iniziava a stare estremamente stretta, quasi soffocavo dall'emozione.
Aspettavo Bas mentre davanti a me guardavo il meraviglioso gazebo artificiale che avevano preparato per noi.
Un grande arco di fiori bianco candido si ergeva imponente ma ero troppo concentrato a stare male per godere del meraviglioso profumo che emanavano.
Mi sentii stringere la mano.
Un cespuglio colorato nel suo abito dello stesso colore del luogo dove nascevano le stelle e cravatta uguale alla mia si apprestò ad avvicinarsi.
Bas: ti sento nervoso, non vorrai tirarti indietro...
Aveva ancora il fiato per scherzare, il solito Bas.
Zee: sicuro di non essere tu quello a farsela sotto?
Intrecciammo le nostre mani così forte quasi a voler impedire a qualsiasi ostacolo di dividerle e ci incamminammo verso il nostro futuro, percorrendo un tappeto pieno di petali con ai lati lanterne illuminate dalla fioca luce delle candele.
Era il momento giusto, il sole stava per tramontare.
Officiante: ora scambiatevi pure le promesse.
Avampai, mi sentivo ancora palpitare ad esternare quello che sentivo, deglutii forte e mi sentii delle goccioline di sudore scendere dalla fronte.
Le orecchie erano pervase solo dal suono del cuore che non riusciva a stare fermo nel petto mescolato a quello del sangue che ribolliva per la tensione.
Iniziai a pensare che non sarei riuscito a proferire parola.
Lui, come sempre, aveva intuito il mio nervosismo e mi accarezzò con il pollice il palmo della mano che ancora stringeva. Il suo incoraggiamento, la sua pazienza, la sua essenza mi ricordarono cosa era davvero importante in quel momento, noi.
Zee: non posso prometterti realmente niente Bas, non posso prometterti che saremo sempre felici e che saremo sempre allo stesso modo, ci saranno dei giorni in cui mi odierai, e io odierò te perché magari entrerai con le scarpe sporche in casa, o perché lascerai tutto in disordine mentre io passo ore a rassettare, o magari perché litigheremo seriamente.
Siamo volubili come questa distesa salata davanti alla quale però mi sento di dirti che adesso mi dedico a te, che oggi sei tutta la vita che vorrei.
Ti amo più di ieri ma non posso dirti che ti amerò di più domani perché potrebbe arrivare qualcuno che amerò sconfiatamente e senza riserve, un te in miniatura.
Quasi tirai un sospiro di sollievo, ero riuscito a parlare senza versare nel pieno del discorso le lacrime diversamente da Bas che tentava di trattenersi in vano, era un libro aperto.
Asciugai il suo volto rosso sorridendo più che potevo per sovrastare le emozioni liquide con cominciarono a sgorgare anche dai miei occhi a vederlo così, così puro, così innamorato, così mio.
Prese parola a fatica ma quelle che disse si incisero nel mio cuore.
Bas: ero chiuso nel mio mondo quando ti ho incontrato e con i tuoi sorrisi, con il tuo essere così dannatamente te stesso ti sei impadronito di me, di quel poco che avevo fino a diventare tu il mio mondo.
Rinnoveremo ogni giorno il nostro amore e sarà quello che ci farà respirare e continuare a vivere.
Ti amo Thī̀rạk.
Officiante: scambiatevi pure gli anelli.
Con le mani ancora tremanti a vicenda mettemmo al dito dell'altro i nostri cuori, le nostre anime e le nostre menti simboleggiati da una fascia dorata con l'incisione interna della data di quel giorno e i nostri nomi.
Officiante: vi dichiaro uniti in matrimonio, per il potere conferitomi dall'attuale cittadina americana.
Ora Potere baciarvi se volete.
Ci misi un po' ad avvicinarmi a Bas, ero scosso dai tremori e dalle lacrime che avevo invano contenuto prima.
Mi ero appena sposato.
Fu lui ad avvicinarsi, a prendermi tra le sue braccia e a portarmi il volto lacrimoso di gioia verso le sue labbra calde ma salate.
*Bas*
La felicità pervase ogni poro, ogni capillare del mio organismo al nostro sì, al modo in cui ci fondevamo insieme diventando un tutt'uno, ora più che mai.
Non riuscivo ancora a credere che io e Zee fossimo sposati, più guardavo la fede più speravo di non essere in uno dei miei sogni.
Non potevo dire però che quello fu in assoluto il giorno più bello della mia vita perché ce ne fu un altro totalmente inaspettato.
Zee: allora incontriamo la pratica? Sei sicuro?
Bas: mi stai domandando se sono pronto ad un rifiuto?
Zee: avanti non essere così pessimista, abbiamo un lungo percorso da affrontare.
Bas: ma potrebbero non considerarci idonei e sarebbe...
Zee: fatto, inoltrata.
Avrai tempo per i tuoi complessi mentali amore mio, li ascolterò tutti i giorni.
Mi baciò la fronte ed era stato in preda all'ansia, alla tensione a vari colloqui e prove che passo più di un anno quando Zee uscì molto presto la mattina del 22 dicembre.
Il mio carattere forte venne meno in questa situazione, volevo rendere davvero la vita di Zee radiosa ma il pensiero di non riuscirci mi tormentava.
Ormai non ci speravo più e desideravo che anche lui non lo facesse, la speranza ci avrebbe solo illusi.
Quando mi svegliai quel giorno non trovai mio marito nel comodo letto di piuma che tanto aveva premuto per comprare così lo chiamai più volte ma non ottenendo risposta lasciai numerosi messaggi in segreteria.
Ore 10.00
Bas: Zee ma dove sei? Perche non mi hai detto che uscivi?
Ore 11:36
Bas: sono ore che non rispondi, ma che diavolo stai combinando? Non è neanche il nostro anniversario di matrimonio cos'è questo mistero.
Ore 12.43
Bas: dovrei chiamare la polizia? Sei stato pestato o derubato? Dio, mi stai facendo preoccupare a morte.
Era l'una del pomeriggio quando sentii mettere le chiavi nella serratura della porta.
Bas: ZEE DOVE CAZZO SEI STA...
Mentre imprecavo contro di lui e mi dirigevo all'ingresso notai che non era solo.
Tra le braccia aveva qualcosa di estremamente piccolo, avvolto in numerose coperte bianche come la neve che stava scendendo.
Non riuscivo a credere ai miei occhi.
Zee: Derek saluta papà, fai ciao con la manina al tuo papà laggiù.
Mosse la mano di una minuscola pallina infagottata che si dimenava.
Sentivo una leggera risata provenire da lì, non era possibile, non poteva essere..
Bas: Zee non mi dire che...
Zee: da oggi in poi dovrai stare attento alle parole paparino.
Non hai ascoltato vero cuore di papà? Non dargli retta è cattivo.
Spostò lo sguardo da me al piccolo mentre pronunciava le ultime frasi.
Zee era totalmente cambiato, la sua dolcezza fece traboccare il mio già debole cuore.
Toccò il piccolo nasino dell'essere che aveva in braccio dell'eta di poco più di 4 mesi mentre mi avvicinavo e quasi non riuscivo a reggermi in piedi per quanto le gambe mi tremarono.
Guardai colui che si era impadronito di me solo avvolgendomi la manina delicata intorno ad una delle mie dita, era minuscola, poi guardai Zee con gli occhi lucidi che minacciavano una tempesta di pianto.
Mi ero innamorato una seconda volta.
Zee: abbiamo un figlio Bas.
Mi disse queste parole tra le lacrime e sorridendo come non avevo mai visto, neanche nel nostro giorno. Tentai di abbracciarlo, ero troppo immerso in quegli occhi vivaci e quella bocca senza dentini per essere arrabbiato con Zee e avermelo nascosto.
Presi in braccio nostro figlio per la prima volta mentre lui da sopra la mia spalla mi diede un bacio sulla guancia scarlatta e scattò una foto con il cellulare.
Zee: la nostra prima foto di famiglia.
Guarda come ride Bas!
Ha i tuoi occhi.
Non riuscii a dire quasi niente, amavo Zee e amavo nostro figlio.
Zee: Tinnacorn* sarà il suo nome thailandese, che ne dici?
Bas: è tutto perfetto Thī̀rạk.
Lo baciai sulle labbra dolcemente per poi tornare a guardare il nostro raggio di sole.
(N.A. *Tinnacorn in thailandese è un nome maschile che ha il significato di sole )
Matrimonio ed adozioni gay sono tematiche molto importanti, se non vi sentire di condividerle vi pregherei di non leggere il capitolo e non commentare, grazie.
"Ha i tuoi occhi" è una frase molto forte perché non importa che il bambino sia adottato, in lui Zee ci vede la persona che ama, Bas.
Basta, giuro chiudo qua, dobbiamo tutti dire addio a "Non esiste il grigio" io per prima.
Piango.
Grazie per aver letto fin qui.
Non ho idea di chi possa essere l'autore delle fanart solito discorso! Non sono mie♡
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