Capitolo 40. Io e te. (Finale)


*Zee*
Bussai e mi sembrò che la mano si muovesse a rallentatore.
Il tempo si era fermato ed ebbi la sensazione di aspettare un'infinità quando finalmente aprì la sua porta.
Stai facendo la scelta giusta, va avanti.
La mia mente mi diceva questo mentre il cuore non cessava di essere inquieto.
Alzai gli occhi dalla punta dei miei piedi per essere illuminato da quel viso candido, per incontrare le pupille color legno di ciliegio, quelle labbra fragola, le guance scarlatte e la frangia lunga e corvina come l'aveva sempre portata.
Dal suo sguardo passai a concentrarmi alle labbra carnose, le mie pizzicavano e premevano per avere un contatto, andai verso di lui prendendo tra le mani il suo viso e finalmente toccai qualcosa di umido e caldo dal sapore misto di alcool e fragole.
Il mio cuore cascò.

*Saint*
Sentii le lacrime sopraggiungere quando lo vidi all'entrata di casa mia.
E fui felice quando le sue labbra incontrarono le mie, era partito come un bacio dolce che subito si trasformò in qualcosa di più.
In un momento ci trovammo contro il muro della camera da letto, strinsi forte i suoi capelli tra le mie mani e lui iniziò ad andare sotto i miei indumenti, avevo il cuore scoperto, debole per tutta l'incredulità della situazione, lui era tornato da me.
D'improvviso si fermò per guardarmi e spostare i miei capelli dalla fronte.
In quel momento vidi il riflesso dei suoi pensieri, si ritrasse in fretta.
Nei suoi occhi non c'ero io.

*Zee*
Toccai il suo corpo, lo desideravo, forse da troppo tempo. Quando ebbi tra le mie mani i suoi fianchi implicitamente cercai qualcosa che non c'era, una cicatrice sul fianco destro.
Mi staccai dal bacio per spostare i capelli blu dal suo volto, per accarezzare le sue guance rosate e guardare il suo sorriso imperfetto.
La persona che desideravo non era quella che avevo davanti, Il volto di Bas sfumò lasciando posto a quello sbagliato.
Mi staccai immediatamente vedendo chiaramente che davanti a me c'era Saint.
Mi passai le mani tra i capelli portandomeli all'indietro e iniziando ad imprecare.

Zee: cazzo, ma che cazzo!

Non era lì che dovevo andare, il mio cuore mi aveva appena mostrato cosa volessi realmente, ero stato fuorviato dal passato e dai ricordi.
Mi sentivo mutilato, privato di una parte di me, come se al mio piccolo muscolo cardiaco mancasse un pezzo, un pezzo che Saint non poteva darmi.
Il mio cuore si era rotto, frantumato davvero solo una volta e fu a causa di Saint ma non era lui che avrebbe potuto portarlo di nuovo alla vita.
Prendevo consapevolezze dei miei sentimenti sempre nei momenti meno opportuni.

Zee: Saint parliamo un attimo...

Si avvicinò a me per prendere disgustato la mia mano sinistra, quella in cui c'era una fascia d'argento decorata con due linee sulla superficie, una di loro era blu.

Saint: osi venire qui con il suo anello mentre io porto il tuo?

La frase uscì pacata all'inizio ma la rabbia trasparì immediatamente.
L'anello.
L'anello era sempre stato lì, non avevo pensato neanche una volta di toglierlo, non mi ero mai immaginato senza.
L'anello di Bas mi aveva già mostrato la strada.
Credevo fortemente di essere legato a Saint da qualcosa di più grande che non potessi controllare ma mi sbagliavo.
Mi resi conto che il filo che ci univa si era ormai spezzato e avevo in mano solo quell'estrenita rotta e logorata.

Tentai di liberarmi dalla sua presa dolorosa, stringeva troppo forte.
La lasciò e incominciò a ridere in maniera convulsa, rideva per non piangere.
Lo sapevo che stava soffrendo, forse se ne era già reso conto.
Girava e continuava a ridere per la stanza.

Saint: sei venuto qui, mi hai baciato e poi...vuoi parlare? Ah e sentiamo vuoi parlare di...Bas?
Sai quanto me ne frega di quella spazzatura?
Ti ha solo usato per diventare famoso e tu ci sei cascato in pieno, stai rovinando tutto per un arrampicatore sociale di merda!

Continuò a parlare ma io non ci vidi più, sentii la rabbia risalirmi da dentro, su attraverso gli angoli più nascosti di me.
Prima che potessi ragionare, prima che potessi connettere il cervello la mia mano chiusa a bugno aveva già colpito la sua guancia così forte da far rimanere un segno e spostarlo di qualche passo dalla mia figura.
Le vene sul mio braccio continuarono a pulsare mentre tentato di mettere in riga le parole giuste.

Zee: non ti azzardare a parlare cosi di lui, critica me, urla contro di me ma non su Bas, lui non centra niente. Non lo buttare nella tua codardia!

Il tono che prima era freddo, ghiacciato fini con l'essere acceso e irruento con le ultime frase che pronunciai. Mi ero dimenticato che davanti avevo Saint, la persona che riversava parole senza pesarle o che le usava per ferire quando lui stesso era ferito.

Saint: sei innamorato di lui Zee?

Zee: questo non centra, è una questione tra me e te.

Saint: e tra me e te lui non centra? Rispondi Zee, sei innamorato di lui? Rispondimi.

Urlò così forte che il suo collo divento violaceo e le vene erano ben visibili su di esso.
Eravamo distanti e non solo fisicamente. Non riconoscevo più la persona che avevo amato, o più semplicemente ero io che non mi riconoscevo in lui, ero io che avevo cambiato rotta.

Non ebbi freni, e non li volevo avere, semplicemente dissi quello che mi passava per la mente, dando sfogo a tutto quello che avevo provato, alla delusione, all'amore, al disgusto.
Tutto quello che se non avessi detto avrebbe continuato a ferirmi e divorarmi dall'interno.

Zee: Le mie azioni, le mie parole in tutto il nostro anno insieme ti hanno implorato di non spezzarmi il cuore, perché ormai dentro c'eri tu ma non mi hai voluto ascoltare.
Non hai mai sentito Saint.
Non presti attenzione neanche ora, cristo.
Credi che sia facile dirti queste cose? Credi sia facile ridurti in questo stato, ridurre Bas così?
Sei tu che sei scappato da me, da te stesso, dal mio amore.
Sei tu che mi hai lasciato solo.
Sei tu che con estrema facilità hai lasciato la mia mano.
Sei tu Saint che mi hai rifiutato in mille modi e io mille scuse ho trovato per ritornare da te.
"Ancora una volta, solo questa volta, torna"
Questo mi dicevo quando evitavi i miei sentimenti, quando facevi passare i nostri baci come una recita, tutte le volte che calpestavi consapevolmente il mio cuore.
E Dio, invoco quel dio bastardo, che prima mi ha dato la possibilità di ricostruire tutti i pezzi in cui tu mi hai distrutto per poi ferirmi ancora facendoti tornare nella mia dannata vita!
Sai quanta merda ho fumato con il tuo nome che mi ronzava in testa?
Sai quanta gente ho fatto soffrire per colpa tua?
E tu cos'hai fatto? Cosa Saint?
Sei scappato come uno spregevole scarafaggio, ti sei nascosto nella fogna dei tuoi pensieri tenendomi fuori.
Hai messo un muro che ho tentato di scavalcare, facendomi male, ferendomi ma senza mai fermarmi dal tentare di superarlo fino a che le mie lesioni non si sono infettate.
Tu dove cazzo eri mentre mi spegnevo?
Ti sei incatenato ad idee che io avrei potuto liberare se tu me ne avessi dato l'occasione, se tu avessi parlato con me, se avessimo continuato a camminare insieme.
Ti avrei dato tutto il tempo che desideravi, perché io ti amavo, una parte di me ti ama ancora o non sarei qui, adesso.

Sembrava non avere parole adatte mentre io davo finalmente fiato a quello che avevo represso e nascosto.

Saint: Credi che sia stato facile dirti di no Zee? Credi che mi sia divertito a vederti stare male per me?
Per questo me ne sono andato....

Le sue parole mi fecero schifo, scuse, solo scuse.
Non lo lasciai finire di parlare.

Zee: no Saint non ti nascondere dietro questa patetica scusa del "farlo per me".
Non è abbastanza, non basta.
Perchè allora sei tornato? Se non volevi vedermi "stare male" perché sei qui adesso dopo più di 6 mesi? Perché quando ero finalmente felice?

Saint: perché ti amo Zee.

Quelle parole per me non facevano più effetto, mi ricordavamo solo quando mi aveva abbandonato dopo essere venuto a letto con me e quel ricordo mi fece venire da vomitare.
Diatolsi lo sguardo.

Saint: Zee sono io, se non mi riconosci guardami.
Sono io.
Sono la persona che ha avuto e ha ancora una fottuta paura di perderti ma che ti ha sempre amato.
Hai già dimenticato cosa abbiamo passato insieme?

Risposi solo ad una parte di quello che diceva.

Zee: vuoi sapere perché sei tornato? Altro che ti amo, te lo dico io perché sei un egoista.
Un egoista di merda!

*Saint*
Il dolore fisico dello pugno che mi aveva dato prima non riusciva a sopperire quello interno, era il secondo che ricevevo ma era quello che mi aveva lacerato internamente.
Stavo affrontando la più grande sofferenza di tutte, la consapevolezza di aver sbagliato tutto con Zee dall'inizio.
Avevo sbagliato a non averlo accolto quando si era consegnato a me senza che facessi niente, ingenuamente e sinceramente, e adesso avevo sbagliato ad esprimermi, non regolavo le parole, non riuscivo ad arrivare a lui.
Quando questa distanza era diventata abissale?
Bas era il problema tra noi non il mio presunto egoismo.
Era egoismo non volerlo vedere felice con qualcun altro perché l'amavo troppo?
Avrei voluto trattenerlo fin quando nel suo cuore ci fosse stata una minima speranza, in ogni modo l'avrei legato a me, anche se voleva andare.
Se non si ricordava com'era quando stavamo insieme gliel'avrei portato alla mente io.

Saint: lui non potrà mai essere legato a te quanto lo sono io.
Provaci, va avanti, provaci con tutto te stesso ma quello che abbiamo avuto noi, io e te, non lo puoi replicare.
Quando si avvicina a te ti senti come con me?

*Zee*
Non riuscivo a capire le sue intenzioni
Si mosse nella mia direzione sempre di più continuando il suo discorso.

Saint: il suo tocco è paragonabile all'ebrezza che provi con me, quando ti tocco io?

Inisinuò le sue mani gelate sotto la pesante felpa che avevo.

Saint: quando ti bacia lo senti il tuo amore avampare, esplodere come quando sfiori le mie labbra?

Tentò di baciarmi ma girai il volto, non saremmo andati da nessuna parte così.

Zee: ti stai aggrappandondo a questo? Screditi lui per portare l'acqua al tuo mulino?

*Saint*
Ero disperato e stavo tentando di tutto ma una cosa non l'avevo ancora fatta uscire. Non ero ancora sincero, non ero riuscito ancora a far crollare tutti i miei muri e parlare senza filtri con lui, non ero ancora riuscito a comunicare realmente quanto l'amassi, quando mi stavano facendo tormentando le sue parole.
Il suo rifiuto mi fece aprire gli occhi, se non avessi parlato chiaro ora avrei rischiato di perderlo, forse l'avevo già fatto.
Strinsi i bordi del mio maglione fino a rovinarlo, mentre ero a pochi passi da lui. Affondai le unghie nel morbido tessuto per tentare di prendere coraggio e parlare, parlare come diceva il mio cuore.

Saint: dimmi solo cosa devo fare Zee, per riaverti, per stare con te, per farla funzionare.
Dimmi che sei ancora qui, che il tuo cuore è ancora mio.
Dimmi che sei venuto per restare.
Sei la ragione della mia vita, è grazie a te se respiro ancora.
Dimmelo Zee, dimmelo e basta.
Sono io questa volta che ti chiedo di mentirmi, di recitare, perché io ho bisogno di questo amore, mi sei entrato così sotto la pelle che sei diventato indelebile.
Ci ho provato a cancellarti, ad andare avanti ma non ce l'ho fatta.

Riuscii a guardarlo negli occhi e nonostante la vista offuscata dalle mie lacrime vidi nascere le sue, vidi quando mi aveva detto prima, che una parte di lui era ancora innamorata di me ma era ancora viva o solo un ricordo del passato?

*Zee*
La rabbia scivolò via dal mio corpo in in attimo alla vista delle sue lacrime.

Zee: Saint, dio santo, io ti amo, non lo senti?non lo vedi? E ti amerò ancora.
Ci sarà sempre qualcosa di me che sarà tuo, che custodirà il nostro ricordo, che mi farà male ogni volta che vedrò una tua foto o sentirò la tua voce.
Ti ho amato, ti amo e ti amerò. . .

Ma amo lui di più.
Non continuai la frase, non l'avrebbe sostenuta e lasciai spazio a lacrime di accettazione e consapevolezza.
Il nostro tempo era finito e il nostro amore era appassito perché non eravamo stati in grado di prendercene cura.
Non avrei mai potuto eliminarlo completamente e avrei continuato ad amarlo ancora ma non come desiderava lui, il mio sentimento si era trasformato in modo irreversibile.

*Saint*
Sapevo già dove sarebbe andato con quelle parole, l'avevo sentito mentre mi baciava, l'avevo sentito ma non riuscivo ad accettarlo.
Non riuscivo a rendermi conto che per colpa mia e solo mia avevo perso la cosa più preziosa della mia vita.
Mi ero nascosto dietro Bas, dietro Zee stesso e i suoi sentimenti per lui pur di non ammettere che ero io la causa del mio stesso dolore.
Parlava di me come una cosa rimasta indietro ma per me non era finita e non sarebbe finita mai.
Prima che potesse terminare e causarmi ferite ancora più profonde, prima che mi chiudesse in faccia le porte del suo cuore, mi aggrappai a lui ancora e ancora.
Mi fiondai tra le sue braccia sprofondando la testa nell'angolo tra la spalla e il collo, quel posto che mi era stato così familiare e ora così estraneo, tentando di percepire quell'odore misto di cocco e agrumi che amavo e che mi era mancato.

Cosa fai quando sembra tutto perduto?
Quando hai trovato te stesso in un'altra persona ma questa ti lascia?
Cosa fai se non affondare in lei ancora di più, se non stringerla anche senza che lei lo voglia?
Cosa si fa quando il cuore si polverizza e non rimane più niente?
Cosa si fa quando la tua esistenza ruota intorno ad una persona che si sposta?

Saint: no, non farlo no.... ti prego.

Dissi le parole che riuscii singhiozzando, le lacrime mi finirono sulle labbra ed erano disgustosamente amare.
Mi sentii mancare mentre mi abbandonavo a quelle braccia che mi strinsero per l'ultima volta a quelle mani che si intrecciavano nei miei capelli un'ultima volta, al suono della sua voce spezzata un'ultima volta.
Anche lui soffriva, anche lui stava male e pianse con me.
Pianse la nostra storia, il nostro amore e la nostra felicità mancata.

Ed era quello il nostro addio?
Fino a quando ci fosse stata una piccola traccia di me in lui, avrei continuato a preservare il nostro amore, avrei continuato a proteggerlo e a custodirlo, non mi sarei mai arreso.
La voce risuonò rauca e profonda all'interno di quella stanza che era impregnata del nostro malessere.

Saint: continuerò, Zee.
Fino a quando tu non sarai di nuovo pronto,
continuerò ad amare per tutti e due, sarò io a farlo questa volta.

Mi asciugò il volto, ancora prima del suo.
Non proferì parola, mi lasciò un bacio tenue e mi voltò le spalle per uscire dall'appartamento.
Non rispose alle mie parole verbalmente ma lo fece con le azioni perché chiuse la porta dietro di sé senza guardarsi indietro neanche una volta.
Mi aveva appena detto che non sarebbe più tornato indietro e che in questa vita non l'avrei più rivisto.
Mi accasciai sul pavimento soffocando nel mio dolore.
Con i rimorsi e i rimpianti nell'animo decisi su quella superficie non più fredda del mio corpo di lasciare la Thailandia.

*Zee*
Saint finalmente si era mostrato a me e con il suo sfogo ebbi modo di arrivare al capolinea del mio dolore, finalmente.
Con lui era iniziato e con lui finiva.
Saint non mi mancava più, non l'amavo più come prima ma non l'avrei mai dimenticato.
Capii tutto quando non pensai al suo dolore ma solo al mio.
Quando l'unico pensiero che avevo era Bas e a come stava lui.
Chiusi definitivamente la porta del mio trauma e del mio passato tormentato una volta uscito da quell'appartamento.
Corsi, corsi con tutte le forze che mi erano rimaste verso la stazione fermandomi in un negozio solo per comprare un capello o c'era il rischio che mi avrebbero riconosciuto.
Quando arrivai l'ultimo treno era partito da un pezzo.

Zee: aspetti, aspetti non vada via quand'è il prossimo treno?


~continua ...


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