Capitolo 28. Si, no, forse.

I lampioni illuminati contornavano il lungo muretto vicino la spiaggia, simbolo che la luna era alta in cielo e le tenebre avevano avvolto il tenue paesino.
Calma.
C'era una dolce calma, interrotta solo dall'infrangersi delle onde sulla terra ferma e il respiro profondo di Bas a causa del freddo pungente.
Quando arrivammo al punto dove eravamo soliti salutarci ogni sera gli lasciai la mano notando che era fortemente screpolata.

Zee: si spaccheranno a sangue se non ci metti qualcosa, cerca di avere cura di te, già fumi abbastanza.

Si riprese la mano stizzito mentre ancora la osservavo.

Bas: guarda chi parla, soprattutto del fumo!

Dicembre era alle porte, e lui continuava a vestirsi troppo leggero, presi con forza le mani che aveva appena messo nel suo cappotto per infilarci dei guanti neri che portavo sempre nel giubbotto ma che non indossavo mai.

Zee: fermo...

Bas: dai che ci devo fare con questi, sono brutti!

Mi voltai e mi incamminai verso la mia stanza.

Zee: ci vediamo

Mentre camminavo alzai una mano per salutare ma quasi mi bloccai quando sentii le sue parole.

Bas: domani, ci vediamo domani.

Avevo molto a cui pensare, sapevo che quella notte non avrei dormito.

*Bas*
Quella era la seconda cosa di lui che mi aveva dato, la prima era stata la sua fragilità.
Non avrei mai voluto scoprirlo in queste circostanze ma non potevo negare che era grazie al suo dolore se avevo potuto avvicinarmi.
Ero una brutta persona pensando che ero grato a Saint per averlo portato da me, anche se in quelle condizioni.
Queste sporche idee non poterono fare a meno di ronzarmi nella mente e mi sentii fortunato.
Rimasi ancora lì per un po', al freddo.
In realtà percepivo il calore che mi aveva lasciato Zee, avrei voluto continuare a provarlo tutti i giorni.
Ero così disperatamente innamorato di lui e da quando lo avevo conosciuto non aveva fatto altro che piacermi ancora di più.

*Zee*
Quello strano calore che mi aveva lasciato la sua mano cos'era?
Perché? Perché stava succedendo?
Le sue parole continuavano a risuonare nelle orecchie, lui stava riempiendo tutti i miei domani.
Guardai le foto che avevo nel mio portafoglio, toccai la sua figura per non so quanto tempo cercando di trovare una risposta.
Ero ancora innamorato di Saint? Per la prima volta non seppi rispondere.
Non so se era stata la sofferenza che aveva prevalso su tutti i bei ricordi vissuti insieme o se perché adesso la mia mente era occupata da un'altra persona che continua ad insediarsi dentro di me più di quanto effettivamente volessi, ma dubitai talmente tanto, dubitai.
In punta di piedi, come un ladro bastardo si stava rubando quel poco che era rimasto.
Da un lato ero riconoscente, perché mi stava accanto senza pretendere niente, perché mi aiutava senza chiedere in cambio qualcosa, perché non forzava i miei sentimenti e mi lasciava vivere il dolore se lo sentivo.
Ma fin dove era riconoscenza e dove iniziava il mio affetto per lui?
Non dormii per niente e la mattina dopo mi fumava il cervello per quanto mi diede a pensare quel brutto nanerottolo.
Si dice che appartieni a dove si dirige la tua mente, non sapevo quanto poteva essere vero per me.
Rimasi in camera tutto il giorno, non mangiai e decisi di non vederlo.
Chiamai Tommy per distrarmi era da tanto che non lo sentivo.

Tommy: non ti sei fatto più sentire, dove sei?

Zee: lo so, lo so, ma ero impegnato a pinagere sul mio cuore spezzato, scusa.

Tommy rise e anche io.

Tommy: allora, come stai? Ti trovi bene? Non hai più postato niente neanche sui tuoi profili social, sei letteralmente scomparso.

Era vero, disinstallai tutti i social per paura che sarei sempre stato attaccato al telefono per vedere cosa postava Saint, nella speranza che mi mandasse un segno per correre e tornare indietro da lui.

Zee: volevo staccare la spina...

Ero incerto.
Da un lato ero curioso di sapere se Saint avesse chiesto di me a Tommy, dall'altro mi domandavo quanto realmente fosse importante saperlo, quando mi avrebbe cambiato la vita? Ecco, niente.
Niente avrebbe cambiato ciò che era successo.

Tommy: Zee che c'è? Ogni volta so che c'è qualcosa che non va ormai, mi scambiate tutti per il centro ascolti...

Risi di gusto

Zee: guarda che anche tu non mi hai chiamato per niente, sei stato impegnato con jimmy tutto il tempo?

Jimmy ormai era il suo fidanzato anche se ancora non lo ammettevano, entrambi.

Tommy: non c'è niente da ridere!
Ma ritornando seri...
Vuoi sapere come sta? È la prima volta dopo mesi che ti fai sentire come la devo prendere, l'hai superata oppure ci pensi ancora?

Non ne avevo idea. Sì, no, forse, se voleva dirmelo andava bene ma forse era meglio di no, non mi andava di sentire che stava bene, non mi andava di sentire che stava male, non mi andava niente.
Ma che cazzo.

Zee: ... no Tommy non voglio saperlo, solo... solo che io non voglio far soffrire gli altri come ha fatto lui.
Se devo chiudere non voglio più riaprire.

Tommy: che significa Zee?
Non mi dire... che hai conosciuto qualcun...

Non lo feci finire di parlare, in realtà ero imbarazzato.

Zee: Si ma non c'è nulla, assolutamente nulla, niente, credo.
Ah, Tommy, non ci sto a capire niente.

Tommy: ti rende felice?

Pensai a come mi aveva fatto sentire Bas fino ad allora. Era sempre stato bello passare le giornate in sua compagnia, stavo rinascendo al suo fianco.

Zee: Sì.

Tommy: non hai bisogno di altro allora, hai la tua risposta.

Tommy era molto più saggio di me, era sempre stato un buon amico però non mi stava aiutando.
Infatti si prospettò un'altra notte in bianco, la seconda.

*Bas*
Il domani per noi sembrava non essere arrivato. Dopo il mio compleanno Zee non si presentò più e questo mi fece incazzare così tanto che non ci tornai neanche io i giorni seguenti.
È vero, non ci ero tornato fisicamente ma il mio cuore era lì, e poi lo vedevo dalla finestra di casa mia quindi era la stessa cosa che andarci.
Non capivo cosa fosse andato storto, perché non mi parlava?
Credevo avessimo fatto dei passi avanti e invece eravamo più indietro di prima.
Iniziai a dubitare delle azioni che avevo fatto quel giorno al centro commerciale, forse non avrei dovuto tenergli la mano, non avrei dovuto trascinarlo in giro.
La confusione e la rabbia mi dominavano fino a quando un pomeriggio, stanco di vedere quel posto vuoto, corsi a cercarlo.
Non avevo il suo numero, non sapevo dove abitasse e non avevo la più pallida idea se fosse effettivamente ancora rimasto in quel paese o se fosse partito per la città.
Non volevo crederlo così bastardo da andarsene senza neanche avvisare.
La sera lo vedevo sempre camminare in avanti fino a che non svoltava a destra, e quindi partii da quelle poche informazioni che il mio occhio vigile aveva colto.
Andai avanti, indietro cercai vicino tutte le abitazioni ma non ero sicuro che avesse una casa qui, poteva anche stare appoggiato da un amico.
Mi sembrava di cercare un ago in un pagliaio fino a quando, dopo essermi allontanato molto dalla spiaggia, dopo ore di ricerca, notai la presenza di B&B, magari...
Entrai e chiesi di quella persona ma non ci fu bisogno di chiamarla perché me la ritrovai davanti mentre scendeva le scale.
Non ci vidi più e gli urlai contro.

Bas: ma che cazzo fai?

Lo strattonai e lo spinsi.

Bas: sei sparito senza neanche dire una sola fottuta parola. Sei impazzito?

Zee: Bas, BAS aspetta.

Non aspettai la sua risposta ero fuori di me, gli avrei dato un pugno.
Mi seguì ma non era abbastanza veloce, oppure non voleva esserlo, per non affrontarmi.

*Zee*
Mi ritrovai davanti qualcuno che era estremamente arrabbiato.
Mi ero deciso ad andare lì finalmente ma mi aveva raggiunto prima lui.
Non sapevo come aveva fatto a trovare quel posto e non mi interessava in quel momento.
C'erano ancora tante cose di lui che non conoscevo, e una me la stava mostrando proprio adesso.
Come dargli torno, lo evitavo palesemente, mi stava entrando dentro e non sapevo se fossi pronto o meno per accoglierlo.
Tentai di afferrarlo per parlare ma lui fu più agile di me e si voltò per andarsene.
Arrivammo alla spiaggia, nel solito punto quando si fermò di sua spontanea volontà.
La sua voce a tratti tremava, non sono certo se per l'emozione o la rabbia.
Mi guardò negli occhi.

Bas: Cristo Zee va bene, va bene se vuoi rimanere solo ma non farmi morire di preoccupazione. Parlami, dimmi cosa c'è che non va.
Sai gli uomini sono dotati di parola.
Tu non ti sei visto al centro commerciale.
E se fosse successo ancora? Se fossi stato male ancora da solo?
Come puoi lasciarmi per giorni con questi pensieri ?

Zee: hai ragione... scusa.... io....

Prima che potessi dire altro le sue mani presero la mia felpa abbassandomi alla sua altezza.
Le mie labbra incontrarono le sue.
Il mio naso sfiorò una delle sue guance, completamente in fiamme.

Tum, tum, tum, il mio cuore batteva, di nuovo.

Si dice che appartieni a dove si dirige la tua mente, la mia era piena di Bas.

AJAAAAAAA mi fa male il cuore.

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