Capitolo 1. Confessione.

Zee's pov.
Una bugia è meglio del silenzio, continua, persevera nel creare quell'illusione in cui cerchi conforto. Mentire, ingannare me, te, noi è l'unico modo che conosco per andare avanti.

La mia mente non smetteva di crearsi dei paracaduti, delle scusanti per tutte le mie azioni.

Prendi la sua mano, bacialo, non contenerti, puoi sfruttare l'occasione, pensare che sia tutto un gioco.

Mascheravo i miei gesti, le innumerevoli preoccupazioni che pativo per lui ogni giorno, fino a fargli credere che dietro di loro ci fosse solo finzione.
Ogni sorriso, parola e azione che mi rivolgeva e che erano così leggere per lui rappresentavano il mondo per me.
Chiusi qualsiasi tipo di porta, di spiraglio, dopo che l'amore che provavo mi aveva ridotto in pezzi l'anima fino a squarciarla, l'unico che sanguinava ero io mentre lui guardava ma non vedeva, non mi vedeva.
Dopo due mesi di pura agonia, in cui il nostro rapporto sembrava non essere mai esistito, quella sera ero deciso a cacciare tutto.
Perché andare avanti e preservare qualcosa che si era ridotto in cenere già da tempo?
Cenere.
Quella in cui si trasformarono tutte le sigarette che fumai avendo nella mente il suo nome.
''E' impossibile Zee, sei solo confuso amico.'' Ecco cosa mi aspettavo da lui. Avevo passato innumerevoli notti ad immaginare le sue possibili risposte ma non ero pronto per sentirle.

E' stata la serie che avete girato insieme, sei nei panni del personaggio, non riesci ancora ad essere Zee, il vero te non proverebbe mai qualcosa per il suo collega.

Quante volte? Quante tentavo di rifilare a me stesso le stesse identiche cose ogni momento della mia esistenza? Prima di accettare il mio sentimento non facevo altro che reprimere, sotterrare nell'arida terra della mia anima quanto fossi disperatamente innamorato di lui.
Recitai perfettamente la mia parte anche dopo essere usciti dal set della serie tv che girammo insieme, continuai a mantenere la mia maschera solo per poterlo avere accanto più che potevo, per paura che se avessi rivelato le mie vere emozioni se ne sarebbe andato.
Arrivò un momento però nella mia vita in cui anche l'attore presente in me si stancò del suo personaggio, ben presto mi accorsi di quanto avessi bisogno di esternare cosa provassi veramente e tutte le mie perplessità svanirono davanti l'occasione di poter finalmente eliminare il mio macigno.
La mia vita non era un palcoscenico, non volevo più recitare nella realtà.
Quanto sarebbe rimasto sorpreso sentendo la mia voce dopo così tanto tempo? Prestavo attenzione a tutto tranne a me, a come invece avrebbe tramato il mio cuore all'udire l'unico suono che adoravo, a quanto inconsciamente lo desiderassi vicino.
Mentre componevo il suo numero gocce di sudore sgorgavano incessante dalla mia fronte e le dita tremanti sullo schermo del telefono riflettevano un'angoscia interna che non mi dava pace.
Non potevo immaginare che lui tramite uno stupido aggeggio elettronico mi avrebbe fatto sentire tutta la sua delusione.
Delusione che iniziò a riflettersi anche su di me.

Sto facendo la cosa giusta? E se avessi sbagliato tutto invitandolo qui?

Le risposte alle mie domande non vennero date neanche quando lui varcò la soglia del mio appartamento, non riuscivo a decifrare il suo stato d'animo. L'unica cosa palpabile era l'atmosfera tesa e infelice che aleggiava nel grande salone.
Nonostante i nostri sguardi fossero schivi e incredibilmente distanti quelle volte che poggiavo nervosamente i miei occhi su di lui non potevo fare a meno di pensare quanto fosse straordinariamente bello e come il tempo non avesse cambiato niente, ne' lui, ne' il mio cuore. 
Mi decisi a proferire parola dopo un silenzio vuoto solo perché non volevo indorare la pillola, alla fine quello a prenderla ero solo io.
Non potevo dargli la colpa di aver perso totalmente la ragione, non era colpa sua se avevo bisogno di lui per essere migliore ma neanche nella più lontana immaginazione avrei pensato possibile la reazione che ebbe.
La parte più dura fu iniziare ma una volta dato il via le parole incominciarono a straripare come un fiume in piena e allo stesso modo le lacrime non smisero di sgorgare dai miei occhi inondandomi il volto.
Ogni sillaba, pesante, imponente, usciva dalla mia gola bruciandola come acido ogni volta che ci passavano.
Dolore, agonia ma al tempo stesso liberazione e sollievo mi colpirono in pieno petto.
«Sono mesi che ci sentiamo poco, non ci vediamo, non ci rivolgiamo la minima attenzione sembra che quello che avevamo prima sia evaporato e che non abbia lasciato neanche una debole traccia ma non ritengo di dovertelo dire io, è palese. Per quanto possa sembrare infantile da parte mia non voglio proseguire neanche il poco lavoro che ci rimane da fare. Pagherò la cauzione per scindere il nostro contratto, farò qualsiasi per non rivederti più se è cosi che deve andare.» dissi vagando nella stanza, non riuscendo a controllare a pieno il mio corpo.
Saint mi guardò come se avessi detto qualcosa in un'altra lingua, come se non avessi affermato una sola vocale di senso compiuto e riuscì a farmi sentire fuori luogo con una semplice occhiata.

« Phi*cosa ti succede così all'improvv... » cercò di rispondermi ma lo interruppi subito raccogliendo tutto il coraggio che potevo.

Devo dirgli la verità, la pura e semplice verità, avanti Zee smettila di fare il codardo.

«In realtà Saint voglio smettere di lavorare con te perchè finalmente ho incontrato una persona. Solo che prima...» presi un enorme respiro prima di proseguire «... prima il mio cuore era occupato...»

Dai continua Zee, puoi farcela, devi.

«... da te. »

Per quanto volessi essere trasparente e sincero ancora una volta mi nascosi e questa volta dietro una persona immaginaria che avevo incontrato, mi nascosi come un topo rognoso.

Continuo, persisto a rimanere nel grigio.

Tra noi scese un silenzio lapidario, mi osservava ma non si apprestava a voler proferire niente e allora non mi restò che percorrere la strada intrapresa. Sembrava che avessi sbagliato percorso sin dall'inizio e che il mio navigatore fosse guasto visto che insistentemente mi portava da lui.

Bugie, terrore, ciao vecchio Zee, non mi abbandonerai mai.

Come devo fare per esternare i miei pensieri, come faccio a dirti che in realtà non c'è mai stato nessuno oltre te Saint ma soprattutto sarò libro dopo aver compiuto questo passo? Mi sentirò finalmente in pace?

«Ti ho amato per tutto quest'anno di lavoro insieme, io ti ho amato Saint, non il mio personaggio, non l'attore ma io soltanto, Zee...»

A baciarti ero io, ero io che ardevo di passione per te, ero io quello geloso, ero io, sempre.

«...ma non devi preoccuparti ho solo bisogno di starti lontano così che possa aprire il mio cuore a quella persona.»

E' così egoista da parte mia volere che tu  ti senta in pena per me? Potresti prendermi in considerazione? Sentimi Saint.

Non mi fermai per dargli modo di elaborare quanto gli avessi appena rigettato addosso ma solo per cacciare tutta l'aria che avevo trattenuto e tremando appena la mia bocca continuò a muoversi.

«Non sei stato il mio primo amore ma il più straziante, più mi avvicinavo a te più sentivo di essere risucchiato in una cosa che non potevo controllare, sei stato la mia splendida e luminosa luna ma io, io ero il sole e per farti nascere dovevo tramontare.»

Mi sforzai inutilmente di non inumidire i miei occhi con quell'acqua salata ma fu tutto inutile. Incominciai a piangere incessantemente non avendo vergogna davanti a lui e per una volta concentrandomi solo sul grande senso di liberazione che mi penetrò.
Non mi importò che non dicesse nulla fino a quando i minuti iniziarono ad accumularsi in maniera eccessiva. Perché non aveva una reazione? Gli avevo appena aperto il mio cuore e non ricevevo neanche una di quelle frasi già pronte alla Saint?
Le mie idee furono bruscamente interrotte da un applauso sordo proveniente dalle sue mani.
« Wow Phi sei davvero migliorato nella recitazione da quando abbiamo finto la nostra serie, sei straordinario. Ho sentito dire che lavorerai presto per un altro drama sai già chi sarà il tuo Co-protagonista? E'  fortunato ad avere l'occasione di interagire con un professionista come te. Dì la verità hai inventato tutta la parte iniziale per farmici cascare! »
Prima ancora che mi arrivassero tutte le sue affermazioni e percorressero interamente la mia mente la rabbia si innestò in ogni parte di me. Come aveva potuto snobbare tutto lo sforzo che mi era costata quella confessione?
Sentii appena le altre cose che pronunciò troppo intento a dare adito alla mia furia.
«Divertente, il tuo giochetto, hai mai pensato... »
Non ebbe modo di proseguire poiché scattai in avanti verso di lui chiudendo i pugni così forte da poter quasi toccare con le unghie la carne viva.
Le urla lasciarono la mia cavità ancor prima che potessi realmente accorgermene, avrei voluto urlare ancora più forte.

«Sta zitto Saint! Non hai il diritto di agire in questo modo!»
Gli occhi quasi mi uscirono dalla loro sede naturale per lo sforzo in atto.
Lui mi rispose senza però degnarsi neanche di incrociare i nostri sguardi. «Basta adesso Zee, ti ho già detto che sei bravissimo, possiamo anche terminarla qui o mi spaventerai.
Hai comprato da mangiare? Sono sempre affamato lo sai! »
Esternò quell'ultima frase con un sorriso appena accennato e si diresse verso la cucina.
Avrei tanto voluto prenderla a ridere anche io.
I suoi passi smisero di risuonare nell'ambiente e quasi sembrava volermi privare di aggiungere altro.
Nell'immediato momento in cui lasciò la stanza un senso di amarezza prese il sopravvento sulla rabbia e mi accasciai ai piedi del divano in stoffa nera. Tutto intorno a me sembrava più grande del normale ma forse era solo la proiezione del vuoto che avevo dentro.
Rimasi da solo, con il rammarico più profondo che potessi provare.
Chi dice che quando il cuore è spezzato non si sente più niente? Perché beh, vorrei trafiggerlo con le lame del mio, ora distrutto.

Saint's pov.
Quando Zee mi invitò a recarmi nella sua dimora ebbi la strana sensazione che non sarebbe successo niente di buono ed era intuibile dal tono della sua voce.
Feci di tutto per sviare l'argomento della nostra conversazione, per non dichiarare quanto stessi peggio di lui a fingere di non sapere.
Quanta energia mi era costato inventare un sorriso, non cadere in ginocchio su quel freddo pavimento al sentire dei suoi singhiozzi insistenti.
Quanto mi era costato non correre tra le sue braccia e asciugare con teneri baci quelle lacrime che non smettevano un secondo di rigare le sue guance. Tutto il mio sforzo uscì fuori sotto forma di lacrime quando riuscii a fuggire in cucina quasi per caso,lasciando quell'ambiente che era diventato soffocante. Lì, finalmente solo, mi appoggiai con le braccia tremanti al tavolo, la frangia mi coprì leggermente il volto e feci ricadere le mie iridi lacrimanti sulle mani ora chiuse, aggrappate contro la ruvida superficie.

Ruvida e sporca, come i pensieri che aleggiavano nella mia mente.

lo sapevo già che mi amavi Zee ma da stupido egoista quale sono non posso permetterti di renderlo reale, non posso permettermi di perderti per nessuna ragione.

Super sorpresa! Che emozione aggiornare non esiste il grigio.
Piccole indicazioni, penso che inizierò a correggere/scrivere un capitolo a settimana della storia, come sempre se la ascoltate con la playlist dell'ultimo capitolo è più intenso.
Fatemi sapere cosa ne pensate e non spaventatevi se il capitolo nuovo lo trovate sul fondo ci finisce in automatico da quello che ho capito e risalirà una volta revisionato anche tutti gli altri.

*per i nuovi arrivati "phi" è il modo in cui un ragazzo più giovane chiama un ragazzo più grande.*

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