56. Per te ci sarò.

Passiamo la giornata in ospedale. Mia madre è felice di vederlo e lui insiste per darci il cambio mentre andiamo a riposare.
Ma mio padre torna qui e quindi é Ignazio a riportarci a casa. E menomale perché mia madre é mezza tramortita e io non mi tengo in piedi.

Arriviamo a casa e mia madre va subito a fare la doccia mentre io resto con Ignazio.
- vado in albergo stanotte. - dice -non voglio disturbare, avete fin troppi pensieri.

- no.-rispondo.-non dai nessun disturbo. Sei qui perché ti ho chiamato io. Lascia almeno che ti ospiti.

Lui sospira - e va bene. Adesso perché non vai a riposare? -dice.

-ti preparo la stanza degli ospiti. - dico.

Lui scuote la testa -non c'è bisogno, lo faccio io.

Mia madre torna di sotto in quel momento già di nuovo vestita.
Sente la conversazione- se vuoi posso prepararla io.-dice - ma potete anche dormire nella stessa stanza. - continua stancamente. - in fondo a Bologna non credo abbiate dormito in camere divise.

La cosa é più che strana ma capisco derivi dall'emergenza.
- dove vai? - le chiedo.

- in ospedale.

- no mamma. Devi dormire un po '. C'é papà in ospedale, ci farà sapere qualsiasi novità. Se non riposi un po' crollerai.

Lei alla fine accetta a malincuore.
Sia io che Ignazio andiamo a fare la doccia (in due bagni differenti eh, già condividiamo la stanza, non esageriamo). E poi ci stendiamo sul mio letto mentre ho ancora l'accappatoio. E tra le sue braccia crollo in pochi minuti.
Mi risveglio avvolta nella coperta, Ignazio mi sta ancora abbracciando.

È già pomeriggio.
Ci alziamo e trovo mia made in cucina che prepara dei panini per mio padre ancora in ospedale.

- hai dormito?-le chiedo.

Lei annuisce - mi sono appena svegliata e tu?

- anche io. Appena vuoi possiamo andare.

Poco dopo siamo di nuovo in ospedale. Finalmente ci avvisano che Daniele verrà spostato in una camera e che é fuori dalla terapia intensiva nonostante non sia ancora del tutto fuori pericolo.

Quando entriamo nella stanza lui sembra fatto di cera. La pelle é più pallida del solito, il suo corpo é percorso da vari tubi.
L'unica ragione per la quale non piango é che non lo fa mia madre e non vorrei essere io a dare il via al piagnisteo.
Stiamo lí fino a tarda serata.

Poi mia madre mi prende la mano. -Io e tuo padre restiamo qui.

-resto anche io.-affermo.

-No. - replica lei- voi andate a casa. Sei stata qui tutta la notte e tutto il pomeriggio. Vai a riposare.

-Ma se...

-Se dovessero esserci novità ti chiamo.

La guardo, la sua espressione mi fa capire che per quanto io replichi verrò rispedita a casa.

-okay.-mi arrendo alla fine.

Mia madre mi bacia sulla fronte, poi si rivolge ad Ignazio -ti spiace fare compagnia ad Amelia?

Sembra più che ovvio che lui verrà con me ma quando alzo gli occhi su loro due capisco cosa gli sta chiedendo in realtà. È una tacita richiesta di stare attento a me che sembro un tantino fuori di testa.
Ignazio annuisce, ha capito anche lui - Nessun problema.

Poi anche lui la saluta e ci dirigiamo alla macchina. Ignazio mi passa un braccio attorno alle spalle. È rassicurante la sua vicinanza. È rassicurante la sua forza, il suo corpo solido accanto al mio che non crolla per poco.
-Andiamo a casa.-sussurra. - devi mangiare qualcosa e riposare.

-Non ho fame.-replico flebilmente e meccanicamente come faccio da stamattina. A dire il vero da due settimane. Come se anche con lui dovessi fingere di essere più forte di quello che sono -E non sono stanca.

Ignazio mi asseconda- lo so. Ma potresti farmi compagnia. Io sto morendo di fame.

Ma ovviamente non serve fingere con lui.

Sorrido - va bene.
Lo guardo, lui sì ferma un secondo
-Che succede?-chiede.

-Grazie.

-Ancora ringraziamenti? Te l'ho già detto che non devi ringraziarmi.

-grazie in ogni caso.

Ride - e va bene. Ma adesso mangi tutto quello che ti metto nel piatto.

Alzo gli occhi al cielo mentre usciamo fuori - e va bene.

Ci fermiamo davanti ad una tavola calda- Vuoi scendere? -Mi chiede.

Scuoto la testa, non mi va per niente di far vedere le mie occhiaie in giro e magari che qualcuno che conosco mi faccia qualche domanda. Ignazio lo capisce - cosa preferisci? Arancino, pizza, schiacciata? Tutti e tre?

rido- Schiacciata al prosciutto cotto, grazie.

Annuisce - perfetto. Torno subito.

Qualche minuto dopo risale in auto porgendomi due vassoi incartati e un piccolo sacchetto di carta.

-Vuoi farmi mangiare tutta questa roba?-chiedo allarmata. Quando si mette in testa una cosa...

Ridacchia - no. Ho pensato di portare qualcosa da mangiare ai tuoi. Ti dispiace se torniamo all'ospedale un attimo? Ci metto cinque minuti.

Che ho fatto io per meritarmi questo ragazzo?
-Certo che non mi dispiace. Non ci ho pensato che avremmo potuto. Per fortuna che ci sei...

Mi fa l'occhiolino -per così poco.

Riprende la strada dell'ospedale.
-ho pensato una cosa.-dico.

Lui mi guarda un attimo - si?

- se qualcuno ti riconosce mentre sei qui verranno confermate le voci, giusto?

Lui alza le spalle - immagino di si. Ma tanto a Pasqua lo hanno già fatto.

-hanno fatto cosa?

- non hai visto le foto?

- non ho visto niente. Non ho guardato nulla a parte i tuoi social che però erano muti.

Sospira - ci hanno fotografati al bar. E anche con quel pezzo di merda. E hanno perfettamente immortalato la nostra lite.

- mia e tua?

- no, intendo con lui. Mi dispiace davvero tanto di avergli messo le mani addosso. Ma...

Metto la mia mano sulla sua sul cambio -non devi dispiacerti. Lo hai fatto solo perché è stato un idiota.

- posso chiederti una cosa?

- si.

- lo hai più sentito o visto?

- l'ho visto per strada e per poco non l'ho preso a schiaffi. - sorride - ma non l'ho più sentito, l'ho bloccato ovunque. E che io sappia è tornato a Londra.

Annuisce - sarei possessivo se ti chiedessi di non vederlo più?

Scuoto la testa - non voglio vederlo in ogni caso. È stato un errore cercare di recuperare il rapporto.

- ti giuro che non lo dico solo per quello che è successo. Il modo in cui ti parlava, come si è messo in mezzo tra te e la macchina...quando ha richiuso la portiera. Era un comportamento da idiota e da violento.

- mi ha sorpresa. Non si era mai comportato così con me. Io credevo che in due anni non fosse potuto cambiare poi tanto. E invece mi sbagliavo.

- eravate molto amici?

- si. Siamo praticamente cresciuti insieme. Ma due anni fa mi ha detto che era innamorato di me. E io non lo ero di lui. Ma ha insistito perché ci provassimo e alla fine ho detto di si. Ma non andava. Lui è sempre stato un tipo possessivo ed egocentrico. Ma mentre eravamo solo amici la cosa mi toccava fino a un certo punto. Quando ci siamo frequentati la cosa è peggiorata. E poi lui é partito per Londra e io non l'ho più cercato né ho risposto. Mi sono comportata male e quando mia madre mi ha detto che era tornato ho pensato di poter rimediare al mio errore. E sono stata talmente ingenua da non capire che in realtà non gli era passata.

Ignazio mi guarda - grazie per avermelo raccontato. Lo so come sei fatta e capisco le tue intenzioni.

Sospiro - non mi fido di nessuno ma di lui mi sono fidata per ciò che era stato in passato.

-lo capisco. E voglio che tu sappia che non ho mai dubitato di te.

- lo so. Me lo hai detto.

- sono stato uno stronzo.

- no. Non é vero. Ti sei comportato meglio di me.

Scuote la testa - ti avevo detto che non ne avrei parlato ma l'ho fatto.

- va bene così, è meglio. Voglio che parliamo di tutto. Ed è meglio chiarire ogni cosa che restare con i dubbi.

- mi dispiace di non esserci stato. E mi dispiace di vederti così esausta.

- va tutto bene. Sono state delle brutte giornate. Non sono l'unica al mondo.

- sei il mio Scricciolo e non ti lascerò fino a quando non ti vedo meglio.

-ergo sono un uccello spelacchiato?

Ride - non proprio ma sei ancora più piccoletta, diciamo così.

- ho fatto un po' di dieta.

- non lo dire neppure per scherzo. Devi mangiare Amelia.

- non è che non abbia mangiato, davvero. È che non ho avuto molta fame ultimamente. Ma sto bene.

- mi dici la verità?

- certo che dico la verità. Niente di fuori dalla norma. Ho mangiato poco. Mi sono concentrata sullo studio. Mi sono un po' sfiancata, tutto qui.

Sospira - va bene. Ma adesso ci sono io e cucineró per te le mie specialità.

Rido - va bene.

- andrà tutto bene. Daniele starà bene.

- lo pensi davvero? In certi momenti credo che...

- no Amelia. Non pensarlo neppure un secondo.

- te l'ho detto che sono felice che sei qui?

- mi sa di no.

Quando arriviamo al parcheggio dell'ospedale vorrebbe salire da solo ma io scendo in ogni caso.
Mando un messaggio a mia madre che esce fuori immediatamente.
Quando vede il vassoio corruga un attimo la fronte, poi sorride ad Ignazio -grazie.-dice - sei un tesoro.-poi lo abbraccia brevemente.

Poco dopo siamo di nuovo in auto e questa volta sulla via di casa.
Prendo il sacchetto di carta che ha preso al bar- cosa c'è qui?-chiedo.

-Ah! Me ne stavo dimenticando. Una cosina per te.

Apro il sacchetto, dentro ci sono dei dolcetti al cocco. I miei preferiti.
Sorrido - grazie.

-Ne mangi almeno uno?

Annuisco - volentieri.
Do un morso a un dolcetto che per un attimo addolcisce la mia serata.
-Ne vuoi uno?-chiedo.

-No, grazie. Sono per te.

-Ma io sono generosa.

Ridacchia - pazienza. te li mangi tutti tu.

-tutti? vuoi che mi venga l'orticaria?

-mai sia! -ride. -che poi ti devo curare io e l'ultima volta che dovevo curare il mio criceto é durato una settimana.

Faccio l'indignata- mi stai paragonando al tuo criceto?

-Tanto tu non sei molto più grande. Sei uno Scricciolo.

Rido, mi è mancato anche sentirmi chiamare così- me ne ricorderò. - dico mentre gli infilo in bocca un dolcetto.

Lui preso alla sprovvista mastica e poi ingoia- Mamma mia ma come ti piacciono? Sono troppo asciutti. E poi tutti sti grumi...

-Sono pezzi di cocco, non grumi tontolone.

Mi guarda - chi è che è tonto?

-Tu. -dico sollevando le sopracciglia - tu sei tonto.

Scuote la testa - a casa te lo dico io. A proposito, l'ultima schiacciata al prosciutto l'ho presa per me. Tu mangi quella alle olive.

Rido - neanche per idea.

-Hai detto che mangiavi tutto quello che ti mettevo nel piatto.

-mentivo.

-i bugiardi lo sai dove vanno, no?

-No, dove? Nella gabbia del tuo criceto morto?

Ride- quella sarebbe una punizione eccessiva.

Arriviamo davanti a casa mia e Ignazio parcheggia nel vialetto.
-Forza bedda-dice.- andiamo a mangiare.

Scendo dalla macchina portando con me il vassoio e il sacchetto.
La cosa che in queste settimane ho temuto di più? Che se anche ci fossimo ritrovati il nostro rapporto sarebbe stato per sempre incrinato. E invece eccoci più forti di prima.

Hola chicos...che pensate di Ignazio e di come si sta comportando con Amelia? Ci saranno rancori o ripensamenti? E della saluta di Amelia? Ditemi nei commenti, vi bacio.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top