Capitolo 20. Verità.

*Zee*
C'era qualcosa di strano, oppure ero solo io che ancora non la smettevo con lui, ma ogni sera che trascorrevo con Saint in quelle condizioni, sentivo la sua sofferenza, perché si riduceva così?
Quando lo riportai a casa per l'ennesima volta, accarezzandogli la testa, lo chiesi più a me stesso che a lui.

Zee: Perche ti fai questo? Mh?

(Zeepensieri: non vedi che quando ti fai del male lo fai anche a me?)

Mi accarezzò la mano, e forse, in un momento di lucidità, mi rispose.

Saint: per lo stesso motivo che ti spinge a fumare.

Fece una risata amara, così amara che si trasformò in un pianto leggero.

Mi sentivo diviso a metà.
Una metà era con lui, c'era sempre stata, ma l'altra voleva solo allontanarsi, scappare, dopo quello che era successo al suo compleanno.
Fu quella risposta che mi fece tentare ancora, che riaccese la mia speranza.
Sentivo di doverla smettere di nascondermi, sentivo che quello doveva essere l'ultimo tentativo, mi volevo dare l'estrema possibilità, la volevo dare a lui.
Non ci credevo, non riuscivo ad accettare che fossimo a quel punto morto.

Fu così che arrivammo a quel giorno, nel mio appartamento.

*Saint*
Non esisteva solo la notte, ma anche il giorno, e di giorno non facevo nulla di diverso.
Harry continuava a chiamare per il nuovo lavoro che ero tentato di non accettare, non volevo nessun altro partner, non volevo fingere di essere felice per un servizio fotografico, avevo già finto abbastanza, per tenere lontano Zee.
Qualche volta mangiavo.
Il problema era che ogni volta apparecchiavo per due, quell'odore di noodles istantanei mi ricordava la sua voce che mi aveva sempre detto di smetterla di comprare quella spazzatura, ne facevo sempre due porzioni ma puntualmente buttavo anche la mia.
Stavo lentamente morendo anche dentro.
Quando mi chiamò ero intento a guardare il film coreano di quella volta, su quel divano.
Non prestai attenzione a chi mi stesse chiamando, credevo fosse Harry con le sue stronzate.

Saint: Pronto?

Zee: Saint.. sono io.. Zee.

Sentii la sua voce dopo che la mia mente l'aveva immaginata così tante volte e fu uno shock.
Per poco non mi cadde il telefono dalla mano, io lo stavo aspettando, ma in realtà non me l'aspettavo.
Quante lacrime uscirono dai miei occhi, lascime che non credevo fosse ancora possibile produrre.

Saint: "Pi" hey, come stai?

Fu difficile, difficile far finta di stare bene, difficile non far tremare la mia voce.
Eravamo distanti, sentivo che si era allontanato da me, era quello che volevo, allora perché non riuscivo più a sentire il mio cuore?
Faceva troppo male.

Zee: perché non passi da me? Ho una cosa importante da dirti.

Non rifiutai. Non rifiutai perché volevo vederlo, perché avrei dato qualsiasi cosa per cinque minuti con lui, mi bastava sapere che viveva la sua vita, che il lavoro andava bene per continuare a respirare un altro po'.

Corsi da lui, in strada senza neanche portare un ombrello, nonostante stesse per piovere, corsi fino a non avere più fiato, perché tanto me lo avrebbe restituito la sua presenza.

Quando mi aprì la porta di casa, il mio sorriso era l'unico, lui era cupo in volto, e nel vedermi abbassò lo sguardo.

Iniziò a parlare.

Zee: Ti ho amato per tutto quest'anno di lavoro insieme, io ti ho amato Saint, non il mio personaggio, non il "me attore", io, Zee.

Disse tante cose, tutte cose che sapevo, ma la differenza questa volta era che sembrava determinato ad avere una mia risposta, e che sarebbe andato avanti, con o senza di me.

Evitai la cosa ancora una volta, tradendomi con le mie stesse parole.

Saint:.. WOW "P" sei davvero migliorato da quando abbiamo fatto la nostra serie! Ho sentito che lavorerai presto per un altro drama, chi è il tuo Co-protagonista?...

Continuai a dire cazzate che non pensavo, mentre vederlo piangere ancora per me mi stava facendo venire voglia di non essere mai andato.
Il suo pianto mi fece sentire sbagliato e semplicemente feci come ero abituato, scappai, dai problemi, dalle emozioni, le sue e le mie, dalla stanza, e andai in cucina.

*Zee*
Quando mi lasciò, ancora una volta senza risposta, ancora una volta solo con il mio dolore riuscii a vedere qualcosa che prima non avevo colto.
Come faceva a sapere del nuovo progetto? A stento ne avevo parlato con il manager e ... Tommy.
Chiedeva di me a Tommy?
Volevo sapere la verità.
Ero arrabbiato, e stanco che i miei sentimenti non avessero importanza per lui.
Andai in cucina e quello che vidi non fece altro che rendermi le cose più difficili.
Le sue guance purpuree erano rigate da acqua salata.
Presi i suoi polsi e lo bloccai per farmi guardare.
La mia voce fu meno calma di quanto mi aspettassi.

Zee: Saint guardami, e dimmi la cazzo di verità, è l'ultima volta che te la chiedo, è l'ultima volta che torno da te.

Zee: guardami ho detto.
Lo dissi gridando, gridando come non avevo mai fatto contro di lui

Zee: Saint non devi ricambiare il mio amore, non posso costringerti ad amarmi, vorrei solo una risposta.

*Saint*
Persi la pazienza.
Urlai anche io, non perché volessi, ma perché i miei sentimenti uscirono fuori più forti che mai.

Saint: cosa potrei mai darti io Zee? Che vita avresti con me?
Hai visto che persona di merda sono...

Zee: è per Perth? È per lui vero? Sei ancora innamorato...
Allora dimmelo Saint, guardami negli occhi e ripetimi che non hai mai provato niente per me, che non hai mai provato ad amarmi neanche una volta, che ti faccio schifo, dimmelo, fino a quando non cadrò disperato su questo pavimento tranciato dal dolore.

Diceva solo stronzate, Perth? Era convinto di quello che sosteneva perché non sapeva cos'era successo a quella festa privata.
Io? Non amarlo? Ma se non avevo fatto altro.

Guardai in basso deciso a dargli quello che voleva, per rabbia, perché ero ferito da quello che credeva.

Saint: come vuoi tu. Non ti amo.

*Zee*
Perché non ci credevo?
Gli sollevai il mento, volevo che lo dicesse ai miei occhi.

Zee: allora ripetimelo ancora, fissandomi.

Tentò di distogliere lo sguardo, non ce la faceva.

Lo baciai.

Zee: sto aspettando, ripetimelo.

Continuai a baciarlo, fino a quando mi prese il volto tra le mani.

Saint: lo sai già, lo sai che non lo ripeterò, conosci la verità, te l'hanno detta le mie labbra, te lo diranno ora.

Mi baciò, mi baciò come se il domani, per noi, non esistesse.


Siamo arrivati ad un punto cruciale, ed eccomi a riprendere il primo capitolo, dopo aver raccontato la storia di come si sono innamorati e persi. Come continuerà? Buona lettura!

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