Capitolo 41. Io e te. (finale)

Canzone: More&More Finding Hope.
~continua...

Capotreno: mi scusi ma devo davvero andare ho appena finito il turno, il primo è alle 4.22.

Lo rincorsi imprecando perché avrei dovuto aspettare ore per non parlare di quelle per arrivare.
Sapevo che Bas era lì al nostro posto, speravo solo che mi stesse ancora aspettando.
Mentre ero in viaggio avrei voluto che il treno andasse più veloce avevo bisogno di andare a riprendermi la felicità.
Mi era piaciuto ogni piccolo dettaglio di lui, da quella venetta che usciva quando rideva al suo carattere irruento e aggressivo.
Bas mi possedeva ancora prima che me ne potessi rendere conto.

Quando arrivai la mattinata si avvicinava tranquilla.
Lo conoscevo abbastanza bene, perché lo ritrovai seduto dove c'eravamo incontrati la prima volta, davanti al mare che aveva conosciuto il nostro amore.
Il sole che rinasceva toccava debolmente il suo volto e i suoi vestiti, che, come al solito, erano troppo leggeri per la frescura improvvisa di marzo.
Proprio di fianco a lui una grande pianta di agnacastro inebriava l'aria tenue del mare con un odore pungente e travolgente, non l'avevo mai vista, almeno non davvero.
Mentre mi avvicinavo vedevo muoversi quei fiori violetti, riuniti in spighe lunghe e sottili, a causa del soffio del vento.
Vedevo la sua schiena curva forse schiacciata dal peso di quel dolore che volevo eliminare.

*Bas*
Ero troppo impegnato a guardare l'orizzonte, ad osservare il sole che iniziava a sorgere dopo essersi assopito affinchè la notte potesse vivere, per accorgermi dell'arrivo di qualcuno dietro di me.
Ormai andava così, arrivavo al crepuscolo verso il nostro muretto, mi sedevo rivolgendomi al panorama e ci restavo fino all'alba per poi cadere in un sonno profondo una volta arrivato a casa, un sonno che mi donava la gioia di stare con Zee.
Anche quel giorno ero rimasto lì tutto il tempo, non sapevo spiegarmi il perché ma c'era qualcosa che mi tratteneva forse la tristezza, forse la flebile speranza di poterlo rivedere anche solo una volta.
Ero totalmente immerso nei miei pensieri quando una voce mi parlò.

Zee: qui ci viene chi ha il cuore spezzato.

Con la coda dell'occhio vidi un tizio con un cappellino nero che rimase in piedi a pochi passi da me ma non mi voltai, non lo guardai.
La mia mente mi ingannava ancora e ancora, la voce di Zee mi risuonava nelle orecchie e questo non era possibile, non era lui, era solo il ricordo che si proiettava nelle parole di una persona diversa, anche se erano quelle parole, le mie, che avevo detto solo a lui.
Ero un'ipocrita.
Volevo continuare a tenere Zee con me anche se mi ero ripromesso che l'avrei lasciato andare, che se mi avesse ferito lo avrei capito, quante menzogne in quelle parole.
Io ero stato bene, stavo bene con lui.
Stavo bene indossando il suo sorriso, stavo bene nelle rughe d'espressione accanto ai suoi occhi, stavo bene nei suoi capelli neri in cui spuntavano qui e là alcuni bianchi, ormai i 30 si avvicinavano, stavo bene nella tenerezza delle sue mani, stavo bene quando faceva venire meno il mio carattere forte e aggressivo rendendomi imbarazzato.
Stavo bene ed è per questo che mi rifugiavo dove tutto questo c'era ancora: nei ricordi e nei sogni.
Non dissi niente per un po' forse non aveva pronunciato davvero neanche quello che avevo sentito, forse era la mia sporca immaginazione che giocava con me. Spostai lo sguardo verso il cielo, le nuvole mi davano quella sensazione di leggerezza che non possedevo più, tranquillizzavano il mio animo in pena.
Scesi per incamminarmi verso casa, era giunta l'ora che preferivo, l'ora di andare a dormire, dove finalmente avrei trovato sollievo.
Zee aspettami, non vedo l'ora di vederti.
Risposi a quello che avevo sentito più rivolto a me stesso che a quella persona.

Bas: qui viene anche chi non ha più un cuore.

La figura vestita totalmente di nero mi prese per un braccio dicendo in fretta qualcosa prima che potessi urlargli contro incazzato, chi lo conosceva e come si permetteva di mettermi le mani addosso.

Zee: allora lascia che lo recuperi, in tutti modi possibili.

Bas: chi ti credi di....

Mi fermai neanche a metà frase perché quando mi voltai vidi esattamente il suo viso, la barba un po' troppo cresciuta e gli occhi estremamente assonnati.
Stavo impazzendo, non poteva essere, non solo la voce anche le sembianze ora.
Rimasi stupefatto e risi.
Risi davvero di gusto, come non facevo da settimane.
Risi di me stesso.

Bas: tu non sei la persona che vedo e non stai dicendo quello che sento, lasciami andare.

Mi slegai e scappai verso casa mia.

*Zee*
La sua incredulità mi fece male per un istante.
In maniera egoistica soffrii perché non aveva avuto fede in me, che sarei tornato da lui ma al tempo stesso non potevo biasimarlo o incolparlo, le sue certezze le avevo distrutte io la sera in cui arrivò Saint.
Andai con lui verso casa, lo vidi tremare mentre tentava di mettere le chiavi nella serratura e dire sotto voce varie frasi.

Bas: dovrei andare da un medico? Non è normale, no che non lo è.

Gli caddero dalle mani e le presi io costringendolo a voltarsi.

Zee: sono qui, guardami.

Dai suoi occhi al pronunciare queste parole iniziarono a sgorgare una cascata di lacrime.

Bas: no non lo sei, lui è tornato indietro, non c'è più.

Mi avvicinai e lo abbracciai forte, spingendo il suo piccolo capo contro la mia spalla, tenendolo stretto mentre tentava di spingermi via.
Tramite quella reazione sentii tutto il tempo che aveva passato ad aspettare e a non vedermi arrivare, quanto aveva sofferto nel non avermi visto lì prima.

Zee: non vado più via, sono qui amore mio.
Scusami, scusami per il ritardo.

Mi resi conto solo dopo che in realtà non avevo scelto nessuno, non avevo scelto perché dentro avevo il cuore di un altro non il mio, ed era quello di Bas, per questo tra le sue braccia mi trovavo a casa.

Lui finalmente si lasciò andare, stringendomi a sua volta, portando la sua mano debole verso il mio giubbino e avvicinandomi di più.
Vidi la sua paura quando tentai di portare le sue braccia intorno al mio collo, il terrore si stampò sul suo volto e sgranò gli occhi pensando che volessi separarmi da lui.
Non dissi niente, volevo prenderlo in braccio e portarlo dentro, quando lo capii sprofondò la sua testa nel mio collo e salì sui miei fianchi come un piccolo koala.
Entrammo dentro e io andai direttamente a sedermi sul letto.
Le sue mani tolsero il berretto delicatamente per poi ricaddere tra i miei capelli.
Mi portò a guardarlo dritto negli occhi, i suoi continuavano ad essere scettici.

Bas: che ci fai qui? Perché...

*Bas*
Mi baciò senza darmi una reale risposta ma io non la pretesi in quel momento, tutto quello che avevo fin ad allora conservato solo nella mia mentre prendeva forma nella realtà.
Ricambiai il bacio incontrando la mia dimora naturale, le sue labbra.
Quanto mi erano mancati quei baci teneri, romantici, frettolosi ma intensi, i nostri.
Baciai dolcemente il sorriso che generò la sua bocca e che divenne il mio.
Era sempre così con Zee, quando mi sorrideva in quel modo io non ci capivo più un cazzo.
La tristezza, l'ansia che avevo provato andarono via mentre le sue mani si insinuarono sotto la mia maglia e percorrevano la mia schiena.
Nel momento esatto in cui sfiorò la mia pelle i brividi sopraggiunsero.

Bas: sei sicuro...?

Gli dissi, tra i baci che diventavano sempre più intensi, con la bocca piena del suo respiro e della sua lingua che si infilava arditamente in ogni momento e spazio possibile.
Si fermò di colpo e mi guardò intensamente al sentire la mia domanda.

Zee: non sono sicuro di niente nella vita se non che questo è tuo.

Prese la mia mano e se la poggiò sul petto, una felicità così grande giurai di non averla mai provata.
Mi buttai su di lui facendolo cadere definitivamente sul letto, adesso ci credevo, ora era reale.
Sentii il suo cuore palpitare, muoversi come se fosse sotto sforzo solo toccandolo con le mie dita.
Quante volte avei voluto avere Zee come ora ma in tutti questi mesi avevamo aspettato implicitamente l'altro.
Sì, i nostri corpi si erano esplorati, voluti, cercati ma non c'eravamo mai spinti oltre.
Lo sentivo respirare pesantemente contro il mio collo ed emettere suoni gutturali e soffocati mentre le mie mani scendevano sempre di più, mentre mi muovevo su di lui e i vestiti cadevano lentamente sul pavimento.
I nostri corpi si parlavano, come i nostri gemiti bassi e profondi che erano in perfetta sintonia, nascevano uno nell'altro.
E proprio quando lui era all'orlo del suo piacere, quando non riusciva più a trattenersi che mi allontanai smettendo di toccarlo. Lo feci venire verso le mie labbra che si staccarono lentamente, volevo che le rincorresse e le cercasse mentre mi alzavo e allontavano da quel letto.
Questa era la sua punizione per avermi fatto aspettare così tanto.

*Zee*
Bas se ne andò nel momento più bello, facendomi penare.
Lo vidi in tutta la sue bellezza mentre scendeva dal letto con indosso solo un paio di boxer, li avrebbe avuti per poco.
Non lo lasciai andare facendolo cadere su di me ancora.
Non c'era bisogno di parlare, in quel momento erano le nostre emozione che lo facevano al nostro posto e se Bas non voleva essere mio lo sarei stato io per lui.
Gli dicevo con tutto me stesso che lo volevo, che fremevo dalla voglia di fare l'amore con lui, che l'avevo bramato.
Baciai quel tatuaggio quasi completamente trasparente e tutto il suo petto assaporando ogni centimetro, lasciando che la mia lingua toccasse ogni punto possibile. Quando tornai al suo viso le nostre labbra faticarono ad incontrarsi, sentivo in tensione i muscoli della sua schiena sotto il tocco della mia mano, mentre era impegnato a perdersi in me.
I suoi capelli, ora di un colore verde acqua sbiadito, mi solleticavano le guance ormai rosse dal desiderio intenso.
I suoi occhi mi dicevano che non reggeva più, quasi a chiedere il permesso andrò più veloce.
Il piacere sopraggiunse dopo ma quando arrivò non riuscii più a contenermi, godevo tra le sue labbra, sentivo i suoi lamenti e questo mi portava all'estasi ancora di più, la nostra prima volta fu magica.
Mi guardò ad ogni movimento, come a fissare quell'attimo nella sua mente per sempre.
Entrambe le sue mani erano intrecciate nelle mie mentre spingeva con forza, mentre entrambi arrivavamo insieme all'orgasmo.
Mentre ancora sussultavamo si appoggiò al mio petto respirando profondamente e rumorosamente.
Per un po' non ebbi la forza di fare niente, ero svuotato ma colmo di un meraviglioso tepore nel petto, la testa non era mai stata così leggera e senza pensieri.
Iniziai ad accarezzare il cespuglio di capelli troppo cresciuto e lui alzò la testa guardando nella mia direzione.

Bas: allora.... com'è stato...?

Domandava se mi era piaciuto? Penso di non aver mai visto Bas così insicuro e in imbarazzo.

Zee: non lo capisci da solo?

Bas: non puoi rispondere e basta per una volta?

Si distaccò da me per avvolgersi nelle lenzuola e darmi le spalle.
Era arrabbiato e io ne fui esterrefatto...
Cercò di non guardarmi facendo finta di girarsi più volte ma alla fine mi parlò ancora

Bas: era...la mia prima volta.

Zee: che cosa?!?

Si fece più rosso di un peperone ma mai quanto me che ero stata la sua cavia.

Zee: eri vergine? Non ci credo.

Bas: puoi smetterla di ripeterlo?

Sparì sotto al lenzuolo bianco decorato con stelle marine e coralli blu.
Mi infilai anch'io per prenderlo e toccai un punto davvero sensibile del suo corpo che lo fece ridere per il forte solletico.
Mi ritrovai sopra di lui ad accarezzargli la testa ma evitava il mio sguardo.

Zee: di che ti preoccupi, è stato indescrivibile e per me lo è ancora più bello pensare che sia stata io la tua prima volta.

Non era ancora soddisfatto perché mise il broncio come un bambino capriccioso.

Bas: ma immagino non valga per te.

Era proprio un gelosone.

Zee: beh, è la prima e ultima volta che l'ho fatto in questo ruolo.
Penso che adesso tocchi a te.

Tentò di scappare dalle mie grinfie ma finì solo con il ridere più forte.
Passammo la giornata intera a fare l'amore, a guardarci l'uno dentro dell'altra, ad accarezzarci l'anima fino a quando non arrivò il tramonto.
Di fronte al suo letto c'era una grande finestra e da lì si vedeva il mare, il nostro posto.

Zee: perché non ci trasferiamo qui?

Bas: e come faremo a vivere se non lavoriamo?

Mi rispose in maniera estremamente seria e così risposi anch'io.

Zee: mi basta questo per essere felice, non ho bisogno di una casa di lusso, di orologi di marca, voglio e posso vivere del nostro amore.

Presi il suo viso tra le mani, facendolo girare verso di me.

Zee: perché ti amo Bas, mi sei entrato dentro silenziosamente e cautamente ma quando è arrivato il momento sei esploso impossessandoti di tutto.
Ti amo, ti amo, ti amo.

Lo dissi per tutte quelle volte che avevo mancato l'occasione, lo dissi per renderlo ancora più reale.
I suoi occhi si accesero come la prima stella nel manto scuro del cielo.
Prese a baciarmi lasciandomi senza fiato.

Bas: anch'io, anch'io ti amo, davvero tanto.

Ed è così che termina la nostra storia.
Il significato del titolo è svelato.
Saint è rimasto per molto tempo nel "grigio" della sua paura, nell'ansia di vivere i suoi sentimenti ed ha preso Zee.
Zee anche è rimasto nel grigio fino all'ultimo da quando si nascondeva dietro il suo personaggio all'indecisione finale.
Attenzione questo non vuol dire che tutta la vita sia o bianca o nera, che lo sia l'amore perché ci innamoriamo proprio delle sfumature, solo che restare nell'ideazione fa soffire tutti.
Quindi vi auguro una vita decisa, e che possiate non ritrovarvi mai nel grigio.
Grazie.

Ps: le fanart non sono mie le ho trovate in giro su internet senza tag né nomi dei proprietari, quindi se qualcuno li conoscesse mi avverta pure così li taggo o contatto per chiedere loro se posso tenerle così visto che ho modificato tutti i colori! ♡

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