Prologo
"Hai scelto il vestito per il matrimonio?" Chiede Jenna seduta nella poltroncina accanto alla mia cercando di sovrastare con la sua voce il rumore assordante della musica.
Di solito adoro le discoteche, ma a questa festa non avevo proprio voglia di andare.
Era stata organizzata dai compagni del liceo per salutarci prima dell'estate, ma a parte per la mia migliore amica Jenna, io odiavo il liceo.
In più in un'altra sala c'era un'altra festa e il casino in quel posto minuscolo stava iniziando ad aumentare più del voluto.
E' stata lei a convincermi a presentarmi visto che sarebbe stata la sua ultima serata a Los Angeles.
Il giorno dopo sarebbe dovuta partire per l'Europa dato che avrebbe frequentato lì l'università: Jenna ha sempre avuto le idee chiare riguardo il suo futuro, io non sapevo neanche cosa avrei mangiato a colazione domani, figuriamoci cosa studiare per poi andare a lavorare.
Io e Jenna ci conosciamo sin da piccole, abitavamo vicine e sarebbe stato un duro colpo perdere una persona così importante per me, che c'è sempre stata.
Dò molto valore all'amicizia, per questo ho solo lei, tutti gli altri miei amici non sono degni di nota, diciamo.
"Terra chiama Emma" insiste Jenna urlando più forte.
"Oh si scusa" mi riscuoto dai miei pensieri "No, domani vado a comprarlo con mia madre" concludo sorseggiando il mio cocktail; ero già al secondo.
"Ma Emma, tua sorella si sposa tra due giorni" mi tira lei un colpo sul braccio facendomi sobbalzare.
Già, mia sorella Caroline ha solo cinque anni più di me, io 18, lei 23, e già ha trovato l'amore della sua vita. Ha incontrato Nate in primo liceo e da lì sono diventati inseparabili, ma io non riuscivo proprio a capacitarmene.
Come si fa a stare così tanto con una persona? Io dopo tre sorsi mi ero già stancata del mio cocktail e volevo prenderne un altro, quindi figuriamoci.
"Lo so Jenna" rispondo alzandomi dalla poltroncina su cui ero seduta per poi avviarmi verso il bar.
"Emma sei incorreggibile" sbotta la mia amica raggiungendomi al bancone.
"Due Sex on the beach" ordina Jenna al barista "Ora beviamo e ci divertiamo come sempre, poi piangiamo domani prima che io parta"
"Ben detto" rispondo battendole il cinque e buttando giù un grosso sorso del nuovo cocktail che il ragazzo dietro il bancone mi aveva appena passato.
Dopo averlo finito io e Jenna ci buttiamo in pista e iniziamo a scatenarci.
L'alcol ormai in circolo nel mio corpo stava già facendo effetto. Mi stavo divertendo, ballavo senza curarmi degli altri, c'eravamo solo io e la mia migliore amica.
Il che era un po' quello che succedeva al liceo visto che siamo sempre state solo noi due, ma ce la siamo cavata lo stesso per tutti e quattro gli anni.
L'unico ruolo importante che abbia mai avuto a scuola, è stato un posto nella squadra delle cheerleader. Essendo bassa e magra, sono anche molto agile e leggera da sollevare, anche se nella squadra facevano di tutto per darmi poco spazio.
Se non fosse stato per la mia prof di ginnastica non mi avrebbero mai presa. Fu lei a insistere visto che mi vedeva molto determinata nelle attività sportive, ed effettivamente è vero: amo muovermi, tanto che ogni mattina vado a correre per prendere aria più che per tenermi in forma.
Ma lì si ferma la mia voglia di fare. Dopo la corsa mattutina posso anche buttarmi sul divano e non alzarmi più. Un po' incoerente, lo so.
Io e Jenna continuiamo a ballare inebriate dall'alcol, lei mi attira verso di sè e mi sussurra all'orecchio "Quel tipo non smette di fissarti"
"Chi?" Chiedo senza smettere di muovermi.
"Quello" Jenna indica un punto confuso dietro di me. Mi volto e strizzo gli occhi per mettere a fuoco la figura senza riuscirci.
"Viene da questa parte" Jenna inizia a ridacchiare, seguita a ruota da me. Avevamo bevuto davvero troppo.
"Ti muovi bene" sento una voce maschile alle mie spalle e mi volto di scatto continuando a ballare.
Un ragazzo alto circa una ventina di centimetri di più di me mi sta guardando dall'alto verso il basso.
Non riesco a mettere a fuoco la sua figura, colpa delle luci stroboscopiche e della vista annebbiata dall'alcol. L'unica cosa che riesco a distinguere è un paio di occhioni di un celeste chiarissimo, limpido.
Continuo a ballare con lui di fianco. Ho già detto che probabilmente ho bevuto troppo?
Mi lascio trasportare dalla musica finchè il ragazzo non inizia ad avvicinarsi troppo a me. Anche lui sa di alcol e i nostri visi sono ormai a pochi centimetri di distanza, ma neanche così riesco a distinguerlo bene.
Nonostante ciò capisco cosa sta per succedere e spingo le mani avanti bloccandolo.
"Che cazzo fai" Urlo allontanandomi.
"Che caratterino" ridacchia lui.
"Idiota" rispondo alzando il dito medio nella sua direzione prima di andarmene dalla pista da ballo.
Dove cavolo sei? Mando un messaggio a Jenna accorgendomi di averla persa di vista.
Dietro di te scema Risponde subito lei.
"Quel tipo ha provato a baciarmi" sbotto una volta giratami nella direzione della mia amica.
"Lo so ho visto" ride lei "Neanche con tre cocktail in corpo riesci a lasciarti andare"
"Ehi" sbotto colpendole delicatamente il braccio.
Io e i ragazzi siamo due mondi a parte.
Non mi sono mai interessati più di tanto e, a parte qualche storia a caso, non ne ho mai avuta una seria. Come ho già detto sono una che si stanca subito.
"Comunque mi dispiace rovinarti il divertimento, ma dobbiamo tornare a casa" Dice Jenna "Mio padre è qui fuori"
"Sembro così sbronza?" Dico cercando di darmi una sistemata.
"Lo sai che mio padre non si fa questi problemi" risponde la mia amica, ed era vero.
Il motto di Bob era Vivete finchè siete giovani quindi vederci un po' alticce non lo avrebbe scandalizzato.
"Va bene" rispondo "Vado a sciacquarmi il viso e torno"
Dico correndo verso il bagno. Ho una gran voglia di tornare a casa a dormire.
Oltre a Jenna ho un altro miglior amico, il mio letto.
SPAZIO AUTRICE
Questa è più un'introduzione, ma nel prossimo capitolo entreremo nella storia vera e propria. Scoprirete voi perchè.
Fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo,
-madhatterx0x-
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