Tetris

Questo capitolo è dedicato a lisasaporito96. Sono sicura che sarà il tuo capitolo preferito ahah


CINQUE MESI DOPO: INIZIO AGOSTO

"Beth" tuonò mio padre dal fondo delle scale "ti vuoi sbrigare?"

"Arrivo, papà" risposi trafelata mentre cercavo di chiudere la valigia che avevo stipato di vestiti di ogni genere, cosa che succedeva ogni anno, quando arrivava il momento di partire per la casa al mare.

A maggio ero diventata maggiorenne e a luglio avevo preso il diploma, perciò la partenza era stata rimandata rispetto agli altri anni. Eravamo all'inizio di agosto e il caldo in città era afoso, perciò non vedevo l'ora di raggiungere la spiaggia e buttarmi in mare. 

Peccato che il viaggio per arrivarci era piuttosto lungo e prevedeva anche un traghetto. Ma poi, per un mese, mi sarei crogiolata al sole, con Michele, Sofia, Mattia e Alberto che sarebbero partiti insieme a noi.

Effettivamente, sarei stata la quinta in comodo, ma poco mi importava. Le due copiette non mi facevano mai sentire di troppo e io, dopo qualche breve innamoramento futile, avevo imparato a stare da sola e avevo pure scoperto che mi piaceva. Ero finalmente felice ed ero tornata la vecchia pazza Beth, ma nuova.

Aprii l'armadio e mi sollevai sulla punta dei piedi, per raggiungere l'ultimo ripiano, sul qual giaceva il mio amato cappello di paglia che dovevo assolutamente portare con me, ma nel tentativo di tirarlo giù, urtai una scatola, che cadde rovinosamente a terra.

Era chiusa dallo scotch perciò il suo contenuto non si riversò sul pavimento, ma sapevo benissimo di cosa si trattava: la scatola dei ricordi di Alessandro.

Dopo che era partito per la Spagna, avevo sentito la sua mancanza per tanto tempo, ogni oggetto che vedevo sparso per la stanza, mi ricordava qualcosa di lui, così avevo rinchiuso i ricordi più dolorosi in quel contenitore, sigillandolo e nascondendolo nell'armadio. Tanto che quasi me n'ero dimenticata.

Lentamente mi sedetti sul morbido tappeto bianco che ricopriva parte del pavimento e, dopo aver tolto ogni blocco, sollevai il coperchio.

Subito un sorriso affiorò sulle mie labbra, trovandomi davanti una nostra foto da ragazzini: io che leccavo un cono gelato, con i capelli legati in due codini alti che sparavano in ogni direzione e un dente mancante in bocca. Alessandro, dietro di me, già parecchio più alto, che mi faceva le corna con le dita, fingendo un sorriso angelico.

Sotto trovai un'altra foto che ci ritraeva più grandi, Alessandro seduto sul divano di casa nostra, con gli occhi spalancati per la sorpresa perché io gli avevo depositato un bacio sulla guancia, a tradimento, sporgendomi alle sue spalle. Ricordai che avevo chiesto a Elda di appostarsi vicino alla televisione, apposta per catturare quel momento.

Trovai anche una serie di biglietti del cinema e di concerti ai quali eravamo andati assieme e il foglio di carta sul quale mi aveva lasciato quel dolcissimo messaggio, dopo la serata in discoteca: Beth, tu sei una principessa e come tutte le principesse, ti meriti un vero principe.

Sul fondo della scatola però, erano riposti i miei tesori più grandi: il braccialetto con i ciondoli che mi aveva regalato per natale, la lattina di aranciata con la quale mi aveva dato il suo primo bacio indiretto e infine l'anello con il gattino, il primo regalo che mi aveva fatto.

Un sorriso affiorò sulle mie labbra mentre un dolce calore si irradiava nel mio cuore. Non faceva più male ripensare a Alessandro, anzi ora provavo solo tanta gratitudine per tutti i momenti che mi aveva fatto passare, belli o brutti che fossero, mi avevano aiutato a crescere.

Ma, ovviamente, lo amavo ancora nel profondo, solo che mi ero arresa definitivamente e avevo smesso di soffrire per lui. Avrei conservato i miei sentimenti nella mia anima, mentre cercavo qualcuno che fosse in grado di catturarmi tanto quanto lui.

Rimisi tutto in ordine, tenendomi solo il braccialetto, che sistemai sul mio polso, poi afferrai la valigia e il cappello, mentre mio padre brontolava sulle scale, dicendo che avremmo sicuramente perso il traghetto.

Fuori trovai la nostra macchina sovraccarica, con Fabio seduto già dietro, la cintura allacciata e il Nintendo stretto tra le mani, concentrato a superare non so quale livello, di non so che gioco. Mio padre era perplesso intento a fare un tetris, con le valigie incastrate nel baule mentre mia madre gli dava istruzioni sbagliate. 

Davanti era invece posizionata la macchina di Mattia, sulla quale aspettavano impazienti anche Sofia, Michele e Alberto, ma appena mi videro, scesero subito per salutarmi calorosamente.

"Ragazzi, non è il momento, siamo in ritardo!" gridò mio padre, sentendo le nostre inutili chiacchiere mentre finalmente riusciva a chiudere lo sportello posteriore.

Raggiunsi il mio posto sulla nostra macchina e partimmo tutti per il porto, agitati per l'ansia di non arrivare in tempo, ma felici per la vacanza che si prospettava davanti a noi.

L'aria salmastra del mare, la sabbia calda sotto i piedi, il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli. Quanto mi era mancato tutto questo!

Corsi a bagnarmi i piedi nell'acqua, non appena finii di infilarmi il costume, subito dopo essere arrivati alla casa, seguita da Michele che si tuffò direttamente, senza aspettare nemmeno l'arrivo degli altri.

Lo guardai divertita mentre cercava di imitare un delfino o una sirena, non avrei saputo dirlo, in ogni caso somigliava più ad una foca, ma era bello vederlo così spensierato.

"Posso far finta di non conoscerlo?" chiese Mattia alle mie spalle, osservando imbarazzato il suo ragazzo che si rendeva ridicolo tra le onde.

"Credo sia troppo tardi ormai" risposi, continuando a tenere gli occhi incollati sul mio stupido amico "ti sta mandando dei baci ora"

Mattia voltò immediatamente la faccia verso il mare e notò che Michele era immerso fino al collo e ogni tanto saltava sù, emergendo con le spalle e mimando dei baci con la bocca e con le mani. Scoppiammo a ridere entrambi e presto anche Sofia e Alberto si unirono a noi, assistendo a quello spettacolo pietoso.

Quando tutti gli altri raggiunsero Michele in acqua, mi decisi a farlo anch'io, anche se preferivo entrare con calma, per abituare il mio corpo alla temperatura bassa dell'acqua, così misi lentamente un piede davanti all'altro, guardandomi intorno lungo la spiaggia, mentre procedevo.

Stavo per immergermi con la pancia, quando i miei occhi caddero su una figura che si avvicinava tranquillamente a noi. Era ancora in lontananza, ma avrei riconosciuto quel corpo ovunque: Alessandro.

Sbiancai in volto mentre i miei polmoni si svuotavano d'aria e i miei occhi si spalancavano. Non ero più in gradi di muovermi, parlare, pensare! Era un'allucinazione forse?

"Beth?" sentii la voce di Michele arrivarmi alle spalle, ma non potevo distogliere lo sguardo dal ragazzo che camminava sulla riva, sempre più definito, ma mano che procedeva.

"Ma quello è Alessandro?" chiese Sofia che doveva aver notato la direzione del mio sguardo e anche il mio strano congelamento, nonostante il sole caldo di agosto.

Quindi era davvero lui, non me lo stavo immaginando! Cosa diavolo ci faceva qua?

Credevo fosse su qualche spiaggia spagnola, con qualche ragazza ai suoi piedi, e il suo solito atteggiamento da strafottente.

"Scusa Beth" mormorò pentito Mattia, catturando tutti gli sguardi su di sé, tranne il mio, che era ancora incollato a Alessandro.

"Voleva farvi una sorpresa" si giustificò il ragazzo che evidentemente sapeva della comparsa improvvisa del suo amico. 

"Sei arrabbiata?" continuò poi, risvegliandomi così dall'incantesimo che il mio grande amore ancora esercitava su di me.

Non mi ero preparata psicologicamente per vederlo, ma potevo farcela e, scavando a fondo nel mio cuore, realizzai che non provavo rammarico o tristezza nel rivederlo, ma solamente gioia. E sorpresa, ovviamente!

"No" mormorai, quando ormai Alessandro ci aveva raggiunti "sto bene" conclusi mentre le mie labbra cominciavano a sollevarsi verso l'alto.

Era ancora più bello di come lo ricordavo, mentre muoveva gli ultimi passi nella sabbia e immergeva i piedi nell'acqua, per avvicinarsi ulteriormente a noi. 

Era alto, con le spalle larghe e un fisico slanciato, i pettorali e gli addominali non troppo definiti, ma decisamente invitati, soprattutto con quella doratura, dovuta all'abbronzatura che probabilmente si era già fatto stando sotto il sole spagnolo. 

I capelli erano leggermente più lunghi e biondi, ma sempre un po' spettinati e ricadevano sugli occhi... i suoi bellissimi e indimenticabili occhi azzurri come il mare. Occhi che ora mi stavano scrutando, in cerca di un qualche segno per restare o per andarsene.

Ero riuscita a superare il mio dolore per un amore non corrisposto, ma non avevo superato quell'amore, era ancora presente nel mio cuore, solo che stavolta me lo sarei tenuto per me, senza imporlo a Alessandro e senza starci male. Semplicemente era lì nella mia anima e ci sarebbe rimasto per sempre. L'unica cosa di cui ero sicura in quel momento, era che mi era mancato.

Sfoggiai il mio miglior sorriso mentre lo fissavo diritto negli occhi e questo bastò per tranquillizzarlo perché notai che rilassò le spalle e addolcì la sua espressione, dicendo: "Ciao Beth"

Il suono della sua voce profonda e un po' roca mi fece correre brividi lungo la schiena. Istintivamente abbassai lo sguardo, per evitare di lasciar trapelare quel sentimento dai miei occhi.

Era finalmente tornato, ma in qualche modo, sembrava diverso... sembrava un nuovo Alessandro. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top