Capitolo 24. Sigarette.
*Zee*
"Stai parlando con me?"
Furono le parole che rivolsi a quel cespuglio blu, senza muovermi, senza voltarmi. Non ero minimamente interessato ad avere contatti.
?: vedi altre persone...?
Feci finta di non sentire, in realtà non lo stavo facendo, ascoltavo solo il battito del mio cuore, volevo che si fermasse.
Scesi le scale, quasi ipnotizzato da quella distesa di acqua salata e guardandola mi resi conto che i ricordi felici della mia infanzia non affioravano, l'unica che mi veniva in mente era quando ci bacimmo, il ricordo delle emozioni che provai nel momento in cui mi aveva dato il bracciale che ancora portavo.
Non fumavo da ore, avevo bisogno di sopprimere i miei pensieri inalando nicotina ma quando iniziai a toccarmi le tasche dei jeans notai di non averne.
Preso già dal panico controllai nel giubbotto di pelle che indossavo e toccai la confezione di carta che cercavo.
Mi resi ben presto conto di avere un pacchetto vuoto e mi arrabbiai scaraventandolo tra la sabbia dorata.
Non controllai l'impeto dell'ira che saliva dagli angoli più stretti del mio corpo per fuoriuscire poi dalla mia bocca.
Urlai e non mi importò se quella figura mi sentisse o mi vedesse imprecare.
Zee: cazzo, perché mi fai questo eh? Non mi hai mai sostenuto, stronzo!
Imprecai verso il cielo più che potevo, mi sentivo abbandonato anche da Dio ed era l'unico a cui potevo dire come mi sentivo.
Risalì in fretta le scale quando sentii una mano tenermi il braccio.
D'istinto mi liberai prima di voltarmi e sbraitare.
Zee: ma chi ti credi di essere lasciami, ci conosciamo per caso? Non mi sembra.
?: la tua fama ti precede anche in questo paesino, tieni.
Mi prese la mano mettendoci un accendino, cartine, filtri e tabacco, tutto contenuto in una bustina trasparente.
Zee: non ne ho bisogno e comunque andrei volentieri a comprarle se mi lasciassi andare.
?: sai dove siamo e che ore sono? Non troverai nessuno aperto. L'unico tabaccaio della zona sta a 15 minuti da qui, in motorino.
Zee: ti ripeto che non mi servono e non so farle, quindi riprenditi tutto.
?: siediti e aspetta.
Forse perché ne sentivo troppo il bisogno, forse perché non volevo stare da solo e avevo paura di me stesso, delle mie reazioni sproporzionate, ma decisi di fare come diceva.
Lui era rivolto verso il mare, seduto sul muretto, io mi ci appoggiai dando le spalle al panorama.
Lo guardai di profilo mentre chiudeva con destrezza almeno tre drum.
Aveva un viso davvero piccolo, labbra sottili ed un naso molto schiacciato.
I suoi capelli blu stonavano con l'impressione dolce e tranquilla che poteva dare la sua figura.
Già notai che non era per nulla docile da come si era posto nei miei confronti ma cosa non si faceva per delle sigarette?
Me ne porse una ed io senza neanche ringraziare, affamato come un animale in gabbia, la afferrai con ansia di accenderla.
Non ci riuscivo le mani mi tremavano, così mi venne in soccorso dopo vari tentativi falliti.
Mi tolse l'accendino dalle mani e avviandosi al mio volto diede vita alla fiamma che aspettavo.
Vidi per la prima volta i suoi occhi, neri come la pece. Volevo distogliere lo sguardo, mi sentivo aggredito dalla loro intensità.
Riprese la sua fabbricazione di rotolini di tabacco per me mentre io sospiravo pesantemente ad ogni inalazione.
Finalmente mi sembrava di tornare a respirare.
Pensieri indecifrabili e sconnessi vagavano in me.
C'era voluto un anno per diventare "noi" e un attimo per tornare ad essere "niente".
Avevo legato Saint così stretto alla mia anima che adesso non sapevo più come scioglierlo, come liberarmi.
Volevo scacciare tutto e per questo fumai ancora, fumai tutte le sigarette che quel ragazzo stava facendo.
Non disse più niente, non mi chiese di smettere, non mi chiese perché, era lì, lontano ma vicino.
Lo sentivo partecipe della mia sofferenza anche se non lo conoscevo.
Mise le poche che rimasero in quella bustina, consegnandomele.
Zee: se le prendo tutte io non ti rimarrà niente.
?: servono più a te.
Le lasciò dove era stato seduto per tutto il tempo, e si avviò lungo la strada piena di ciottoli.
Zee: aspetta non so neanche come ti chiami.
Si voltò per un momento, mi sorrise e mi rispose.
?: Bas, mi chiamo Bas,
Zee: gra....
Bas: di niente, Zee.
Conosceva il mio nome ancora prima che glielo dicessi.
Per un momento ne rimasi scioccato ma avevo fatto una serie e le persone potevano riconoscermi, anche se non mi ci ero ancora abituato.
Lui peró non mi sembrava il tipo da essere un mio "fan accanito".
Ero confuso e per un breve momento Bas, con il suo fare silenzioso ma deciso, non mi fece pensare a Saint.
Diamo il benvenuto a Bas! ♡
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