29.Il regalo più bello.
Finiamo di mangiare e quando passiamo alla cassa, Luisa per poco non ci tira dietro un pacco di biscotti urlando che offre lei.
La ringraziamo e poi Ignazio promette di tornare presto.
Quando siamo in strada, Ignazio mi prende la mano. - dove vorresti andare?
- non lo so, non la conosco Bologna.
Ride - hai ragione. Ma non so, magari ti va di fare qualcosa in particolare? Facciamo compere natalizie?
- Natale é passato. Compere di Capodanno semmai.
- si fanno regali a Capodanno?
- non che io sappia...puoi farli a te stesso.
Ride - il concetto non mi dispiace.
- neanche a me. A mia madre magari.
- io posso fartelo un regalo di Capodanno?
- no.-dico secca -non ci provare. Hai già fatto troppo.
- anche tu hai fatto troppo per me.
-smettila, io non ho fatto nulla.
- mi hai ospitato in casa tua, mi avete ospitato.
-non ci è costato nulla. Tu invece...questo viaggio è il regalo più bello di sempre.
- posso dire una cosa?
- si. - rido - anche se non cambierò idea.
- considerato che io qui ci vivo...ho pagato solo i biglietti. Non è stato niente di che, davvero.
Scuoto la testa - fai sempre così?
- così come?
- sminuisci ogni cosa che fai ma vedi come enormi le cose che gli altri fanno, anche le più piccole.
- numero uno: non hai fatto meno di quello che ho fatto io. Numero due: non è questione di sminuirmi...-mi guarda e capisco che adesso parla seriamente -io vengo da una famiglia umile. I miei si sono sempre ammazzati di lavoro e la vita non è stata troppo generosa con loro. Io ho avuto fortuna e devo tutto a loro.
Quindi non mi dispiace fare qualcosa per gli altri. Anzi, se devo essere sincero, mi piace da morire. Amo fare un regalo a qualcuno, e non è questione se quello può permetterselo o no. È il momento in cui faccio un regalo quello più bello...ma anche una minchiata qualsiasi, anche quando compro le figurine panini anche a Piero....-il suo collega, no?- e lui non è che se la passi peggio di me. Tutto questo per dire che...non mi sono mai piaciuti quelli che i soldi se li tengono nel materasso tutta la vita e campano di pane e cipolla per risparmiare. Io lo so cosa vuol dire non potere avere tutto perché i soldi non bastano. E adesso che posso farlo non me li tengo in tasca, non tutti.-ride - scusa. Ti sto ubriacando.
Gli stringo la mano -non mi dispiace affatto. - lo guardo negli occhi - sei una bella persona Ignazio. Lo sapevo già. Ma non ho trovato il momento per dirtelo prima.
Ricambia il sorriso -anche tu lo sei. E anche la tua famiglia. Non mi sono mai sentito così vicino a casa come da voi. Non è una cosa scontata.
- è merito tuo. I miei si sono innamorati di te. Sei piaciuto a tutti. Persino a mio fratello, e a lui non piaccio neanche io!
Ride - macché! Eccome se gli piaci. Solo che non può ammetterlo o ne andrebbe della sua facciata.
- mi piacerebbe conoscere i tuoi.-dico.
Lui mi sorride -anche a me piacerebbe che tu li conoscessi. E loro non vedono l'ora.
- cosa? Gli hai parlato di me?
- scherzi? Certo che si. Mia madre già mi stressa per sapere quando ti porto da loro.
Gli ha parlato di me.
Ha parlato di me ai suoi.
Mi sento stupida a sorprendermi ancora di queste cose.
-mi piacerebbe davvero conoscerli.
Lui mi scruta -magari se ti va potremmo fare un salto quando torniamo in Sicilia. Mi rendo conto che tu hai scuola quindi se non puoi o non ti va..
- è perfetto.
- davvero? - gli si illuminano gli occhi.
-certo. Sarebbe fantastico. Ho l'impressione che i tuoi mi piaceranno molto considerata la persona che sei.
Sorride - allora oggi li avviso. Dovrai stare pronta agli attacchi d'affetto e alle calorie.
- ah figurati. Per quello sono sempre pronta.
Ridiamo mentre gironzoliamo guardando le vetrine addobbate.
Mi rende felice.
Ecco la definizione di questo momento.
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