Capitolo 2. Chiamalo destino, se vuoi.
Zee's pov.
Conoscevo, per modo di dire, Saint Suppapong tramite tutti i suoi lavori.
Seguii appassionatamente ogni serie, ogni intervista o sponsorizzazione che quel ragazzo così giovane era stato in grado di ottenere con le sue sole mani.
Ammiravo, veneravo, il modo in cui Saint metteva in pratica la sua professione di attore, la sua espressività, il suo modo di trasmettere le emozioni, come riusciva ad essere un tutt'uno con il suo personaggio da farmi sentire la sua agonia o la sua gioia ad ogni battuta. Le sue emozioni diventavano le mie e tutte le lacrime che versava si riflettevano ogni volta sulle mie guance.
Mi lasciava esterrefatto la sua capacità e caparbietà di ottenere i riconoscimenti che si meritava e questo non faceva altro che accrescere sempre di più la mia curiosità nei suoi confronti, avrei voluto sapere tutto quello che lo riguardava, entrare in contatto con lui seppur per una sola singola volta perchè io all'epoca ero unicamente un fanboy con il solo desiderio di fare una foto ricordo con lui, lui che era la mia fonte di ispirazione.
Di certo non potevo aspettarmi tutto quello che successe, come si svolsero le cose, ma soprattutto come mutarono i miei sentimenti per lui.
Furono i momenti bui e tormentati di entrambi, il suo appoggiarsi a me e trovare nella mia persona un riparo, la sua sconfinata fiducia nel mio lavoro che mi fecero perdere la via, che mi deviarono a tal punto da trasformarmi radicalmente.
Mi ci volle tempo e fu il tempo migliore che avessi mai investito, per Saint ne sarebbe sempre valsa la pena.
Inaspettatamente e prima di quanto potessi immaginare ebbi l'occasione di vederlo dal vivo grazie a dei pass che i miei amici si erano procurati per me come regalo di compleanno ma non riuscii davvero a godermi a pieno lo spettacolo poiché l'ansia si impadronì di ogni fibra del mio organismo. Le gambe non cessavano di tremare e scattare impazienti anche se in realtà ero fermo ad aspettare.
Intorno a me miriadi di persone sembravano essere giunte da ogni parte della città pur di incontrarlo e la cosa non mi stupiva affatto ma non riuscivo davvero a concentrarmi su nulla, la mente non mi dava un attimo di respiro.
Cosa gli dico? Spero di non fare nessuna figuraccia! Dovrei preparare delle parole da riferirgli per evitare di rimanere a bocca aperta?
Sì, decisamente.
Allora parto con il presentarmi:
Ciao! Mi chiamo...Z-z...
Se anche solo nei pensieri mi inceppavo come un vecchio cd non avrei neanche osato immaginare cosa sarebbe accaduto nella realtà. L'evento volse a termine troppo velocemente e tutti coloro che avevano pass o biglietti vip erano stati invitati a fare la fila dietro le quinte per poter andare da lui.
Iniziai a torturarmi le dita cercando di calmare il mio maremoto interiore ma nel farlo non mi accorsi dell'incontrollato fiume di sudore che iniziò a sgorgare rapido dalla mia fronte.
Manca solo una persona e poi...
«Ah, accidenti! Non avrei dovuto mettere questa felpa.» dissi ad alta voce per sciogliere i nodi dei miei pensieri concentrandomi solo sul trovare una soluzione rapida ma proprio in quel momento una donna dello staff si apprestò a pronunciare il mio nome per farmi avvicinare e controllare il mio badge.
«Prego il prossimo! Zee Pruk?» chiese per vedere se ero presente.
Per qualche fazione di secondo pensai di essere ridicolo a stare lì, per la mia età, perché l'essere fan di un attore non si addiceva ad un uomo di 27 anni ma subito mi convinsi che non avrei mai più avuto una possibilità del genere nella mia ordinaria vita e mi spinsi ad avanzare azzerando qualsiasi problema che non fosse inerente a lui.
«Sono qui.» dissi in maniera pacata cercando di nascondere tutto il turbinio di emozioni che mi stravolgevano.
«Prego, vai pure, hai cinque minuti.» mi disse dopo avermi restituito il tesserino e spostato la tenda per farmi entrare.
Avanzai di qualche passo a stento, trascinando le scarpe sul duro pavimento in legno.
Mi sentii più pesante di quanto non fossi in realtà, come se mi stessi portando dietro ingenti catene.
Sei troppo rigido Zee, non fare così, respira e controllati.
L'aria entrò ed uscì dalla mia bocca ripetutamente e in maniera rumorosa mentre mi decisi ad alzare gli occhi verso la sua figura.
Rimasi incantato non tanto dalla sua bellezza quanto dalla gentilezza e dolcezza con cui si approcciava alle persone che lo sostenevano.
Era ancora intento a parlare con una fan, che si prese più tempo del dovuto, ma lui non la mandò via, non la scostò quando si avvicinò per abbracciarlo impetuosamente, anzi la accolse sorridendo.
Questo episodio mi diede modo di pensare che stimavo la persona giusta ma soprattutto di soffermarmi sulla sua corporatura molto più alta e slanciata rispetto a come si presentava su internet e in televisione.
Era circondato da un tenue candore dovuto agli abiti bianchi che indossava, in perfetta armonia con la sua pelle delicata, l'unico tocco di colore era dato da una camicia a fantasia in cui si intrecciavano elementi gialli e rossi.
I suoi capelli erano tirati all'indietro con del gel ma qualche ciuffo ribelle cadeva sulla fronte procurandogli un leggero fastidio agli occhi, sottili come mandorle. Forse la sola cosa che potevo dire essere uguale alle foto che circolavano e che non mi sorprendeva erano le sue paffute guance.
Troppo impegnato a conservare con gli occhi ogni istante non mi resi conto che mi invitò ad avvicinarmi salutando con la mano e regalandomi un sorriso smagliante.
Quando i nostri sguardi si incrociarono davvero per la prima volta ero così nervoso, avevo quasi la percezione che si potesse sentire il mio cuore scalpitare.
«Ciao...» mi disse quando mi avvicinai abbastanza da poterlo sentire parlare.
Risposi al suo sorriso facendo nascere anche il mio, il più grande in quella giornata.
«Ciao Saint sono Zee, è un vero onore conoscerti, ti sostengo e ti ammiro da tanto, ti va se ci facciamo una foto?» pronunciai nell'immediato senza dargli neanche l'opportunità di adattarsi alla mia presenza.
Cazzo Zee stai parlando a raffica e menomale che avevi paura di rimanere senza parole mi sa che è il contrario!
Lui fece uscire una leggera risata portandosi un paio di dita alle labbra forse per camuffarla e non offendermi, purtroppo mi rendevo conto che ero stato abbastanza buffo, l'ansia aveva preso il sopravvento su di me.
«I tuoi amici mi hanno parlato molto di te eppure non mi aspettavo fossi così, non vedevo l'ora di conoscerti.»
Sgranai gli occhi alla sua risposta.
Come?! Spero di aver sentito male...
«I...miei amici ti hanno parlato di m-me?!» domandai non nascondendo la mia sorpresa.
Lui distolse lo sguardo, la sua bocca si inarcò in un leggero ghigno, e prese a firmare una foto in maniera veloce porgermela subito dopo.
«Io, Tommy, Jimmy e Joss frequentiamo lo stesso ambiente, ci siamo incontrati spesso per vari lavori insieme e mi hanno raccontato qualcosa.»
Allungai le dita verso l'oggetto che ci separava non staccando i miei occhi dai suoi lineamenti docili e precisi fino a quando lui non alzò i suoi permettendomi di immergerli sempre di più in quelle iridi scure ma brillanti che lo caratterizzavano.
È vero che li ho assillati fino allo svilimento parlando di te ma non...non mi aspettavo mica...
Quando tornerò a casa mi toccherà fare una bella ramanzina a quei tre oltre a ringraziarli fino a quando avrò vita.
«Gra..zie di tutt..to!» cercai di dire provando a riacquistare un po' di contegno dopo il mio stato di trance. Così goffamente iniziai a dirigermi verso l'uscita quando lui mi fermò dicendo «Aspetta, e la foto?» con un tono dubbioso e tenue credendo forse non la volessi più.
«Ah già!»esclamai tirando fuori il cellulare nell'immediato.
Lui si avvicinò sempre di più una volta scelta la posizione giusta fino a quando la sua guancia non sfiorò la mia leggermente, in maniera quasi impercettibile.
Sorrisi vedendo che lui faceva la stessa cosa osservandolo dalla fotocamera.
L'emozione però sopraggiunse sul mio volto in maniera troppo impavida poichè sentii di essere arrostito involontariamente. Ci guardammo ancora per un altro istante anche se io avrei voluto continuare a chiederne ancora, un altro e poi un altro fino a sommarli e creare un momento, un momento molto lungo.
«Alla prossima allora.» mi disse abbassando leggermente il capo mentre un addetto mi invitava ad uscire.
«Mh» provai rispondere mentre mi accingevo a varcare la tenda per andare via. Lo intravidi un'ultima volta mentre prendeva un regalo che gli era stato porto e con quella idilliaca immagine uscii dalla struttura.
L'aria era dolce e il sole sembrava meno luminoso ai miei occhi dopo il nostro incontro. Ero ancora incredulo, finalmente mi ero rapportato con la persona che più ammiravo ma quest'estasi che volevo godermi non mi fermò dal comporre il numero di Tommy ancor prima di dare un'occhiata a come ero venuto nella nostra prima foto.
《 Pronto. 》 mi rispose quasi subito, al secondo squillo.
《Tu e gli altri siete completamente pazzi!》gli dissi subito per poi essere inondato da un 《Sorpresa!》collettivo, erano tutti insieme.
《Bastardi! 》pronunciai con gli angoli della bocca appena sollevati.
《E allora? Gli hai detto quanto gli sei devoto?》disse Jimmy.
《E quanto sei fuso per lui?!》intervenne subito dopo Joss e le loro risate risuonarono in sottofondo.
《Aspettate che vi raggiunga e vi faccio vedere io! 》
《Siamo a casa mia.》aggiunse Tommy sgnignazzando come gli altri.
《Iniziate a scappare!》 presi a dire troppo divertito dalle loro affermazioni.
《Ti aspettiamo tremanti Pruk.》mi prese in giro Joss e attaccai pensando che avevo, molto infondo, dei veri amici.
Dopo quella volta continuai a sostenere Saint ma senza risultare così evidente come avevano invece tentato di sottolineare i miei amici, proseguii nel mio intendo di guardarlo da lontano, ovunque andasse, qualsiasi festa o evento ci fosse io ero con lui e pregavo che avesse sempre successo.
Te ne sei mai accorto? Avevi mai notato che ero lì, tra tutta quella folla ad ammirarti? Mi avrai riconosciuto?
I miei amici lavoravano tutti con una compagnia di intrattenimento e dopo qualche mese mi spinsero a fare dei colloqui, o almeno a provarci.
«Non mi sembra una buona idea ragazzi...» dissi buttando sul tavolino davanti a me i fogli di un copione che avrei dovuto imparare a memoria e facendo sprofondare la mia schiena nel divano color fango di Joss.
« Zee devi essere più fiducioso, è riuscito ad entrare Jimmy. Jimmy hai capito di chi parliamo?!» mi rispose subito Tommy che venne schiaffeggiato dietro la testa dall'oggetto della sua frase e mentre loro due iniziavano a battibeccare io misi uno di quei grandi cuscini sul volto. La testa mi girava dalla troppa confusione che roteava all'interno fino a quando fu Joss a provare a toglierlo per parlarmi.
«Penso dovresti fare un tentativo, sarà la sola e unica volta in cui faranno dei provini per dei membri fissi ho sentito dire tra gli uffici che ci sono solo altri cinque posti, provaci Zee. Alla fine non hai un lavoro stabile al momento e mal che vada ci andiamo a fare una» fece mettendomi una mano sulla spalla come incoraggiamento.
Incrociai i suoi occhi e non potei fare a meno di esternare i miei dubbi, ero frustrato.
« Ma io non ne so niente della recitazione, insomma come si fa a...» sbuffai sonoramente sprofondando di nuovo nel cuscino.
« Pensa un attimo, se noi diventiamo famosi e recitiamo in una serie inizieremo a girare per il paese e tu? Non ci vedremo più...» si introdusse Jimmy che ancora combatteva con Tommy per avere la meglio su di lui.
« Non fare leva sulla nostra amicizia.» dissi scostando definitivamente il morbido cuscino da me.
«Non hai nulla da perdere ma solo tutto da guadagnare!» disse Tommy che cercava di liberarsi dalle lunghe braccia di Jimmy intorno il suo collo.
«Mi sosterrete..»
Ma non ebbi il tempo di finire la frase che tutti e tre risposero in coro «Sempre!»
«Va bene, va bene!!»dissi ormai abbastanza convinto.
E così mi spinsero e incoraggiarono, mi diedero consigli e dritte su come comportarmi dispensando ognuno il proprio bagaglio di esperienze pregresse solo per potermi aiutare.
L'incontro si tenne qualche settimana dopo ed ebbi cosi modo di prepararmi a sufficienza.
« Allora?! Come pensi sia andata?» mi chiese subito Tommy dopo che uscii dalla stanza dove venivano fatti entrare i candidati.
Tutti e tre avevano insistito per accompagnarmi anche se quel giorno non avevano motivo di venire alla compagnia ma non mi aspettavo rimanessero fino alla fine. «Siete ancora qui!?»
<<Su, non fare storie!» rispose Jimmy.
Risi della situazione e cercando di prendere tutti e tre sotto le mie braccia dissi «Credo bene e poi...» mi guardai intorno per accertarmi che nessuno sentisse «...sono davvero il più bello qua in mezzo!» e loro scoppiarono in fragorose risate cercando di prendermi in giro.
«Non più bello di me!» rispose Joss che poi aggiunse «Andiamo a pranzo va', è meglio!»
Fui contento alla fine di aver ascoltato i miei amici perché così che iniziai a lavorare nel mondo dello spettacolo e a fare il modello come primo passo.
Fu così che ebbi l'occasione di cambiare la mia vita, fu così che mi si presentò l'opportunità più grande della mia esistenza.
Iniziai, per via del mio nuovo lavoro, a prendermi sempre più cura del mio aspetto fisico, della mia salute, praticando molta palestra tutti i giorni e assumendo proteine in polvere durante i pasti per aumentare la massa muscolare. In quel periodo di cambiamenti conobbi una ragazza di nome Wendy che era sempre presente in palestra come personal trainer di alcune ragazze e ci volle poco meno di una settimana tra sguardi equivoci, frasi mascherate e tocchi volontari per finirci a letto. Non potevo dire di aver avuto una relazione vera e propria con lei ma c'era questa questa donna nelle mie serate, una comune e ordinaria bella ragazza che riempiva quelle notti troppo lunghe e solitarie.
Il nostro rapporto era composto per buona parte da puro sesso poiché molto spesso mi rifiutavo di uscire con lei anche solo per mangiare qualcosa, risparmiavo tutto per gli eventi di Saint, e nonostante poi venne a conoscenza della mia passione per i drama e per quel giovane attore continuò a venirmi dietro imperterrita, anche se non l'amavo mi divertivo.
Il tempo trascorse tranquillo e senza intoppi continuai i miei progetti e portai avanti le mie passioni fin quando in un giorno di aprile, calmo, sereno, come era sempre stata la mia vita fino ad allora, la compagnia per cui ormai lavoravo, ormai stabilmente, decise di collaborare con un'agenzia di attori esterni al nostro gruppo. Insieme i due enti decisero di creare una serie tv con l'obiettivo comune di dar vita a qualcosa che stravolgesse definitivamente il mondo dell'intrattenimento.
Tutti potevano avere la possibilità di partecipare ai casting per i protagonisti principali, comprese anche persone comuni, era un progetto così grande da aver bisogno di molte comparse.
Strappai il foglio che era affisso prendendolo tra le mani e osservandolo con avidità.
«E' ora di mettere in pratica tutto quello che ti abbiamo insegnato.» mi disse Joss comparendo alle mie spalle.
« Ho già recitato in qualche spot pubblicitario ricordi?» gli risposi subito.
« Sì ma qui siamo su un altro livello, ricordati i nostri consigli e sarai strabiliante, brillerai.»
Voltai il capo per guardarlo e aggiungere «Grazie amico, voglio farcela.»
Partecipai alle selezioni non avendo la minima idea che potessi avere una così grande fortuna. Varcai la soglia con solo la speranza che mi accompagnava e fu lì che lo rividi tra centinaia di persone e che lo riconobbi tra tutte, fu lì che sentii il destino gravitare sulla mia esistenza. Quante probabilità c'erano che potessi vedere la sua figura ergersi e distinguersi tra i molti mentre sfogliava le pagine del copione che ci era stato dato in anticipo?
Il dito, prima di essere passato tra la carta sporca, faceva un leggero giro tra le sue labbra toccando appena la lingua in modo tale che potesse rileggere il tutto velocemente senza perdere tempo a staccare i figli incollati tra di loro.
Era circa un mese che non faceva più eventi e io cui non ebbi modo di vederlo dal vivo ma in tanto continuava ad avere la pelle così candida che il sole sembrava aver paura di bruciarlo quando lo sfiorava, il suo sorriso continuava a mostrare in fila quei denti così nivei e i capelli persistevano nel rimanere scompigliai anche se questa volta era meno evidente poiche' portava una frangia aperta sulla fronte. Lo vidi confrontarsi con alcuni ragazzi tenendo con il dito la riga per non perdere il segno di quello che stava analizzando e mi apprestai ad introdurmi anche io dato che ero rimasto sull'uscio.
Sì, l'orologio aveva continuato a ticchettare e i giorni sul calendario ad avanzare, tutto scorreva e passava inesorabilmente ma una cosa non era cambiata dal nostro primo incontro reale: la strana sensazione inspiegabile che provavo alla sua vista.
Joss, Jimmy e Tommy mi prendevano sempre in giro per quanto fossi legato nel mio piccolo a Saint, a come cambiavo quando si trattava di cose che lo riguardavano e io a volte non sopportavo che dicessero tali idiozie, la mia era solo ammirazione, o così almeno era all'inizio, così volevo convincermi che fosse.
Non distolsi il mio sguardo da lui per non perderlo di vista tra la folla ma non sapevo esattamente cosa sperare.
Voglio che mi veda? Si ricorderà di me, no?
Non ebbi il tempo di formularmi altre domande, di trovare una risposta ai miei quesiti e interpretare le mie volontà che lui smise di prestare attenzione a quella pila di documenti che furono accompagnate ad incontrare il pavimento per prendere la bottiglia d'acqua. Le labbra fragola aderirono al collo della plastica dura mentre il contenuto si riversava nella sua gola ma subito dopo, pulendosi leggermente le estremità, sì voltò per caso, forse, nella mia direzione.
I suoi occhi color legno di ciliegio si posarono su di me indugiando e io non mi mossi, non terminai quel contatto inaspettato. In un debole istante la stanza per me fu vuota, nessun brusio, rumore arrivava al mio orecchio se non la mia frequenza cardiaca che rimbombava e riecheggiava dentro di me.
Il destino ci aveva congiunto, c'eravamo trovati.
Saint's pov.
Quel ragazzo che mi era stato descritto come il mio grande sostenitore dagli attori che incontrai sul set di una collaborazione si presentò al mio evento e io non me l'aspettavo. Credevo che i suoi amici lo stessero prendendo in giro o meglio che stessero prendendo in giro me e invece si dimostrò tutto reale.
I capelli neri gli contornavano il viso scolpito, la mascella era pronunciata e gli donava dei tratti decisi, sembrava davvero un duro ma quando mi sorrise fu come se il suo volto si fosse tramutato in qualcosa di estremamente delicato e tenero, con gli occhi che si ridussero e sole due leggere fessure. Forse erano proprio quelli, aveva gli occhi che lo erano, dolci.
Sorrisi appena e cercai di nascondermi per questo, non volevo che si sentisse deriso, anche perché rare volte avevo avuto il piacere di rapportarmi con dei fan maschi. Quando finì l'evento anche se ero stanco stremato chiesi a Chen, il mio manager, un favore.
«Puoi procurarmi la lista di chi aveva i biglietti vip? Ah e spegni il mio telefono, non fa altro che vibrare.» e mi lasciai andare sul divano che era presente in quella piccola stanza adibita a camerino.
«Che devi farci?» mi rispose curioso e poi aggiunse « Tieni» passandomi il cellulare.
«Tu portamela e basta, poi non potevi spegnerlo tu questo?»guardai poi l'oggetto pensando che cercare in tutti i tag e le foto che sarebbero usciti era impossibile e poi la mia era solo curiosità.
Chen uscì dalla stanza per poi tornare con una cartellina come da me richiesto. Mi rianimai subito e presi a sfogliare la pila che mi aspettava.
«Eccolo!» dissi soddisfatto.
«Cosa?!» e provò ad avvicinarsi per sbirciare sul foglio che avevo tra le mani.
«Niente, fatto, posa tutto.» gli dissi poi alzandomi.
Zee Pruk, Pruk era il suo cognome, era così che si chiamava per intero quella persona che mi aveva destato curiosità e stupore.
Dopo quel nostro incontro non lo vidi più, ad ogni evento successivo speravo rivenisse dietro le quinte ma non ebbi così tanta fortuna. Poi smisi di fare anche quelle poche apparizioni in pubblico, per circa un mese chiesi al mio manager di non fissare più spettacoli del genere visto che ero impegnato con lo studio all'università e così le possibilità scesero sotto lo 0%.
Non credevo avrei più rivisto quel viso e un po' mi infastidiva, si era tanto decretato mio fan, aveva fatto parlare di sé ai suoi amici e poi era scomparso.
Era un normale giorno di studio a casa quando Chen venne portando con sè pile e pile di dossier per lavoro.
«Che ci fai qui? Ti ho detto che non è il caso di lavorare, l'esame è vicino e poi sai che manca poco alla laurea.» lui si fece spazio da solo per entrare in casa dove non era stato invitato.
«Oh avanti Saint, sai pure tu che non puoi continuare con questi piccoli lavoretti, per sfondare ci serve una cosa nuove e fresca.» e si avvicinò al tavolo della cucina buttando tutto il materiale che aveva con sé e sventolandomi davanti agli occhi un manifesto.
Lessi attentamente ogni riga ma glielo strappai da mano innervosito.
«Chen! Ti ho già detto di no! Non sono sicuro di voler entrare nel casting per una nuova serie in futuro né tanto meno questa che è a breve!»
Lasciai l'ambiente prima di combinare qualche guaio e perdere la pazienza ma lui mi seguii precipitosamente.
«Saint ma questa è una grande opportunità! Potrebbe diventare una serie internazionale sai quanta fama avresti? Il tuo sogno di diventare il migliore sarebbe ogni passo più vicino.»
Chen era quasi più ambizioso di me e mi spronava avere una persona del genere al mio fianco come mentore ma mi sentivo ancora strano e titubante dopo tutto quello che era successo in passato.
«Non mi sento al sicuro phi.»dissi sincero per cercare di togliermi il suo sguardo di dosso.
«E' per questo che sono qui, ho mandato già la tua candidatura e mi hanno spedito il copione, inoltre ho preso informazioni sul regista, la compagnia, tutto. Cosi potrai accertartene anche tu.»
Lo guardai perplesso ma alla fine non solo mi convinse a dare un'occhiata in giro ma anche a presentarmi alle audizioni.
Quel giorno ero estremamente agitato, conoscevo le mie capacità anche sotto pressione ma inserirmi di nuovo nell'ambiente mi rievocava vecchi ricordi che preferivo soccombere e cercavo invece di darmi forza con pensieri positivi.
Andrà meglio questa volta, deve. Adesso indossarò il mio sorriso migliore e conquisterò il posto che mi spetta come attore principale.
La titubanza però non smetteva di essere la mia caratteristica principale, ero sempre in tempo ad aprire la porta e andarmene e fu questo l'ultima idea che mi attraversò la mente mentre bevvi un sorso d'acqua.
Con la coda dell'occhio mi parve di vedere qualcuno di familiare ma non ne ero sicuro così continuai le mie azioni fino a quando mi voltai per appuramene, la curiosità mi ammazzava.
Ed eccolo lì, era davvero lui.
Una figura snella mi si proiettava negli occhi, alta, più grande che guardava nella mia direzione, con le stesse iridi, lo stesso taglio delle labbra che avevo visto mesi addietro, era lì anche lui.
Tutte le congetture che mi ero fatto sparirono e sentii di dover prendere quel ruolo, farlo mio, quando i nostri sguardi si incrociarono e tramettendomi una sicurezza immensa, come se tutto questo fosse scritto da qualche parte ma non su un copione, io, lui, qui nello stesso posto e nello stesso istante.
Fu la prima volta che ebbi la sensazione di non dovermi far scappare le opportunità che mi si presentavano perché forse non si sarebbero mai potute ripetere.
Zee Pruk. Era quello il nome del mio destino?
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